DOMANDE E RISPOSTE FREQUENTI IN DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA (FAQ)
SALERNO
201 CREME DERMATOLOGICHE SENZA GLUTINE PER CELIACI E PRODOTTI GLUTEN FREE
DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, Le scrivo dall’Emilia Romagna. Alla mia bambina di 4 anni è stata da poco diagnosticata una celiachia. Abbiamo cominciato sul consiglio del nostro pediatra una dieta senza glutine senza particolari difficoltà. Ho letto su una rivista che oltre agli alimenti per celiaci, esistono particolari creme dermatologiche senza glutine (gluten free). Volevo sapere se per andare a mare è necessario ricorrere a creme protettive senza glutine o può andar bene la protezione solare prescritta dal nostro Dermatologo. Come ci dobbiamo comportare in futuro con gli shampoo, balsamo, creme? E se da grande vorrà utilizzare prodotti cosmetici, dovrà necessariamente ricorrere a quelli senza glutine? Grazie di cuore per la disponibilità.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: il Dermatologo è abituato alla gestione dermatologica del paziente celiaco, in quanto esiste una patologia cutanea (dermatite erpetiforme di Dühring Brocq) che riscontriamo frequentemente nelle persone intolleranti al glutine. La dermatite erpetiforme di Duhring Brocq si presenta con piccole bolle pruriginose disposte a grappolo vicino a gomiti, ginocchia e natiche. Anche altre zone possono talora essere interessate (es: addome, genitali, cuoio capelluto, etc). Tale fenomeno regredisce spontaneamente con l’eliminazione del glutine dalla dieta e si ripresenta quando il glutine viene reintrodotto nell’alimentazione. La patologia è causata dagli immunocomplessi IgA glutine, con attivazione del complemento e formazione di microascessi all’apice delle papille dermiche (accumulo di neutrofili). Alcuni pazienti affetti da dermatite erpetiforme di Duhring Brocq presentano lesioni dei villi intestinali (enteropatia da glutine), steatorrea (feci untuose), carenza di ferro, carenza di acido folico, carenza di vitamina D, anticorpi anti gliadina deamidata (AGA), anticorpi anti endomisio (EMA) e anticorpi anti transglutaminasi. I prodotti dermatologici che utilizziamo per curare questi pazienti, sono gli stessi che utilizziamo nei soggetti non intolleranti al glutine. Questo perché le tracce di glutine presenti nelle creme, nei saponi, negli shampoo e nei cosmetici, non passano attraverso la cute integra. Alcuni prodotti gluten free potrebbero rivelarsi utili nei pazienti affetti da celiachia o da ipersensibilità al glutine (gluten sensitivity), soprattutto per quelle formulazioni che possono essere involontariamente ingerite (es: rossetto, matita per le labbra, lucida labbra, dentifricio, colluttorio, etc). In attesa di maggiori studi sul reale vantaggio di creme e detergenti gluten free per i celiaci, sembra che i normali prodotti dermatologici per uso topico, purché non ingeriti, non rappresentino particolari rischi per i pazienti affetti da celiachia o gluten sensitivity, in quanto il glutine, normalmente non attraversa la cute integra. Pertanto l’uso di creme e cosmetici senza glutine (gluten free) sembra non essere indispensabile. Negli ultimi anni, le aziende dermocosmetiche sono alla ricerca di detergenti, cosmetici e creme, il più possibile dermocompatibili ed ecocompatibili, quindi privi di parabeni, senza glutine (gluten free), a basso contenuto di nickel (nickel tested), senza profumi (fragrance free), senza siliconi, petrolati, paraffine e conservanti. In alcuni casi (es: sospetta dermatite allergica da contatto), al momento della visita, il dermatologo può indicare in base alla situazione clinica in corso, una di queste speciali linee cosmetiche ipoallergeniche. L’assenza del solo glutine nei cosmetici e nelle creme dermatologiche non apporta invece benefici concreti al paziente celiaco. Sua figlia potrà continuare a utilizzare per uso topico i prodotti consigliati dal vostro dermatologo. Attualmente alcune aziende stanno producendo delle linee dermatologiche ipoallergeniche, senza parabeni, nichel, profumi, oli minerali, conservanti e glutine, a un prezzo al pubblico che non si discosta molto dai dermocosmetici tradizionali. Il vostro dermatologo potrà consigliarvi al momento della visita, l’effettiva utilità di tali prodotti. Si raccomanda nel frattempo, di evitare scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita presso il proprio medico e non a sostituirla. Ne parli con il Suo Dermatologo. Cordiali saluti e in bocca al lupo!
