Dermatologo Dott. Del Sorbo

DOMANDE E RISPOSTE FREQUENTI IN DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA (FAQ)

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

281 MACCHIE E PRURITO SULLE COSCE: NON SEMPRE È UNA MICOSI

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono un ragazzo di 30 anni della provincia di Foggia. Da circa un mese sulla coscia destra mi è apparsa una micosi, tipo una muffa, una macchia che dà anche un po’ di prurito. Ho utilizzato una pomata di nome canesten, l’ho messa per 2 volte al giorno ma in un mese non ho visto molti miglioramenti. Chiedevo a Lei se può dirmi qualcosa in più in merito. Le auguro una buona giornata.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Non sempre le macchie presenti sulla cute sono ascrivibili a un’infezione da miceti. Un’unica chiazza micotica presente su un arto, con due applicazioni giornaliere del prodotto da Lei indicato, tende a sparire o almeno a migliorare. L’assenza di beneficio deve far pensare a eventuali altri problemi. Infatti nei casi dubbi, il Dermatologo al momento della visita esegue un esame denominato esame microscopico miceti, con il quale si osserva al microscopio la presenza del fungo (dermatofiti, lieviti, etc). Una visita specialistica di controllo presso il Suo Dermatologo ed eventuale esame microscopico, potranno permettere una diagnosi più precisa e una terapia mirata al Suo problema. Molte patologie dermatologiche (es: eczema da contatto, psoriasi, granuloma anulare, etc) possono in alcuni casi simulare una micosi. Cordiali saluti e in bocca al lupo.

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282 TATUAGGIO SU CHELOIDE? IL DERMATOLOGO RISPONDE

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, posso fare un tatuaggio sopra un cheloide? La ringrazio, S. dalla provincia di Brescia.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.na, come potrà leggere nell’apposita sezione di questo forum dedicata ai cheloidi nei soggetti predisposti, i microtraumi cutanei (es: escoriazioni, tatuaggi, piercing, suture chirurgiche, laser, etc) possono stimolare la produzione di altro tessuto cicatriziale e aumentare pertanto la dimensione del cheloide. Praticare un tatuaggio su un cheloide è quasi sempre un inutile rischio. In ogni caso ne parli con il Suo dermatologo al momento della visita di controllo, per valutare data la Sua situazione (dimensione del cheloide, colore, spessore, epoca di insorgenza, etc), se vale la pena o meno, praticare eventuali trattamenti (non invasivi) in grado di rendere meno visibile il cheloide. Le invio un mio recente articolo sull’argomento cheloidi, in cui si sottolinea che non vi sono rimedi magici in grado di cancellarli. Cordiali saluti.

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283 PRURITO ALLA SCAPOLA: COSA PUÒ ESSERE?

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono un ragazzo di 29 anni, da circa 3 settimane avverto un’aumentata sensibilità della pelle nella zona dorsale fra scapola destra e colonna vertebrale. Tale sensazione diventa a volte molto fastidiosa tipo un formicolio. La pelle di tale zona tuttavia si presenta normale alla vista. Cosa può essere? Grazie in anticipo.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: In questo forum troverà un’intera sezione dedicata alle principali cause di prurito. Una delle cause di prurito localizzato esclusivamente in area interscapolare è il cosiddetto lichen simplex cronico, noto anche come neurodermite cronica circoscritta di Vidal. Nei casi in cui oltre al prurito vi si associa anche bruciore o dolore, bisogna considerare anche la possibilità di un eventuale herpes zoster (fuoco di Sant’Antonio) o di una notalgia parestesica. La regione interscapolare può essere interessata da tantissimi altri fenomeni dermatologici (es: eczema, micosi, etc) e una visita specialistica accurata presso il Suo dermatologo, consentirà di poter giungere quanto prima a una diagnosi precisa, per poter programmare una terapia mirata e non generica. Le invio pertanto un mio recente articolo sulle più comuni cause di prurito, in modo da poter comprendere la complessità di tale argomento, troppo vasto per poter essere valutato unicamente sulla base di una semplice descrizione telematica. Con una visita specialistica presso il dermatologo a Lei più vicino ed eventuali esami di approfondimento da decidere al momento della visita, si toglierà ogni dubbio. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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284 MALATTIE A TRASMISSIONE SESSUALE: POSSONO CAUSARE LA CADUTA DI CAPELLI?

