Dermatologo Dott. Del Sorbo

DOMANDE E RISPOSTE FREQUENTI IN DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA (FAQ)

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

181 PICCOLE ESCRESCENZE SULLA PELLE

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 37 anni di Firenze, ho la pelle chiarissima e abbastanza delicata. Da qualche anno, sul viso si formano delle piccole escrescenze, di colore rosato, molto simili a verruche. Non so se si tratti o meno di verruche, ma sono evidenti. Temo un un vero e proprio contagio, perché la prima, molto simile a quelle del viso, è comparsa su un dito della mano anni fa. Mi potrebbe consigliare? Grazie e cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Piccole escrescenze sul viso, del colore della pelle, si possono riscontrare in diverse situazioni dermatologiche. Tra le più comuni ricordiamo le verruche piane del viso, che sono piccole papulette piane o poco rilevate, provocate dal virus HPV (human papilloma virus), localizzate prevalentemente su fronte, guance, mento e talora sul dorso delle mani. Il fatto che ne ha notata una simile su un dito della mano, potrebbe far pensare a un’infezione di questo tipo. In questi casi è possibile notare il cosiddetto fenomeno di Koebner, fenomeno per il quale le verruche si possono distribuire linearmente, lungo il decorso di piccolo graffio accidentale della cute. Altra situazione molto comune in dermatologia è il mollusco contagioso, che si presenta con tante piccole papule cupoliformi, perlacee, lievemente rosate e talora con ombelicatura centrale. Il mollusco contagioso è causato dall’infezione da poxvirus. Una visita specialistica accurata presso il Suo dermatologo, sarà sufficiente a giungere a una diagnosi precisa per programmare in base a quest’ultima, una terapia mirata (es: crioterapia con azoto liquido, curettage, etc). Una visita attenta permetterà anche di differenziare delle semplici verruche piane da altre situazioni un po’ meno comuni (per esempio siringomi palpebrali, adenomi sebacei, cheratosi seborroiche, fibromi penduli, angiomi rubini).

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182 ORTICARIA DERMOGRAFICA PERSISTENTE

DOMANDA: Gentilissimo dottore, sono una ragazza di 27 anni. Circa una decina di anni fa mi sono accorta che ogni volta che mi graffiavo anche in maniera lieve o mi capitava di sbattere da qualche parte, la mia cute si gonfiava, si formavano dei rigonfiamenti che prendevano la forma della superficie con la quale ero venuta a contatto. All’inizio questi rigonfiamenti erano di colore bianco, poi piano piano si facevano più rosati e cominciavano a prudere un po’, fino a quando in pochi minuti scomparivano. Sono andata da un dermatologo che mi ha detto che era una forma di orticaria dovuta a un eccesso di istamina, che dovevo evitare di mangiare latticini e derivati, o frutti molto calorosi come le banane, ma che era una cosa alla quale non c’era rimedio, non era grave non avrebbe comportato nessun problema a livello organico e che come per le allergie, il fatto che fino ad allora non avevo manifestato sintomi di quel genere non era rilevante. Ancora oggi, a distanza di anni ho lo stesso problema, (anche se ho notato che si manifesta in maniera più lieve, il prurito è scomparso quasi del tutto e le striature restano sempre più di colore bianco) con il quale ho imparato a convivere, facendo una ricerca su internet ho scoperto che la mia è una forma di orticaria chiamata dermografica, è corretto questo? Inoltre vorrei chiederle visto che è da qualche anno che ci sto pensando, se con questo problema potevo fare un tatuaggio, non ho mai osato farlo propro a causa di questo problema, ho provato a chiedere a qualche tatuatore, quando accompagniavo qualche amica, ma loro non mi hanno mai saputo dire niente al riguardo,anche su internet non c’è niente che mi possa aiutare a rispondere a questa domanda. Spero che una Sua risposta possa togliermi questo dubbio, La ringrazio anticipatamente per la risposta. Distinti saluti. (Utente dalla regione Piemonte).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Il problema da Lei descritto è noto come dermografismo e lo riscontriamo comunemente nella cosiddetta orticaria dermografica. I sintomi da Lei descritti e le relative immagini cliniche, sono ampiamente discussi nelle sezione orticaria di questo sito. Come giustamente sottolineato dal collega, questo fenomeno si verifica perché la pelle risponde in maniera abnorme a stimoli banali (es: elastico dei calzini, elastico dei reggiseni, sfregamento dell’accappatoio dopo la doccia), liberando quantità notevoli di sostanze vasoattive (es: istamina), sostanze responsabili del pomfo e del prurito. A volte persino il grattamento della zona, induce altro dermografismo e si possono osservare sulla pelle dopo pochi secondi, dei piccoli pomfi lineari, simili a frustate, intensamente pruriginosi e che ricalcano le zone appena grattate. Si tratta di un fenomeno così diffuso in dermatologia, che il test dermografico con dermografometro (dermographyc tester) rientra tra i comuni test per orticaria, eseguiti dallo specialista al momento della visita. Negli ultimi anni è stato osservato che l’istamina è solo una delle sostanze liberate nelle orticarie e che nella patogenesi, sarebbero coinvolte altre sostanze vasoattive (histamine releasing factors), come i leucotrieni, il PAF, le prostaglandine, l’acetilcolina, la serotonina e le chinine. Infatti alcuni recenti protocolli sperimentali, mirano ad affiancare ai comuni antistaminici, farmaci in grado di agire sugli altri mediatori. Un simile approccio terapeutico, è disponibile già da tempo per la cura di alcune forme di asma, in cui viene associata al normale antistaminico, una sostanza in grado di agire anche sui leucotrieni. Si tratta di terapie farmacologiche vere e proprie e non del solito palliativo e vanno effettuate pertanto sotto la guida del proprio dermatologo, evitando assolutamente “terapie fai da te”, inutili e spesso rischiose. Controindicazioni al tatuaggio, vi sono soprattutto se al momento della visita dermatologica sono state individuate ipersensibilità nei confronti di alcune sostanze (es: parafenilendiamina, coloranti dispersi, etc). Mi dispiace non poterLe dare conferme sul problema tatuaggio, ma la situazione varia da persona a persona e la visita dermatologica serve proprio a indagare sulla Sua storia clinica. DarLe un simile consiglio a distanza, senza avere idea della situazione in atto e della Sua sensibilità nei confronti di alcune sostanze (es: henné, tinture per capelli, etc) sarebbe per Lei poco utile. Contatti il Suo Dermatologo per una visita accurata e programmare insieme la possibilità di un eventuale tatuaggio, sulla base anche di eventuali esami effettuati in passato (es: dosaggio IgE totali, patch test, etc). Eviti nel frattempo scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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183 PRURITO PERSISTENTE E INFEZIONE DA HIV