202 PRURITO AL MATTINO SUBITO DOPO IL RISVEGLIO
DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono un ragazzo di Napoli e da qualche giorno, forse una settimana, ho sensazioni fortissime di prurito specialmente la mattina appena svegliato e specialmente seguenti zone: interno cosca dx, gluteo dx, vicino alla piegatura del ginocchio dx, e negli ultimi giorni, le suddette aree si stanno ampliando, i sintomi si verificano soprattutto la mattina appena svegliato e sporadici eventi nel resto della giornata, ma comunque di breve entità. Grazie.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Come avrà avuto modo di comprendere nella sezione di questo sito dedicato alle cause del prurito, il fenomeno da Lei descritto può avere diverse origini. La maggior parte delle forme croniche di prurito tende a peggiorare nelle ore serali o notturne, a causa dell’aumentata produzione di istamina e amine vasoattive (es: leucotrieni) in queste fascie orarie. Le forme acute di prurito (es. eczema da contatto, micosi, etc) invece possono essere più importanti nelle prime ore della giornata. Anche il prurito dovuto all’eccesso di sali biliari nella cute può essere presente al mattino, dopo colazione e subito dopo i pasti principali della giornata. In tutti questi casi, l’utilizzo di antistaminici e cortisone, può offrire solo benefici temporanei se non si risale prima alle cause di tale fenomeno. Pertanto un check up dermatologico completo andrebbe fatto presso il Suo Dermatologo di fiducia, per poter giungere prima a una diagnosi ben precisa e poi poter programmare una terapia mirata al problema. Senza prima conoscere le cause Suo del problema, si possono solo reprimere i sintomi, con i suddetti farmaci sintomatici. In base alle caratteristiche cliniche presenti al momento della visita specialistica, il Suo Dermatologo potrà richiederLe alcuni eventuali esami di approfondimento (es. esame parassitologico delle feci, dosaggio IgE totali, dosaggio dei sali biliari o acidi biliari, patch test, test orticaria fisica, esame microscopico miceti, ricerca dell’acaro della scabbia mediante entomoscopia, etc) per poter giungere alla risoluzione del problema. Sicuramente dato il periodo estivo e trattandosi di pieghe cutanee, il caldo e il sudore provocano un’ulteriore macerazione della cute. Le creme, se non prescritte dal medico al momento della visita, possono aumentare ancor di più il grado di umidità locale della cute e spesso peggiorano il quadro clinico. Consulti il Dermatologo a Lei più vicino e si toglierà quanto prima ogni dubbio. Cordiali saluti e in bocca al lupo.
203 DERMATITE SEBORROICA E TERAPIE ANTIMICOTICHE
DOMANDA: Egr. Dottore, ieri sono stata dal mio Dermatologo per un arrossamento persistente ai lati del naso. Mi ha spiegato che si tratta di una semplice dermatite seborroica e mi ha prescritto una cura per il fungo. Le scrivo per sapere perché si utilizzano terapie per curare il fungo, dal momento che la dermatite seborroica non è infettiva, né è causata da parassiti. Spero in una Sua cortese risposta.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: nella terapia della dermatite seborroica, molto spesso si ricorre all’uso di farmaci antimicotici in crema, emulsione, lozione, shampoo, bagnoschiuma e qualche volta in compresse, pur non essendo la dermatite seborroica una malattia infettiva. In alcuni casi, quando il Dermatologo al momento della visita lo ritiene opportuno, tali farmaci consentono di gestire la patologia senza dover ricorrere all’odioso cortisone. Sulla cute di tutti noi, esiste un lievito innocuo denominato Malassezia furfur e che fa parte del normale microbioma cutaneo. Tale microrganismo è molto abbondante nelle aree cutanee ricche di ghiandole sebacee (es: lati del naso, angolo interno delle sopracciglia, cuoio capelluto, decolléte, etc). Attualmente si ritiene che tale microrganismo degradi il sebo in acidi grassi proinfiammatori, grazie a un enzima chiamato lipasi. L’uso degli antimicotici ha nella dermatite seborroica lo stesso razionale che hanno gli antibiotici nella cura dell’acne. Alcuni antimicotici funzionerebbero non tanto per la loro azione antimicrobica diretta, ma grazie a un’azione antinfiammatoria dovuta all’inibizione dell’enzima ossido nitrico sintetasi (NOS). Alcuni antimicotici per uso topico, avrebbero un’azione antinfiammatoria simile all’idrocortisone, senza avere tuttavia gli effetti collaterali delle creme steroidee. Oltre al cortisone e agli antimicotici, la cura migliore rimane da sempre l’eliobalneoterapia (sole e acqua di mare), coadiuvata talora da prodotti dermocosmetici a base di glicole propilenico, piroctone olamina, stronzio cloruro, butenafina o solfuro di selenio. Non esiste purtroppo un’unica cura ugualmente efficace per tutti i casi di dermatite seborroica e con la prossima visita, il Suo Dermatologo, in base alle caratteristiche cliniche delle manifestazioni in atto, programmerà la terapia più adatta per il Suo tipo di pelle. Cordiali saluti e in bocca al lupo!
204 XANTOGRANULOMA GIOVANILE IN ETÀ PEDIATRICA
DOMANDA: Da pochi giorni al mio bambino ho notato un puntino giallo tra i capelli e il Dermatologo ha parlato di xantogranuloma giovanile. Mi ha detto che è una cosa benigna e vorrei sapere qualcosa in più. Grazie.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Lo xantogranuloma giovanile è una patologia benigna che può insorgere sia nel bambino che nell’adulto. È importante un controllo dermatologico, ma anche oculistico e qualche volta internistico, vista la rara possibilità diassociazione tra alcune forme disseminate con altre patologie. La papula dello xantogranuloma all’inizio è rosa e poi nel giro di qualche settimana, assume un colorito giallo arancio (xantomizzazione). Nella forma cutanea isolata, generalmente non è necessaria terapia. Per altre informazioni può consultare la sezione di questo sito dedicata allo xantogranuloma giovanile, ricca di informazioni utili e corredata di immagini cliniche. Cordiali saluti.
205 PITIRIASI VERSICOLOR E SQUILIBRIO ORMONALE
DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, tempo fa mi sono recato da una dermatologa la quale mi ha detto che presentavo la pitiriasys versicolor, per lo più nel dorso e mi disse che tutto questo dipende dai picchi di testosterone. Ora io non capisco cosa intenda per picchi di testosterone. Tenga presente che ho fatto la cura quindi il fungo è guarito anche se non è ancora sparito. Potrebbe gentilmente spiegarmi cosa si intende per picchi di testosterone?
