Dermatologo Dott. Del Sorbo

Rosolia

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO
La rosolia o terza malattia è una malattia esantematica molto contagiosa
La rosolia, nota anche come rubella o terza malattia è una malattia esantematica trasmessa dal rubella virus, un rubivirus appartenente alla famiglia dei togavirus, in grado di infettare solo gli esseri umani e non gli altri esseri viventi. Prima dell’introduzione del vaccino le epidemie di rosolia erano molto frequenti (massima incidenza tra i 5 e i 9 anni), l’80% della popolazione contraeva la malattia prima dei 20 anni e non erano rari gli aborti dovuti alla sindrome da rosolia congenita. Il vaccino antirosolia viene solitamente somministrato insieme a quello del morbillo e della parotite (vaccino MPR).

La rosolia va distinta dal morbillo e dalle altre malattie esantematiche

La rosolia viene contratta tramite contatto interumano (es. starnuti, saliva, etc) ed esordisce solitamente con un po’ di febbre e rigonfiamento dei linfonodi retronucali e retroauricolari, a cui può far seguito una fugace eruzione maculo papulosa, detta esantema.

immagini di rosolia con tipiche macule color rosa salmone

Nella rosolia, l’esantema si può presentare con macule non confluenti, di colore rosa salmone, della durata di circa 3 giorni

foto di rosolia con tipiche papule non confluenti

In alcuni casi possono associarsi sintomi aspecifici come cefalea, dolori articolari, lacrimazione, inappetenza, rinorrea e diminuzione dei globuli bianchi. La rosolia è contagiosa da circa una settimana prima della comparsa dell’eruzione cutanea a circa 4 giorni dopo la scomparsa della stessa. L’esantema, quando presente, interessa dapprima il viso, con macule o papule rosa salmone, non confluenti tra loro (foto). Le macule si estendono nel giro di poche ore al resto del corpo, per poi scomparire nel giro di qualche giorno, nello stesso ordine cranio caudale con il quale sono comparse. Le macule, tendono a scomparire con la vitropressione, si accentuano dopo il bagno e possono a volte causare un lieve prurito. In alcuni casi di rosolia, le manifestazioni cutanee possono persino mancare del tutto. Come per molte altre malattie esantematiche, anche nella rosolia, alla fine dell’eruzione cutanea, può far seguito una desquamazione cutanea, indice di pregressa infiammazione. Eccetto che per la donna all’inizio della gravidanza (dove le complicanze per il nascituro possono anche essere molto gravi), si tratta nel resto dei casi di una patologia solitamente autorisolutiva e a evoluzione benigna.

immagini di rosolia nei bambini e altre malattie esantematica

Nella rosolia (in alto) le macule sono rosa e non confluenti, mentre nel morbillo (in basso) le macule sono rosse e confluenti

foto di rosolia con tipiche papule non confluenti

Il periodo di incubazione della rosolia è di circa 2-3 settimane. Contrariamente alla rosolia, nel morbillo (nella foto) si possono osservare macule confluenti di un rosso più intenso, le tipiche macchie di Köplik del cavo orale e mal di gola. L’esantema della rosolia dura in media 3 giorni, mentre i dolori articolari e l’ingrossamento dei linfonodi, possono durare anche 10 giorni. Al momento della visita specialistica è importante distinguere una rosolia da altre malattie dermatologiche apparentemente simili come la pitiriasi rosea di Gibert, il morbillo, la quinta malattia, la malattia mani piedi bocca, la sindrome di Gianotti Crosti, la mastocitosi e la sifilide secondaria.

La rosolia in gravidanza e la sindrome della rosolia congenita

Le donne incinte venute a contatto con malati di rosolia, devono contattare il loro ginecologo. La rosolia contratta soprattutto nei primi mesi di gravidanza, può infatti creare seri problemi al nascituro (sindrome della rosolia congenita) con possibile sordità, cataratta, ritardo mentale, aborto, etc, in quanto il rubella virus è in grado, specie nei primi mesi, di attraversare indisturbato la placenta umana. I primi casi di cataratta congenita nei bambini nati da madri che avevano contratto la rosolia all’inizio della gravidanza, furono descritte già nel 1941, dall’oftalmologo australiano Sir. Norman McAllister Gregg (azione teratogena del rubella virus). Il cosiddetto complesso TORCH (acronimo di Toxoplasma Others Rosolia Cytomegalovirus Herpes) è un test utilizzato prima di programmare una gravidanza per ricercare la presenza di anticorpi IgG e IgM nei confronti delle principali patologie infettive teratogene. La lettera O del TORCH (O = others, altre), può a volte comprendere eventuali altre indagini complementari come epatite, sifilide e HIV. Al rubeotest, la presenza di sole IgG positive indica un contatto avvenuto in passato ed è solitamente indice di immunità. La presenza di IgM positive, indica invece un’infezione in atto.

Il rubella virus è un piccolo virus a RNA trasmissibile mediante contatto interumano

Il rubella virus è un piccolo virus di circa 70 nm di diametro, con un genoma caratterizzato da un singolo filamento di RNA lungo 9762 nucleotidi e possiede sulla sua superficie esterna circa 80 proteine (es. proteina p90, p150, E1, E2, C, etc), utili per riconoscere e attaccare le cellule umane bersaglio. Quando il virus della rosolia penetra nel citoplasma, il suo genoma si attiva rapidamente come mRNA per la biosintesi di nuove proteine virali, in questo modo inizia a replicarsi, attaccando la centrale energetica della cellula (mitocondri), con conseguente danno cellulare. Nella risposta immunitaria dell’organismo contro il virus della rosolia, riveste un ruolo importante la proteina virale di fusione E1 (una glicoproteina di superficie di 481 aminoacidi che si organizza in omotrimeri o in eterodimeri con la glicoproteina virale E2 di 282 aminoacidi), in quanto gli anticorpi neutralizzanti riconoscono la sua regione centrale, compresa tra l’aminoacido 245 e 285.

La rosolia attraverso la storia della medicina

La rosolia viene descritta nel 1740 dal medico tedesco Friedrich Hoffmann. Nel 1814, il medico tedesco George de Maton propone la distinzione della rosolia dalle altre malattie esantematiche. Il nome rubella viene coniato nel 1866 dal chirurgo inglese Henry Veale. Dal 1881 la rosolia è ufficialmente riconosciuta come malattia distinta dalle altre malattie esantematiche dei bambini e degli adulti. Nel 1962 viene isolato il virus della rosolia contemporaneamente dal gruppo di studio di Thomas Weller e Franklin Neva e dal gruppo di studio di Paul Parkman, Edward Buescher e Malcolm Artenstein, mentre il primo vaccino antirosolia viene introdotto nel 1969. Il 16 novembre 1987, viene sequenziato in Scandinavia, l’intero genoma del virus della rosolia.


immagini morbillo e rosolia