DOMANDA: Salve Dott.Del Sorbo, sono una ragazza di 24 anni che vorrebbe chiederLe un parere se possibile. Vorrei chiederLe se Lei pensa che ci siano, oltre la sifilide, malattie sessualmente trasmesse che magari non curate bene possano provocare a lungo andare la caduta dei capelli o forse cure antibiotiche che possano contribuire. Le chiedo questo perché ormai da un paio di anni sto cercando di curare infiammazioni dovute a gardnerella vaginalis, candida, mycoplasma hominis, ureaplasma urealyticum, enterococcus faecalis e trichomonas. Dagli ultimi tamponi effettuati sembra siano scomparsi tutti anche se dall’esame striscio cervico vaginale risulta un’infiammazione e flogosi moderata da flora batterica mista. Ora questo è il mio quadro, ma il mio ragazzo pur presentando i miei stessi sintomi, cioè dolore durante i rapporti e bruciore durante la minzione soprattutto dopo i rapporti, lui risulta non affetto da nulla di queste cose e quindi non vuole seguire una cura mirata. Oltre a questo, abbiamo pensato che tutto ciò potesse portare anche alla caduta dei capelli perché il mio ragazzo li sta perdendo sulla zona frontale ma ha anche un diradamento generale e sembra anche io in maniera più leggera. Mi scusi se mi sono dilungata troppo ma volevo renderLe noto il quadro generale per un consiglio perché vorremmo vederci chiaro e risolvere una volta per tutte. Le sarei davvero grata per una risposta e La ringrazio anticipatamente.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Le malattie sessualmente trasmesse generalmente non si associano a caduta dei capelli, a eccezione della sifilide, che in alcuni casi si può associare a fenomeni di alopecia diffusa non cicatriziale (es: anagen effluvium, telogen effluvium, etc). Le cure antibiotiche per periodi brevi, non si associano a tale fenomeno, mentre cure farmacologiche protratte, possono a volte causare fenomeni transitori di diradamento, specie quando le riserve di ferro sono carenti (es: ferritina). La cosa migliore da fare è quella di rivolgervi insieme dal vostro dermatologo di fiducia, sia per il problema tricologico sia per quello genitale. Una visita di coppia permetterà di escludere o confermare la presenza di malattie veneree e di chiarire una volta per tutte le idee a entrambi. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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285 CONTATTO CON LA MEDUSA ED ESITI DISCROMICI ANTIESTETICI

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 27 anni della provincia di Milano. Circa 15 giorni fa mi sono imbattuta in una medusa. Ho curato con gentalyn beta. Il problema è che mi ha colpito su l’intera coscia sinistra quindi ora ho una enorme macchia scura antiestetica che pare non volere andare via. Mi potrebe consigliare qualche crema per attenuare questa macchia? La ringrazio.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Come ben sa le meduse liberano attraverso i tentacoli delle sostanze irritanti provocando un’intensa infiammazione della cute. Date le vostre richieste, su questo forum ho aperto un’intera sezione dedicata al problema delle meduse e alle altre dermatiti del bagnante (es. dermatite del nuotatore). Sulla cute ben abbronzata e specie nei soggetti con fototipo III e IV, qualsiasi processo infiammatorio (dalla banale puntura da insetto fino a dermatiti estese e di altra natura) provoca l’immediata liberazione di melanina, come meccanismo di difesa. Un qualcosa di simile avviene nei fondali marini. Le seppie ad esempio, liberano inchiostro (sepiomelanina) per difendersi dalle sostanze urticanti dei loro predatori (es. meduse e altri celenterati). Il loro inchiostro è molto simile alla nostra melanina e costituisce l’unico loro meccanismo di difesa. Nella cute umana il sistema di difesa dagli agenti irritanti avviene in maniera più o meno simile. Pertanto oltre all’irritazione da raggi UV (es. esposizione solare), tutti gli altri stimoli irritanti, possono dare iperpigmentazione. La zona andrebbe protetta con una crema ad altissimo fattore di protezione. Per eventuali trattamenti schiarenti, contatti il dermatologo a Lei più vicino, per una valutazione accurata della situazione. A volte basta una semplice crema dermatologica, mentre in altri casi possono volerci dei mesi, prima di osservare benefici concreti. Esposizione al sole e a lampade abbronzanti potrebbero evidenziare l’iperpigmentazione. Cordiali saluti.