IL DERMATOLOGO RISPONDE: La pitiriasi versicolor (cosiddetto fungo di mare) è un inestetismo dovuto alla presenza sulla cute del lievito Malassezia furfur (pitirosporum orbicolare), lievito lipofilo che vive normalmente sulla cute di uomini e donne, senza arrecare danni, in quanto fa parte della cosiddetta flora microbica cutanea. Questo spiega anche perché tale fenomeno, che una volta si credeva di tipo infettivo, non può essere trasmesso ai familiari per contagio diretto. In effetti, il paziente affetto da pitiriasi versicolor, non può trasmettere ad altre persone, un microrganismo che già vive sulla pelle di tutti noi senza creare problemi. In alcune persone ci sono dei fattori (es: iperidrosi e soprattutto pH del sudore, calore, gravidanza, squilibri ormonali, insolazione, cure cortisoniche e seborrea) che possono indurre questo lievito benigno a scatenare le antipatiche chiazze della pitiriasi versicolor. La pelle seborroica e la sudorazione eccessiva sono le cause più frequenti di pitiriasi versicolor in quanto Malassezia furfur è un lievito lipofilo che ha quindi un’alta affinità per le aree in cui la pelle è grassa o umida (es: torace, addome, collo). Le ghiandole sebacee sono stimolate normalmente dagli ormoni androgeni (es: testosterone, diidroepiandrosterone, androstenedione, etc) e gli ambienti più seborroici sono proprio quelli dove più spesso si presentano le chiazze bianche (forma ipocromica) o marroni (forma ipercromica) tipiche della pitiriasi versicolor. Il ruolo degli ormoni androgeni nell’insorgenza della pitiriasi versicolor è confermato anche dal fatto che nei bambini piccoli (prima della pubertà, quando ancora la produzione di ormoni androgeni è bassissima) la pitiriasi versicolor è un evento rarissimo. La quota di testosterone presente nel sangue dei soggetti affetti da pitiriasi versicolor rientra però quasi sempre in valori normali. In questi individui vi è spesso una ipersensibilità dei recettori cutanei per gli ormoni maschili (es: aumentata attività dell’enzima 5α reduttasi). In parole semplici è come se una quantità fisiologica di ormoni maschili, una volta legata al proprio recettore sulla cute, funziona in maniera eccessiva. Il ruolo del testosterone nella pitiriasi versicolor, anche se di notevole interesse accademico, ai fini pratici è poco determinante nell’insorgenza della patologia e infatti questo inestetismo si verifica con incidenza più o meno simile nell’uomo e nella donna. Un ruolo più importante oggi si attribuisce agli altri fattori appena elencati, in particolare all’iperidrosi e alla cute seborroica. Ritorni serenamente dalla Sua Dermatologa alla prossima visita di controllo per monitorare il buon esito della terapia effettuata e segua tutti i suoi consigli, soprattutto per evitare possibili recidive alla prossima primavera (fenomeno molto frequente). Cordiali saluti e in bocca al lupo!
206 FOLLICOLITE AL CUOIO CAPELLUTO
DOMANDA: Salve, vorrei un consiglio sulla mia situazione: da circa 7 mesi mi compaiono delle papule o pustole, non so la differenza, al cuoio capelluto. Preciso che ho pochi capelli. Queste pustole alcune provocano prurito, altre invece sono dolenti se le comprimo. Il mio dermatologo dice si tratta di follicolite. Ho usato lozioni antibiotiche e lozioni al cortisone ma i risultati pochi, i brufoli vanno e vengono, il dermatologo dice che la follicolite in molti casi e cronica, mi ha prescritto anche minocin 100 ma dopo 15 giorni la follicolite era migliorata ma per cause del sole ho avuto un effetto di fotosensibilizazione quindi ho dovuto interrompere. Sono stato da un altro dermatologo il quale dice si tratta di seborrea e mi ha dato una lozione al cortisone, un antibiotico e un sebocorrettore, i risultati discreti. Poi il primo giugno mi è capitato di stare tutto il giorno fuori con 35 gradi mi sono ustionato ma il giorno dopo non avevo piu un brufolo. Dopo circa 10 giorni è cominciato a ricomparire qualcuno, ho pensato di fare qualche lampada abbronzante mi sembra di stare un po’ meglio. Secondo Lei si tratta di follicolite o seborrea visto che il sole la calma un poco. Da cosa può dipendere questa follicolite o seborrea visto che in questi mesi ho ripetuto varie volte l’emocromo con formula, proteina c reattiva, esami delle urine risultato sempre nella norma. Però tengo a precisare che soffro di colesterolo alto, prendo torvast tutti i giorni e sono ansioso e sto in cura da un neurologo. Un ultima cosa il secondo dermatologo comunque mi ha detto che la seborrea si può tenere sotto controllo ma non guarire. Vorrei un Suo consiglio e sapere cosa ne pensa, grazie anticipatamente.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: La follicolite del cuoio capelluto può avere diverse cause e talora può avere decorso cronico recidivante. Si tratta di un fenomeno infiammatorio del follicolo pilifero, che si presenta al cuoio capelluto con tanti “brufoletti” dolenti, che noi dermatologi chiamiamo pustole (se contengono materiale purulento e presentano la punta bianca) o papule (se sono arrossati ma non presentano la punta bianca). Persino una cute molto seborroica può essere talora causa di follicolite. La visita dermatologica serve a comprendere se tale fenomeno è di natura occasionale (es: in seguito all’applicazione di lozioni o in seguito a rasatura o in seguito all’uso eccessivo del cappello), di natura recidivante (es: dermatite seborroica) e soprattutto per escludere che si possa trattare di una follicolite decalvante, con esiti cicatriziali (alopecia cicatriziale). Trattandosi di un fenomeno infiammatorio, generalmente il sole, l’acqua di mare, le lampade abbronzanti, possono migliorare il quadro clinico, agendo sull’infiammazione e sulla seborrea. Infatti in estate, le persone che soffrono di dermatite seborroica o di follicolite, peggiorano