BALANITE PLASMACELLULARE DI ZOON

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

Balanite di Zoon

La BALANITE DI ZOON fu descritta la prima volta nel 1952 dal dermatologo olandese Johannes Jacobus Zoon, come balanite plasmacellulare cronica circoscritta. Nel 1954 il dermatologo francese Georges Garnier Zoon osservò un quadro clinico simile anche nelle donne, denominandolo vulvite plasmacellulare cronica circoscritta (oggi nota semplicemente come vulvite di Zoon). Possono essere talora interessate anche altre mucose e semimucose extragenitali. Infatti nel 1960 il dermatologo tedesco Hans Schuermann osservò una mucosite plasmacellulare orifiziale con quadro clinico e istologico simile alla balanite di Zoon, che descrisse con il nome di plasmocitosi circumorifiziale. Nel 1970 il dermatologo francese Bernard Duperrat osservò un altro quadro clinico simile localizzato alle labbra, descrivendolo come cheilite plasmacellulare.

DECORSO CLINICO: la balanite di Zoon può interessare qualsiasi fascia di età ma è più frequente dopo i 50 anni. Quando la chiazza (infiltrato di plasmacellule) interessa solo il glande, si parla di balanite di Zoon. Talora può essere interessato anche il prepuzio e si parla di balanopostite di Zoon. Il decorso della balanite di Zoon generalmente è benigno, ma la visita specialistica dermatologica è importante per escludere altre cause di balanite e l’eritroplasia di Queyrat.


Le foto mostrano una balanite di Zoon in cui è visibile il limite tra l’area interessata (chiazza rossa) e la mucosa sana del glande (area rosa)

Nella balanite di Zoon la chiazza sul glande è rossa e ha un aspetto lucido

MANIFESTAZIONI CLINICHE: Le chiazze del glande hanno un colorito rossastro (aspetto di vernice lucida), sono ben circoscritte e quasi sempre asintomatiche. Rispetto ad altre balanopostiti infiammatorie (per esempio balanite seborroica di Neumann, balanite diabetica, balanite psoriasica) in cui le manifestazioni eritematose sono discontinue nell’arco della giornata, i tipici rossori genitali della balanite di Zoon sono piuttosto persistenti. Anche l’eritema fisso da farmaci è persistente, ma solitamente rientra dopo la sospensione del medicinale scatenante. Alla penoscopia (detta anche glandoscopia, balanoscopia o genitoscopia) si possono osservare capillari ectasici a decorso tortuoso, frammisti a petecchie. A livello istologico la balanite di Zoon, presenta un quadro caratterizzato da un accumulo di plasmacellule nel derma superficiale. La balanite di Zoon può decorrere in maniera asintomatica o con una lieve penodinia. La balanite plasmacellulare di Zoon presenta generalmente un decorso cronico e solitamente risponde poco alle terapie tradizionali, fenomeno che espone qualche volta il paziente, al rischio di un accanimento diagnostico terapeutico, tra continue visite specialistiche, esami negativi e scarsi risultati terapeutici. Trattandosi di una balanite di natura infiammatoria e non trasmissibile, rientra nel vasto gruppo delle cosiddette balanopostiti infiammatorie non cicatriziali. Al momento della visita dermatologica, la balanite plasmacellulare di Zoon va distinta da altre balanopostiti apparentemente simili a essa, come la balanite teleangectasica pseudoeritroplasica e la balanopostite lichenoide.