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, ho appena inserito una domanda riguardante il prurito lamentato persistentemente dal mio compagno. Ho letto la sezione del sito dedicata alle possibili cause di prurito, tra cui figura anche l’infezione da HIV. Anch’io avevo inizialmente pensato a questa possibilità, dal momento che il mio compagno in precedenza ha avuto numerose partner e non sempre rapporti protetti. Probabilmente ingenuamente ho escluso l’ipotesi per i seguenti motivi: sono la sua unica partner da 2 anni e quando ci siamo conosciuti i sintomi erano già presenti; nel frattempo non ci sono stati nè miglioramenti, nè peggioramenti nella sintomatologia; non si sono presentati altri sintomi riconducibili all’infezione da HIV; ho avuto conferma da parte dei familiari che il problema sussiste fin dall’infanzia, da prima cioè che fosse sessualmente attivo. Spero abbia la possibilità di fornirmi una risposta, nel frattempo La ringrazio per l’attenzione.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Se ha letto la sezione prurito di questo sito, avrà avuto modo di comprendere che le cause di prurito persistente, possono essere davvero tante. L’infezione da HIV è solo una tra le tantissime possibilità e francamente non rientra nemmeno tra le cause più comuni di prurito. Per Sua maggior tranquillità, ne parli con il Suo medico e vedrà che in pochi minuti, con un semplice test HIV, si toglierà ogni dubbio. Un prurito che persiste da tanti anni, andrebbe approfondito e inquadrato da un punto di vista dermatologico. Alcuni esami del sangue (es: dosaggio sali biliari, dosaggio IgE totali, etc) possono talora essere utili, ma sarà il vostro dermatologo di zona, a guidarvi con un check up diagnostico mirato, basandosi sui dati anamnestici e clinici, che emergeranno al momento della visita specialistica.

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184 ACNE SUL PETTO E SULLA SCHIENA

DOMANDA: Buonasera, ho 19 anni. Il mio problema è quello della maggior parte dei ragazzi della mia età: l’acne. Ebbene nonostante l’utilizzo di svariati prodotti acquistati in farmacia il problema è scomparso sul viso ma persiste ancora su schiena e petto. Quali prodotti efficaci potrei usare per poter accelerare la scomparsa di questo problema estetico? Oppure cosa mi consiglia di fare? Tenga presente che ho già visitato 2 dermatologi ma i loro prodotti (solo saponi appositi) si sono rivelati efficaci per i primi tempi ma poi hanno cessato i loro effetti. La ringrazio in anticipo per la sua disponibilità e attendo Sua gradita e cortese risposta.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Se con due visite specialistiche è stato suggerito un semplice detergente, presumo siamo davanti a una forma di acne lieve. Ciò è confermato anche dal fatto che il problema al viso è scomparso. Visto che ci troviamo a luglio, in questi periodi, il sole (anche preso involontariamente) che colpisce le aree fotoesposte (viso), svolge un’importante azione seboregolatrice, facilitando moltissimo il lavoro del dermatologo. Le aree coperte (schiena, decolléte, etc) all’inizio dell’estate possono rispondere in maniera più lenta, in quanto non solo non hanno il beneficio dei raggi UV, ma spesso il caldo e il sudore di questo periodo, ne prolungano i tempi di guarigione. Ne parli con il Suo dermatologo alla prossima visita di controllo, tenendo presente che per molte forme lievi, qualche giorno di mare, potrebbe apportare dei benefici. Si accerti però prima dell’esposizione volontaria al sole, di non assumere né applicare farmaci fotosensibilizzanti e nel dubbio, non esiti a contattare il Suo medico. Cordiali saluti e buona estate.