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286 ANGIOMA SUL BRACCIO A FORMA DI FRAGOLA - PELLE DEL COLLO BRUNASTRA

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, mio figlio è nato da poco e ha un angioma sul braccio destro come una fragolina, però quello che mi preoccupa è che sul collo presenta delle piccole escrescenze come se fosse sporco, però ho notato che dal collo si stanno spargendo sul braccio e parte della spalla. Le ripeto è come se il bambino non fosse lavato e quindi da l’impressione di sporco. Cosa potrebbe significare? La ringrazio della Sua disponibilità.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: L’emangioma del lattante, noto anche come angioma tuberoso, è una formazione benigna molto frequente, rilevata sul piano cutaneo e granulosa in superficie, che lo rende simile a una fragola. Alla nascita l’angioma può essere anche non visibile e svilupparsi dopo alcune settimane. Per alcuni mesi l’angioma può continuare a crescere, per poi entrare in una fase stazionaria e infine in fase regressiva. Il controllo dermatologico in età pediatrica è molto importante, anche se nella maggior parte dei casi, si sceglie l’astensione terapeutica. Astensione terapeutica non significa assenza di controlli medici, ma significa favorire la regressione spontanea dell’angioma, con metodiche possibilmente non invasive. Per quanto riguarda il problema della pelle del collo dall’aspetto brunastro e secco, con una visita specialistica presso il vostro dermatologo, sarà possibile confermare o escludere la possibilità di patologie cutanee come l’acanthosis nigricans (pelle delle pieghe ispessita, vellutata, secca e pigmentata), l’ittiosi volgare (pelle molto secca), la dermatite atopica e la xerosi cutanea del bambino.

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287 BRUFOLI BIANCHI SU PENE E TESTICOLI: COSA PUÒ ESSERE?

DOMANDA: Vorrei sottoporLe il mio problema: da circa sei mesi mi sono accorto della comparsa di “brufolini” bianchi sottopelle sull’asta del pene e sui testicoli che il mio medico curante ha diagnosticato essere accumuli di grasso. Mi ha rassicurato dicendomi che sarebbero scomparsi da soli, invece continuano a persistere in alcuni di loro nella parte dei testicoli ci sono nati dei peli. Il tutto non mi provoca nessun disturbo, cosa ne pensa? Grazie per l’attenzione

IL DERMATOLOGO RISPONDE: in dermatologia genitale è molto frequente assistere a fenomeni simili a quelli da Lei descritto. Nella maggior parte dei casi si tratta di ghiandole sebacee ectopiche (cosiddetti grani di Fordyce) fenomeno fisiologico che non richiede terapia. Una visita specialistica accurata presso il Dermatologo a Lei più vicino, permetterà di giungere a una diagnosi precisa (es. cisti sebacee, granuli di Fordyce, mollusco contagioso, condilomi acuminati, etc), impossibile per via telematica e di programmare eventualmente una terapia mirata al Suo problema. Cordiali saluti.

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288 BOLLE D’ACQUA AL DECOLLÉTE: TANTE LE CAUSE POSSIBILI

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 35 anni e vivo a Roma. A metà Luglio mi sono spuntate delle bolle d’acqua sul decolléte che in seguito si sono trasformate in crosticine pruriginose. Ho fatto ben 2 visite da dermatologi diversi ed entrambi hanno dato la stessa versione: “impetigine bollosa” entrambi mi hanno dato la stessa cura gentalyn pomata e klacid antibiotico per 7 giorni, inizialmente sembra faccia effetto in quanto secca le bollicine ma a oggi non riesco ancora a sconfiggere questa malattia batterica. Cosa mi consiglia? attendo Sua risposta e La ringrazio sin da ora.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: L’impetigine è una patologia molto comune nei mesi estivi ed è causata generalmente da un’infezione da germi comuni come stafilococco e streptococco. Si tratta di una patologia che colpisce generalmente i bambini. Nell’adulto invece, è più frequente l’impetiginizzazione (sovrinfezione batterica) di una dermatosi di altra natura (es. dermatite atopica, herpes, dermatite polimorfa solare, eczema, etc). Con una visita di controllo accurata presso il Suo dermatologo, sarà possibile valutare in base al tipo di risposta alla terapia e alle manifestazioni ancora in atto, se l’impetigine è la causa di tale problema o se magari l’impetiginizzazione può essere legata ad altre cause (es. dermatite polimorfa solare, lucite estivale benigna, lupus eritematoso, pemfigo, dermatite erpetiforme, epidermolisi bollosa acquisita, etc). Potrebbe trattarsi di un fenomeno banale come di una dermatite più lenta da guarire. Una semplice impetigine, nell’adulto immunocompetente, regredisce nel giro di qualche settimana dalla terapia antibiotica. Contatti il Dermatologo a Lei più vicino per una visita accurata. Si raccomanda nel frattempo di evitare scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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289 HERPES ZOSTER RECIDIVANTE

