Dermatologo Dott. Del Sorbo

DOMANDE E RISPOSTE FREQUENTI IN DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA (FAQ)

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

081 MACCHIA ROSSA SUL GLANDE

DOMANDA: Gentile dottore, da qualche mese sulla parte destra del glande, mi è comparsa una macchia rossa che da un po’ di tempo si sta ingrandendo e ha quasi raggiunto la metà del glande stesso. Tale macchia non ha sempre la stessa intensità di rossore e a volte è un alone appena visibile. La pelle del glande in tale punto appare molto secca e spesso si desquama. Aggiungo che tale arrossamento è visibile anche nella parte sottostante il glande (sempre nelle parte destra) in cui nella pelle a volte si verificano delle crepe e dei taglietti senza fuori uscita di sangue comunque. Tale arrossamento non mi provoca alcun dolore o fastidio o disfunzione, solo raramente qualche leggerissimo fastidio o prurito o irritazione nel caso di rapporto sessuale (soprattutto della parte in cui si verificano i taglietti sotto al glande). Ho provato a lavare la zona con detergente a pH 4.5 (Dermogella) e applicando 2 volte al giorno il Pevaryl pomata, ma non è cambiato nulla, anzi la macchia sta progredendo. Ha qualche consiglio o suggerimento? La ringrazio anticipatamente e Le porgo i più cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: la situazione da Lei descritta andrebbe approfondita con una visita dermatologica in quanto il problema è presente già da un po’ di tempo. Purtroppo sulle mucose dei genitali maschili, quadri di desquamazione, arrossamento del glande e prurito intimo, possono essere comuni a moltissime forme di balaniti, infettive e non. Il Pevaryl che Lei ha utilizzato è un ottimo farmaco in presenza di un’infezione da lieviti (es: Candida albicans) o di altri miceti. Ma i quadri clinici che si verificano con tale sintomatologia sono molto più vari e non necessariamente si deve trattare di un’infezione. La cosa migliore da fare è quella di non applicare il Pevaryl per almeno una settimana e utilizzare solo il Suo detergente e programmare quanto prima una visita specialistica. Dopo una settimana dalla sospensione dell’antimicotico, il Suo dermatologo potrà, attraverso una visita accurata, giungere a una diagnosi di certezza, non influenzata dall’applicazione di eventuali farmaci. Spesso si tratta di quadri infiammatori che risolvono in poco tempo, ma talora tali sintomi possono essere spie iniziali di situazioni a più lunga durata (per esempio: psoriasi genitale, dermatite seborroica, lichen sclerosus, eczema, etc). Il collega di Padova attraverso la visita dermatologica potrà stabilire se esiste o meno un eventuale rischio infettivo e programmare con Lei un percorso terapeutico mirato al problema. Cordiali saluti.

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082 DESQUAMAZIONE DELLE MUCOSE INTIME

DOMANDA: Egr. Dr. Antonio Del Sorbo, sono una ragazza di 19 anni e il mio ragazzo ne ha 24. Il problema non è il mio ma è del mio ragazzo e questo episodio risale a due settimane fa. Dopo che avevamo avuto un rapporto, col il passare dei giorni il mio ragazzo ha notato di avere una screpolatura al pene dalla parte di sotto. Gli da un po’ fastidio, ma lui continuandosi a pulire con acqua e sapone non riesce a farlo passare. Abbiamo usato il profilattico e non so nemmeno se questo c’entri con il rapporto che abbiamo avuto. Non presenta arrossamento ma solo questa pelle secca che sul pene che tirando la pelle gli si rompe. Cosa si deve fare? Bisogna usare qualche pomata o passerà col tempo? La ringrazio per la sua disponibilità, spero di ricevere una sua risposta. Cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: La desquamazione della cute o delle mucose dei genitali esterni (riferita dai pazienti come pelle secca, fragile e screpolata) si verifica generalmente al termine di un processo infiammatorio. Negli uomini tale situazione si verifica spesso in seguito a episodi di tipo irritativo (es: balanite traumatica), di tipo infettivo (es: balanite da Candida o altre malattie sessualmente trasmesse) o più raramente di tipo allergico (es: balanite allergica da contatto, balanite da farmaci, etc). Questo per farLe comprendere che qualsiasi processo infiammatorio presente in queste zone, prima di poter giungere alla guarigione passa per una fase (desquamativa) transitoria simile al quadro da Lei descritto. In questi casi è importante però poter stabilire le cause che hanno portato a una simile situazione. Sulla zona interessata è importante evitare di applicare farmaci fai da te (es: creme al cortisone, creme antimicotiche, creme antibiotiche, etc) fino al momento della visita dermatologica, che consiglio quanto prima. In questo modo sarà possibile poter giungere a una diagnosi di certezza e programmare una terapia mirata al problema. Attraverso una visita accurata ed eventuali esami presso il Suo dermatologo di zona (es: penoscopia, esame colturale candida, etc), sarà possibile in pochi minuti valutare o escludere un eventuale rischio infettivo (se esiste). In genere queste situazioni con la giusta terapia regrediscono nel giro di qualche settimana, ma è fondamentale poter prima giungere a una diagnosi di certezza. Tentare terapie alla cieca senza aver prima consultato un medico e individuato il problema non solo è inutile ma talora è dannoso. Cordiali saluti.

