Balanite irritativa: domande e risposte
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Definizione di balanite irritativa
La balanite irritativa può essere definita come un processo infiammatorio a carico della semimucosa genitale, e può manifestarsi con arrossamento del glande, bruciore intimo durante i rapporti, gonfiore al prepuzio (edema), desquamazione e ipersensibilità. Quando tale fenomeno è confinato unicamente al prepuzio si parla di postite irritativa. Più spesso però l’infiammazione interessa contemporaneamente il glande, il prepuzio e il solco balanoprepuziale, e in tal caso di parla di balanopostite irritativa, motivo per il quale nel linguaggio comune i termini di balanite, postite e balanopostite sono a volte utilizzati come sinonimi.
I sintomi della balanite irritativa
I principali sintomi di balanite irritativa comprendono una maggiore sensibilità, un’aumentata reattività e un conseguente arrossamento del glande. In alcuni pazienti con balapostite irritativa il prepuzio appare arrossato, edematoso, dolente e tale sintomatologia può accompagnarsi a bruciore durante la minzione e a un prurito intimo. Nei punti in cui l’epidermide è più assottigliata o addirittura assente (per esempio in presenza di balanite traumatica o da sfregamento meccanico), il derma della semimucosa genitale infiammata appare arrossato e ipersensibile al contatto con gli indumenti o durante i normali rapporti sessuali, e l’attrito derivante dallo sfregamento meccanico, alimenta ulteriore rossore e bruciore del glande e del prepuzio. Le macchie rosse su glande e prepuzio, possono avere dimensioni variabili e nel tempo possono confluire in chiazze di rossore man mano più estese, fino a interessare l’intera superficie di glande e prepuzio. Ci possono essere momenti della giornata in cui l’irritazione si manifesta sotto forma di piccoli puntini rossi sul glande, alternati a periodi di temporanea assenza di manifestazioni cutanee, persino nell’arco della stessa giornata. Durante le recidive, il derma profondo, non più protetto dagli strati più superficiali della semimucosa genitale, può secernere un liquido infiammatorio, che nei vecchi trattati di venereologia veniva imputato a secrezioni uretrali di natura venerea, anziché a una semimucosa infiammata e secernente. L’infiammazione persistente del prepuzio può dar luogo in alcuni pazienti a fenomeni di fimosi o parafimosi più o meno persistenti. Nei casi di flogosi persistente possono talvolta verificarsi anche una linfangite (infiammazione dei piccoli vasi linfatici dei genitali) e una linfoadenite, con conseguente linfoadenomegalia locale (ingrossamento dei linfonodi). Nella donna tale quadro clinico prende il nome di vulvite irritativa, mentre espressioni come balanite femminile e balanopostite femminile sono poco utilizzati, anche se corretti, in quanto glande e prepuzio sono presenti in entrambi i sessi. Nella donna un’irritazione persistente di glande, prepuzio o dell’intero vestibolo, può talora provocare una fastidiosa vestibolite vulvare, nota con il nome di vulvodinia. Anche se la balanopostite irritativa non è trasmissibile sessualmente, in presenza di qualsiasi manifestazione recidivante di glande e prepuzio è importante al momento della visita venereologica di coppia ricercare ed escludere eventuali malattie veneree, sia clinicamente che attraverso eventuali esami di approfondimento diagnostico.