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, mio padre quattro anni fa gli è stato riscontrato l’herpes zoster nella zona fronte, occhio e vicino al naso in una forma molto forte. Si è sottoposto alle cure antivirali per diversi mesi. È possibile che non riusciamo a debellarla per sempre? Ogni tanto si ripresenta con rossori in più punti del volto. E in quelle occasioni usa delle creme tipo Zovirax. Da circa un anno e mezzo fa uso anche di vitamine perché ha avuto un’ischemia temporanea cerebrale (fortunatamente senza lasciare segni). Le sarei grata se potesse rispondermi.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: L’herpes zoster nel soggetto immunocompetente e in buona salute, solo in rari casi può dar luogo a recidive. Se periodicamente riscontrate solo un rossore sulle aree del viso, non necessariamente questo deve essere attribuito all’infezione erpetica. Con una visita di controllo presso il vostro dermatologo, al momento che il problema si ripresenta, sarà possibile attribuire tale fenomeno all’herpes zoster o ad altri fenomeni (es. eczema, rosacea, malattia di Horton, etc). Solo con una diagnosi ben precisa, sarà possibile elaborare una terapia mirata. Cordiali saluti.

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290 PITIRIASI ROSEA CONTAGIOSA?

DOMANDA: Affioramento di puntine lievemente pruriginose in varie zone del corpo a tutti i componenti della famiglia (quattro). Potrebbe essere pitiriasi rosea? Ma si dice che non è contagiosa. Persiste da circa 4 settimane. Abbiamo a casa un coniglio albino da compagnia può l’affezione essere provocata dal pelo in muta? Se si cosa fare al posto di mandare in pensione l’amico coniglietto?

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Le cause di prurito possono essere davvero tantissime. Quando il fenomeno si verifica contemporaneamente in tutti i membri della famiglia, difficilmente pensiamo a una pitiriasi rosea, patologia generalmente non infettiva. Una visita dermatologica per tutti i membri della famiglia, sarebbe utile per poter giungere a una diagnosi precisa (es. acariasi, micosi, scabbia, etc) e per poter programmare una terapia mirata. L’animale domestico se non ha chiazze glabre o prurito, potrebbe non essere in relazione a tale situazione. Cordiali saluti.

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291 PRURITO ASCELLARE: I RIMEDI DIPENDONO DALLA DIAGNOSI

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, è da circa una settimana che ho un forte calore e bruciore a entrambe le ascelle. Pensavo che il tutto fosse attribuito a una depilazione fatta quel giorno stesso e poi recatomi in spiaggia, passasse in pochi giorni, ma ahime! La sensazione di calore è ancora presente, sento il fuoco è fastidiosissimo, sto tamponando le zone con la pomata gentalyn che altro fare? Grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: L’irritazione provocata inizialmente con la normale depilazione, potrebbe aver creato un fenomeno infiammatorio della regione ascellare noto come intertrigine. Dato il periodo estivo, il caldo e il sudore, contribuiscono alla macerazione cutanea e ad automantenere il problema. Le creme al cortisone andrebbero evitate per la possibile sovrinfezione microbica (es. tigna, infezione da candida, eritrasma, etc). La maggior parte delle creme fai da te apportano un beneficio solo temporaneo e per il fatto che contengono acqua, contribuiscono al mantenimento dell’ambiente caldo umido, terreno adatto per eventuali sovrinfezioni. Le cause di prurito e bruciore ascellare, possono essere davvero tante e la Sua descrizione, sebbene accurata, non permette di formulare un sospetto diagnostico attendibile, in quanto le manifestazioni descritte, possono essere comuni a diverse situazioni (es: micosi, eritrasma, eczema da contatto, psoriasi inversa, etc). Con una visita specialistica accurata presso il Dermatologo a Lei più vicino, si potrà giungere a una diagnosi precisa e programmare eventualmente una terapia mirata al problema. In attesa della visita dermatologica da effettuare quanto prima, nel frattempo tenga asciutta la zona (es. polvere all’ossido di zinco come quelle utilizzati per i bambini) evitando possibilmente il talco (prodotto molto irritante su cute infiammata). Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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292 ULCERA MOLLE LOCALIZZATA ALLE GRANDI LABBRA