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083 EPIDERMOLISI BOLLOSA E UNGHIE DEI PIEDI

DOMANDA: Salve, sono una ragazza di 30 anni e ho un problema alle unghie dei piedi, sono piccolissime e non crescono. Da premettere che nella mia famiglia siamo portatori sani di epidermolisi bollosa, ho fatto varie ricerche a riguardo e ho scoperto che questa malattia porta anche la caduta delle unghie. Ora le vorrei chiedere visto che comunque non credo che queste unghie mi cresceranno ed è anche difficile fare una ricostruzione dall’estetista, è possibile fare un intervento chirurgico applicando delle unghie finte? O comunque qualcosa del genere? Attendo vostre notizie. Grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Il quadro di onicodistrofia da Lei descritto è un problema abbastanza comune nelle donne e non solo nelle persone affette da epidermolisi bollosa. Tuttavia in alcune forme di questa patologia vi è un’aumentata incidenza. E’ importante pertanto un’accurata visita dermatologica per poter giungere a una diagnosi di certezza e a un’eventuale terapia mirata al problema. Per quanto riguarda la ricostruzione ungueale oggi esistono dei moderni sistemi di ricostruzione in gel con tip e french, in acrilico, in seta e in fibre di vetro, senza dover arrivare ad alcun intervento chirurgico. Può chiedere maggiori informazioni al Suo Dermatologo di zona, alla Sua estetista di fiducia o contattare direttamente i tantissimi centri di ricostruzione estetica professionale oggi presenti in Italia. Ne parli prima con il Suo dermatologo. Cordiali saluti.

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084 SIFILIDE E PENICILLINA

DOMANDA: Buonasera dott, Vi scrivo perché da qualche settimana non riesco a dormire sonni tranquilli. Tre settimane fa ho avuto una relazione con un ragazzo, che poi ho scoperto essere malato di sifilide in fase di guarigione. Abbiamo avuto rapporti sessuali, e purtroppo in quanto non sono stato avvisato in tempo, non sono state utilizzate tutte le protezioni necessarie. Non appena ho scoperto del suo stato di malattia, di mia iniziativa, mi sono autopraticato un’iniezione intramuscolare di 2 milioni di unità di penicillina G (che dolore!!) in un’ unica somministrazione e il giorno seguente, a scopo precauzionale e di mantenimento ho iniziato una terapia a base di bassado (doxiciclina) una cpr al giorno per 10 giorni. Nel frattempo mi sono fatto prescrivere i test ematici, ma non ho aspettato il periodo finestra di 6 settimane prima di avere altri rapporti sessuali. In pratica il mio timore è di essere infetto e di avere infettato la mia fidanzata. Sono un untore? Che probabilità ho di essere infetto e di avere infettato la mia fidanzata? Vi chiedo gentilmente un parere, so che dovrò aspettare il periodo finestra di 6 settimane, ma ho bisogno di qualche rassicurazione. Vi ringrazio Buonasera.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. utente, mi rendo conto di tutta la privacy che merita l’argomento in questione, ma praticare terapie fai da te in questi casi non è sempre utile. Se la persona in questione realmente è affetta da sifilide, il rischio di contagio (e di poter contagiare la Sua compagna) è probabile. Il mio consiglio è quello di rivolgervi entrambi a un Medico Specialista in Dermatologia e Venereologia di vostra fiducia e spiegare il problema. Il collega vi farà fare un semplice screening mediante alcuni esami di laboratorio comuni (es: VDRL quantitativa, TPHA, VES, CIC, etc) adatti a valutare se l’infezione è stata trasmessa o meno. In questi casi, visto che si è trattato di un rapporto occasionale, si richiederà in maniera del tutto anonima anche il test HIV, in quanto la persona in questione potrebbe aver contratto in passato anche altre infezioni sessualmente trasmesse senza saperlo o senza averlo mai comunicato. Mi rendo conto delle difficoltà relazionali, ma sarebbe consigliabile che Lei possa trovare il modo più sereno di comunicare alla Sua compagna l’importanza di effettuare una visita specialistica insieme. Anche in caso di eventuale positività, Lei sa benissimo che oggi la sifilide, malattia un tempo terribile, oggi risolve senza particolari problemi, purché gestita da un medico e non come ha fatto Lei con terapie antibiotiche fai da te. La penicillina intramuscolo è quella che normalmente utilizziamo noi da protocollo, ma non è così che si risolvono queste cose… mi raccomando quindi… effettuate quanto prima una visita medica!!! Cordiali saluti.

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085 FOLLICOLITE DELLA REGIONE INGUINALE