inizialmente (a causa del sudore) per poi migliorare decisamente, quando all’azione del sole viene affiancata la balneoterapia (es: acqua di mare, soggiorno termale, etc). La cosa importante è che quando assumiamo tetracicline (il farmaco da Lei indicato è una tetraciclina), l’esposizione al sole o alle lampade abbronzanti provoca quasi sempre una reazione di fotosensibilizzazione, così come correttamente riportato all’interno del foglietto illustrativo del farmaco. Le tetracicline possono essere dei validi rimedi, se consigliati al momento della visita dal proprio dermatologo e assunti sotto la sua guida, evitando terapie o comportamenti fai da te. Nonostante molte di queste follicoliti non sono di natura infettiva, l’antibiotico per via orale, viene utilizzato (per brevi periodi) grazie al suo effetto antinfiammatorio. Il campo delle follicoliti è molto vasto (es: follicolite acuta superficiale da Staphylococcus epidermidis, follicolite da gram negativi, follicolite attinica, follicolite pitirosporica da Malassezia furfur, follicolite cheloidea della nuca, acne necrotica, acne miliare, follicoliti e perifollicoliti croniche non decalvanti, follicoliti decalvanti, etc). Il miglioramento della seborrea generalmente si accompagna anche al miglioramento della follicolite e questo lo vediamo soprattutto al mare. Con la visita di controllo presso il Suo dermatologo, sarà possibile un inquadramento più attendibile delle eventuali cause del Suo problema, tenendo conto anche della risposta alla precedente terapia. Sia le follicoliti che la dermatite seborroica del cuoio capelluto, possono essere di tipo cronico. Mi dispiace non poterle essere utile online, ma prescriverLe una cura a distanza, senza avere idea della situazione in atto, sarebbe per Lei un’ulteriore perdita di tempo. Contatti il Suo Dermatologo per una visita accurata. Si raccomanda nel frattempo di evitare scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti e in bocca al lupo!
207 HO UN NEO DI COLORE VIOLA CHE SI È MODIFICATO
DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 27 anni della provincia di Salerno, ho tanti nei e sono una ragazza lentiginosa, ma un neo in particolare sulla schiena cambia spesso dimensione e colore, è diventato un rosso quasi un viola scuro, mi devo preocuppare perche io amo il sole e non so se è il caso di analizzarlo, mi spaventano tutti a dirmi che non è normale.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Nel mio forum ho dedicato un’intera sezione alla cosiddetta mappatura dei nevi in cui sono descritti alcuni importanti campanelli d’allarme (es: modifica di forma, bordi e colore in poco tempo). Le invio anche un mio recente articolo sull’argomento in questione. Oggi bastano pochi minuti per sapere se un nevo è semplicemente un nevo. Con una semplice visita specialistica presso il Suo dermatologo ed eventuale dermatoscopia (cosiddetta mappatura dei nei) potrà conoscere in pochi minuti la tranquillità del nevo in questione. Nei soggetti con molti nevi, modifiche repentine della forma o del colore anche di uno solo di questi, devono essere monitorate con una visita dermatologica ed esame dermatoscopico. Consulti quanto prima il Suo dermatologo di fiducia e si toglierà ogni dubbio. Si raccomanda nel frattempo di evitare scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti e in bocca al lupo!
208 CURA A COMPRESSE PER LE MICOSI DELLE UNGHIE
DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono un uomo di 48 anni di Avellino. Soffro da diversi anni di micosi alle unghie e vorrei un prodotto da usare per via orale efficace. Cordialmente La saluto e La ringrazio.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Le malattie delle unghie possono avere tantissime cause e non sempre si tratta di un’infezione. Nel mio forum ho dedicato infatti un’intera sezione alle malattie delle unghie, in cui si spiega che oltre alle ben note micosi, esistono tutta una serie di patologie ungueali (es: psoriasi ungueale, onicodistrofia, etc) che possono talora essere simili a un’infezione da miceti. Terapie antimicotiche per via orale o per via topica, possono essere molto efficaci, solo se siamo certi di essere in presenza di un’infezione micotica. Generalmente al momento della visita specialistica, il dermatologo se lo ritiene opportuno, può eseguire un esame microscopico miceti (MIC MIC) prelevando un pezzettino di unghia e osservarlo al microscopio. In questo modo è possibile identificare il tipo di “fungo” che parassita la lamina ungueale, come i dermatofiti (es: trichophyton, epidermophyton, microsporum), le muffe (es: scopulariopsis brevicaulis e scytalidium spp.) e i lieviti (es: candida albicans). In base al tipo di infezione sarà possibile programmare una terapia mirata in grado di risolvere il problema quanto prima. Con molta sorpresa, persone che per anni hanno creduto di aver contratto un’infezione micotica, hanno scoperto al momento della visita presso il proprio dermatologo, di avere un’onicopatia psoriasica o una distrofia traumatica dell’unghia. Per questo prima ancora di parlare di terapia, bisognerebbe poter giungere a una diagnosi precisa. Con una visita specialistica accurata presso il Dermatologo a Lei più vicino, si potrà giungere a una diagnosi precisa e programmare eventualmente una terapia mirata al problema. Mi dispiace non poterle essere utile online, ma prescriverLe una cura a distanza, senza avere idea della situazione in atto, sarebbe per Lei una perdita di tempo. Una volta accertata la presenza di una micosi, con le terapie sistemiche attualmente disponibili, sarà possibile eradicare il problema quanto prima. Molto più impegnativa invece è la terapia di un’eventuale unghia psoriasica o distrofica. Contatti il Dermatologo a Lei più vicino per una visita accurata. Cordiali saluti e in bocca al lupo!
