Dermatologo Dott. Del Sorbo

Tricoscopia e dermatoscopia del cuoio capelluto

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

Tricoscopia

La dermatoscopia del cuoio capelluto o tricoscopia è una metodica rapida e non invasiva utilizzata in dermatologia per l’osservazione delle patologie dei capelli e del cuoio capelluto (es. alopecia androgenetica, alopecia areata, dermatite seborroica, psoriasi, etc). Tricoscopia (esame tricoscopico delle anomalie del fusto pilifero) e dermatoscopia del cuoio capelluto (esame dermoscopico delle anomalie del cuoio capelluto), sono termini utilizzati quasi sempre come sinonimi, in quanto sono moltissime le malattie dei capelli, che si possono associare ad anomalie del cuoio capelluto. Il dermatoscopio, manuale o digitale, è uno strumento a disposizione di ogni dermatologo e consente di osservare con adeguato ingrandimento, eventuali anomalie del fusto del pelo o del cuoio capelluto (es. squame seborroiche, squame psoriasiche, etc). Nel follow up dell’alopecia areata, è possibile osservare in dermatoscopia, la comparsa di piccoli peli e valutare l’efficacia della terapia. La dermatoscopia del cuoio capelluto, analogamente a quanto già avviene per la dermatoscopia tradizionale dei nevi (mappa dei nei), permette in pochi minuti al dermatologo, di osservare pattern non visibili con l’osservazione diretta a occhio nudo. Recenti studi, stanno confermando l’utilità della dermatoscopia del cuoio capelluto in dermatologia, nel monitoraggio di alcuni markers tricologici specifici (es. vasi ad albero, capelli a punto esclamativo, punti bianchi, punti gialli, capelli distrofici, depressioni peripilari, follicoli vuoti, black dots, red dots, ipercheratosi perifollicolare a manicotto, etc). Come per le altre branche della dermatologia e della venereologia, anche in tricologia medica, la diagnosi è essenzialmente clinica. Una buona anamnesi e un esame obiettivo accurato, permettono allo specialista dermatologo di riconoscere facilmente un’alopecia androgenetica, da un’alopecia areata, senza dover ricorrere necessariamente al tricogramma o a tecniche digitali come la tricoscopia. In alcuni casi dubbi, metodiche come il tricogramma e l’osservazione del cuoio capelluto in dermatoscopia, possono aggiungere informazioni utili al dermatologo al momento della visita specialistica. In alcuni casi selezionati al momento della visita e in base alla diagnosi, il dermatologo può richiedere un checkup mirato a quel determinato sospetto clinico (es. dosaggio ferritina, sideremia, prolattina, ecografia ovarica, immunocomplessi circolanti, etc) evitando di far effettuare lunghe batterie di esami spesso costosi e poco utili. La tricoscopia è una tecnica di diagnostica rapida e non invasiva, relativamente recente, dal momento che il termine tricoscopia, è comparso nella letteratura medica, soltanto nel 2006.

la tricoscopia può essere utilizzata nella diagnosi e nel follow up di alcune forme di alopecia e di anomalie dei capelli

La tricoscopia può essere utile anche per evidenziare dettagli non ben visibili con una comune lente di ingrandimento

immagine di forfora alla tricoscopia del cuoio capelluto.