DOMANDA: Buongiorno Dr. Del Sorbo, La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità. Sono una ragazza di quasi diciannove anni e le scrivo in merito a un problema di certo non grave, ma che è per me fonte di imbarazzo, in estate soprattutto. Ho la pelle molto sensibile e dalla fine della scorsa estate i peli della zona inguinale hanno iniziato a crescere rimanendo sotto la pelle. Alcuni col tempo uscivano in superficie, mentre gli altri facevano sorgere brufoletti o rimanevano semplicemente “incastrati” nella pelle, così da sembrare tanti punti di color scuro. Ho cercato di trovare causa e rimedio del problema, anche perché i segni che rimangono sulla pelle si vedono molto in costume, ma non ho li trovati. Non può essere un problema determinato dall’uso del rasoio perché NON ne faccio mai uso, preferendo a questo la ceretta che elimina anche lo strato di cellule morte superficiali. Mi è stato detto che potrebbe trattarsi di un fattore ormonale... Ho anche provato a usare esfolianti, a risolvere il problema con l’uso di una pinzetta, ad applicare creme con una lieve percentuale di cortisone per cercare di attenuare i segnetti rossi... Tutto è stato inutile. Le chiedo per favore se saprebbe darmi dei consigli in merito perché io non so proprio più cosa fare. Inoltre avrei una DOMANDA che sicuramente le avranno posto un sacco di persone: la lampada solare fa bene alla pelle delle persone con problemi di acne perché secca i brufoletti oppure è un errore da evitare in quanto fa uscire anche i comedoni che si trovano ancora sotto pelle? La ringrazio molto... Aspetto una risposta! Cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: il quadro da Lei descritto è una situazione comune a tantissime persone e corrisponde molto probabilmente alla cosiddetta follicolite. Il follicolo del pelo (la cosiddetta radice o bulbo pilifero) dopo un’epilazione (rasoio, ceretta, crema depilatoria, pinzetta, etc) va incontro a un processo infiammatorio acuto. Negli uomini di carnagione chiara ad esempio, notiamo tale fenomeno dopo la rasatura della barba (con rasoio elettrico o manuale), soprattutto nelle aree più delicate (es: al collo, in prossimità del cosiddetto pomo di Adamo). Nelle donne invece tale situazione è molto frequente nella regione inguinale, zona in cui il pelo è molto spesso e la pelle è molto delicata. Ciò purtroppo non dipende dal sistema di depilazione / epilazione utilizzato e quindi cambierebbe molto poco passando dalla ceretta alla crema o al rasoio. Se il follicolo si infiamma, l’unico modo per eliminare tale problema è quello di distruggere il follicolo. La situazione spesso migliora ricorrendo ai moderni sistemi di epilazione cosiddetta duratura praticata da molti dermatologi con una tecnica che utilizza laser o la luce pulsata intensa (IPL). Contatti il Suo dermatologo di zona per verificare se la Sua situazione è compatibile per tale trattamento, facendosi spiegare i costi, i benefici e i rischi, se ce ne sono. Ad esempio, nelle persone con carnagione olivastra o molto scura, tale trattamento ha una minore efficacia rispetto alle situazioni in cui il pelo è molto scuro e la pelle è chiara (situazione ideale per la foto depilazione con luce pulsata a 695 nm). Nel caso il collega, data la Sua situazione, dovesse confermare l’utilità di tale epilazione, Le spiegherà che il trattamento prevede diverse sedute a distanza di 2 mesi circa l’una dall’altra. La fotodepilazione non è un trattamento valido per tutti i casi, ma nei casi selezionati dal Dermatologo dà risultati soddisfacenti. La follicolite dipende quindi dal tipo di pelle e non dal metodo di depilazione né da eventuali squilibri ormonali. Per quanto riguarda le lampade invece, Le posso dire che fare 2-3 lampade soft all’anno non creano problemi, mentre l’uso irragionevole di esse può nel tempo far peggiorare l’acne (effetto rebound), invecchiare la pelle (aumento di rughe, capillari, macchie brune di melanina) e aumentare l’incidenza di tumori cutanei (es. basalioma, spinalioma, carcinoma basosquamoso, melanoma, etc). Particolare cautela alle lampade abbronzanti soprattutto nei periodi in cui si assumono farmaci (es: contraccettivi orali, antibiotici, farmaci antiacne in crema, etc) per il rischio elevato di reazioni fototossiche e fotoallergiche. Noi dermatologi non siamo contrari all’uso delle lampade… ma all’abuso. Poche ore dopo aver effettuato una lampada, le persone notano che i brufoletti migliorano, i capillari e le macchie scure del viso sembrano (ma solo apparentemente) ridursi ed ecco che la tintarella genera il desiderio di altra tintarella, entrando inconsapevolmente in una sorta di schiavitù da lampade. In queste situazioni estreme, l’abuso di lettini e docce solari può generare tutti quegli effetti negativi elencati sopra. Quindi come per tutte le cose… anche per la tintarella artificiale serve solo un minimo di buon senso. Anche in questo caso, il Suo dermatologo, in base al calcolo del Suo fototipo, all’eventuale assunzione di farmaci, potrà consigliarLe in maniera del tutto personalizzata, la frequenza e le modalità di esposizione al solarium. Personalmente ritengo che le lampade non costituiscono un vero e proprio percorso terapeutico per la cura dell’acne, ma rappresentano sono solo un palliativo temporaneo e veloce utilizzato dalle persone per nascondere l’acne anziché curarla. Nella speranza di aver risposto a tutte le Sue domande, Le invio i miei più cordiali saluti.

