Dermatologo Dott. Del Sorbo

Dermatite polimorfa solare e la cosiddetta allergia al sole

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO
DEFINIZIONE DI DERMATITE POLIMORFA SOLARE
La dermatite polimorfa solare è una comune fotodermatosi che interessa fino al 10% della popolazione. Essa può esordire all’improvviso in qualsiasi fascia di età ma è più frequente nelle donne e nelle persone con pelle chiara, pur potendosi manifestare nei soggetti con carnagione olivastra o bruna. Si chiama dermatite polimorfa in quanto si può presentare con diverse manifestazioni cliniche (es. papule eritematose, placche, vescicole, pustole, etc).

LA DERMATITE POLIMORFA SOLARE PUÒ ESORDIRE CON PAPULE ERITEMATOSE E PRURIGINOSE

La forma più comune di dermatite polimorfa solare è quella a piccole papule eritematose, che esordisce con elementi simili alle comuni punture di insetti, alle quali si può associare un prurito più o meno intenso. La dermatite polimorfa solare interessa essenzialmente le aree fotoesposte (es. viso, collo, decolléte, arti superiori, etc) e ha un picco di incidenza in primavera estate. Essa tende solitamente a migliorare man mano che la pelle inizia a tollerare il sole (fenomeno dell’hardening), ma può recidivare nello stesso periodo per un certo numero di anni successivi. La dermatite polimorfa solare può interessare anche i bambini gli individui di pelle nera. Alle prime esposizioni solari, la dermatite polimorfa può esordire con prurito e una reazione eritematosa limitata alle aree esposte al sole, mentre le papule possono anche comparire nei giorni successivi o persino confluire in placche. La lucite estivale benigna, può simulare una dermatite polimorfa solare, ma tende ad esordire in piena estate o a poche ore da un’intensa esposizione al sole. Nei giovani e in età pediatrica, la dermatite polimorfa solare può talora interessare il bordo libero delle orecchie. Al momento della visita dermatologica, la dermatite polimorfa solare viene distinta da altre possibili fotodermatosi (es. dermatite atopica fotoaggravata, orticaria solare di Borsch, eritema solare, hydroae vacciniforme di Bazin, dermatite fototossica, dermatite fotoallergica, dermatite attinica cronica, fitofotodermatite di Oppenheim o dermatite bollosa pratense, reticuloide attinico di Ive), prurigo attinica (nota anche come dermatite polimorfa ereditaria degli amerindi), etc.

immagini di dermatite polimorfa solare del decolléte, dopo esposizione al sole

La dermatite polimorfa solare a piccole papule eritematose e pruriginose è la variante clinica più frequente

foto di dermatite polimorfa solare localizzata nelle aree fotoesposte del dorso

LA DIAGNOSI DI DERMATITE POLIMORFA SOLARE

In base al tipo di manifestazioni cliniche, il dermatologo potrà programmare al momento della visita specialistica un checkup mirato, alla ricerca di eventuali altre cause di sensibilità al sole e alle lampade abbronzanti (es. lupus eritematoso, porfirie, etc) ed escludere eventuali patologie dermatologiche fotoaggravate (es. acne di Majorca, rosacea, lichen attinico, eritrosi, prurigo solare o prurigo attinica). Alcune varianti cliniche di dermatite polimorfa solare, possono talora simulare un eritema polimorfo. La diagnosi di dermatite polimorfa solare è essenzialmente clinica, ma in alcuni casi, il dermatologo può richiedere al momento della visita, eventuali esami di accertamento diagnostico (es. ricerca anticorpi antinucleo, anticorpi antitireoglobulina, anticorpi antitireoperossidasi, dosaggio IgE totali, ricerca porfirine urinarie, fototest iterativo, foto patch test, biopsia cutanea, etc) per escludere eventuali altre patologie fotoaggravate.