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185 CADUTA DI CAPELLI E PROBLEMI ORMONALI

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono ormai 4-5 mesi che sono affetta da una copiosa caduta i capelli (dopo lavaggio anche 400). Inizialmente pensavo a un problema ormonale post-parto, ma poi, considerando che il parto risale a due anni fa, ho iniziato a preoccuparmi. Sono affetta da tiroidite autoimmune, ma non in fase di ipotiroidismo (prima della gravidanza ero ipotiroidea e assumevo eutirox 100; poi ho avuto una tireotossicosi post-parto e i valori del TSH si sono col tempo normalizzati). Mi sembra di avere una certa ricrescita, ma la densità dei capelli è notevolmente diminuita. Quale potrebbe essere il problema? La ringrazio e le porgo cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: La perdita di 400 capelli al giorno non rientra tra i valori fisiologici. Le cause di questa aumentata caduta e del diradamento da Lei descritto, possono essere davvero tante e la Sua descrizione, sebbene accurata, non permette di formulare un sospetto diagnostico attendibile, in quanto le manifestazioni descritte, sono comuni a diverse situazioni dermatologiche (es: telogen effluvium, alopecia androgenetica femminile, etc). Oltre al valore degli ormoni tiroidei, importantissimi per la tiroidite che sta curando, potrebbero essere utili altri valori (es: dosaggio della ferritina, dosaggio della prolattina, FSH, LH, testosterone libero, ecografia ovarica, etc). Avendo avuto una gravidanza negli ultimi due anni, potrebbe aver ancora conservata a casa una copia di questi esami e portarli con sé al momento della visita dermatologica. Con una visita specialistica ed eventuale tricogramma presso il Suo Dermatologo, si potrà giungere a una diagnosi precisa (es: defluvium, alopecia androgenetica, etc) e programmare eventualmente una terapia mirata al problema. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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186 PRURITO NOTTURNO: NON SEMPRE È UN SINTOMO DI ALLERGIA

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, ho 41 anni. Da qualche mese ho un forte prurito su tutto il corpo, in particolare sulle gambe e per lo più ciò avviene di sera quando vado a dormire. Questo problema è ormai giornaliero. Non ho mai sofferto di allergie o malattie della pelle. Attendo una Sua gentile risposta. Grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Le cause di prurito possono essere davvero tante e nel mio sito ho dedicato un’intera sezione a questo fastidiosissimo problema. Se avrà modo di leggere i miei articoli sul prurito, vedrà che non sempre si tratta di allergia o di scabbia. Nella maggior parte dei casi, il fastidio aumenta di sera. Infatti mentre di giorno, siamo generalmente presi tra i vari impegni di casa e lavoro, dimenticando per un po’ il prurito, nelle ore serali, specie di notte, tale problema diviene a volte insopportabile. È anche vero che nelle ore serali, l’organismo produce una maggiore quantità di istamina, una delle sostanze responsabili del prurito. Persino alcune patologie parassitarie (es: acariasi, scabbia, etc) possono presentarsi con un feroce prurito notturno, ma in questi casi, al momento della visita, si possono osservare delle lesioni caratteristiche sulla pelle del soggetto affetto e dei suoi familiari conviventi. La cosa migliore da fare è quella di cercare a casa gli ultimi esami del sangue fatti e parlarne con il Suo dermatologo sulla possibilità di un check up mirato di approfondimento. In base a quanto emergerà dalla visita specialistica, si potrà giungere alle cause del Suo prurito e programmare una terapia mirata. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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187 ERITEMA SOLARE E ANTIOSSIDANTI

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 20 anni di Benevento e Le scrivo sul sito il dermatologo risponde online, per avere qualche informazione in merito al un mio problema di eritema solare. Ho letto su una rivista che è consigliabile fare una cura con antiossidanti per circa un mese affinché il problema diminuisca. Volevo qualche informazione più dettagliata. Cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: La cute si difende dagli effetti spiacevoli dell’esposizione al sole, grazie alla produzione di eumelanina (melanina presente nella cute dei soggetti bruni) e di molecole antiossidanti (es. vitamina E, polifenoli, vitamina C, taurina, acido lipoico, carotenoidi, coenzima Q, glutatione, etc). Oltre a queste preziose sostanze la cute dispone di speciali enzimi (es. catalasi, superossido dismutasi, glutatione perossidasi, glutatione reduttasi, etc) in grado di contrastare la formazione dei radicali liberi, prodotti in seguito all’esposizione al sole. Molti di questi enzimi, funzionano correttamente in presenza di rame, selenio e zinco, ed è per questo che in alcuni pazienti (es: fototipo I e II) il dermatologo al momento della visita, a volte consiglia l’assunzione di questi preparati prima dell’inizio dell’estate. La capacità fotoprotettiva della cute non è però uguale per tutti. Alcuni soggetti di pelle chiara, che in estate si scottano spesso abbronzandosi poco (fototipo I e II) producono una melanina più chiara (feomelanina), meno efficace della eumelanina, nel neutralizzare i radicali liberi. Soprattutto in questi soggetti, sentito il parere del proprio medico, si può programmare prima dell’estate, una terapia con un pool di antiossidanti (es: vitamina E, astaxantina, licopene, luteina, acido lipoico, etc) in grado di potenziare la capacità fotoprotettiva della cute. È importante però ricordare che questi antiossidanti, non sostituiscono le normali regole di corretta esposizione al sole e la fotoprotezione topica (creme con adeguato fattore di protezione solare) rimane ancora oggi il miglior sistema di protezione. Attualmente gli schemi totali, li riserviamo solo per alcune categorie di persone e in presenza di particolari fotodermatosi. I moderni preparati consigliati al momento della visita dermatologica, conferiscono un’alta protezione, sono trasparenti, pratici e permettono persino una buona abbronzatura. La massima attenzione va posta i primi giorni di esposizione al sole. Man mano la pelle comincerà ad abituarsi gradualmente al sole e a produrre melanina, nonostante la protezione solare alta. Infatti la maggior parte degli eritemi estivi, si sviluppa alle prime esposizioni al sole, quando la pelle non ha ancora prodotto la melanina. Contatti il Dermatologo a Lei più vicino per una visita accurata e per programmare, dato il Suo tipo di pelle, il miglior sistema di fotoprotezione topica (crema, gel, latte) e sistemica (capsule, compresse, bustine effervescenti, etc). Le invio un mio articolo dettagliato sulla pelle al sole.