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086 GRANI DI FORDYCE ALLE LABBRA

DOMANDA: Gentile dott. Del Sorbo, sono una ragazza della provincia di Salerno ma mi trovo all’estero per studio. È da circa un mese che ho sempre il labbro superiore ruvido, con la lingua sento dei puntini e guardando da vicino si riescono a vedere alcuni puntini bianchi. Non ho dato peso alla cosa fino a quando non mi è capitato che mangiando del formaggio, il labbro superiore ha iniziato a bruciarmi e i puntini sono diventati come due placchette bianche, un po’ dure e in rilievo. Ho messo dell’acqua fredda e il bruciore mi è passato nel giro di una mezz’ora. Lo stesso episodio, ma di minore intensità, mi è capitato di nuovo qualche giorno fa, questa volta non era associabile a cibi o agenti particolari. Allora sono stata da una dermatologa qui all’estero, le ho spiegato la cosa - come potevo - e lei senza nemmeno guardarmi mi ha prescritto una pomata a base di cortisone (ADVANTAN Fettsalbe). Sono un po’ preoccupata perché ho letto in internet diverse cose sulle infiammazioni delle labbra. Mi piacerebbe sentire un Suo parere, dato che ho illustrato la situazione molto meglio a Lei che alla dermatologa straniera. Quest’ultima ha detto che si tratta di una reazione allergica, ma non mi spiego a cosa potrei essere allergica, dato che ho appositamente mangiato di nuovo il formaggio per vedere la reazione, ma la seconda volta non è successo niente! La ringrazio tantissimo, spero che mi risponderà! Cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Salve, ho appena letto la Sua mail. Dalla Sua descrizione sembra abbastanza probabile che si possa trattare dei cosiddetti grani di Fordyce (Fordyce’s spots). Si tratterebbe di comunissime ghiandole sebacee presenti in tutti noi e in tutte le mucose, non solo alle labbra. Esse sono normalmente poco visibili, ma a causa di una banale infiammazione (es: l’episodio allergico che mi ha riferito) possono diventare ipertrofiche e quindi visibili. Si presentano clinicamente come dei piccoli puntini bianchi o giallastri e in genere non occorre alcun trattamento. L’advantan emulsione da Lei applicato è utile solo nella fase dell’infiammazione che ne ha aumentata la visibilità. Consulti il Suo dermatologo appena è in Italia per avere una diagnosi di certezza, basata su una scrupolosa visita specialistica e non su una descrizione telematica, sebbene molto accurata. Con una tecnica diagnostica denominata dermatoscopia, il collega potrà identificare il cosiddetto pattern a ghirlanda vascolare, caratteristico di queste formazioni fisiologiche, tanto comuni. Cordiali saluti.

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087 PROGESTINICI E CADUTA DI CAPELLI

DOMANDA: Salve, ho 23 anni. Innanzitutto grazie anticipatamente per la cordialità e la vostra disponibilità nel rispondere alle domande di tante persone! Vorrei avere qualche informazione in più circa l’effetto sui capelli (in particolare sula caduta) che può produrre l’assunzione orale di progestinici! Vi faccio questa domanda perché purtroppo l’anno scorso sono dovuta ricorrere alla pillola del giorno dopo ben due volte a distanza di pochi mesi (giugno e settembre)... e da gennaio ho notato un’aumentata caduta di capelli che a oggi non sembra diminuire! Dato che sono a conoscenza che determinati ormoni, quali il progestinico contenuto nella pillola del giorno dopo, possono provocare la perdita dei capelli, vorrei sapere se questi effetti sono transitori (e se si dopo quanto tempo retrocedono) oppure irreversibili! Grazie... aspetto una risposta!

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Le alterazioni ormonali nella donna possono essere talora alla base di un diradamento dei capelli più o meno importante. Questa affermazione è vera se parliamo però di alterazioni ormonali persistenti nel tempo. Nel caso della “pillola del giorno dopo”, parliamo invece di uno “shock” endocrino temporaneo, sebbene molto importante. Con questo Le vorrei far capire che davanti a un problema di caduta di capelli è molto più importante poter individuare (o anche solamente escludere) la presenza di eventuali squilibri ormonali “cronici” anziché attribuire la colpa unicamente all’assunzione isolata di progestinici. Il Dermatologo della Sua zona, in base a una visita accurata e alla richiesta di eventuali altri esami (es: ecografia pelvica, prolattina, FSH, LH, ferritina, sideremia, testosterone libero, SHBG, tricogramma, etc) potrà giungere a una diagnosi precisa (es: alopecia androgenetica femminile, defluvium da stress, etc) e di conseguenza potrà programmare con Lei una terapia mirata al Suo problema. Quindi, spenga il PC e si rechi serenamente dal Suo dermatologo di fiducia per una visita accurata e una risposta concreta a tutti i Suoi dubbi. Cordiali saluti.

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088 DERMATITE SEBORROICA O PITIRIASI VERSICOLOR ?

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, mi è comparsa una macchia gialla tonda grossa come 10 centesimi sul petto, senza prurito o particolari sensazioni. Io sono portatore sano di epatite B. La ringrazio per la risposta.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Una macchia gialla sul petto è una descrizione purtroppo molto generica per poter formulare un sospetto diagnostico attendibile. Potrebbe corrispondere a una banale dermatite seborroica così come a una pitiriasi versicolor (il cosiddetto fungo di mare). Consulti il Suo dermatologo di zona per una diagnosi di certezza ed eventuale terapia. Essere portatore sano di epatite B non dovrebbe essere in relazione con il quadro da Lei descritto. Cordiali saluti.

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089 MALATTIA SESSUALMENTE TRASMESSA ?

