Follicolite: si presenta con papule e pustole sulla pelle

a cura del dermatologo Dott. Del Sorbo
riceve a SALERNO

La follicolite è un’infiammazione del follicolo pilifero e può manifestarsi al viso, sul corpo, nella barba e al cuoio capelluto

La follicolite è un processo infiammatorio a carico del follicolo pilifero e si manifesta sotto forma di piccole papule e pustole. Sia negli uomini che nelle donne la pelle è ricoperta di milioni di follicoli piliferi, persino nelle persone con peluria chiara, sottile e poco visibile. Questo è il motivo per cui la follicolite può manifestarsi in qualsiasi area del corpo (volto, nuca, cuoio capelluto, ascelle, tronco, inguine, pube, glutei, cosce) a eccezione di pochissime aree del corpo che sono totalmente prive di follicoli piliferi. Al centro della pustola è possibile talora osservare l’ostio follicolare infiammato o persino il pelo contenuto al suo interno. Dopo qualche giorno la pustola si rompe e solitamente al suo posto resta una piccola papula eritematosa che regredisce spontaneamente nel giro di una settimana.

Immagini di follicolite del tronco con papule e pustole follicolari

Quanti tipi di follicolite esistono?

Ne esistono diversi tipi, dalla follicolite da ceretta, a quella da cortisone (follicolite da steroidi), fino alla follicolite della barba e del cuoio capelluto. Nelle follicoliti infettive sono coinvolti alcuni microrganismi come batteri, funghi, virus e acari. Le follicoliti meccaniche sono invece causate dallo sfregamento continuo della cute e degli annessi cutanei, come nel caso della follicolite meccanica di Mills e Kligman. Le cause più comuni di follicolite da farmaci sono l’abuso di creme al cortisone, di antibiotici, di ormoni e di cosmetici minerali troppo occlusivi. Le follicoliti più difficili da trattare sono le follicoliti profonde (per esempio acne cheloidea della nuca, follicolite eosinofila, follicolite decalvante).

Tipica pustola follicolare centrata da un pelo in paziente con follicolite superficiale di Bockhart

Quanto dura la follicolite?

La durata dipende dal tipo di follicolite. La maggior parte delle follicoliti superficiali (per esempio la follicolite da ceretta o la follicolite della barba negli uomini) sono autolimitanti, nel senso che nel giro di pochi giorni rientrano spontaneamente, o con l’aiuto di qualche gel lenitivo (per esempio gel di aloe). Esistono tuttavia rare follicoliti suppurative in cui l’infiammazione è più profonda e duratura, e che possono durare anche anni (per esempio follicolite della nuca, follicolite decalvante, follicolite perforante, follicolite eosinofila). Ci sono anche follicoliti superficiali recidivanti che rientrano spontaneamente nel giro di una settimana, ma che si ripresentano puntualmente in seguito a sfregamento meccanico, soprattutto nelle persone con pelle delicata (per esempio pazienti con dermatite atopica) o con pelo troppo spesso. Tanto per fare un esempio, la rasatura della barba in contropelo è un’operazione piuttosto ordinaria, ma in alcuni individui con pelle particolarmente sensibile può dar luogo contemporaneamente a follicolite ed eczema, un quadro noto in dermatologia come follicolite eczematosa della barba.

Follicolite eczematosa della barba in un giovane adulto con dermatite atopica

Follicolite da ceretta

L’abitudine di utilizzare una crema lenitiva dopo una depilazione con lametta, rasoio elettrico, crema depilatoria o ceretta, serve a ridurre il processo infiammatorio a carico del follicolo pilifero in seguito a una di queste pratiche. L’unico modo per eliminare la follicolite da ceretta è quello di agire sulla causa scatenante, eliminando o assottigliando il pelo attraverso l’epilazione medico estetica (per esempio con laser, luce pulsata intensa, radiofrequenza). Se il pelo è troppo spesso o la pelle è troppo sensibile, dopo la ceretta si avrà ogni volta follicolite. L’uso di un gel di aloe prima e dopo la ceretta può ridurre la possibilità di follicolite da depilazione. Al momento della visita dermatologica, in presenza di una follicolite recidivante possono essere presi in considerazione brevi cicli di terapia farmacologica per uso locale (per esempio gel, creme, emulsioni, lozioni, detergenti) o persino per via sistemica (per esempio sotto forma di compresse). Il tipo di terapia può variare da persona a persona sulla base delle sedi interessate e di quanto riscontrato al momento della visita dermatologica.

