Dermatologo Dott. Del Sorbo

Fotografare la pelle e gli annessi cutanei

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

Come fotografare la pelle e ottenere delle buone immagini ravvicinate

Una buona foto può essere preziosa al momento della visita dermatologica

Quante volte ci è capitato di avere un problema dermatologico urgente, di prenotare la visita specialistica e di giungere in ambulatorio senza avere più le manifestazioni cliniche in atto. Molte patologie dermatologiche (es: orticaria) si presentano con manifestazioni transitorie e fugaci, difficili da diagnosticare se non presenti al momento della visita medica. Oggi le comuni macchine fotografiche digitali, sono alla portata di tutti e a volte una buona foto, può valere già mezza diagnosi. Infatti sono sempre più numerosi i pazienti che giungono in ambulatorio portando con sé una o più foto amatoriali, scattate a casa, ma spesso mosse o sfuocate e quindi poco utili allo specialista.

fotografia digitale pelle
La funzione macro è disponibile su tutte le fotocamere e sulla maggior parte degli smartphone , ma va prima attivata

Fotografia macro e microfotografia in dermatologia e venereologia

Forse pochi sanno, che per poter fotografare unghie, pelle e capelli con una fotocamera compatta, occorre attivare una speciale funzione denominata MACRO e contrassegnata con il simbolo di un fiorellino (indicata con la freccia verde nella foto in alto). L’attivazione di questa funzione permette di mettere perfettamente a fuoco, dettagli clinici molto ravvicinati (es: chiazze, squame, croste, papule, pustole, unghie, peli, capelli, etc) e che risulterebbero ogni volta sfuocati senza averla prima attivata. In dermatologia è proprio la definizione del piccolo dettaglio a essere determinante. Le foto in basso sono state scattate con la stessa fotocamera, ma solo quella a destra con il macro attivato). La funzione macro per poter funzionare e ottenere così foto molto dettagliate, necessita di molta luce. Le condizioni ideali si hanno quando l’area da fotografare è illuminata con la luce naturale del giorno, ma a volte può essere sufficiente una lampada artificiale o un flash esterno. Il flash incorporato delle fotocamere compatte può essere a volte utile, ma difficilmente potrà eguagliare la bellezza dei colori ottenuti con la luce calda del giorno. Prima di scattare una foto con macro, assicurarsi che il led lampeggiante, visibile pigiando a metà il pulsante di scatto (autofocus) stia indicando che la foto è a fuoco, altrimenti otterremo una foto sfuocata, nonostante l’attivazione del macro. In presenza di poca luce, persino una foto con macro risulterà sfuocata e quindi inutilizzabile. Per fotografare la pelle senza perdere dettagli preziosi è importante controllare anche la luminosità dell’obiettivo. A tal proposito su qualsiasi obiettivo fotografico (es. macchina fotografica, smartphone, etc) è indicato un parametro (es. f/1,4) che indica la quantità di luce che il diaframma lascia passare alla massima apertura (cioè senza zoom). Più basso sarà questo numero e maggiore saranno la luminosità e la possibilità di ottenere ottime foto. Gli obiettivi professionali sono molto luminosi (es. f/1 e f/1,4), ma si possono ottenere discrete foto dermatologiche anche con gli obiettivi meno luminosi (es. f/2 e f/2,8), montati sulla maggior parte dei telefonini di nuova generazione. Questo parametro, ad esempio, è molto più importante dei megapixel. Se non avete ancora scelto una fotocamera, scegliete sempre quella con obiettivo più luminoso (es. f/1) anziché soffermarsi sulla risoluzione (megapixel). Se l’obiettivo fotografico montato sulla fotocamera o sullo smartphone dispone della funzione zoom (teleobiettivo), riporterà due numeri (es. f/1.8-5.6) che in questo esempio indicano rispettivamente l’ottima luminosità senza zoom (f/1.8) e la minore luminosità quando lo zoom è al massimo (f/5.6). Per questo motivo l’uso dello zoom (anche quello ottico) andrebbe evitato o comunque limitato. Sia le reflex che i telefoni di ultima generazione hanno al loro interno uno stabilizzatore d’immagine di tipo ottico, mentre le fotocamere di fascia bassa e i vecchi smartphone utilizzano ancora uno stabilizzatore digitale, ottenendo foto di minore qualità. Per fotografare la pelle e ottenere delle foto professionali, oltre alla tradizionale macchina fotografica reflex, meritano attenzione anche le recenti fotocamere mirrorless a ottiche intercambiabili (MILC = Mirrorless Interchangeable Lens Camera), prive di specchio reflex. Infatti con le macchine fotografiche mirrorless si possono ottenere immagini della pelle di altissima qualità, sia con i modelli base dotati di mirino ottico (OVF = Optical Viewfinder) sia con i più avanzati modelli full frame equipaggiati di mirino elettronico e ottiche intercambiabili (EVIL = Electronic Viewfinder Interchangeable Lens). Gli smartphone di ultima generazione consentono di fotografare la pelle da molto vicino, grazie a lenti macro stabilizzate e ai moderni sensori ToF (Time of Flight o tempo di volo) in grado di restituire in tempo reale una mappa tridimensionale della pelle e degli annessi cutanei.

dermatologia e venereologia
Nell’immagine di destra è stata attivata la funzione macro, su una comunissima fotocamera digitale

