Dermatologo Dott. Del Sorbo

Impetigine contagiosa e antibiotici

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

Impetigine contagiosa stafilococcica e streptococcica

L’impetigine contagiosa è un’infezione della pelle associata alla presenza di alcuni batteri piogeni, tra cui lo streptococco pyogenes di gruppo A (impetigine streptococcica non bollosa) e lo stafilococco aureus (impetigine stafilococcica bollosa e non bollosa). Si tratta di una piodermite contagiosa più comune nei mesi estivi e in età pediatrica, ma si può manifestare in qualsiasi altro periodo dell’anno e in qualsiasi fascia di età, anche in occasione di un calo temporaneo delle difese organiche. L’impetigine contagiosa si presenta con piccole vescicole (soprattutto la forma streptococcica) o vere e proprie bolle (soprattutto la forma stafilococcica) che si rompono immediatamente, dando luogo a croste giallastre color miele (foto in basso). Oltre al viso (sede più comune), possono essere interessate anche altre aree (per esempio collo, mani, etc). Le tipiche manifestazioni cutanee dell’impetigine hanno una durata media di circa 3 settimane. L’impetigine contagiosa è la terza patologia cutanea più frequente in dermatologia pediatrica. Un esame delle urine del bambino viene richiesto per escludere la rara ma possibile complicanza renale (glomerulonefrite indotta da ceppi nefritogeni). Una volta identificata dal dermatologo con la visita, la patologia guarisce nel giro di una settimana dall’inizio della terapia dermatologica con farmaci per uso topico (per esempio creme a base di mupirocina, acido fusidico, retapamulina, ozenoxacina, etc) o sistemico (per esempio antibiotici orali) a seconda del quadro clinico.

foto di impetigine contagiosa nei bambini

Immagini cliniche di impetigine contagiosa nei bambini (foto in alto) e negli adulti (immagine in basso)

impetigine contagiosa nell’adulto

Esiste anche una variante neonatale denominata pustolosi stafilococcica del neonato, che in alcuni casi può complicarsi con la cosiddetta sindrome di Lyell. Le localizzazioni più frequenti di impetigine neonatale sono le grandi pieghe cutanee (collo, ascelle, inguine) e l’area del pannolino. Nell’impetigine bollosa (più frequente nei bambini piccoli) le esotossine esfoliative prodotte dagli stafilococchi interferiscono con le strutture di adesione dei cheratinociti (desmosomi) dando luogo alle tipiche manifestazioni cutanee. Anche l’impetigine caratterizzata da bolle più grandi (impetigine bollosa flittenulare) è osservata maggiormente nei bambini più piccoli. In questo caso è importante la diagnosi differenziale con la cosiddetta tigna bollosa, una vera e propria micosi della pelle da trattare con appositi farmaci antimicotici, poiché a differenza dell’impetigine contagiosa non risponde ai comuni antibiotici sistemici utilizzati per il trattamento di alcune forme severe di piodermite batterica dell’adulto (per esempio flucoxacillina, cefalexina, amoxicillina, tetracicline, rifampicina, clindamicina). L’impetiginizzazione invece è una sovrinfezione secondaria di una dermatite preesistente (per esempio pitiriasi amiantacea, dermatite atopica, scabbia, eczema, herpes, varicella, orticaria papulosa, pediculosi, infestazione da parassiti). L’impetigine secondaria è associata soprattutto alla presenza di Staphylococcus aureus e più raramente alla presenza di streptococchi. Si presenta in maniera analoga all’impetigine volgare, ma la causa è da attribuire al grattamento e alla sovrinfezione batterica. Nei pazienti con scabbia ad esempio, l’impetiginizzazione legata al grattamento cronico è maggiormente associata alla presenza di streptococchi. Una volta eliminata la sovrinfezione batterica, deve essere curata la patologia di base. L’impetigine follicolare di Bockhart (Bockhart’s impetigo) è una follicolite acuta molto comune e generalmente autorisolutiva, provocata dall’infezione da stafilococco aureo. Il patereccio stafilococcico (bulla repens) è un’infezione profonda e dolente del dito. La bolla si rompe e dà luogo a un’erosione che può interessare tutta la cute intorno all’unghia. Anche in questo caso si rende necessaria una terapia antibiotica sistemica.

foto di impetigine secondaria nei bambini e negli adulti

L’impetigine, può in molti casi essere secondaria a sovrinfezione batterica di dermatiti di altra natura (impetiginizzazione)

foto impetigine localizzata al viso

Per la cura dell’impetigine contagiosa sono impiegate diverse molecole, dai farmaci più tradizionali (per esempio perossido di idrogeno) agli antibiotici topici di ultima generazione (per esempio ozenoxacina in crema all’1%). L’ozenoxacina ad esempio, rientra tra le molecole introdotte più di recente. È un antibiotico topico a 21 atomi di carbonio (per l’esattezza è un chinolonico non fluorinato, nel senso che contiene un gruppo metilico al posto dell’atomo di fluoro) in grado di inibire gli enzimi topoisomerasi II e topoisomerasi IV (DNA girasi batteriche codificate rispettivamente dai geni gyr-A e grl-A) dei batteri maggiormente associati all’impetigine contagiosa (in particolare stafilococchi e streptococchi) sui quali l’ozenoxacina in crema esercita un’azione sia batteriostatica che battericida. L’aumento negli ultimi anni di stafilococchi meticillino resistenti ha determinato nel tempo una certa resistenza ad alcuni antibiotici. Ci sono farmaci che non possono essere utilizzati su mucose esterne infiammate (per esempio in caso di impetigine estesa alla mucosa nasale), e in questi casi al momento della visita medica, a seconda del quadro clinico può essere presa in considerazione la possibilità di ricorrere all’uso di appositi preparati antibiotici disponibili sotto forma di unguento nasale (per esempio mupirocina), da soli o in affiancamento a eventuale terapia sistemica. Sia nei bambini che negli adulti l’impetigine può a volte interessare contemporaneamente diversi distretti cutanei, e il tipo di terapia topica o sistemica può variare anche a seconda della superficie cutanea interessata. A tal proposito la SIRS (Skin Infection Rating Scale) è tra le scale di valutazione delle infezioni cutanee maggiormente utilizzate. La terapia con i farmaci topici va proseguita per tutto il periodo concordato al momento della visita medica fino alla graduale scomparsa delle croste, che solitamente si verifica nel giro di 8-10 giorni dall’inizio della cura. Essendo l’impetigine più frequente nei mesi estivi, nella scelta terapeutica è importante considerare i farmaci privi di azione fototossica o fotoallergica, evitando in ogni caso l’esposizione diretta al sole in presenza di cute ancora infiammata. La terapia dell’impetigine contagiosa viene prescritta al momento della visita medica sulla base del quadro clinico del paziente, considerando a seconda della situazione, la possibilità di affiancare ai più comuni farmaci per uso topico anche eventuali antibiotici per via sistemica.