209 ALLERGIA ALLA TINTURA: PERMANENTE O SEMIPERMANENTE?
DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, dall età di quindici anni effettuo tinte per essere bionda. Non ho mai avuto problemi solo bruciori nei tempi di posa ma questo a quanto dicono i parrucchieri è normale comunque negli ultimi tempi dopo lo shampoo per togliere via la tinta ho notato delle croste. Non ho dato importanza, dopo max tre giorni andavano via. Ultimamente dopo due o tre settimane dalla tinta è apparso un prurito che va e viene, secondo Lei i fatti possono essere collegati? Comunque ho paura che i capelli mi possano cadere la mia paura potrebbe essere fondata come me ne accorgerei? Le croste da cosa sono scaturite? Comunque secondo Lei il mio cuoio che problema ha avuto? E basterà smettere di fare la tinta permanente e usare quella semi permanente? Grazie e buona serata.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Alcune tinture di sintesi possono danneggiare irreversibilmente il capello, in quanto la sostanza ossidante utilizzata, per potersi legare alla melanina, deve attraversare lo strato più esterno del capello (cuticola), che normalmente svolge un’importantissima funzione protettiva. Questi danni si accumulano nel tempo e quindi divengono tanto più evidenti quanto più i capelli sono lunghi e i trattamenti sono ripetuti. Alcuni metodi rapidi di schiarimento prevedono l’uso di sostanze chimiche che a lungo andare danneggiano la cuticola del capello. Un agente alcalinizzante derivato dall’ammoniaca, libera ossigeno attivo dal perossido di idrogeno (acqua ossigenata) in modo da ossidare la melanina e decolorare rapidamente il capello. La decolorazione chimica così ottenuta, distrugge la maggior parte dei ponti di cistina del capello, rendendolo fragile, poroso e opaco. Per quanto riguarda invece i danni al cuoio capelluto, l’associazione temporale tintura - prurito, fa pensare a una dermatite da contatto alla parafenilendiamina (molto frequente) o ad altre sostanze contenute nella tintura (es: metafenilendiamina, paratoluendiamina, para aminofenolo, meta aminofenolo, resorcinolo, pirocatecolo, etc). Persino alcuni sistemi semipermanenti possono contenere sostanze ad azione sensibilizzante (es: antrachinoni, nitrofenilendiamine, nitroaminofenoli, etc). Una visita specialistica accurata presso il Suo dermatologo permetterà di giungere a una diagnosi precisa (es: eczema allergico da contatto alla parafenilendiamina, eczema irritativo da contatto, orticariada contatto al persolfato di ammonio, etc). Nel sospetto di una dermatite allergica il dermatologo può eseguire al momento della visita dermatologica, dei patch test con apteni della serie serie standard o della serie professionale per parrucchieri. Una volta identificate eventuali sostanze allergizzanti, sarà preparata una scheda personalizzata, con i nomi delle sostanze incriminate e le modalità di prevenzione. A volte può essere utile portare con sé al momento della visita, un campione di tintura sospetta, meglio ancora se accompagnata dall’etichetta riportata sullo scatolino. Questo può aggiungere informazioni importanti allo specialista. Evitare possibilmente metodi fai da te (es: acqua ossigenata) perché il capello (non il cuoio capelluto) a lungo andare ne risente. Come decoloranti naturali, si possono utilizzare shampoo schiarenti alla liquirizia, in cui l’effetto depigmentante è dovuto al contenuto in glabrene, glabrolo e soprattutto glabridina, mediante inibizione degli enzimi chiave della melanogenesi (inibizione dell’attività della tirosinasi, della DHICA-ossidasi e della L-dopacromo-tautomerasi). Anche le maschere preparate con tuorlo d’uovo grazie al contenuto in carotenoidi possono essere un valido sistema per dorare e nutrire i capelli. Sistemi naturali come camomilla, liquirizia e tuorlo d’uovo, non potranno mai eguagliare la praticità e la rapidità dei sistemi chimici commerciali, ma almeno ridurranno la possibilità di recidive fino al momento della visita specialistica, da eseguire quanto prima. Si raccomanda nel frattempo di evitare scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti e in bocca al lupo!
210 ACNE E MACCHIE SCURE NEI SOGGETTI BRUNI O OLIVASTRI
DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 28 anni della provincia di Napoli. Ho il viso con lieve acne e macchie scure probabilimente dovute al sole. Uso una crema solare a protezione totale e Le vorrei chiedere qualche consiglio circa le macchie scure. Grazie
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Nei mesi caldi, le persone di fototipo III e IV (soggetti che in estate si abbronzano bene e che non si scottano mai al sole) tendono a pigmentare con macchie brune, laddove vi è un fenomeno infiammatorio in corso (es: acne). Una protezione solare non comedogena, può essere utile, ma comunque non risolve il problema alla base. Spesso l’accumulo di melanina nelle aree con papule e pustole è dovuto più all’infiammazione dell’acne che a una non corretta esposizione al sole. Infatti in questi soggetti, persino un’infiammazione banale in altre aree del corpo (es: puntura di zanzara sulla coscia) può lasciare una macchia bruna per diverse settimane. Chiaramente in primavera estate, quando la cute è abbronzata, il meccanismo di produzione della melanina (melanogenesi) è più efficiente e le macchie si rendono visibili. La cosa migliore da fare è di giungere al periodo estivo già senza acne, in modo da potersi esporre al sole senza particolari precauzioni. Sicuramente agosto non è il periodo migliore per cominciare una cura antiacne. Dopo l’estate, programmi con il Suo dermatologo, un percorso terapeutico mirato alla cura dell’acne. Fino a quando esponiamo al sole una cute infiammata da papule e pustole acneiche, vi è sempre il rischio di pigmentare. Cordiali saluti e in bocca al lupo!