DOMANDA: Sono stata dal mio dermatologo per un’irritazione a livello delle grandi labbra, insorta da circa 10 giorni e che non mi provoca alcun fastidio. Mi ha prescritto una terapia antibiotica e un controllo tra 10 giorni. Mi piacerebbe avere qualche informazione in più sull’argomento. Grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: In questo sito troverà un’intera sezione dedicata all’ulcera molle. Si tratta di una malattia venerea che una volta diagnosticata dal dermatologo, regredisce dopo aver effettuato una terapia mirata. Cordiali saluti.

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293 IL LICHEN NON È UNA MALATTIA INFETTIVA

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono un uomo di 57 anni. Da un paio di anni mi succede di avere bruciore, arrossamento del glande e della zona circostante con gonfiore del prepuzio. Sono stato dal dermatologo e mi ha dato Genital crema. Il bruciore e l’arrossamento passano ma si ripresentano nuovamente a ogni rapporto. La mia partner ha delle macchie sulla pelle, braccia, addome, dorso, gambe, che vista dal dottore le ha detto che si tratta di lichen. La cosa può essere correlata? Vorrei un Suo parere. Grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Le cause del problema da Lei descritto, possono essere davvero tante e la Sua descrizione, non permette a distanza, di formulare un sospetto diagnostico attendibile, in quanto le manifestazioni descritte, possono essere presenti in diverse situazioni dermatologiche (es: psoriasi genitale, dermatite seborroica genitale, eczema genitale, candidosi genitale, etc). Con una visita specialistica accurata presso il Dermatologo a Lei più vicino, si potrà giungere a una diagnosi precisa e programmare eventualmente una terapia mirata al problema. Per quanto riguarda la Sua domanda specifica, il lichen genitale non è una patologia di tipo infettivo e quindi non è possibile la trasmissione. Cordiali saluti.

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294 PITIRIASI ROSEA IN GRAVIDANZA

DOMANDA: Gentile Dott. Del Sorbo, mi chiedevo, poiché sono in attesa da circa 12 settimane e mia cognata Le hanno diagnosticato la pitiriasi rosea, volevo sapere se è contagiosa e quindi se possiamo stare a contatto, insomma vorrei qualche delucudazione in merito. Grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Come avrà letto nella sezione del forum dedicato alla pitiriasi rosea di Gibert, si tratta di una patologia che non rientra tra le comuni malattie infettive, nonostante alcuni studi recenti attribuiscono tale fenomeno a un’eventuale infezione da herpes virus di tipo 7 (HSV7). Generalmente la pitiriasi rosea non viene trasmessa, ma in ogni caso si tratta di un fenomeno che si presenta anche in gravidanza e non crea alcun tipo di problema. In gravidanza infatti è riportata un’incidenza lievemente aumentata di pitiriasi rosea, patologia totalmente innocua sia per la donna che per il bambino. Nella donna gravida in presenza di macchie cutanee, è importante però escludere con la visita dermatologica, altre possibili patologie cutanee (es. roseola sifilitica della sifilide secondaria, varicella, rosolia, etc) a causa dei possibili danni che potrebbero causare al feto. Se invece con la visita viene confermata una semplice pitiriasi rosea, non vi sono problemi (comunque va segnalata al proprio ginecologo). Si raccomanda nel frattempo di evitare scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Per qualsiasi dubbio non esiti a contattare il Suo medico. Cordiali saluti!

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295 NEO SUL PIEDE: DERMATOSCOPIA O ASPORTAZIONE?

