Dermatologo Dott. Del Sorbo

Dermatite da stress

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO
DERMATITE DA STRESS
Il termine dermatite da stress viene spesso utilizzato dal paziente, per definire un vasto gruppo di patologie dermatologiche, che possono insorgere o peggiorare nei periodi di intenso stress emotivo. Molte volte, al momento della visita specialistica, il paziente esordisce con frasi del tipo «mi è ritornata la dermatite da stress al viso e alle mani».

LO STRESS È UNA RISPOSTA ADATTATIVA DELL’ORGANISMO ED È INDISPENSABILE ALLA VITA

Dal momento che sono tantissime le problematiche dermatologiche che possono essere influenzate dalla componente emotiva è più facile per il paziente memorizzare il concetto di dermatite da stress, anziché ricordare termini dermatologici non sempre di facile comprensione, come dismorfofobia, patomimia, dermatillomania, tricotillomania, telogen effluvium, dermatite seborroica, orticaria, alopecia areata, alopecia psicogena, pitiriasi rosea, iperidrosi, acne escoriata, onicofagia, afte, balanite da stress, glossite migrante, eritema polimorfo, puncta pruritica o psoriasi. Ma se fosse solo lo stress la causa dei problemi dermatologici, in una società come la nostra, con ritmi sempre più intensi, dovremmo aspettarci tassi di incidenza di dermatite da stress prossimi al 100% mentre invece ciò non si verifica. Lo stress o sindrome emozionale di adattamento è un meccanismo di difesa che il nostro organismo mette in atto ogni giorno davanti a possibili situazioni di pericolo (agenti stressanti o stressors) e comprende una reazione iniziale di allarme, alla quale possono far seguito una fase di resistenza e una fase di esaurimento. Lo stress rappresenta quindi una risposta biologica di adattamento continuo all’ambiente e non una patologia. Davanti a una situazione che può alterare l’equilibrio fisico o emotivo dell’individuo (omeostasi), l’organismo deve scegliere se lottare o fuggire (teoria della fuga e della lotta descritta nel 1915 dal fisiologo americano Walter Bradford Cannon). Lo stress rappresenta pertanto una normale risposta adattativa, un automatismo presente in tutti gli esseri viventi e necessario alla sopravvivenza. In condizioni di intenso stress, viene allertato l’asse neuroendocrino ipotalamo – ipofisi – surrene, con attivazione del sistema nervoso autonomo. Se lo stress persiste, l’organismo cerca di adattarsi alla nuova condizione (fase di resistenza) e alcune di quelle che percepiamo come patologie, non sarebbero altro che un tentativo di difesa (es. infiammazione) che l’organismo mette in atto per fronteggiare uno stressor di tipo chimico, di tipo fisico (es. caldo, freddo, vento, radiazioni elettromagnetiche, umidità) e persino di natura emozionale. In alcune situazioni croniche, uno stress eccessivo e persistente può determinare anche un danno cellulare irreversibile (fase di esaurimento). In dermatologia sperimentale vi è attualmente un certo interesse allo studio dei cosiddetti antagonisti dei recettori della corticoliberina (nota anche come CRH, CRF o ormone dello stress) dal momento che i cheratinociti di cute e annessi cutanei, possiedono diversi tipi di recettori, per questo importante neurotramettitore (es. recettori CRF1, CRF2, etc). Un eccesso di corticoliberina induce nel topo un diradamento dei peli, fenomeno invertito da alcuni antagonisti del recettore CRF1 (es. antalarmina) e del recettore CRF2 (es. antistressina B o astressina 2B). L’orticaria psicogena fu descritta nel 1935 dai dermatologi americani William Menninger e Jarold Kemp. può manifestarsi in seguito a un evento traumatico ed è anche nota come orticaria da stress post traumatico. Nel 1978 il dermatologo americano Robert Griesemer descrive una relazione temporale causa effetto tra emozioni e malattie della pelle (indice di Griesemer), con un’incubazione dell’ordine di settimane per patologie come la psoriasi o persino di pochi secondi per reazioni come iperidrosi e prurito. La dermatologia narrativa è il momento della visita dermatologica in cui il medico presta attenzione a ogni aspetto anamnestico correlato all’esordio delle manifestazioni cutanee, compresi eventuali vissuti di disagio o esperienze traumatiche.