211 VACCINO PER IL NICHEL: CHE COS’È
DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, circa due anni fa, dopo la mia prima gravidanza, sulle mani ho notato la comparsa di strane bollicine, che mi procuravano prurito e in seguito alla loro rottura sulla pelle si formavano delle crosticine. Dopo aver consultato vari dermatologi, che confermavano la diagnosi di dermatite allergica o irritativa (eczema), ho effettuato i patch test che hanno rivelato una importante allergia al nickel. Spesso se non la curo in maniera adeguata compare eczema e ho addirittura difficoltà a muovere le articolazioni (dita). Volevo un Suo parere sul vaccino per il nickel. Grazie, R.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.ra R, nell’ottobre 2005 è arrivato anche in Italia il cosiddetto “vaccino” per il nichel (trattamento iposensibilizzante orale TIO Nichel - prodotto dall’azienda Lofarma). Pur non essendo la panacea dell’eczema da contatto al nichel, dagli studi che sono stati effettuati si evince che si tratta di un prodotto in grado di offrire dei buoni risultati clinici e di prevenire le recidive. Il prodotto è a base di nichel solfato in piccolissime dosi (nanogrammi) sotto forma di compresse da assumere a dosaggio crescente secondo uno schema ben preciso stabilito con il proprio medico al momento della visita. Contatti il Dermatologo a Lei più vicino, per stabilire, se data la Sua situazione può essere utile questo tipo di profilassi, facendosi spiegare per il Suo caso, eventuali rischi o benefici. In caso il collega lo riterrà opportuno, consiglierà per il mese che precede l’inizio della terapia iposensibilizzante orale (TIO) una dieta a basso contenuto di nichel. Nel frattempo il modo migliore per evitare le recidive è quello di eliminare il contatto con il nichel, anche quello contenuto nei detergenti e nei cosmetici. Esistono infatti in commercio diverse formulazioni nichel free o nichel tested. Ne parli con il Suo dermatologo. Si raccomanda nel frattempo di evitare scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti e in bocca al lupo!
212 ANTICORPI IgM anti HERPES VIRUS: IgMâHSV
DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazzo di Torino, ho fatto esami di recente e sono uscito positivo per HSV IgM. Vorrei sapere cosa devo fare. Cordiali saluti.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: La presenza di anticorpi del tipo IgM, indica un’infezione in corso o comunque recente, al contrario degli anticorpi del tipo IgG, che indicano che vi è stato in passato un contatto con il virus. Porti il referto al Suo medico curante o al Suo dermatologo di fiducia, per capire se si tratta di un’infezione primaria da herpes simplex di tipo 1 (HSV1 è il virus responsabile del cosiddetto herpes labialis), situazione comunissima oppure se si tratta del più noioso herpes genitalis (HSV2). L’herpes genitale infatti va seguita dal proprio dermatologo, a causa delle afte dolenti e recidivanti che provoca ai genitali (glande, prepuzio, vulva, regione perianale, etc) e della possibilià di trasmettere il virus con i rapporti sessuali (malattia a trasmissione sessuale). In caso di manifestazioni ai genitali è preferibile consultare il proprio dermatologo in quanto nel 10% dei casi anche il tranquillo HSV1 può scatenare un’infezione genitale. Esistono poi tutta una serie di aftosi genitali recidivanti, di natura non virale, in maniera analoga alle afte del cavo orale. Il test per herpes virus, viene eseguito di routine nelle donne in gravidanza con il coiddetto esame TORCH, dove la H finale indica Herpes virus. Questo perché un’infezione erpetica (es: varicella) contratta in gravidanza, può causare rischi gravi al feto. Con la Sua domanda colgo l’occasione per trattare in maniera più completa il discorso sugli herpes. Per quanto riguarda il Suo caso specifico, una visita medica chiarirà in poco tempo ogni Suo dubbio. Cordiali saluti e in bocca al lupo.
213 GONFIORE OCCHI E VISO: POSSIBILE ANGIOEDEMA
DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 24 anni della provincia di Trento. Sono stata una settimana al mare e negli ultimi giorni ho notato un gonfiore alla fronte e all’inizio del naso con la conseguenza che mi sono diventati molto piccoli gli occhi e sembro deformata. Cosa posso fare? La ringrazio.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.na, dalla Sua descrizione è possibile che si possa trattare di angioedema del volto. La cosa migliore che possa fare è quella di contattare il Suo medico per una visita dermatologica accurata. In questo modo sarà possibile giungere a una diagnosi precisa, approfondire eventualmente il caso con delle indagini ematochimiche e programmare una terapia mirata al Suo problema. Cordiali saluti e in bocca al lupo.