Principali cause di balanopostite irritativa
Le cause di balanite irritativa possono essere davvero tante, in quanto l’irritazione può essere presente sia in presenza di infezioni (balaniti veneree) che non (balaniti non veneree). La balanite irritativa è una balanite non venerea, nel senso che non è trasmissibile sessualmente. I rapporti sessuali possono però scatenarla o accentuarla a causa dello sfregamento meccanico, ma non a causa di infezioni veneree. Di fronte a una flogosi aspecifica del glande, il termine “balanite” è corretto ma incompleto, in quanto descrive una generica infiammazione a livello del glande. Infatti il termine deriva dal greco βάλανος (che significa glande) con aggiunta il suffisso “-ite” che in medicina indica semplicemente “infiammazione” ma non necessariamente infezione. Pertanto il termine balanite, non seguito da un aggettivo qualificativo (per esempio balanite diabetica, balanite da eritema fisso da farmaci, balanite psoriasica, balanite seborroica, balanite xerotica, balanite da Candida, balanite lichenoide, balanite di Zoon, balanite lipoidica) descrive il processo infiammatorio in corso ma non precisa la causa scatenante. Quando infatti le cause di una balanite non sono note, si parla di balanite idiopatica o balanite aspecifica. Quindi termini generici come balanite e balanopostite che non sono seguiti da un aggettivo qualificativo (per esempio balanopostite allergica da contatto) indicano unicamente un segno clinico (infiammazione in atto) ma non una diagnosi eziologica. Per ricordare le più comuni cause di balanite, alcuni dermatologi americani hanno proposto l’uso dell’acronimo PENIS, in cui la lettera P sta per Psoriasi genitale (o balanite psoriasica), la lettera E sta per Eczema genitale (compreso l’eczema seborroico genitale noto come balanite seborroica), la lettera N sta per Neoplasia genitale (per esempio eritroplasia di Queyrat, carcinoma squamocellulare, papulosi bowenoide), la lettera I sta per Infezioni genitali (per esempio balanite da Candida, balanite gonococcica, balanite silifitica di Follman, balanite da Trichomonas, balanite da clamidia, balanite streptococcica) e infine la lettera S sta per Scleroatrofico (lichen sclerosus genitale). Ovviamente le cause di balanite e balanopostite sono molto più numerose e vanno ricercate al momento della visita medica presso il proprio dermatologo venereologo di riferimento, sulla base del quadro clinico e dell’esito di eventuali esami di approfondimento diagnostico.
La semimucosa genitale è la pseudomucosa del glande e del prepuzio
Mentre la cute rappresenta l’involucro esterno del corpo umano, le mucose rivestono la superficie interna degli organi cavi. La superficie esterna dei genitali maschili (glande, prepuzio) e femminili (vulva) è rivestita da un tessuto di transizione a metà strada tra cute e mucose. Infatti si parla infatti indifferentemente di semimucosa genitale o pseudomucosa genitale. Nel corpo umano questo tessuto di transizione è presente in prossimità dei principali orifizi (per esempio cavo orale, meato urinario esterno, regione anale). Infatti il vermiglio delle labbra, il glande, l’ano e la vulva, sono rivestiti da una pseudomucosa piuttosto simile. Mentre la cute esterna del pene è asciutta perché è esposta all’aria, le mucose (per esempio mucosa orale, canale uretrale) sono umettate da fluidi secreti dall’epitelio. A livello del meato uretrale esterno avviene il passaggio graduale tra semimucosa (glande) e mucosa (uretra). Rispetto alle mucose, la semimucosa genitale è meno umida ma più resistente allo sfregamento meccanico. Il microbiota delle semimucose (microbiota genitale) è qualitativamente diverso rispetto a quello presente negli ambienti più aridi (cute) o più umidi (mucose). La semimucosa genitale è una barriera particolarmente elastica e resistente alle varie sollecitazioni meccaniche (per esempio erezione spontanea, rapporti sessuali). Il film idrolipidico di superficie limita la disidratazione, e per tale motivo va preservato, evitando lavaggi aggressivi o troppo frequenti, che aumenterebbero la perdita di acqua trans epidermica (TEWL).
Balanite cronica e recidivante
La balanite irritativa può essere acuta (se di breve durata) o cronica (se di lunga durata). Quando una stessa balanite si ripresenta più volte si parla di balanite recidivante. In alcuni pazienti con balanite irritativa cronica la sintomatologia può avere un decorso recidivante, alternando cioè periodi tranquilli a episodi temporanei di maggior irritazione (per esempio dopo un rapporto prolungato o scarsamente lubrificato).
Balanite da stress
L’espressione popolare di balanite da stress è spesso riportata dal paziente per descrivere una balanite o una balanopostite non legata a infezioni sessuali, ma di natura infiammatoria. La parola balanite da stress è semplice da ricordare, ma troppo generica, e infatti poco utilizzata in ambito scientifico. Il termine “stress” può al massimo essere utile per indicare lo stress meccanico che è alla base di una balanite irritativa da sfregamento o lo stress chimico da abuso di antisettici per uso topico. A volte l’espressione balanite da stress viene anche utilizzata dal paziente per descrivere quelle forme di balanite che si accentuano nei periodi di particolare stress emozionale, o legate a malattie della pelle con una certa componente psicosomatica, tra cui la psoriasi (balanite psoriasica) e la dermatite seborroica (balanite seborroica) Per cui è un’espressione generica non molto diversa dal concetto popolare di dermatite da stress.