DOMANDA: Egr. Dr. Antonio Del Sorbo, sono un ragazzo di 37 anni e ho un problema al pene. Sono in Indonesia per lavoro e ho cominciato ad avere fuoriuscita di liquido dal pene ma di un colore giallastro (sperma?) e ho dolori nel canale interno dello stesso, inoltre ho verificato che le cisti inguinali nella parte sinistra si sono ingrossate. Non noto dolori forti ma bruciore interno e alla sommità del glande si è formata una piccola pallina interna. Io sto assumendo della nimesulide perché non sono riuscito a trovare l’augmentin come antibiotico. Che antibiotico posso usare sempre tenendo presente che mi trovo sull’isola di Java per lavoro e che rientrerò tra 3 settimane circa. La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità spero di ricevere presto una risposta. Colgo l’occasione per porgerle i mie più cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Dalla Sua descrizione sembra abbastanza probabile la possibilità di aver contratto una patologia infettiva (es: gonorrea, etc). Il cosiddetto scolo da Lei riferito, si presenta molto spesso in seguito a un’uretrite di origine infettiva, mentre la linfoadenopatia inguinale (quelle che Lei chiama cisti) ne è invece una conseguenza. Prima ancora di pensare all’antibiotico fai da te è importante contattare un Dermatologo o comunque un Medico lì in Indonesia, per poter confermare o eventualmente escludere l’ipotesi infettiva. Infatti il collega in base al quadro clinico Le prescriverà tutti gli esami da praticare per giungere a una diagnosi rapida (es: VDRL, TPHA, VES, Esame delle urine con antibiogramma, etc). Il farmaco che attualmente sta utilizzando è un semplice antinfiammatorio e non ha azione sulla presenza di eventuali infezioni in corso. Mi rendo conto del fatto che adesso è lontano da casa, ma si rechi dal medico quanto prima, anche perché prendere farmaci fai da te non solo è pericoloso, ma spesso è inutile. Anzi una terapia fai da te spesso confonde il quadro clinico al medico e altera gli esami. Nel caso il collega che la visiterà dovesse confermare la presenza di un’eventuale uretrite infettiva (es: gonorrea, clamidia, etc), con la terapia adeguata risolverà il problema nel giro di qualche settimana. Quindi il messaggio che Le vorrei offrire adesso non è quello di prendere farmaci alla cieca, basati magari su una semplice descrizione telefonica o telematica, bensì quello di fare una semplice ma accurata visita medica lì dove è adesso. Quella della visita medica sembra apparentemente essere la strada più lunga, invece Le posso assicurare che una terapia adeguata, efficace e sicura, la potrà ricevere solo con la visita medica.

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090 SUDORE DI COLORE BLU E SOSPETTA CROMIDROSI

DOMANDA: Gentile Dott, Le spiego piú chiaramente possibile quello che mi é successo. La scorsa estate e per i mesi successivi ho usato il detergente della Palmolive di colore blu. I primi mesi non ho riscontrato nessun effetto sulla pelle. Poi un giorno mi sono svegliata e avevo tutta la maglietta del pigiama bianca che era diventata blu e lavandomi ancora ho lasciato dell’ altro blu su un´altra maglia pulita. In questo caso io e mia madre abbiamo creduto che non mi fossi risciacquata bene. É successo un´altra volta e ho smesso di usare il detergente. Ora sono in Germania da sola per lavoro e lo scorso weekend mi è successo di nuovo. Il problema è che sono due mesi che non uso più il prodotto della Palmolive. Prima di andare a dormire mi sono sciacquata sotto le ascelle e il giorno dopo ho trovato una chiazza blu sull´asciugamano e di nuovo tutta la maglietta bianca era diventata blu sotto le ascelle. Sono molto preoccupata poiché penso che nel corpo umano non sia presente alcuna sostanza blu . Non sento né dolore né bruciore alla pelle. Spero Lei possa aiutarmi. La ringrazio in anticipo!

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.na, la Sua descrizione mi fa pensare a una patologia delle ghiandole sudoripare apocrine nota a noi dermatologi con il nome di Cromidrosi. Essa consiste nell’emissione di un sudore contenente sostanze pigmentate che gli conferiscono una colorazione bluastra o addirittura violacea. Tra le possibili cause vi possono essere la presenza di un essudato ematico nelle ghiandole sudoripare, l’ingestione di particolari sostanze, l’assunzione di alcuni farmaci e l’esposizione professionale a rame, ossido ferroso o catecolo e a volte l’uso di biancheria nuova intensamente colorata (es: lenzuola, cuscini, magliette, etc). Bisogna anche poter escludere alcuni disturbi del metabolismo. Le consiglio pertanto di rivolgersi al Suo dermatologo di zona (nel Suo caso in Germania) per poter confermare o escludere tale sospetto diagnostico e poterne meglio precisare le cause prima ancora di pensare alla terapia. Cordiali saluti.

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091 PRURITO DELLE ZONE INTIME

DOMANDA: Gentilissimo Dottore, Le espongo un problema che riguarda il mio ragazzo. Dopo un rapporto sessuale abbiamo cominciato ad avvertire una sensazione di prurito. Il giorno seguente mi sono resa conto di avere la candida per cui, contattato il mio ginecologo, ha prescritto a entrambi una compressa di diflucan (questo è il primo episodio di candida dall’anno scorso, ma ho avuto delle recidive frequenti che hanno riguardato solo me), per me degli ovuli e per il mio ragazzo del gyno-canesten da applicare 3 volte al di x 4 giorni. Dopo le prime applicazioni di questa crema, il mio ragazzo ha cominciato ad avvertire una sensazione di secchezza della pelle del pene, sulla parte esterna la pelle ha cominciato a screpolarsi e si sono formate delle microlesioni. Abbiamo sospeso subito la cura, dietro consiglio del mio ginecologo, il quale sostiene che abbiamo esagerato con l’applicazione. Abbiamo poi idratato la parte con dell’olio idratante comune, ma senza alcun miglioramento. Siamo stati ieri dalla guardia medica che gli ha prescritto del gentalyn crema. Vorrei sapere...è la strada giusta? Pensa che queste microlesioni si risanino? Come mai si è verificato questo episodio?