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una donna di 31 anni e vorrei chiedere un Suo parere riguardo un nevo acquisito che mi sta davvero facendo impazzire. Si tratta di un nevo al piede destro, che dopo 6 anni di stabilità, ha dato segni di aumentate dimensioni e variazione di colore. In particolare, misura circa 8 mm e presenta una zona marrone scuro al centro e una marrone più chiaro, piuttosto uniforme, ai margini. Nello scorso mese di maggio ho sottoposto questo nevo all’attenzione del mio medico curante, il quale ha fatto intevenire un dermatologo presente nella stessa struttura; il dermatologo ha detto che il nevo presentava una forma e un colore regolari e che i nei possono maturare e quindi crescere senza che questo comporti malignità. Poi, per avere un secondo parere, l’ho sottoposto all’attenzione di un chirurgo plastico di mia conoscenza il quale, dopo averlo guardato con il dermoscopio manuale, lo ha definito “nevo displastico”, consigliandone l’asportazione che, il dermatologo non ha invece ritenuto necessaria. A distanza di sei mesi, noto un lieve aumento delle dimensioni di questo nevo. Sono preoccupatissima e anche l’idea di fare una dermoscopia in epiluminescenza mi terrorizza per la possibile diagnosi. Quello che volevo chiederLe è se un nevo valutato come “tranquillo” possa diventare maligno in pochi mesi e se ci sono segni che lascino sospettare la malignità. La ringrazio infinitamente. Cordiali saluti

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.ra, i Suoi dubbi nascono probabilmente dall’aver consultato specialisti di diverse branche mediche. Come avrà letto nella sezione del sito dedicato al melanoma, oggi bastano pochi minuti per sapere se un nevo è semplicemente un nevo. Al momento della visita dermatologica, lo specialista esamina il nevo prestando molta attenzione a quanto riferito dal paziente (es. possibili modifiche repentine di forma, bordi, colore, etc) e alle caratteristiche cliniche. La dermatoscopia (detta anche nevoscopia o mappatura dei nei) è una tecnica rapida e non invasiva a disposizione di ogni dermatologo e consente di valutare le caratteristiche cromatiche e vascolari del nevo, non visibili a occhio nudo. Nei pochi casi in cui sia l’esame clinico che la dermatoscopia non offrono al dermatologo segni certi di benignità, si valuta la possibilità di un’eventuale asportazione chirurgica con esame istologico del nevo in questione. La Sua descrizione telematica, sebbene molto accurata, non consente di esprimere un giudizio attendibile sulla tranquillità del nevo. Il modo migliore per togliersi ogni dubbio è quello di consultare il dermatologo a Lei più vicino per una visita specialistica accurata. In base a quanto emergerà dalla visita e dalla dermatoscopia, sarà il collega a programmare con Lei i tempi necessari di follow up (controllo periodico dei nei) o un’eventuale asportazione. Cordiali saluti.

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296 TRUCCO SEMIPERMANENTE ALLE SOPRACCIGLIA CON MICROPIGMENTI

DOMANDA: Salve ho un problema e vorrei un consiglio. Ho fatto i1 trucco semipermanente ossia i1 tatuaggio con micropigmenti alle sopracciglia ma non mi piaccio! L’estetista mi ha detto che se non lo ripasso tra 1 max 2 mesi va via e spero che sia cosi perché non lo sopporto. So che tra qualche giorno si formeranno delle crosticine mi han detto di non levarle per non far eliminare pezzi di colore, ma io voglio che se ne vada via, solo che non è che rimuovendo le croste rimangono cicatrici?

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.ra, il cosiddetto trucco semipermanente è una metodica molto utilizzata in estetica. A volte può capitare però che il risultato estetico non è proprio così gradevole come ci si aspettava e si decide di non effettuare ulteriori sedute. In tali casi, generalmente il tatuaggio tende a sfumare gradualmente, con tempi e modalità che possono variare in base al tipo di micropigmento impiegato e alla profondità in cui si infiltra il pigmento. Tatuaggi molto superficiali possono sfumare nel giro di qualche mese, mentre per quelli un po’ più profondi può rimanere un lieve esito discromico. Rischi e benefici possono variare in base alla tecnica utilizzata e vengono generalmente spiegati dall’operatore prima di procedere con il tatuaggio. Le crosticine che si formano non vanno assolutamente toccate con le mani, per evitare possibili esiti cicatriziali o discromici. Contatti magari il Dermatologo a Lei più vicino per una valutazione accurata. Cordiali saluti!