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188 LESIONE DERMATOLOGICA: COSA SIGNIFICA

DOMANDA: Salve, vorrei un’informazione sulle comunissime papule perlacee peniene (o irsutio glandis se non ricordo male): curiosando sul web noto che alcuni le definiscono come lesioni, ma è corretto? In poche parole: sono da considerarsi come discontinuità o lesioni della mucosa del glande, quindi potenziale “porta” per il contagio di malattie veneree dalle più comuni sino al temibile HIV?

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Le papule perlacee dei genitali (hirsuties papillaris genitalis), sono un fenomeno fisiologico presente sia nell’uomo (papule perlacee della corona del glande) che nella donna. Esse non rappresentano una vera e propria patologia. Ciò nonostante, una visita dermatologica accurata, consente attraverso l’esame clinico ed eventuali esami di approfondimento (es: penoscopia nell’uomo e vulvoscopia nella donna) di confermarne la diagnosi e di distinguerle da altre situazioni fisiologiche (es: grani di Fordyce) o patologiche (es: verruche genitali, mollusco contagioso, etc) dell’area genitale. Il termine “lesione” da Lei indicato, viene molto utilizzato da noi dermatologi come sinonimo di manifestazione clinica e non necessariamente si riferisce a soluzione di continuità di cute o mucose. Le papule perlacee, una volta accertata la diagnosi, sono delle manifestazioni assolutamente benigne e non rappresentano una porta di entrata per infezioni a trasmissione sessuale, in quanto non vi è una lesione traumatica. Per dirlo in parole povere: la definizione di lesione in dermatologia (termine scientifico) è diversa dal termine lesione che ritroviamo sul dizionario della lingua italiana. In gergo dermatologico, persino nel descrivere un banale nevo piano e completamente benigno, parliamo di lesione melanocitica. Nella speranza di averLe fornito un consiglio utile Le invio i miei più cordiali saluti.

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189 COME SCATTARE UNA FOTOGRAFIA DELLA PELLE

DOMANDA: Egr. Dottore, sono una ragazza di 23 anni e soffro di una strana dermatite pruriginosa da anni, che mi viene soprattutto al mare. Quando vado dal mio dermatologo per fare la visita, le macchie non ci sono più e lui mi dice di ritornare appena il problema si ripresenta oppure di fotografare le chiazze appena ricompaiono. Ho provato a scattare qualche foto con la mia digitale, ma vengono sempre sfuocate. Mi può dare qualche consiglio utile? Grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. utente, grazie alla Sua domanda, più che lecita, ho voluto dedicare un’apposita sezione del sito su questo argomento. A volte, quando al momento della visita non vi sono manifestazioni cliniche in atto, una buona foto amatoriale, se ben scattata, può essere molto preziosa al medico. La cosa migliore da fare sarebbe quella di ritornare dal collega a controllo appena si ripresenta il problema, ma se questo Le riesce impossibile, può portare con se al momento della visita di controllo una o più foto della situazione clinica, seguendo qualche utile consiglio nella sezione del sito dedicata alla fotografia dermatologica di pelle, unghie e capelli. Cordiali saluti.

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190 PRURITO AI LATI NASO E PRESENZA DI PUNTI NERI AL VISO

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 26 anni della provincia di Napoli e Le scrivo per avere qualche informazione in merito a un mio problema di pelle, in particolare un’eccessiva produzione di sebo con fastidiosi punti neri leggermente gonfi su guance e zigomi, particolarmente pruriginosi. Altro fastidioso inestetismo è anche un’irritazione nella zona laterale alle narici. Ho applicato diproform crema ma non sembra cambiare nulla. La ringrazio per l’attenzione cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: La presenza di punti neri è spesso indice di una pelle seborroica. Una pelle particolarmente grassa si può presentare con diversi tipi di impurità (es: papule, pustole, punti neri). La desquamazione che Lei riferisce ai lati del naso, è chiamata dermatite seborroica ed è un’altra caratteristica delle pelli impure. Più che suggerirLe il nome di una crema come ennesimo tentativo, la cosa migliore sarebbe quella di risalire alle possibili cause di tali inestetismi (es: ovaio micropolicistico, iperprolattinemia, etc). Con una visita specialistica accurata presso il Dermatologo a Lei più vicino, si potrà giungere quanto prima a una precisa diagnosi (es: acne comedonica, dermatite seborroica, etc) e programmare di conseguenza una terapia mirata al Suo problema. Senza essere giunti prima a una vera e propria diagnosi risulta difficile programmare una terapia realmente utile. Contatti il Dermatologo a Lei più vicino per una visita specialistica accurata.

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191 PRURITO ACQUAGENICO E ORTICARIA ACQUAGENICA

DOMANDA: Egr. Dottore. Ho letto molto riguardo il “Prurito acquagenico” del quale credo soffrire. In effetti subito dopo il contatto con l’acqua: fredda, calda, salata, dolce e gia durante l’asciugatura: lino, cotone... mi comincaia uno snervante pizzicore. La pelle diventa, nei punti interessati, come pelle d’oca, è localizzato in particolar modo agli arti e al torace ed è diffuso ovunque. Ho usato prodotti idratanti, oli, prodotti biologici ma niente tanto che il lavarmi è diventato per me un incubo. Mi avevano detto che era un effetto che col tempo sarebbe sparito... ma son passati 10 anni... e non è affatto risolto. È sicuro però che durante il periodo estivo si intensifica moltissimo. Sopravviverò alla nevrosi?