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.na, se il collega ginecologo ha ritenuto opportuno al momento della visita prescrivere il Diflucan, vuol dire che il sospetto di un’infezione da Candida era abbastanza fondato. Le manifestazioni cliniche del Suo compagno (screpolatura e secchezza della mucosa genitale), sono dovute probabilmente all’irritazione delle mucose per un uso eccessivo della crema. In questi casi l’applicazione di un comune olio idratante non sempre riesce a contrastare un’infiammazione importante. Il Gentalyn crema contiene un antibiotico chiamato gentamicina, utile solo in caso di sospetta infezione batterica. Il Gentalyn beta crema, contiene invece oltre all’antibiotico anche del cortisone, utile nei casi in cui vi è anche una componente infiammatoria. Il mio consiglio in questi casi è quello di rivolgervi entrambi al collega Dermatologo della vostra zona, senza aver applicato creme per circa una settimana. Il collega specialista che vi visiterà, potrà giungere a una diagnosi di certezza, ricorrendo solo se lo ritiene opportuno a un tampone. Solo dopo una diagnosi certa, si può procedere a un percorso terapeutico mirato per la coppia. Cambiare continuamente creme e olii senza avere prima una diagnosi specialistica precisa può allungare i tempi di guarigione. Comunque se effettivamente si dovesse trattare di un’infezione da Candida, il vostro dermatologo vi indicherà la strada più corretta da percorrere per risolvere un problema così frequente, risolvibile… ma talora noioso da debellare. Cordiali saluti.

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092 ARROSSAMENTO DEL GLANDE E POSSIBILI MALATTIE VENEREE

DOMANDA: Gentile dott, circa un anno fa in seguito (2 mesi circa) a un rapporto orale non protetto ho notato un arrossamento del glande e della zona sottostante nonché un lieve arrossamento della cute nella parte destra dello scroto. Sei mesi dopo quel rapporto ho fatto il test per la ricerca degli anticorpi all’HIV nonché i markers per l’epatite, tutti negativi. Attualmente l’infiammazione del glande è scomparsa ma è rimasta una forma di più rosacea della cute dello scroto nella parte destra che ha un aspetto più liscio. Devo precisare che nel frattempo ho avuto una artrosinovite al ginocchio sinistro, l’esame batteriologico è risultato negativo, aspetto l’esito dell’esame citologico (subirò a breve una artroscopia). Vorrei sapere cosa ne pensate e se devo fare altri esami. Spero di non essere stato troppo confuso, grazie se vorrete rispondermi.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig. A, il quadro clinico da Lei descritto potrebbe non essere in relazione all’episodio riferito, ma in ogni caso e soprattutto quando si ha un rapporto occasionale con un partner appena conosciuto, bisogna eseguire tutti i test per le malattie sessualmente trasmesse (HIV, VDRL, TPHA, VES, Immunocomplessi circolanti, etc) sotto la guida del Suo medico e magari dello Specialista Dermatologo a Lei più vicino. È importante infatti comprendere che tra le malattie veneree, non esiste solo l’AIDS, ma bisogna poter escludere anche tutta una serie di altre patologie sessuali tuttaltro che rare, come le infezioni da Clamidia, la Gonorrea, la Sifilide, le infezioni da Candida, l’infezione da gardnerella vaginalis, l’ulcera molle, il linfogranuloma venereo, il granuloma inguinale, etc. Se non si ricorre a una visita medica ma si esegue solo un test antivirale fai da te si resterà sempre con il dubbio se ci può essere stata o meno una correlazione con l’episodio in questione. Il problema infiammatorio al ginocchio sinistro, non dovrebbe essere in correlazione a patologie veneree. Oltre alle infezioni sessuali, ai genitali sono possibili diverse patologie non veneree, comuni in dermatologia genitale. Consulti con serenità il Suo Dermatologo di zona per poter effettuare tutte le ricerche necessarie ed escludere una volta per tutte un eventuale contagio. Cordiali saluti.

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093 PUNTINI ROSSI DOPO ESPOSIZIONE AL SOLE