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297 MACCHIE CHIARE SUL COLLO E SULLE SPALLE

DOMANDA: Da qualche giorno mi sono comparse delle macchioline chiare sulla pelle localizzate intorno al collo sulle spalle e sul petto. Come dovrei comportarmi? Il dermatologo che mi ha visitato mi ha detto di applicare il canesten due volte al giorno. Grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Come avrà letto dalla sezione del forum dedicata alle macchie bianche sulla pelle, le cause del problema da Lei descritto, possono essere molteplici e la Sua descrizione, non permette di formulare un sospetto diagnostico attendibile, in quanto le manifestazioni descritte, possono essere comuni a diverse situazioni (es: pitiriasi versicolor, vitiligine, pitiriasi alba, etc). Il farmaco da Lei descritto è un antimicotico e viene utilizzato efficacemente anche nel trattamento della pitiriasi versicolor (cosiddetto fungo di mare). Dal momento che tale prodotto è stato consiligato da un dermatologo al momento di un’accurata visita specialistica, non vedo quali siano i Suoi dubbi. Segua le indicazioni del collega, tornando a visita di controllo secondo la tempistica da lui stabilita. Al momento del controllo, sarà possibile valutare l’efficacia di tale terapia. Le forme moderate di pitiriasi versicolor, rispondono generalmente bene agli antimicotici per uso locale. In alcuni casi selezionati invece, il dermatologo al momento della visita, può affiancare a tali rimedi un farmaco per via orale. La visita specialistica di controllo presso il Suo dermatologo, consentirà una corretta valutazione del caso. Cordiali saluti.

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298 ACNE E FITOTERAPIA: LE PIANTE OFFICINALI IN DERMATOLOGIA

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 25 anni con ovaio policistico, che si presenta sotto forma di acne lungo la zona mandibolare. Sono molto interessata alla fitoterapia e vorrei sapere se per caso conosce uno studio dermatologico che lavora con medicine e cosmetici naturali a Roma.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: La fitoterapia (ovvero l’arte di curarsi con le piante) è la più antica delle medicine. Cito qui una frase scritta in un mio recente articolo sulla medicina naturale: ” ... Nei secoli gli animali hanno imparato da soli a riconoscere le cosiddette erbe mediche per difendersi dalle epidemie. Secondo le Sacre Scritture, Dio avrebbe impresso in ogni pianta medicamentosa un segno di riconoscimento tale da essere prontamente individuato dagli animali, uomo compreso. Quest’ultimo però ha imparato nei secoli a isolare dalla natura alcuni principi attivi e a riprodurli sinteticamente in laboratorio, fino a creare alla fine del XX secolo una vera e propria industria mondiale della salute. La maggior parte dei rimedi farmacologici oggi disponibili, sono stati introdotti in commercio solamente negli ultimi 50 anni. I medici del passato ricorrevano invece a rimedi naturali (es: estratti di erbe) in quanto la natura dispone di un numero di principi attivi superiore a quello di qualsiasi prontuario farmaceutico... “. Grazie all’aggiornamento continuo in medicina, ogni medico conosce molto bene i farmaci di recente introduzione, senza per questo ignorare i farmaci naturali che madre natura ci ha regalato gratis. Soprattutto in campo dermatologico, molti prodotti utilizzati provengono dal mondo vegetale (per esempio acido glicolico, acido lattobionico, acido mandelico, acido salicilico, aloe vera, etc). Circa 1000 anni fa, la dermatologa salernitana Trotula De Ruggiero, descriveva nel suo Trattato De Ornatu Mulierum, l’efficacia di centinaia di piante officinali sulle più comuni patologie cutanee (acne compresa). Dopo 1000 anni, molti di questi rimedi si utilizzano ancora in campo dermoestetico sia per uso locale (es. effetto esfoliante delle maschere a base di cipolla) che per via orale. Ogni dermatologo oltre ai rimedi sintetici (es. antibiotici) ha nel proprio “armamentario terapeutico” rimedi di origine vegetale, spesso poco utilizzati solo perché un po’ più lenti rispetto ai farmaci tradizionali. Un’acne di una donna adulta associata a un ovaio policistico, non sarà certo miracolata da un bicchiere di aloe al mattino, se prima non si effettuerà un corretto checkup dermatologico, con terapie mirate a correggere il problema di base. Di prodotti e cosmetici naturali ce e sono tantissimi e di ottima qualità. Può contattare nella Sua zona qualsiasi dermatologo e chiedere informazioni sull’uso di eventuali rimedi fitoterapici, data la Sua situazione. A volte (es. acne lieve) i derivati delle piante officinali, possono offrire benefici tangibili, mentre in altre situazioni più impegnative (es. acne nodulo cistica, ovaio policistico, iperprolattinemia, etc) essi possono affiancare le terapie farmacologiche tradizionali. La terapia più adatta al Suo caso potrà essere stabilita solo al momento della visita specialistica presso il Suo dermatologo. Molto importante è la gestione dell’acne da parte del medico specialista in dermatologia, evitando possibilmente scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Con una visita specialistica accurata presso il Dermatologo a Lei più vicino, si potrà giungere a una diagnosi precisa e programmare eventualmente una terapia mirata al Suo problema, anche di tipo fitoterapico, se la situazione lo richiede. Su una pelle acneica, farmaci e cosmetici naturali possono andar bene se la patologia viene gestita da un medico e non con rimedi fai da te. Cordiali saluti.