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Salve, ho appena letto la Sua mail. Il prurito acquagenico si presenta in seguito al contatto con l’acqua (calda, fredda, dolce, salata, etc) a causa della degranulazione dei mastociti cutanei, a contatto con l’acqua, con rilascio di peptidi vasoattivi (es. VIP, acetilcolina, sostanza P, etc), responsabili del prurito impellente. Il sudore rientra tra i possibili fattori scatenanti ed è per questo che in estate il prurito può aumentare. In alcuni casi, l’aggiunta in acqua di avena colloidale o di semplice bicarbonato di sodio (es: 150 gr nell’acqua della vasca da bagno), può ridurre il fastidio. Una visita dermatologica accurata, permetterà di confermare la diagnosi e di escludere un’orticaria acquagenica. In questi casi, il dermatologo prescriverà una cura specifica, spiegando al paziente di evitare nel frattempo le immersioni a mare e gli sport acquatici. Le cause del problema da Lei descritto, possono essere davvero tante e la Sua descrizione, sebbene accurata, non permette di formulare un sospetto diagnostico attendibile, in quanto le manifestazioni descritte, sono comuni a diverse situazioni (es: prurito acquagenico, orticaria acquagenica, acquadinia, etc). Con una visita specialistica accurata presso il Dermatologo a Lei più vicino, si potrà giungere a una diagnosi precisa e programmare eventualmente una terapia mirata al problema. Mi dispiace non poterLe essere utile online, ma prescriverLe una cura a distanza, senza avere idea della situazione in atto, sarebbe per Lei poco utile e soprattutto poco attendibile. Contatti il Dermatologo a Lei più vicino per una visita accurata. Si raccomanda nel frattempo di evitare scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti.

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192 VARICELLA ED ESPOSIZIONE AL SOLE

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono la mamma di un ragazzo di 15 anni che ha preso la varicella in una forma molto violenta. Oggi dopo circa venti giorni dalla comparsa della malattia mio figlio presenta ancora croste sulle spalle, torace e braccia e macchie sul viso, sul collo e laddove sono cadute le croste. Quello che mi serve di sapere è se può andare al mare e se può prendere sole. Grazie in anticipo della sua risposta. Cordialmente.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.ra, se sono ancora presenti gli esiti della varicella, un’esposizione al sole, dato il periodo estivo, potrebbe lasciare degli esiti discromici sulla cute. Prima di un’esposizione al sole, consulti il Dermatologo a Lei più vicino, per valutare attentamente la situazione e programmare una prevenzione con i prodotti dermatologici più adatti al caso di Suo figlio. Si raccomanda di non grattare via le crosticine con le mani, per evitare eventuali spiacevoli esiti cicatriziali, possibili soprattutto quando la varicella è contratta nei ragazzini più grandi.

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193 DEGENERAZIONE DEL LICHEN SCLEROATROFICO

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, a mio marito è stato da poco diagnosticato il lichen sclero atrofico (confermato da biopsia). Attualmente gli è stata prescritta una pomata (protopic) e un farmaco da assumere per via orale. Questa cura è efficace nel contenere o ridurre il problema? Ho letto di cronicità e di possibile evoluzione in tumore... sono molto preoccupata! Il dermatologo ci ha spiegato che i casi di degenerazione riguardano solo i casi trascurati. È così? Significa quindi che le cure hanno il loro effetto? Non ha mai avuto problemi durante i rapporti sessuali, attualmente ha una macchia bianca sul prepuzio e una più piccola sul frenulo. La cura può far sparire le macchie? Ho letto anche che si parla di lesioni precancerose, ma c’è un sistema per prevenire danni peggiori?

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.ra, ho appena letto la Sua mail. Il lichen scleroatrofico (lichen sclerosus) è una patologia molto comune ed è di tipo cronico. Le visite specialistiche periodiche e le terapie dermatologiche, consentono oggi di gestire abbastanza bene il problema, nella prevenzione di possibili degenerazioni. Queste sono possibili nei casi trascurati. Le terapie generalmente non sono in grado di cancellare le macchie dall’area genitale, ma consentono una corretta gestione della patologia negli anni. Segua tutti i consigli del Suo dermatologo. Il tipo di terapia e la frequenza delle visite di controllo, è stabilita dal dermatologo al momento della visita specialistica, in base alla situazione clinica in atto. Il lichen scleroatrofico, generalmente non causa problemi nei rapporti. Il modo per prevenire possibili complicanze è quello di praticare una visita di controllo periodica secondo le indicazioni del Suo medico. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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194 PSEUDOTINEA AMIANTACEA (PSEUDOTIGNA O PITYRIASIS AMIANTACEA)