Balanite da Escherichia coli e balanite da Enterococcus faecalis
In alcuni pazienti con balanite la persistenza del processo infiammatorio può talora alterare il fisiologico microbiota locale, favorendo alcuni microrganismi simbionti rispetto ad altri (per esempio batteri, funghi, muffe, protozoi). Quando in una persona sana viene effettuato un tampone cutaneo sulla pseudomucosa genitale integra, l’esito del test è solitamente negativo. La negatività del tampone non significa che non ci sono microrganismi, nel senso che nel corpo umano ci sono miliardi di microrganismi utili che rappresentano la nostra flora microbica o microbiota. Un tampone negativo indica che sui genitali esterni non sono stati rilevati germi patogeni, ma che è presente il normale microbiota genitale che ci si aspetta in una persona sana. Sulle semimucose di ogni persona sana sono quindi presenti miliardi di batteri e di lieviti che vivono in perfetto equilibrio. Tuttavia in alcune condizioni (per esempio infiammazione persistente, lavaggi troppo frequenti, detergenti aggressivi, abuso di disinfettanti o di farmaci) il microbiota genitale può risultare al tampone qualitativamente alterato, con aumento del numero di colonie di alcuni microrganismi rispetto ad altri. Tanto per fare un esempio pratico, l’abuso di antibiotici può talora favorire una balanite da Candida, in quanto gli antibiotici sono attivi sui batteri, ma non sui lieviti (tra cui Candida albicans), il cui numero di colonie è più elevato in assenza di competitors. Il tampone cutaneo di pazienti con balanite irritativa rileva spesso una presenza eccessiva di alcuni batteri simbionti, cioè di microrganismi normalmente già presenti in ogni persona sana (tra cui Escherichia coli, Enterococcus faecalis e altri enterobatteri), microrganismi che non possono essere trasmessi al partner in quanto già normalmente presenti in qualsiasi persona sana. Tale disbiosi cutanea rappresenta la conseguenza e non la causa della balanite irritativa. Pertanto occorre ripristinare un microclima più fisiologico (per esempio pH, livello di idratazione), evitando quando possibile l’abuso di farmaci inappropriati, e di detergenti troppo aggressivi.
Cenni storici
Nei vecchi trattati di venereologia si riteneva che il “virus” sifilitico fosse la più frequente causa di balanopostite. Un’altra causa spesso riportata nei testi antichi era ristagno di scolo blenorragico dei pazienti affetti da gonorrea. Erano gli anni in cui le malattie veneree pur avendo più o meno la stessa frequenza di oggi, avevano un impatto socio sanitario maggiore perché ancora non si conoscevano gli antibiotici, gli antimicotici e i farmaci antivirali di oggi. La balanopostite irritativa degli adulti era imputata a un coito “impuro” e veniva chiamata con termini come gonorrea balano prepuziale o blenorragia esterna. La balanopostite irritativa del bambino era invece attribuita al ristagno di smegma nel solco balanoprepuziale, soprattutto nei bambini con fimosi fisiologica. La balanite irritativa degli anziani era invece attribuita a una scarsa igiene. Nella storia della dermatologia, la balanite irritativa è stata indicata con svariati sinonimi, tra cui balanite da contatto, balanite irritativa da contatto, balanopostite idiopatica, balanite aspecifica, balanite traumatica, balanite da frizione, balanite da stress e balanopostite non specifica. Attualmente la balanopostite irritativa è classificata con il codice GB06.01 nella classificazione internazionale delle malattie ICD-11.
Terapia
La cura della balanite irritativa si basa sul ripristino della normale fisiologia della pseudomucosa genitale (pH, idratazione, film idrolipidico, microbiota genitale) e sull’allontanamento di eventuali agenti irritanti. A volte l’irritazione è accentuata dalla presenza di balaniti di altra natura (per esempio balanite seborroica, lichen scleroatrofico, balanite diabetica, balanopostite psoriasica, balanite xerotica), e in tal caso per limitare le recidive occorre dapprima curare la balanite sottostante rimuovendone le cause scatenanti. La detersione genitale andrebbe effettuata con prodotti delicati adatti all’igiene intima maschile o femminile, a seconda dei casi. Capita spesso invece di ascoltare pazienti che utilizzano sistemi “fai da te” a base di antisettici e disinfettanti aggressivi che stravolgono il microbiota locale, che invece andrebbe preservato, in quanto esso rappresenta la prima e più importante barriera nei confronti di eventuali patogeni. I farmaci antimicotici possono essere utili di fronte a una micosi genitale (balanite micotica), così come gli antibiotici sono più attivi di fronte a una balanite batterica associata alla presenza di germi patogeni. Utilizzare ogni volta potenti antimicrobici nei confronti dei comuni microrganismi simbionti, elimina invece l’effetto ma non la causa, con il risultato che il tampone di negativizza, ma i sintomi si ripresentano, malgrado il tampone negativo. La negativizzazione del tampone con la terapia indica il ripristino della normale fisiologia della pseudomucosa genitale. Al momento della visita dermatologica saranno prescritti i farmaci più appropriati sulla base di quanto emerge dal quadro clinico del paziente.