214 CRIOTERAPIA VERRUCHE PLANTARI: È DOLOROSA?
DOMANDA: Salve Dottore, innanzitutto mi scuso per averLa disturbata. Le volevo chiedere se la seduta di crioterapia con azoto liquido per verruca plantare plantare è dolorosa. Le sarei grato se mi rispondesse.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: La crioterapia con azoto liquido è una metodica che richiede pochi secondi e non prevede aghi né anestesia, in quanto è molto ben tollerata. Un “pizzicotto” in genere si avverte giusto al momento del trattamento e dura pochi secondi di orologio. Dopo il trattamento, è già possibile camminarci sopra, seguendo però i preziosi consigli del Suo dermatologo al momento del trattamento (es. dinsinfezione dell’area trattata per alcuni giorni). Le verruche plantari presentano sulla loro superficie una spessa ipercheratosi (callosità). Generalmente, soprattutto per quelle di vecchia data, il dermatologo può far preparare l’area da trattare, a casa con delle soluzioni cheratolitiche, fino a qualche giorno prima del trattamento. Con questo semplice accorgimento, spesso è necessario erogare meno azoto sull’area da trattare, per un trattamento meno doloroso. Tenga presente che la crioterapia con azoto liquido, viene utilizzata senza difficoltà per il trattamento di verruche dell’età pediatrica e per il trattamento di aree delicate come viso e collo. Cordiali saluti e in bocca al lupo.
215 UNGHIE SENZA CUTICOLA: EVITARE IL CONTATTO CON ACQUA E DETERSIVI
DOMANDA: Gentile Dott. ho un problema da diverso tempo alle unghie delle mani al quale non ho mai dato tanta importanza, ma visto che non regredisce vorrei un Suo parere. Le mie unghie si presentano con degli avvallamenti, tipo le onde e le cuticole sono del tutto assenti. Ciò si verifica solo nelle dita medio e anulare di entrambi le mani, assotigliandone lo spessore. Attendo un Suo parere, ringranziandoLa anticipatamente.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: In questo forum ho dedicato un’intera sezione alle patologie delle unghie. Quando la cuticola dell’unghia è danneggiata o assente, si viene a creare una vera e propria porta di entrata per microrganismi in grado di infettare l’unghia (es. onicomicosi) o i tessuti periungueali (perionissi o patereccio). Alcune attività che richiedono il contatto prolungato delle mani con acqua e detersivi (es: casalinghe, addetti alla ristorazione, baristi, etc), predispongono a questa situazione. Inoltre avere le mani a contatto con l’acqua per tantissimo tempo, non permette alla cuticola di riformarsi, predisponendo a paterecci ricorrenti. In questi casi eventuali infezioni dell’unghia e dei tessuti circostanti, possono rappresentare la conseguenza e non necessariamente la causa del problema da Lei descritto. Con una visita specialistica presso il Suo dermatologo, sarà possibile comprendere se attualmente vi sono infezioni in corso (es: micosi dell’unghia). In caso affermativo sarà programmata una terapia mirata al trattamento dell’infezione. Se invece l’unghia non è infetta, si ricercheranno altre possibili cause di distruzione della cuticola (es: onicodistrofia traumatica, onicopatia psoriasica, eczema da contatto, contatto persistente con acqua e detersivi, etc). La superficie irregolare della lamina ungueale, indica invece che probabilmente vi è un danno alla matrice ungueale. Per questo è importante con una visita accurata, giungere a una diagnosi ben precisa e programmare di conseguenza una terapia mirata al problema. Nel frattempo può essere utile evitare di tenere per molto tempo le mani a contatto con acqua e detersivi ed evitare soprattutto scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti e in bocca al lupo.
216 DERMATITE DA MEDUSA E PRURITO DEL NUOTATORE (SEABATHERS’S ERUPTION)
DOMANDA: Due giorni fa al mare sono venuta per la prima volta a contatto con una medusa. Ho avvertito inizialmente una specie di formicolio, poi sono dovuta uscire immediatamente dall’acqua per il prurito terribile e per l’allergia diffusa all’intero braccio. Non sono mai stata un soggetto allergico e la località in cui ho fatto il bagno ha avuto anche quest’anno la bandiera blu europea per l’ottima qualità delle acque e quindi Le assicuro che il mare non era sporco. Dopo la visita medica e l’applicazione di cortisone sto molto meglio. Resteranno dei segni? Grazie!
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Il contatto con i tentacoli delle comuni meduse, provoca l’immediata liberazione di agenti urticanti per la pelle. Ne consegue una dermatite da contatto di tipo irritativo (più frequente) o di tipo allergico (meno frequente). Per quanto riguarda la qualità delle acque, le meduse sono presenti proprio nelle acque migliori, in quanto evitano scrupolosamente gli ambienti inquinati. Esistono poi tutta una serie di dermatiti del bagnante (dermatite del nuotatore) dovute al contatto con altri microrganismi acquatici. In caso di contatto accertato con una medusa, bisogna evitare di lavare la zona con acqua dolce, in quanto questa operazione facilita la liberazione delle sostanze urticanti dalle nematocisti della medusa. Bisogna infatti lavare con acqua di mare e staccare eventuali tentacoli se presenti. Bisogna chiamare quanto prima il medico della struttura balneare perché vi possono essere anche casi di reazioni più importanti della semplice dermatite. La visita medica si rende necessaria per poter giungere a una diagnosi precisa e per poter programmare una terapia mirata al problema (es: creme corticoantibiotiche). Nei soggetti bruni o ben abbronzati, l’applicazione di una crema dermatologica con alto fattore di protezione, può ridurre la probabilità di avere esiti discromici.
217 PUNTINI ROSSI ALLE CAVIGLIE: INSUFFICIENZA VENOSA O VASCULITE?
DOMANDA: Salve Dott, mio marito presenta su entrambe le caviglie una copertura di puntini tipo lentigini marroni e rossastri che sono venuti negli ultimi anni!