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 25 anni Mi è stata diagnosticata una pseudotinea amiantacea, io ho una gatta di 4 anni e mi è stato detto che può essere lei la causa. La mia gatta corre qualche rischio? Devo starle lontana per un po’ di tempo? È infettiva? La ringrazio per la cortese attenzione. In attesa di un riscontro Le porgo cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: La pseudotinea amiantacea viene indicata con una serie di sinonimi (es: pitiriasi amiantacea di Alibert, psoriasi amiantacea, tinea asbestina, cheratosi follicolare amiantacea, falsa tigna amiantacea, porrigine amiantacea, etc) ed è un fenomeno benigno e non infettivo, localizzato in un’area circoscritta del cuoio capelluto. Essa si presenta con delle tipiche squame biancastre molto aderenti, che avvolgono a manicotto la parte iniziale dei capelli. Quando si tenta di asportare le squame con le mani, inizia a cadere tantissima forfora e sul cuoio capelluto persiste una cute eritematosa ed edematosa. Il prefisso “pseudo” indica che nonostante possa talora somigliare clinicamente a una vera e propria tinea capitis (micosi del cuoio capelluto) le cause non sono però di natura infettiva. Si tratta di una patologia che in alcuni casi si può associare ad altre dermatosi (es: psoriasi del cuoio capelluto, dermatite seborroica del cuoio capelluto, lichen simplex, dermatite atopica, pitiriasi simplex, etc). Quando regredisce, generalmente non lascia esiti atrofici, cicatriziali o alopecia. Solo in rarissimi casi (es: sovrinfezione da streptococco) è stata riscontrata un’alopecia cicatriziale. Il termine amiantaceo (simile all’amianto), si riferisce invece all’aspetto delle squame che aderiscono al cuoio capelluto e che avvolgono la radice dei capelli, riunendoli in tanti ciuffetti. Generalmente, sotto la guida del proprio dermatologo, le applicazioni di olio di mandorle dolci e i blandi cheratolitici dermatologici a base di acido salicilico, consentono la guarigione in poche settimane. Gli shampoo al catrame vegetale possono essere utili e qualche volta il trattamento cheratolitico (blando) può essere fatto per poche ore in occlusiva, ricorrendo all’uso di una cuffia da doccia. Il tipo di terapia viene programmato al momento della visita specialistica presso il proprio dermatologo, in base alla situazione clinica in atto. Come dice il nome stesso della patologia, l’infezione da cani o gatti è poco probabile, al contrario di quanto avviene per la tigna classica. Nei casi dubbi, l’esame dermatologico con lampada di Wood (fluorescenza verdastra in presenza di dermatofiti) e l’esame microscopico miceti, consentono rapidamente di identificare un’eventuale infezione. Se la diagnosi di pseudotigna amiantacea è stata accertata con la visita specialistica, allora la Sua gatta non corre alcun rischio, in quanto tale patologia è per definizione “non infettiva”. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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195 MACCHIE SCURE SUL VISO E CLOASMA: NON SOLO IN GRAVIDANZA

DOMANDA: Buongiorno Dottore, sono in gravidanza e ovviamente sono uscite le macchie scure sul viso esponendomi al sole, essendo soggetta volevo comunque sapere se oltre la protezione alta posso utilizzare un prodotto schiarente in questo periodo oppure rimandare a dopo l’estate. Grazie e buona giornata.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Il cloasma o melasma (maschera della gravidanza), è un fenomeno caratterizzato dalla comparsa di macchie brune al viso, nel periodo primavera estate. Oltre che in gravidanza, questo fenomeno si può verificare anche nelle donne più giovani, durante l’assunzione di contraccettivi orali, in seguito a una lampada UV o in un periodo in cui il ciclo mestruale è piuttosto irregolare. All’inizio della comparsa delle macchie brune, il trattamento è più efficace, in quanto la melanina è ancora superficiale (epidermide). In questa fase, i normali trattamenti dermatologici, sono in grado di apportare dei benefici sul piano estetico, in quanto generalmente alla blanda esfoliazione dell’epidermide, fa seguito la scomparsa delle macchie. Questo tipo di cloasma iniziale (superficiale o epidermico) osservato alla lampada di Wood, presenta una tipica fluorescenza bruno caramello. Man mano che trascorrono i mesi, la melanina oltre che nei tessuti superficiali (epidermide) è presente anche nel derma superficiale (melanofagi) e tende a comportarsi pertanto come un vero e proprio tatuaggio. All’esame con lampada di Wood, queste forme più profonde, non emettono alcuna fluorescenza. Il cloasma in questa fase risponde meno bene ai trattamenti dermoestetici, in quanto per il derma non si verifica il fisiologico rinnovamento cellulare (turnover) che avviene normalmente per l’epidermide. Per il trattamento e la prevenzione delle macchie scure della gravidanza esistono diversi sistemi, variabili da caso a caso. Indipendentemente dal sistema utilizzato, dato il periodo estivo, andrebbe utilizzata al mattino una crema ad altissimo fattore di protezione solare (es: 50+). Oggi quelle in commercio, sono abbastanza pratiche e quasi del tutto trasparenti. La sera in genere viene consigliata una crema schiarente specifica, in base a quanto si osserva al momento della visita. In gravidanza preferiamo utilizzare dei prodotti specifici, più sicuri, che all’interno del foglietto non riportano controindicazioni o particolari precauzioni per le donne in gravidanza o allattamento. Con una visita specialistica accurata presso il Dermatologo a Lei più vicino, si potrà valutare il tipo di cloasma (es: con la lampada di Wood è possibile distinguere generalmente un cloasma superficiale da uno profondo) e programmare eventualmente una terapia o un percorso di prevenzione mirati al Suo problema. La protezione ad altissimo fattore di protezione, andrebbe applicata ogni mattina, anche dopo l’estate, quasi come se fosse una normale crema idratante. Alcune di esse infatti, si prestano a essere ottime basi idratanti per la cosmesi e in inverno le potrà sostituire al normale idratante viso, anche nei giorni con poco sole e nei giorni in cui rimane in casa o ufficio. Mi dispiace non poterle essere utile online, ma prescriverLe una cura a distanza, senza avere idea della situazione in atto, sarebbe per Lei un’inutile perdita di tempo. Contatti il Dermatologo a Lei più vicino per una visita accurata quanto prima e non dopo l’estate. Le forme di recente insorgenza rispondono infatti molto meglio rispetto alle forme trascurate per mesi o anni. Raccomandiamo soprattutto in gravidanza, di evitare scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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196 GOMITI SCURI E TERRENO PSORIASICO: PSORIASI O IPERCHERATOSI ?