dermatite da stress e afte recidivanti del cavo orale

Le afte recidivanti del cavo orale (foto in alto) e l’alopecia areata (foto in basso) sono riferite come tipiche manifestazioni da stress

alopecia areata in paziente con dermatite da stress

EMOZIONI A PELLE: COME LA CUTE SENTE L’AMBIENTE

Durante uno spavento improvviso aumenta immediatamente la frequenza del battito cardiaco. Si tratta di un riflesso automatico che apporta più sangue ai muscoli per consentirci di sventare la minaccia con la lotta o con la fuga. Ciò avviene in automatico grazie al nostro apparato neurovegetativo che nei momenti di allarme libera speciali molecole chiamate #neuromediatori. I recettori per queste molecole dell’emergenza sono presenti oltre che nel cuore anche negli altri organi, che fronteggeranno l’emergenza con riflessi diversi a seconda dei recettori presenti sulla loro superficie. Le cellule della pelle (es. cheratinociti, sebociti, melanociti, fibroblasti) hanno sulla loro superficie miliardi di recettori per le sostanze liberate dall’apparato neurovegetativo durante una turbolenza ambientale (es. adrenalina, CRH, ACTH, cortisolo). Ci sono svolte di vita (es. lutto, violenza, trasloco, nuova scuola, pensionamento) in grado di mobilitare in via riflessa fiumi di citochine, neurotrasmettitori e neurormoni, e attivare risposte biologiche su quei tessuti che hanno i recettori specifici per queste sostanze. Non è l’evento di per sé a metterci in allarme, ma come ciascuno di noi vive quel determinato momento di svolta, a seconda del proprio profilo caratteriale e delle aspettative del momento. Uno stesso cambiamento può essere vissuto da qualcuno come un’opportunità (via dopaminergica della ricompensa), da altri come qualcosa di ordinario e indifferente, e da altri ancora come una traumatica violazione delle loro aspettative (via adrenergica dell’emergenza).

dermatiti da stress e recettori cutanei per il CRH

LO STRESS È UNA CAUSA O UNA CONSEGUENZA DELLE MALATTIE DERMATOLOGICHE?