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Signora, la comparsa di puntini brunastri a entrambe le caviglie, può essere attribuita a diverse cause come diabete mellito, insufficienza venosa cronica degli arti inferiori, etc). In altri casi invece, la comparsa di una fine porpora alle caviglie può essere indice di fenomeni più importanti come le vasculiti e alcune infezioni virali (es: sindrome papulo purpurica a guanto e calza da Parvovirus B19 o da Coxsackie B6). Una visita specialistica presso il Suo dermatologo, permetterà di giungere quanto prima a una diagnosi certa. Cordiali saluti e in bocca al lupo.
218 LAMPADA PRIMA DELL’ESPOSIZIONE AL SOLE
DOMANDA: Salve Dott. Del Sorbo, Le scrivo per avere qualche informazione in merito ai rischi associati all’utilizzo di docce solari. Ho la pelle molto chiara e anche rimanendo poco tempo al sole senza protezione, la mia pelle si arrossa. Tra qualche settimana devo andare in vacanza in Mar Rosso e vorrei sapere se è utile fare delle docce solari in modo da preparare la pelle al sole. In ogni caso porterò con me creme ad alto fattore di protezione, 50 per la prima setimana e 30 per la seconda. Le chiedo se effettivamente le docce solari possono essere utili e se la protezione che ho scelto va bene. La ringrazio anticipatamente per l’attenzione.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Per le persone fotosensibili, i rischi di sviluppare una fotodermatosi (per esempio eritema solare, dermatite polimorfa solare, orticaria solare) in seguito a fotesposizione sono più o meno gli stessi, indipendentemente dal fatto che la sorgente di luce sia naturale (luce del sole) o artificiale (doccia solare). In presenza di pelle sensibile al sole, il dermatologo in base alla diagnosi effettuata al momento della visita (es. lucite estivale benigna, prurigo aestivalis, acne di Majorca, orticaria solare, etc) può preparare il paziente gradualmente alla fotoesposizione estiva, suggerendo la terapia più adatta, caso per caso. In alcuni casi, persino qualche doccia solare a bassissimo dosaggio, può essere effettuata sotto il consiglio del proprio medico, per avere qualche effetto benefico (fenomeno del foto hardening). In ogni caso si tratta di un vero e proprio programma integrato di prevenzione, da cominciare magari in primavera sotto la guida del Suo dermatologo. Fare qualche lampada fai da te, qualche giorno prima della vacanza, non apporta grandi benefici e qualche volta si rischia un eritema solare da lampada UV. Ne parli con il Suo dermatologo prima di partire, se data la Sua situazione e il Suo tipo di pelle, può essere utile qualche lampada, associata magari a una fotoprotezione sistemica e locale. In base a quanto emergerà dalla visita, il collega le indicherà anche eventuali farmaci da portare con sé in vacanza, in caso di eritema solare. Il prossimo anno potrà iniziare con il Suo medico un programma di prevenzione qualche mese prima del’estate e non all’ultimo momento, per poter affrontare serenamente l’estate. Intanto segua tutti i suoi consigli e mi raccomando la protezione più volte al giorno, dato il bel sole del mar rosso. Buone vacanze.
219 DERMATOLOGIA GENITALE: PRURITO ALL’ASTA DEL PENE
DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono un ragazzo di 27 anni di Salerno e Le scrivo in merito a un mio problema relativo alla dermatologia genitale. Da diverso tempo soffro di prurito sulla pelle dell’asta del pene. Tale prurito a volte scompare per giorni e poi si ripresenta. Inoltre noto che la pelle è meno elastica e presenta in alcune zone una colorazione diversa. Sul suo sito ho visto la foto delle papule perlacee che sono presenti anche sul mio glande, sul quale quasi tutte le mattine trovo dei puntini bianchi di non so quale sostanza. Non ho rapporti sessuali con la mia ragazza. Cosa mi consiglia? Grazie.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Le patologie cutanee che possono provocare prurito ai genitali, sono le stesse che interessano gli altri distretti cutanei (es. eczema da contatto, scabbia, etc). Infatti non sempre tali fenomeni hanno un’origine infettiva o una trasmissione per via sessuale. Tuttavia una visita specialistica dermatologica e venereologica sarà utile per comprendere eventuali cause di tale fastidio, per poter giungere a una diagnosi precisa e praticare la terapia più idonea. Per quanto riguarda il problema dell’elasticità cutanea, al momento della visita saranno prese in considerazione tutte le problematiche relative al caso (es. lichen scleroatrofico, cute xerotica, etc). Anche per le secrezioni biancastre da Lei descritte, sarà possibile distinguere cause fisiologiche (es. presenza di smegma) da cause patologiche (es. dermatite seborroica genitale, infezione da candida albicans, etc). Cordiali saluti.
220 PIETRE DI SOLE SOTTO AGLI OCCHI: CISTI CHERATINICHE O SIRINGOMI ?
DOMANDA: Buongiorno Dott. Del Sorbo. È da 2 anni circa che sotto l’occhio ho delle piccole “pietre di sole” (se così posso definirle). Ogni anno mi aumentano, cosa posso fare? Sarà stata l’esposizione al sole degli anni precedenti? Grazie.
IL DERMATOLOGO RISPONDE: Il termine pietre di sole in dermatologia è poco utilizzato in quanto i fenomeni a esse correlate non sono da attribuire al sole. Generalmente si tratta di cisti cheratiniche (dette anche grani di miglio) e possono essere eliminate al momento della visita dermatologica con un semplice ago sterile. La metodica è rapida e non dolorosa. La visita specialistica è importante perché con il termine generico di pietre da sole, vengono indicati tutta una serie di patologie palpebrali, che vanno dalle semplici cisti cheratiniche, fino ai siringomi palpebrali, agli xantelasmi e alle verruche piane. Con una visita accurata presso il Suo dermatologo, si toglierà ogni dubbio. Cordiali saluti.