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, ho un problema di ruvidezza esagerata ai gomiti la cui pelle diventa addirittura nera creandomi disagio per esempio a indossare abiti con maniche corte. Sono stata da un dermatologo che mi ha guardato i gomiti per un secondo e mi ha detto che si tratta di psoriasi, però nel referto mi ha scritto “ipercheratosi”. La mia domanda è se ipercheratosi e psoriasi sono la sessa cosa. Grazie e i più cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Mi rendo conto benissimo del fatto che da una visita specialistica accurata ci si aspetti tanta attenzione, ma è anche vero che per la diagnosi di patologie molto comuni come la psoriasi, sono a volte sufficienti al dermatologo esperto pochi istanti. Quando per una forma minima di psoriasi, localizzata esclusivamente ai gomiti, utilizziamo il termine di ipercheratosi (termine generico per descrivere aree cutanee secche, ruvide e ispessite) spesso ci riferiamo più che a una psoriasi franca, a una sorta di predisposizione psoriasica (il cosiddetto terreno psoriasico). Molte persone infatti, pur non avendo mai sofferto di psoriasi vera e propria, riferiscono specie nei mesi freddi, la presenza di secchezza eccessiva dei gomiti, che generalmente regredisce spontaneamente al mare. Nelle persone con la pelle un po’ più bruna o olivastra, oltre alla secchezza si può riscontrare un antiestetico accumulo di melanina, che conferisce ai gomiti un aspetto nerastro. Per rispondere alla Sua precisa domanda, tutte le forme di psoriasi dei gomiti, si presentano con ipercheratosi ed è per questo che i termini sono utilizzati quasi come sinonimi. Nelle forme di psoriasi vera e propria, oltre all’ipercheratosi (secchezza), riscontriamo anche eritema e desquamazione, che conducono al quadro raffigurato nella foto della sezione psoriasi di questo sito. Cordiali saluti.

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197 PRURITO VULVARE PERSISTENTE

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 27 anni. Soffro da circa due mesi di prurito vulvare, la mia ginecologa dopo aver eseguito pap test e tamponi ha escluso ogni forma di infezione dicendomi che il mio prurito era sintomatico. Successivamente ho eseguito una vulvoscopia con la diagnosi di dermatite lichen simplex? Ho usato per 10 giorni altosone crema e stavo bene ma non benissimo, poi dopo un rapporto sessuale e trovandomi a mare con costume bagnato è ricomparso il prurito e in aggiunta mio marito presenta il glande con puntini rossi e di una colorazione strana. Ho sospeso l’altosone e uso una semplice crema all’ossido di zinco per neonati e sto benino anche se ogni tanto ho degli attacchi di prurito, mi aiuti per favore.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.ra, ho appena letto la Sua mail. Le cause di prurito vulvare possono essere di diversa natura e vanno da una semplice infiammazione (es: vulvite irritativa) a problemi più impegnativi (es: vulvite da candida, vulvite eczematosa da contatto, lichen simplex, psoriasi vulvare, vulvite plasmacellulare di Zoon, etc). Può essere utile in questi casi una visita specialistica di coppia, soprattutto se la comparsa del prurito coincide con i problemi ai genitali riferiti da Suo marito. Per quanto riguarda il lichen simplex, si tratta di una reazione di cute e mucose al grattamento cronico, che a sua volta produce altro prurito. La mucosa in questi casi tende ad assumere con il tempo, un colorito prima eritematoso e poi brunastro e talora può interessare anche l’area perianale. Una visita specialistica con eventuali esami di approfondimento (es: tampone, patch test, etc) andrebbe fatta presso il vostro dermatologo di fiducia e possibilmente in coppia. Una volta confermate le cause (per entrambi) e la diagnosi, si potrà programmare una terapia mirata al problema e non solo sintomatica. Le allego un mio recente articolo in tema di dermatologia genitale. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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198 GRANI DI FORDYCE SULL’ASTA DEL PENE