Tecnica fotografica

Per ottenere una foto professionale e molto dettagliata, non è necessario possedere una fotocamera di ultima generazione e può essere più che sufficiente la risoluzione delle comuni macchine digitali di fascia economica (meno di 100 €), purché utilizziamo la funzione macro e illuminiamo adeguatamente l’area da fotografare. Questo spiega perché le foto scattate con dispositivi privi di macro (es: vecchi videofonini, webcam e palmari) non sono di alcuna utilità in dermatologia, anche quando tali apparecchi sono dotati di un’alta risoluzione fotografica.
Una buona foto dermatologica non dipende infatti dai megapixel della fotocamera e se ben scattata, un’immagine di 1 megapixel può risultare molto più utile e dettagliata di una foto di 20 megapixel mossa o sfuocata. La maggior parte delle foto cliniche presenti su questo sito hanno “volutamente” una risoluzione inferiore a 1 megapixel. La qualità di una foto non si misura in megapixel, in quanto essa dipende da ben altri fattori (es. apertura del diaframma, tempo di posa, sensibilità ISO, etc). Utilizzare uno sfondo scuro a tinta unita (es. nero, grigio, verde, blu, etc) può migliorare il contrasto e la fedeltà dei colori.
Un’altra regola da osservare quando si scatta in macro è quella di evitare l’uso dello zoom digitale, operazione che penalizza sempre la qualità della foto clinica. Le foto digitali così ottenute, possono essere conservate su computer, su supporti USB o essere stampate su carta fotografica, in modo da poterle esibire al medico al momento della visita specialistica. Un’etichetta adesiva che riporta la data dello scatto, può essere incollata sulla cute e utilizzata come guida per la messa a fuoco. Su una foto clinica ben scattata, saranno perfettamente leggibili i caratteri riportati sull’etichetta. Questi consigli sono utili soprattutto ai possessori di fotocamere compatte (che oggi fanno delle macro amatoriali più che accettabili), in quanto chi possiede una reflex, queste cose le conosce già benissimo. La resa di una foto dermatologica ottenuta con una reflex digitale è nettamente superiore, ma richiede apparecchiature abbastanza costose per il semplice fotoamatore. L’uso di alcuni accessori (es. lenti closeup, anelli di inversione, tubi di prolunga, etc) consentono già di ottenere delle buone foto, ma il massimo delle prestazioni si ottiene equipaggiando il corpo macchina reflex con uno speciale obiettivo macro (rapporto 1:1) e in alcuni casi con un flash dedicato (es. flash anulare, twin flash, etc). Quando invece si vuole esaltare la naturalezza dei colori evitando l’uso del flash, la pelle dovrà essere ben illuminata (es. luce del sole, luce del neon, etc) e la mano di chi scatta, dovrà essere particolarmente ferma, per evitare il cosiddetto micro mosso, dovuto ai più lunghi tempi di posa. Oltre alle moderne fotocamere reflex e bridge professionali e semiprofessionali, moltissime macchine fotocamere compatte di fascia medio bassa, consentono oggi di poter effettuare il cosiddetto bilanciamento del bianco e di poter impostare manualmente la giusta profondità di campo nitido, per dare maggior risalto a quei dettagli clinici ritenuti più rilevanti ai fini dermatologici.

4 REGOLE D’ORO PER OTTENERE UNA BUONA FOTO DERMATOLOGICA
1Utilizzare una macchina fotografica reflex o compatta (no webcam, tablet o vecchi cellulari privi di macro)
2Attivare sempre la funzione macro (contrassegnata con il simbolo del fiorellino come nella foto)
3Area da fotografare ben illuminata (luce naturale, lampada, flash anulare, luce continua a LED, etc)
4Evitare l’uso dello zoom digitale

Invio online di foto dermatologiche

In presenza di manifestazioni dermatologiche fugaci, una volta fotografato il distretto cutaneo interessato, l’immagine ottenuta può essere esibita al momento della visita. In ambulatorio il dermatologo osserverà da vicino l’area cutanea in questione, mediante i comuni strumenti ambulatoriali (es. dermatoscopia, luce polarizzata, lampada di Wood) rilevando quei dettagli non visibili da una comune fotografia, e talora indispensabili per la diagnosi dermatologica. Le informazioni ottenute al momento della visita osservando i distretti cutanei interessati con i comuni strumenti ambulatoriali sono di gran lunga più utili rispetto a ciò che si può solo intuire da una foto inviata online, soprattutto quando si tratta di nei.

fotografare la pelle in modalità macro con la dermatoscopia
Immagini di melanoma cutaneo con velo grigio-blu e rete irregolare

Al momento della visita il dermatologo potrà ricercare importanti elementi diagnostici (es. rete pigmentaria atipica e velo grigio-blu visibili nel riquadro in alto a destra) non rilevabili da una comune fotografia fatta a casa (foto a sinistra), anche quando ben scattata. Gli strumenti ottici comunemente utilizzati dal dermatologo al momento della visita specialistica sono in grado di eliminare la componente di luce riflessa (es. epiluminescenza, luce polarizzata), evidenziando preziosi dettagli non visibili a occhio nudo o tramite una comune fotografia. Anche per questo motivo pretendere indicazioni diagnostiche o terapeutiche a distanza, basate unicamente sull’osservazione di una semplice immagine inviata non può essere considerato attendibile, ma solo indicativo in attesa di una vera e propria visita medica.