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299 ONICOMICOSI DA CANDIDA, ONICODISTROFIA E PSORIASI UNGUEALE

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 23 anni e ho un’onicomicosi da Candida all’alluce destro. Sono quasi 5 mesi che non va via. Ho usato un preparato a gocce contenente resorcina pura, acido salicilico, alcool etilico ma poco sembra cambiato. Che posso fare?

IL DERMATOLOGO RISPONDE: L’onicomicosi da candida esordisce generalmente con un ingiallimento della superficie distale laterale della lamina ungueale. Alcuni lieviti (es. candida albicans) e alcune muffe (es. aspergillus spp) non riuscendo a parassitare la lamina ungueale sana, infettano inizialmente la plica periungueale in un angolo. In alcuni casi, la plica cutanea laterale può assumere un aspetto eritematoso, edematoso e persino dolente (perionissi). Nei mesi successivi la lamina ungueale diventa man mano opaca, discromica e distrofica. Nelle forme tipiche, un’onicomicosi da candida può essere sospettata con un semplice esame clinico presso il proprio medico. Nelle situazioni dubbie, il dermatologo può eseguire al momento della visita, un esame microscopico miceti o una ricerca colturale della candida. La visita dermatologica è importante per distinguere un’onicomicosi da candida, da altre patologie dell’unghia, che a essa potrebbero somigliare (es. onicodistrofia traumatica, psoriasi ungueale, onicodistrofia mediana di Heller, etc). Il preparato da Lei indicato contiene farmaci ad azione cheratolitica, molto utili in fase di preparazione dell’unghia a una vera e propria terapia antimicotica. Prima di parlare di terapia antimicotica (es. compresse, smalti, etc) occorre prima una diagnosi attraverso una visita dermatologica accurata. Alla prossima visita di controllo presso il Suo Dermatologo, porti con sé il nome o la composizione del preparato che sta utilizzando, per permettere al medico di valutare, data la situazione in atto e i risultati ottenuti, una terapia mirata. Cordiali saluti!

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300 VERRUCHE: QUANTO TEMPO CI VUOLE

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, Le scrivo perché mio cugino di 16 anni ha un problema di porri sulle mani, anche se i vari dermatologi a cui si è rivolto dicono sono verruche, non so se è il termine giusto per definirli in italiano. Gli sono stati bruciati varie volte ma il problema persiste anzi è peggiorato. Potrebbe indicarmi un po’ le cause del problema e qualche metodo per risolverlo? In attesa di una Sua risposta La ringrazio cordialmente.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: I cosiddetti porri o verruche delle mani, sono causati da un’infezione virale (Human Papilloma Virus HPV). Le verruche sono un problema molto frequente e interessano circa il 10% della popolazione. Cali temporanei delle difese immunitarie (es. utilizzo di farmaci immunosoppressori, stress, etc) possono favorire l’infezione. La trasmissione del virus è favorita da microtraumi, pertanto vi sono delle categorie professionali maggiormente esposte (es. macellai, meccanici, etc), sebbene il fenomeno possa interessare qualsiasi fascia di età. Vi sono diverse terapie attualmente disponibili (es. farmaci cheratolitici, crioterapia con azoto liquido, etc) da valutare caso per caso. A volte le verruche regrediscono nel giro di qualche settimana dalla terapia, a volte invece possono richiedere diverse sedute di crioterapia. PrescriverLe una cura a distanza, senza avere idea della situazione in atto, sarebbe per un’inutile perdita di tempo. Le invio un mio recente articolo sulle verruche. Con la prossima visita di controllo, sarà possibile valutare la situazione anche sulla base dei risultati finora ottenuti e programmare eventualmente una terapia più mirata. Cordiali saluti e in bocca al lupo!