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, Le scrivo poiché mi sono stati diagnosticati dei grani di Fordyce sull’asta del pene. È possibile curarli? E quali sono le terapie necessarie? Grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: I grani di Fordyce sono delle semplici ghiandole sebacee eteropiche e si possono riscontrare in diversi distretti (es: genitali maschili, genitali femminili, labbra, guance, etc). Negli altri distretti corporei, le ghiandole sebacee sono normalmente associate a un follicolo pilifero, in cui versano il sebo prodotto (unità pilosebacea). I grani di Fordyce invece sono delle ghiandole sebacee isolate e non comunicanti con alcun follicolo pilifero, ed è per questo che le ritroviamo anche in aree prive di peli (es: labbra, cavo orale, etc). Si presentano come piccoli rilievi giallastri, grandi appena 1 o 2 millimetri e come sicuramente giàà Le avrà spiegato il collega, si tratta di un fenomeno fisiologico e non patologico. Essendo pertanto asintomatici, i grani di Fordyce generalmente non richiedono alcun trattamento. A volte i grani di Fordyce, possono essere confusi con altre manifestazioni genitali, sia fisiologiche (es: papule perlacee) che patologiche (es: condilomi acuminati, mollusco contagioso, etc). Nei pochi casi dubbi, il dermatologo al momento della visita specialistica, può ricorrere alla penoscopia, esame rapido e non invasivo, in grado di distinguere i grani di Fordyce da altre situazioni più o meno simili. In presenza di grani di Fordyce, alla penoscopia è possibile osservare il cosiddetto “pattern vascolare a coccarda”, soprattutto se si utilizza un filtro digitale di colore verde. I capillari infatti avvolgono il singolo grano di Fordyce, senza mai attraversarlo (ghirlanda vascolare). La penoscopia mostra invece quadri completamente diversi in presenza di condilomi (pattern vascolare punteggiato) o di papule perlacee (pattern vascolare a forcina di capelli). Le invio un mio recente articolo sulla dermatologia genitale. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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199 MACCHIE SCURE SULLE GAMBE

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una donna di 37 anni, ho una pelle olivastra, sono di origine etiopica, quando sbatto da qualche parte, quando mi pizzica una zanzara mi rimane la macchia per anni. Inoltre ho una vena varicosa su un polpaccio e vorrei sapere cosa posso fare visto che non posso fare iniezioni sclerosanti. Spesso mi sento come un leopardo tante sono le macchie che ho. Inoltre questo problema si verifica solo sulle gambe.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: La cute produce melanina non solo come risposta a un’intensa esposizione al sole, ma anche in seguito a fenomeni infiammatori banali come può essere una piccola escoriazione, un pelo incarnito (follicolite) o una puntura di insetto. Grazie a questo sistema, la melanina neutralizza i radicali liberi che si producono nei processi infiammatori e si rivela tra i migliori meccanismi di difesa disponibili nell’uomo. Nei soggetti di carnagione chiara (soggetti feomelanici), questo meccanismo è poco efficiente e la melanina prodotta è molto chiara (feomelanina) ed è rarissimo pertanto osservare il fenomeno da Lei descritto. Nei soggetti più bruni o olivastri (soggetti eumelanici), questo meccanismo è molto efficiente e la melanina prodotta è molto scura (eumelanina). Tale fenomeno si verifica anche nelle zone non esposte al sole (es: glutei, inguine, etc) in quanto si tratta di una pigmentazione post infiammatoria. Con una visita specialistica accurata presso il Suo dermatologo, si potrà valutare il Suo tipo di pelle e l’entità delle risposte pigmentarie. Tenga presente che su cute molto scura, il colore rosso delle comuni dermatiti (es: orticaria papulosa, follicolite, eczema, etc) viene percepito come grigio e una visita dermatologica servirà proprio ad escludere la presenza di un’eventuale dermatite di base. Al momento della visita saranno valutate anche le possibili cause per la Sua varice sul polpaccio e programmare eventuali terapie o una consulenza vascolare. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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200 DESQUAMAZIONE DEI CAPEZZOLI E MALATTIE DEL SENO DI INTERESSE DERMATOLOGICO

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 18 anni della provincia di Bergamo e ho una pelle chiara e abbastanza sensibile. Da qualche anno (circa 3 anni) ho notato 3 o 4 volte un problema al capezzolo sinistro, che tuttora è presente: esso, che è grande e chiaro è più allungato rispetto all’altro capezzolo, si irrita non so per quale motivo, io pensavo per sfregamento contro il reggiseno, diventando più rosso e rilevato in alcune zone, le quali poi si screpolano e mi causano prurito. Se gratto si staccano delle scagliette di pelle e sotto ne esce un liquido, che credo sia siero, che forma delle crosticine, e a volte una puntina di sangue. La prima volta che mi è successo è stata la più grave, perché mi grattavo aggravando il problema, che è durato delle settimane. Successivamente ho cercato di non toccare niente quando si ripresentava e si risolveva spontaneamente in una o due settimane. Volevo chiederle se può essere qualcosa di grave e se è il caso di sottopormi a una visita o di mettere qualche crema. Spero di averle fornito le informazioni sufficienti per capire di cosa si tratta. La ringrazio in anticipo per la Sua cortese attenzione.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: La Sua descrizione è stata molto precisa e dettagliata, ma le cause del Suo problema possono essere davvero tante e solo con una visita dermatologica accurata si potrà giungere a una diagnosi precisa e programmare una terapia specifica. Le dermatiti che possono interessare il capezzolo nelle giovani donne possono avere diversa natura e vanno dalle semplici dermatiti irritative dovute all’attrito con il reggiseno (es: jogger’s nipple delle sportive), fino a patologie più impegnative (es: eczema allergico da contatto, psoriasi inversa, ipercheratosi dell’areola e del capezzolo, mastite suppurativa, adenomatosi erosiva benigna del capezzolo o papillomatosi benigna del capezzolo, l’amartoma delle areole, etc). Le malattie del seno di interesse dermatologico sono tantissime per poter dare dei consigli veloci a distanza. Il consiglio più utile che Le posso dare è quello di consultare il Dermatologo a Lei più vicino per una visita specialistica accurata e vedrà che in pochi minuti si toglierà ogni dubbio. Cordiali saluti e in bocca al lupo!