La follicolite da ceretta può durare diversi giorni dopo una depilazione

Cosa sono i follicoli piliferi?

I follicoli piliferi sono aperture microscopiche della superficie cutanea attraverso le quali emerge il pelo, e persino quella sottilissima peluria chiara a malapena visibile in donne e bambini. A eccezione di pochissime aree del corpo (labbra, palmo delle mani, pianta dei piedi, glande, vulva) i follicoli piliferi sono presenti su tutto il corpo, dalla testa ai piedi, persino in quelle aree in cui, a vista, sembrano non esserci peli. In condizioni ordinarie il follicolo pilifero è un microambiente molto ricco di microrganismi (batteri, miceti, acari, virus, muffe) che costituiscono il normale microbiota cutaneo. Osservato da molto vicino il follicolo pilifero appare come un’introflessione dell’epidermide che affonda nel derma, e contiene al suo interno il pelo e la ghiandola sebacea annessa (unità pilosebacea). L’infiammazione dei follicoli piliferi (nella foto è evidenziata in rosso) è l’evento che dà luogo alla comparsa della follicolite.

Nella follicolite può verificarsi un’infiammazione del follicolo pilifero a livello superficiale o profondo

Follicolite della barba

La follicolite della barba si manifesta al viso e al collo con papule e pustole centrate da un pelo. Quando durante la rasatura si avverte bruciore o dolore è più facile che dopo qualche ora possa presentarsi una follicolite. Le papule sono spesso dolenti e quelle più grandi persistono alcuni giorni, rendendo difficoltosa la rasatura successiva. Rispetto al classico rasoio manuale a lametta, i rasoi elettrici di ultima generazione con lamine di acciaio rivestite in titanio, seguono le normali curvature del viso esercitando in questo modo un minore stress meccanico sul follicolo e di conseguenza minor infiammazione. L’uso di un apposito gel dopobarba lenitivo privo di alcol e profumi, riduce le possibilità di sviluppare una follicolite importante. Nelle follicoliti della barba persistenti o non collegate all’atto della rasatura, occorre valutare al momento della visita anche altre possibilità, per esempio acne, rosacea pustolosa, pseudofollicolite della barba, sicosi piogenica, sicosi micotica (kerion Celsi), follicolite da Candida, follicolite virale da herpes virus (follicolite erpetica), follicolite da gram negativi, follicolite da Demodex folliculorum. La sicosi della barba, ad esempio, è una follicolite cronica che si manifesta con lesioni papulo nodulari ricoperte di pus e sangue. La pseudofollicolite della barba invece si manifesta con peli incarniti soprattutto nelle persone di colore o con capelli ricci, ma in questo caso non essendo coinvolto il follicolo pilifero non può essere considerata una vera e propria follicolite.

Nelle forme persistenti di follicolite della barba occorre ricercare ed escludere anche altre situazioni tra cui l’acne tardiva

Follicolite nei bambini

La follicolite superficiale di Bockhart è di frequente osservazione in dermatologia pediatrica. Si verifica soprattutto nei mesi più caldi e umidi. In presenza di follicolite il microbiota cutaneo risulta alterato con aumento relativo di Staphylococcus aureus e un quadro clinico di piodermite superficiale. Infatti un tempo era nota come stafilodermia follicolare. Nei bambini più piccoli la follicolite può talora associarsi a impetigine contagiosa, altra piodermite di frequente osservazione in dermatologia pediatrica. Sia nei bambini che negli adulti, gli ambienti caldo umidi, l’uso di creme occlusive, di vestiario sintetico, e l’abuso di cortisone sono tra le cause più frequenti di questo tipo di follicolite. È nota anche come impetigine follicolare e nei bambini può manifestarsi in qualsiasi area pilifera del corpo, compreso il cuoio capelluto, dove le pustole sono centrate dal capello e risultano spesso dolenti. Questo tipo di follicolite può rientrare spontaneamente o dopo un breve ciclo di terapia con prodotti lenitivi o antisettici, ma in rari casi può richiedere anche l’uso di antibiotici per via orale. È importante la diagnosi differenziale con i molluschi contagiosi, che rispetto alla follicolite si presentano sotto forma di piccole papule emisferiche di colore rosa e non follicolari, e con i comuni grani di Fordyce visibili soprattutto a partire dalla pubertà.