Domande e risposte sull’argomento balanite irritativa (FAQ)
Essendo la balanite irritativa un fenomeno di frequente riscontro in dermatologia genitale maschile, riporto qui alcuni dei quesiti più comuni posti dalle persone con questo fastidioso problema.
DOMANDA: un po’ di tempo fa notai un forte arrossamento al pene subito dopo un rapporto occasionale non protetto. Il mio medico mi fece fare tutti gli esami per le malattie veneree, compreso il test HIV, con i quali escludemmo ogni malattia venerea. Alla fine il dottore mi spiegò che avevo avuto una semplice balanite irritativa, e la curò con una crema gialla di cui non ricordo il nome. Dopo circa un anno, in seguito a un forte periodo di stress, mi uscì la psoriasi in faccia e al cuoio capelluto. Ritornai dallo stesso medico perché nel frattempo si era di nuovo arrossato il pene. Stavolta il dottore mi disse che avevo una balanite psoriasica e mi consigliò la stessa pomata gialla già prescritta nella visita precedente. Ogni tanto il rossore mi esce ancora. Cosa posso fare? Ma la mia balanite irritativa potrebbe essere causata dalla psoriasi?
RISPOSTA: certo, è possibile, ma a distanza è difficile risalire alle possibili cause della balanite senza osservare da vicino i distretti interessati attraverso i comuni strumenti ambulatoriali. Ci sono situazioni in cui un lieve terreno psoriasico può rendere la zona più vulnerabile, più sensibile e più reattiva. Potrà chiarire ogni dubbio sul perché tale balanite si ripresenta nel tempo, al momento della visita medica di controllo presso il suo dermatologo di zona, così da utilizzare la terapia più approriata sulla base di quanto emergerà dal quadro clinico, fino alla graduale normalizzazione della semimucosa genitale, rendendola più resistente persino nei confronti dello fregamento meccanico ordinario che si ha durante i rapporti sessuali. In attesa della visita medica, eviti lavaggi troppo aggressivi che indebolirebbero ulteriormente il film idrolipidico di superficie.
DOMANDA: penso di avere anche io una balanite irritativa. Ma è vero che se non la curo si può cronicizzare?
RISPOSTA: in medicina l’aggettivo “cronico” è solitamente utilizzato per indicare quelle problematiche di lunga durata (infatti nell’antica Grecia Χρόνος era il dio del tempo), e distinguerle da quelle a decorso più rapido, qualificate invece come “acute”. Tanto per fare un esempio, alcune forme di orticaria di durata inferiore a 6 settimane vengono chiamate orticarie acute, per distinguerle da altre forme di orticaria di durata superiore a 6 settimane, definite invece croniche. Pertanto i termini acuto e cronico si riferiscono unicamente alla durata della problematica, che può essere più o meno prolungata, ma non necessariamente inguaribile. Certo, se trascuriamo un fenomeno infiammatorio, da acuto (cioè da decorso rapido) può diventare anche cronico (cioè di durata maggiore). È importante però precisare che il termine “cronico” significa semplicemente di lunga durata, e non è sinonimo di: “non guarisce più” o “ci dovrò convivere per sempre”. Consulti il suo dermatologo di zona per iniziare una cura appropriata della balanite sulla base del quadro clinico attuale, e velocizzare già da ora i tempi di ripristino della pseudomucosa genitale.
DOMANDA: come si prende la balanite?