foto di dermatite polimorfa solare localizzata nelle aree fotoesposte del dorso

La dermatite polimorfa solare (in alto) va differenziata da altre patologie apparentemente simili come ad esempio l’eritrosi (in basso)

immagini di dermatite polimorfa solare del decolléte, dopo esposizione al sole

LA DERMATITE POLIMORFA SOLARE VIENE INDICATA IN MEDICINA CON DIVERSI SINONIMI

Il termine dermatite polimorfa solare, non sempre facile da memorizzare per il paziente, viene puntualmente ricordato dai pazienti come allergia al sole, pur non trattandosi di una vera e propria allergia, in quanto si verifica una reazione di ipersensibilità ritardata e non di tipo reaginico. Tra gli altri termini che sono stati adoperati in medicina per indicare la dermatite polimorfa solare, ricordiamo quelli di eczema solare, eruzione giovanile primaverile, intossicazione da sole, prurigo aestivalis di Hutchinson, summer prurigo, eruzione polimorfa solare, polymorphous light eruption, lucite polimorfa, lucite estivale benigna di Elpern, fotodermatite polimorfa, fotodermatosi polimorfa acquisita, prurigo attinica, lucite ricorrente ed eczema fotosensibile.

LE CAUSE DELLA DERMATITE POLIMORFA SOLARE

La dermatite polimorfa solare è causata dal rilascio nella cute di mediatori chimici responsabili del prurito, in seguito all’esposizione ai raggi ultravioletti (soprattutto radiazioni UVA, ma anche UVB) e raramente ad alcune bande della radiazione visibile. Nelle prime ore di esposizione anche involontaria al sole (tipica del periodo primaverile), intorno ai piccoli vasi cutanei inizia a formarsi un infiltrato infiammatorio costituito prevalentemente da linfociti T, macrofagi e cellule di Langerhans, con un aumento dei livelli cutanei di heat shock protein HSP65 e attivazione di alcune molecole di adesione (es. selectine endoteliali, ICAM1, VCAM1, etc). La dermatite polimorfa solare compare da alcune ore a qualche giorno dalle prime esposizioni, contrariamente all’orticaria solare, una fotodermatosi i cui pomfi si presentano poco dopo l’esposizione al sole.

PREVENZIONE E TERAPIA DELLA DERMATITE POLIMORFA SOLARE

Le manifestazioni cliniche di dermatite polimorfa solare, regrediscono solitamente nel giro di qualche settimana dalla mancata esposizione al sole. Oltre ai rimedi topici e sistemici classici (es. antistaminici, cortisonici, etc) è importante inquadrare questa importante fotodermatosi ai fini di una prevenzione per gli anni successivi, mediante sistemi di fotoprotezione topica ed eventualmente sistemica. Al momento della visita dermatologica è fondamentale conoscere esattamente eventuali farmaci che sta assumendo il paziente (es. tetracicline, antinfiammatori, etc), per escludere una possibile reazione di fotosensibilizzazione da farmaci.

LA DERMATITE POLIMORFA SOLARE ATTRAVERSO LA STORIA DELLA DERMATOLOGIA

La dermatite polimorfa solare fu descritta nel 1798 dal dermatologo inglese Robert Willan come eczema solare. Nel 1878 il patologo inglese Jonathan Hutchinson la descrive come prurigo aestivalis o summer prurigo pubblicando una casistica di 13 pazienti. Nel 1887 il dermatologo tedesco Theodor Veiel utilizza un filtro rosso (quindi selettivo per i raggi infrarossi) per dimostrare che non è il calore del sole a determinare la malattia, ma alcune radiazioni elettromagnetiche emesse dal sole. Nell’aprile del 1900 il dermatologo danese Carl Rasch descrive a Copenhagen la malattia con il nome attuale di dermatite polimorfa solare. Nel 1919 il dermatologo danese Holger Haxthausen raggruppa l’eczema solare di Willan e la prurigo aestivalis di Hutchinson come unica malattia: la dermatite polimorfa solare. Attualmente la dermatite polimorfa solare è indicata con il codice EJ30 nel sistema internazionale ICD-11.


immagini cliniche di dermatite polimorfa solare e altre forme di allergia al sole