DOMANDA: Egr. Dottore, Le scrivo per cercare di risolvere un problema legato all’esposizione ai raggi solari. Vorrei precisare che per esposizione non intendo sdraiarsi al sole, ma fare per esempio, banalmente una passeggiata in campagna. Il problema che mi si presenta è quello della comparsa di alcuni puntini rossi sul viso ogni volta che mi espongo al sole che non vanno più via e che si accentuano con l’arrivo dell’estate. I dermatologi a cui mi sono rivolto mi hanno detto che si tratta di angiomi e che posso prevenirli mediante l’uso di creme protettive e che mi hanno eliminato mediante sedute laser. Purtroppo nonostante queste misure il problema mi si ripresenta puntualmente ogni anno. Cosa posso fare per non finire ogni anno a fare il laser? Vi ringrazio per la cortese attenzione e in attesa di un Vs riscontro Vi saluto cordialmente.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: La comparsa di angiomi rubini e angiomi stellari in seguito all’esposizione al sole è una caratteristica delle persone che presentano una certa tendenza alla cosiddetta couperose o rosacea. Questo fenomeno è tipico delle persone con carnagione chiara. Quando invece tale fenomeno lo riscontriamo in una persona più bruna, significa che il soggetto in questione ha ereditato probabilmente dalla famiglia di un genitore il colore della pelle (in questo caso bruno) e dalla famiglia dell’altro genitore la tendenza a manifestare capillari superficiali nella zona alta delle guance, a cui fa seguito naturalmente la maggiore predisposizione da Lei descritta. Al momento della visita specialistica il Dermatologo, una volta escluse alcune rare situazioni associate talora a un’aumentata presenza di tali inestetismi (ad esempio in corso di epatopatie, malattia di Rendu Osler, etc), spiega al paziente che potrà, se vuole, rimuovere tali angiomi con la laserterapia (es: laser vascolare al Neodimio YAG 1064 nm). Per quanto riguarda invece la tendenza a formare altri angiomi nel tempo, si raccomanda una fotoprotezione tutto l’anno, estate e inverno. Nelle donne ad esempio consigliamo di utilizzare le moderne protezioni solari al posto della normale base per il trucco. Ci sono oggi in commercio delle protezioni molto alte, sotto forma di gel trasparenti, che sono molto ben accette dagli uomini... mentre nella donna si integrano benissimo con il normale make-up. Il Suo Dermatologo di zona, Le suggerirà quale prodotto per uso topico si addice di più alla Sua situazione, abbinandovi eventualmente un fotoprotettore per via orale (capsule o bustine a base di beta-carotene, antiossidanti e vasoprotettori. Per le situazioni come quelle da Lei descritta, il sole “peggiore” è proprio quello preso inconsapevolmente passeggiando per strada o standosene nel traffico della città in una normale giornata invernale. Passare continuamente dal caldo della casa o dell’ambiente di lavoro, al freddo e al vento improvviso dell’ambiente esterno provoca una vasodilatazione / vasocostrizione perpetua con conseguente microtrauma dei capillari di superficie. Ed ecco che persino quel timido sole pallido che prendiamo involontariamente (visto che il viso è sempre esposto) provoca di volta in volta la fuoriuscita di nuovi capillari e angiomi. Inoltre è proprio nei mesi freddi che cala la nostra attenzione nei confronti del sole. L’unica terapia efficace resta quindi la prevenzione... cioè un piccolo cambiamento nelle Sue normali abitudini di tutti i giorni, un po’ come accade ad esempio quando vogliamo programmare una dieta dimagrante. Il collega Dermatologo della Sua zona, Le spiegherà attraverso la visita specialistica, l’importanza dell’uso di un fotoprotettore (in gel o in crema) tutte le mattine... persino quando piove, quando fa freddo o se resta in casa tutta la giornata. Sintetizzo il messaggio di questa mia breve risposta con lo slogan tanto amato dai miei amici e colleghi odontoiatri: prevenire è meglio che curare!

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094 ONICODISTROFIA DELLE UNGHIE DEI PIEDI

DOMANDA: Gentile Dottore, desidero curare la patologia alle unghie dei piedi, diagnosticata come onicodistrofia e credo anche onicomicosi; da alcuni anni quasi tutte le mie unghie dei piedi si sono rigate verticalmente e un paio di esse sono pressoché inesistenti e brutte davvero. in dermatologia mi hanno consigliato di utilizzare Locetar smalto, ma non ho sufficiente pazienza a curare in questo modo le unghie, a volte mi dimentico e a volte non mi prendo il tempo necessario a svolgere il tipo di cura. Esiste una via farmacologica da utilizzare? La ringrazio.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig. E. se i colleghi dermatologi che L’hanno visitata hanno consigliato l’applicazione di Locetar smalto 5% (Amorolfina) vuol dire che è stata fatta diagnosi di onicomicosi, in quanto il suddetto prodotto risulta essere uno dei più moderni, sicuri ed efficaci rimedi antimicotici per uso locale. Essendo un prodotto per uso topico, è necessaria una costanza certosina nell’applicazione. Esistono tuttavia anche terapie per via orale (es: itraconazolo, difluconazolo, etc) la cui prescrizione va fatta obbligatoriamente attraverso una visita dermatologica presso il collega della Sua zona e non attraverso una semplice seppure accurata descrizione per via telematica. Il presente servizio di dermatologia online, può essere utile talora nell’orientare il paziente, ma non può e non deve sostituire la visita medica tradizionale. Consulti il Suo dermatologo di zona e riceverà tutti i consigli relativi alla possibilità di una eventuale terapia per via sistemica (via orale). Si tratta di farmaci sicuri ed efficaci se prescritti dallo specialista, inutili o addirittura dannosi se utilizzati con sistemi fai da te. Le onicomicosi guariscono sempre, ma richiedono molto tempo, tenacia e pazienza. Cordiali saluti.