RISPOSTA: il termine balanite indica semplicemente un’infiammazione del glande, e può essere sia di natura infettiva (per esempio balanite venerea da sifilide, da gonococco, da Clamidia, da Candida) sia di natura non trasmissibile (per esempio balanite psoriasica, balanite traumatica, balanite xerotica, balanite plasmacellulare di Zoon, eczema genitale). La balanite irritativa ad esempio, è una tipica balanite non venerea. Al momento della visita venereologica sarà possibile risalire alle cause della balanite, e iniziare una cura mirata sulla base del tipo di diagnosi clinica, strumentale e di laboratorio.
DOMANDA: come faccio a capire che tipo di balanite ho? Esistono esami specifici per la balanite?
RISPOSTA: in dermatologia genitale esistono tantissimi esami, sia da effettuare attraverso un prelievo di sangue (per esempio VDRL, TPHA, test HIV, etc) che strumentali (per esempio esame microscopico miceti, penoscopia, lampada di Wood, tampone per esame colturale, biopsia per esame istologico) che consentono al dermatologo venereologo di risalire alle cause della balanite. Al momento della visita medica sono diversi i fattori che consentono di giungere a una diagnosi precisa, a partire dai preziosi segni clinici che emergono con il paziente di fronte (anamnesi, esame obiettivo) all’esito di eventuali esami strumentali o di laboratorio richiesti come approfondimento diagnostico, per confermare o escludere eventuali infezioni sessuali.
DOMANDA: mi è stata diagnosticata una balanite irritativa, e per fortuna gli esami per le malattie a trasmissione sessuale sono risultati tutti negativi. Mi è stato persino spiegato che la mia balanite non è infettiva, però ogni volta che ho un rapporto sessuale avvertiamo bruciore sia io che la mia attuale compagna. Ho capito che non è infettiva, ma allora perché capita a entrambi sempre e solo dopo i rapporti sessuali?
RISPOSTA: in genere una malattia venerea si manifesta dopo una certa latenza, variabile a seconda che l’agente patogeno sia un fungo, un batterio, un virus o un protozoo. Per esempio il tempo di incubazione di un linfogranuloma venereo è di 2-4 settimane, nel senso che al momento del rapporto non si avverte nulla, e devono trascorrere almeno una dozzina di giorni prima di osservarne segni e sintomi. Quando invece una balanite si manifesta in concomitanza di un rapporto, è più probabile che sia di natura irritativa e non infettiva, aspetto impossibile da accertare a distanza senza visitare il paziente da vicino. In entrambi i partner, se le mucose genitali sono già in partenza disidratate o sensibili, anche un rapporto scarsamente lubrificato può irritare entrambi, più per un discorso di attrito che di vere e proprie infezioni. Consultate il vostro dermatologo di zona per effettuare una visita di coppia, così da chiarire ogni dubbio sul tipo di diagnosi e sulla conseguente cura.
DOMANDA: mi viene la balanite solo quando ho rapporti protetti. Potrebbe trattarsi anche a me di una balanite irritativa?
RISPOSTA: certo, potrebbe trattarsi di una reazione irritativa, ma anche di una balanite eczematosa da contatto al lattice o a eventuali altre sostanze di cui è composto il profilattico. Provate a utilizzare profilattici senza lattice (per esempio preservativi anallergici di poliisoprene, nitrile o poliuretano). Resto a disposizione per una visita dermatologica qui a Salerno qualora il problema dovesse ancora persistere o ripresentarsi.
DOMANDA: la balanite guarisce da sola?
RISPOSTA: raramente una balanite guarisce da sola, pertanto una volta individuate le cause scatenanti, va curata con farmaci mirati che ne possano alleviare i fastidi, e ridurre la possibilità di nuove recidive. Paradossalmente per quanto riguarda la cura, nel 2024 è più facile gestire una balanite venerea anziché una balanite non infettiva, in quanto nel primo caso sono attualmente disponibili farmaci antimicrobici mirati per la maggior parte degli agenti patogeni noti (per esempio infezione batterica → antibiotico; infezione virale → farmaco antivirale; infezione micotica → farmaco antimicotico; infestazione parassitaria → farmaco antiparassitario). Più difficile è invece la gestione di alcune balanopostiti non veneree (per esempio balanopostite psoriasica, lichen sclerosus genitale, balanopostite seborroica, balanopostite plasmacellulare di Zoon) perché in questi casi la terapia è più mirata alla riduzione della sintomatologia che alla rimozione dell’agente patogeno. Infatti un farmaco antimicotico può essere prezioso in presenza di una balanite micotica, ma scarsamente efficace in presenza di una balanite irritativa.