Purtroppo il termine dermatite da stress viene utilizzato fin troppe volte, anche per spiegare quelle patologie di cui sono noti i meccanismi eziopatogenetici e per le quali lo stress rappresenta magari solo uno dei possibili fattori scatenanti. Patologie non affatto rare, come la vulvodinia e la sindrome della bocca urente, erano fino a pochi anni fa attribuite unicamente allo stress, mentre oggi, si inizia a comprendere con sempre maggiore dettaglio la possibile patogenesi di queste nevralgie dermoepidermiche (allodinie), grazie anche allo studio dei meccanismi che regolano la soglia del dolore e alla recente scoperta dei recettori vanilloidi del distretto cutaneomucoso del nervo trigemino (es. sindrome della bocca urente, tricodinia, etc) e del nervo pudendo (vulvodinia, penodinia, anodinia, etc). Tutte le malattie e non solo quelle dermatologiche, risentono dello stato di benessere psicoaffettivo. Il sistema neuroimmunoendocrino comunica costantemente con la pelle mediante speciali messaggeri fisiologici chiamati neuropeptidi. Cute e sistema nervoso originano dallo stesso foglietto embrionale (neuroectoderma) e continuano a comunicare per tutta la vita, mediante neurormoni e citochine. Le cellule del sistema nervoso, del sistema immunitario e della cute, hanno sulla loro superficie, tutta una serie di recettori di membrana specifici per poter interpretare questi segnali biochimici e produrre a loro volta altri neuropeptidi (es. CRH, istamina, sostanza P, NGF, EGF, VIP, interleuchine, endocannabinoidi, endovanilloidi, etc) in modo da amplificare o modulare lo stress. A livello di cute, mucose, unghie e cuoio capelluto, alcune di queste sostanze, possono mediare sintomi come il prurito (es. reazione di grattamento improvvisa), la vasodilatazione (es. arrossire davanti a una situazione imbarazzante o peggioramento di una rosacea) e la cheratogenesi (es. peggioramento improvviso del paziente psoriasico davanti a situazioni riferite come stressanti). Allo stesso modo queste sostanze liberate nella pelle, possono modulare le difese immunitarie locali (es. comparsa e risoluzione spontanea di verruche piane al viso o del mollusco contagioso nel bambino). Anche la soglia del dolore sembra in qualche modo essere influenzata dallo stress. In alcune donne ad esempio, è stato osservato che in condizioni di un forte stress o dopo un trauma emotivo (post traumatic stress disorder), il cervello produce uno speciale neuropeptide denominato PACAP (Pituitary adenylate cyclase activating polypeptide), che si lega ai recettori PAC1, implicati nella regolazione della sensibilità al dolore, nell’immunomodulazione e nella protezione delle cellule allo stress. Nelle donne questi recettori rivestono particolare importanza nella regolazione del flusso sanguigno al tratto genitale, mentre nell’uomo sarebbero implicati nella modulazione della spermatogenesi. Alcuni stressor ambientali (es. sostanze chimiche, vento, umidità, radiazioni ultraviolette) determinano risposte cutanee riflesse senza l’intervento delle emozioni, e pertanto il concetto di stress non va inteso unicamente in senso emozionale. Infatti tessuti e cellule dispongono di risposte riflesse salvavita (stress cellulare) che in molti casi non raggiungono neppure i centri superiori, ed è anche per questo che andrebbero ridimensionate quelle interpretazioni psicocentristiche che ricondurrebbero qualsiasi risposta biologica solo e unicamente allo stress. Infatti lo stress cellulare e tissutale è presente anche nel mondo vegetale. Nel regno animale è invece importante tener conto anche dello stress emozionale, senza per questo generalizzare. Ad esempio, di fronte a una forte insolazione la pelle attiva di riflesso una risposta elementare chiamata “eritema”, e lo fa senza l’intervento dei centri emozionali. La componente emotiva riveste un ruolo importante per l’organo pelle (non a caso in passato si utilizzava l’espressione “sfogo di pelle” proprio per sottolinearne il possibile impatto emotivo). Ci sono alcune situazioni in cui una svolta di vita si può associare, almeno sul piano temporale, alla comparsa di una dermatite (via psicosomatica). In altre situazioni è proprio la persistenza di una dermatite cronica o recidivante a mantenere l’individuo in un circolo vizioso (via somatopsichica), con lo stress che rappresenterebbe la conseguenza della dermatite e non la causa. In alcune situazioni di intenso stress, la pelle può divenire una vera e propria valvola di sfogo, bersaglio di possibili atteggiamenti compulsivi che a volte possono scatenare vere e proprie dermatosi, come nel caso della perionissi da onicofagia (rosicchiarsi le unghie), dell’impetigine da rinotillexomania (dita nel naso), dell’alopecia da tricotillomania (tirarsi ciocche di capelli), della cheilite e della dermatite periorale da leccamento cronico (lip licker’s dermatitis) e dell’eczema alle mani da lavaggi frequenti nei pazienti affetti da parassitofobia. Altre patologie di recentissima descrizione, come la cosiddetta sindrome di Morgellons (riferita con prurito, dolore e presenza di strane fibre nella pelle) sono ancora in fase di studio, per accertare se si tratta realmente di nuove patologie, prima di etichettarle con il termine generico di dermatite da stress.

immagini di dermatite da stress