La dermatoscopia del cuoio capelluto, viene effettuata al momento della visita dermatologica, secondo le esigenze del proprio dermatologo. L’osservazione della densità dei capelli per campo (densitometria), dello spessore del fusto e dei pattern dermatoscopici tricologici (es. vasi ad albero, vasi a forcina, punti gialli, etc), consente al dermatologo di confermare quanto già riscontrato con l’anamnesi, l’esame obiettivo e la valutazione di eventuali esami ematochimici o strumentali. Tra i markers dermatoscopici di più comune osservazione in tricoscopia, ricordiamo i cosiddetti capillari a forcina (twisted red loops) della psoriasi del cuoio capelluto, i vasi a serpentina di alcune alopecie cicatriziali, i capelli a tulipano e i capelli a fiamma della tricotillomania, i vasi ad albero (arborizing vessels) della dermatite seborroica e le depressioni peripilari (segno di infiammazione) dell’alopecia androgenetica. Un altro quadro tricoscopico di frequente osservazione soprattutto nell’alopecia androgenetica è dato dalla presenza diffusa di capelli che emergono singolarmente da ciascuna unità follicolare (single hair pilosebaceous units). La tinea capitis, un’infezione del cuoio capelluto, presenta alla tricoscopia dei pattern tricologici abbastanza caratteristici (es. capelli a virgola, capelli a zig zag, capelli a cavaturaccioli, etc) e in questo caso, l’esame tricoscopico può essere di supporto agli esami dermatologici tradizionali (es. lampada di Wood, esame microscopico miceti, ricerca dei parassiti, etc). La dermatoscopia classica a 10 o 20 ingrandimenti, permette già di evidenziare alcuni dettagli poco visibili a occhio nudo, mentre in altri casi, il dermatologo può decidere di ricorrere a ottiche con maggiore ingrandimento (es. 50x, 200x, etc). In presenza di alopecia androgenetica, si può riscontrare alla tricoscopia, una differenza di calibro dei capelli (hair diversity diameter), maggiore del 20%, fenomeno noto in dermatologia come anisotricosi e dovuto alla presenza di capelli miniaturizzati. In presenza di un’alopecia areata o di un telogen effluvium, è possibile riscontrare alla tricoscopia, una ridotta densità di capelli (local density area), associata alla presenza di follicoli vuoti, ma non atrofici. Di solito, le microfratture del fusto pilifero (per esempio tricoclasia, tricoptilosi, tricoschisi) non sono apprezzabili a occhio nudo, mentre sono ben visibili alla tricoscopia (come ad esempio nel caso della tricoressi invaginata con i tipici capelli a tee da golf, o dei capelli spezzati irregolarmente nella tricotillomania). Con la dermatoscopia del cuoio capelluto si possono meglio evidenziare anche i micro restringimenti del capello (come accade ad esempio con i peli a punto esclamativo dell’alopecia areata o i con i restringimenti caratteristici del monilethrix e dello pseudo monilethrix). Stesso discorso vale per le micro torsioni del fusto pilifero (sindrome dei capelli lanosi, pili torti, capelli arrotolati, capelli a coda di maiale, capelli a cavaturaccioli, capelli a virgola, capelli a zigzag), per i micronoduli lungo il fusto del capello, a malapena palpabili ma ben visibili in tricoscopia (per esempio nei pazienti con tricoressi nodosa, triconodosi e tricoressi invaginata), e per le micro bande disposte lungo il fusto pilifero (per esempio pili annulati e capelli a codice Morse). La tricoscopia con luce polarizzata consente lo studio delle diverse strutture del follicolo pilifero grazie a speciali filtri polarizzatori (microscopia tricologica in luce polarizzata). In dermatologia sperimentale la tricoscopia prende il nome di infiammoscopia quando impiegata nello studio di alcune malattie infiammatorie del cuoio capelluto, alcune delle quali in grado di generare un’alopecia cicatriziale (es. alcune forme di alopecia irreversibile come il lupus eritematoso discoide, la follicolite decalvante e il lichen planopilare). L’esame dermatoscopico del cuoio capelluto, permette anche l’osservazione di problematiche dermatologiche di diversa natura (es. cheratosi seborroiche, cheratosi attiniche, angioma rubino, neo blu, melanoma, basalioma, spinalioma, xantogranuloma, moniletrix, tricoressi nodosa, etc). Nelle chiazze di alopecia persistente, il riscontro all’esame tricoscopico di più elementi associati, come teleangectasie, aloni biancastri perifollicolari e spine cheratosiche follicolari deve far ricercare una possibile alopecia cicatriziale (es. alopecia da lupus eritematoso discoide o LED), incrociando i dati clinici e istopatologici con quelli osservati mediante dermatoscopia del cuoio capelluto.

dermatoscopia del cuoio capelluto e tricoscopia digitale, possono essere effettuate al momento della visita dermatologica

La dermatoscopia del cuoio capelluto può essere effettuata con un dermatoscopio manuale o mediante video tricoscopia digitale

tricoscopia digitale e alopecia