Nei bambini la follicolite può manifestarsi anche al cuoio capelluto

Follicolite da piscina

La follicolite da Pseudomonas è nota con diversi sinonimi, tra cui follicolite da piscina, da sauna, da bagno caldo (hot tub) o da idromassaggio. Fu descritta nella primavera del 1975 dai medici americani William McCausland e Paul Cox, che riportarono il caso di 42 persone infettate contemporaneamente durante il bagno nella piscina riscaldata di un motel. Alcune forme di follicolite da piscina sono considerate contagiose perché associate alla presenza del batterio Pseudomonas aeruginosa. Rispetto al passato questa follicolite è meno frequente dal momento che viene utilizzato il cloro all’interno delle piscine. Nella follicolite da Pseudomonas le papule e le pustole si manifestano sul tronco poco dopo il bagno nella vasca contaminata. In genere l’acqua del bagno appare torbida e maleodorante. Una volta confermata la diagnosi, si utilizza un breve ciclo con antibiotici topici e sistemici. Esistono anche forme di follicolite da piscina non contagiose, ma di natura irritativa. Quando ad esempio nelle piscine domestiche si esagera con il cloro, sulla pelle possiamo osservare sanguinamento, prurito, dermatite da contatto o follicolite. A differenza della dermatite del nuotatore provocata dal contatto della pelle con le cercarie, larve immature di schistosomi, la follicolite da piscina è una vera follicolite, nel senso che le papule e le pustole sono di origine follicolare.

Esistono forme di follicolite da piscina non contagiose, ma di natura irritativa

La foruncolosi recidivante è una follicolite profonda

Mentre la follicolite superficiale si manifesta con papule e pustole, la follicolite profonda si presenta solitamente con noduli talora anche dolenti e sanguinanti, come ad esempio accade con la follicolite della nuca (acne cheloidea della nuca), la follicolite del cuoio capelluto degli adulti, la foruncolosi recidivante dei glutei e la foruncolosi dell’inguine. Alcuni di questi quadri clinici a volte ricordano per intensità e durata problematiche cutanee più gravi, come l’acne nodulo cistica e l’idrosadenite suppurativa, anche se nell’idrosadenite (acne inversa) più che i follicoli piliferi sono coinvolte le ghiandole sudoripare apocrine di inguine e ascelle.

L’acne cheloidea della nuca è un esempio di foruncolosi cronica e recidivante

Follicolite decalvante di Quinquaud

La follicolite decalvante fu descritta nel 1888 dal dermatologo francese Charles Eugène Quinquaud. È una follicolite che si manifesta soprattutto al cuoio capelluto di uomini adulti ed è caratterizzata dalla presenza di papule, noduli dolenti, croste, atrofia cutanea e alopecia cicatriziale. La tricoscopia e la biopsia consentono di distinguere questa rara follicolite da altre manifestazioni cliniche apparentemente simili, ma con un decorso clinico completamente diverso (per esempio lupus eritematoso cutaneo, lichen planus del cuoio capelluto). Nei pazienti con follicolite decalvante è possibile riscontrare alla tricoscopia una o più aree bluastre piane e rotondeggianti (Blue blotch lesione). Questo fenomeno è legato a un fenomeno noto in fisica come effetto Tyndall, riscontrabile quando vi è la presenza di melanina nel derma superficiale. Macchie bluastre effetto Tyndall della melanina presente nel derma superficiale. Tale reperto dermatoscopico non è tipico della follicolite decalvante, in quanto è possibile osservarlo anche in altre manifestazioni cuanee dello scalpo (per esempio melanoma, nevo blu, etc).Una volta confermata la diagnosi di follicolite decalvante, la terapia si basa sull’impiego di lozioni antinfiammatorie e brevi cicli di farmaci per via sistemica, tra cui antibiotici e cortisonici. Esiste anche una forma rarissima di follicolite decalvante del volto descritta il 23 aprile 1931 dal dermatologo tedesco Erich Hoffmann, e che può creare alopecia cicatriziale alle sopracciglia, alle ciglia, e nella regione della barba. La follicolite decalvante del corpo (descritta nel 1892 dal medico francese Charles Louis Xavier Arnozan come follicolite depilante della cute glabra) è altrettanto rara, e si localizza soprattutto agli arti inferiori sotto forma di follicolite profonda e alopecia cicatriziale.

Follicolite attinica di Nieboer e Verbov

La follicolite attinica superficiale è una rara fotodermatosi descritta nel 1985 dal dermatologo danese Cess Nieboer e dal dermatologo inglese Julian Lionel Verbov. Si verifica nel giro di 24 ore dall’esposizione al sole o a lampade abbronzanti (dal greco ἀκτίς = raggio). È considerata come la variante pustolosa dell’acne aestivalis di Majorca. Va distinta da altre fotodermatosi apparentemente simili, tra cui la dermatite polimorfa solare, caratterizzata da manifestazioni cutanee a volte più o meno simili, ma in cui non è coinvolto il follicolo pilifero.

La follicolite attinica è una forma pustolosa di acne aestivalis di Majorca

Follicolite da Pitirosporum orbicolare o follicolite da Malassezia

È una follicolite del tronco associata all’eccessiva presenza di un lievito normalmente presente sulla pelle, lo stesso riscontrato in presenza di dermatite seborroica o di pitiriasi versicolor, ma in questo caso oltre alla tipica fluorescenza giallo oro alla lampada di Wood, vi è un interessamento del follicolo pilifero con la conseguente formazione di papule brunastre che solitamente regrediscono nel giro di qualche settimana di terapia con blandi antisettici o con antimicotici topici. Fu descritta nel 1969 dai dermatologi americani Peyton Weary, Catherine Russell, Henry Butler e Ya Ting Hsu.

Follicolite da steroidi

La follicolite da steroidi è facilmente riconoscibile perché è una follicolite monomorfa, cioè caratterizzata da papule o pustole comparse improvvisamente nello stesso periodo e quindi allo stesso stadio evolutivo. È causata dall’abuso di creme cortisoniche, ma a volte la osserviamo anche dopo abuso di corticotropina o di cortisone per via sistemica. Una volta eliminato il cortisone la follicolite scompare nel giro di pochi giorni. Le forme più impegnative prendono il nome di acne steroidea e a volte può essere utile qualche breve ciclo di antibiotici locali o sistemici, a seconda del quadro clinico. Nei bambini occorre distinguerla dalla malattia di Gianotti Crosti nella quale è però risparmiato il tronco e non è interessato il follicolo pilifero. Oltre alla follicolite da steroidi esistono altre forme di follicolite da farmaci. Infatti sono stati riportati rari episodi di follicolite iatrogena dopo l’abuso di antibiotici (follicolite da gram negativi), di ormoni anabolizzanti ed estroprogestinici (anch’essi sono steroidi come il cortisone di sintesi), gli inibitori del recettore del fattore di crescita epidermico EGF, e gli inibitori delle proteine MEK.

Follicoliti rare

Oltre alle suddette cause di follicolite esistono anche malattie rare della pelle caratterizzate da un’infiammazione del follicolo pilifero e che possono esordire con quadri di follicolite. Le principali in ordine cronologico di scoperta sono: [1] la follicolite linfocitica cicatriziale (descritta nel 1868 dal dermatologo austriaco Ferdinand Ritter von Hebra); [2] la follicolite disseminata di Barthélemy (descritta nel 1891 dal dermatologo francese Toussaint Barthélemy); [3] la follicolite conglomerata in placche (descritta nel 1889 dal dermatologo francese Henri Camille Chrysostôme Leloir); [4] la follicolite reticulata di Unna (atrofodermia follicolare descritta nel 1894 dal dermatologo tedesco Paul Gerson Unna); [5] la pseudofollicolite della barba (descritta nel 1908 dal dermatologo americano Howard Fox); [6] la follicolite da gram negativi (descritta nel 1968 dai dermatologi americani James Fulton, James Leyden e Richard Marples); [7] la follicolite perforante (descritta nel 1968 dal dermatologi americani Amir Mehregan e Ralph Coskey); [8] la follicolite pustolosa eosinofila (descritta nel 1970 dai dermatologi giapponesi Shigeo Ofuji, Atsuhiko Ogino, Takeshi Horio, Oseko e Masami Uehara); [9] la follicolite pruriginosa della gravidanza (descritta nel 1976 dai dermatologi americani Elaine Zoberman ed Evan Farmer); [10] la follicolite pseudolinfomatosa (descritta 1986 dal dermatologo americano Neil Scott McNutt); [11] la follicolite pseudolinfomatosa ricorrente (descritta nel 2009 dai dermatologi americani Eun Ji Kwon, Arni Kristjansson, Howard Meyerson, Gregory Fedele, Rebecca Tung, Klaus Sellheyer, Ralph Tuthill, Kord Honda, Anita Gilliam e Jennifer McNiff).

In alcuni tipi di follicolite più peli originano contemporaneamente da un unico follicolo pilifero