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095 TEST DI BIORISONANZA IN DERMATOLOGIA

DOMANDA: Gentile Dottore, gradirei sapere quali test è possibile effettuare per diagnosticare un’intolleranza ai materiali dentari. Ho sentito parlare del TEST DI BIORISONANZA; lei che ne pensa? Confido nella sua cortese risposta.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. utente, i materiali utilizzati nella moderna odontoiatria sono molteplici e sempre più sicuri. Tuttavia in molti soggetti, alcuni di questi elementi possono risultare incompatibili. Quelli più frequentemente in causa sono i metalli (es: nichel). Gli altri materiali odontoiatrici che possono avere un’azione nociva sull’organismo sono: alcune leghe metalliche, il cemento, le resine, gli adesivi, i solventi, gli antisettici e i materiali per ortodonzia - endodonzia. Ne parli con il Suo odontoiatra sulla possibilità di eseguire dei test allergometrici. Intanto può dosare con un semplice prelievo la quantità di IgE totali (PRIST), dopo averne parlato con il Suo medico curante. Test più specifici possono essere invece i patch test (dermatologia) e i test di biorisonanza (odontoiatria, allergologia). I sintomi più frequentemente provocati dal materiale odontoiatrico incompatibile riguardano le ulcere del cavo orale, la xerostomia (bocca secca), le stomatiti, gli eczemi, la sindrome della bocca urente (burning mouth syndrome), il bruciore linguale, le parestesie (alterata sensibilità) e le alterazioni del sapore (gusto). I PATCH TEST o test epicutanei, sono praticati da qualsiasi dermatologo e prevedono l’applicazione di speciali cerotti contenenti il materiale odontoiatrico. Essi vengono applicati sul dorso per circa 48-72 ore e oggi esistono delle serie di apteri specifici per la cosiddetta serie odontoiatrica. Il test è indolore e innocuo, il risultato del test si ha dopo qualche giorno. Chieda al Suo dermatologo. Esistono anche dei Test di biorisonanza che permettono di poter testare la tolleranza dei materiali odontoiatrici prima di applicarli al soggetto. In questo modo si eviterà che il paziente porti dentro di sé un materiale che potrebbe divenire la causa di varie patologie. La metodica consiste nel monitorare la risposta di un determinato organo a uno stimolo fisiologico applicato in punti particolari del corpo, detti gate o finestre. Il test è indolore e innocuo, il risultato del test è immediato. Ne parli con il Suo odontoiatra.

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096 STRIATURE NERE SULLE UNGHIE DEI PIEDI

DOMANDA: Salve, ho 33 anni, da circa 2 anni sui mignoli di entrambi i piedi sono presenti striature nerastre che crescono assieme all’unghia, non ho avuto traumi, non provo dolore, assenti gonfiori o arrossamenti circostanti, di cosa si può trattare? Grazie anticipatamente.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Le striature nerastre dell’unghia del mignolo possono essere indice di una banale onicodistrofia così come di patologie un po’ più impegnative (per esempio onicomicosi, malattia di Darier, psoriasi, cure a base di amiodarone, etc). Attraverso un’accurata visita dermatologica sarà possibile giungere prima a una diagnosi di certezza e soltanto dopo a una terapia mirata al Suo problema. Sarà il dermatologo al momento della visita a spiegarLe in base alla situazione clinica (es: l’invasione laterale dell’unghia è spesso indice di infezione da Candida albicans) il trattamento più utile al Suo caso. E’ importante tuttavia, la settimana prima della visita specialistica, sospendere eventuali terapie antimicotiche sia locali che per via orale, in modo da non alterare il quadro clinico.

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097 IL FATTORE DI PROTEZIONE SOLARE

DOMANDA: Egr. Dottore, avrei bisogno di un nome di una crema idratante che un dermatologo tanti anni fa mi aveva dato ma di cui non ricordo il nome, purtroppo. Vi posso solo dire che era in tubetto e il nome era accompagnato da un numero che andava da 1 a 20 mi sembra a seconda del grado di secchezza della pelle. Grazie (M.)

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Cara Sig.ra M, i numeri riportati sull’etichetta delle moderne creme dermatologiche si riferiscono in genere al fattore di protezione solare e non solo al grado di idratazione. Oggi esistono in commercio (nelle migliori farmacie) degli ottimi idratanti che contengono all’interno anche una protezione solare, visto che il sole, anche quello preso involontariamente passeggiando per strada, è responsabile nel tempo della comparsa di rughe (photoaging), capillari (rosacea o couperose) e delle fastidiose macchie brune del viso (discromie). Può chiedere al Suo dermatologo di fiducia qual è il prodotto più adatto al Suo tipo di pelle. Un buon idratante che si adatta molto bene ai diversi tipi di pelle è HYDRAPHASE XL CREMA, prodotto dall’azienda francese La Roche Posay, ma ce ne sono tanti altri ugualmente buoni. Tali prodotti (dotati di una spiccata azione idratante), possono essere utilizzati tranquillamente ogni mattina anche come base per il trucco. La protezione solare presente al loro interno, consente di filtrare solo gli effetti dannosi del sole (responsabili di rughe, capillari e macchie brune), rendendo comunque possibile una discreta abbronzatura (effetto dorato). L’elevato potere idratante rende la pelle più morbida al tatto.

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098 ESPOSIZIONE AL SOLE DOPO FERITA

DOMANDA: Buon pomeriggio, questo è il mio problema: a giugno dell’anno scorso sono caduta dalla moto e ho riportato delle ferite da ustione al polpaccio al gomito e ai piedi. Stupidamente, siccome era estate, invece di andare subito da un dermatologo sono andata al mare e ho utilizzato delle protezioni comuni, sicché quando in ottobre mi sono decisa a farmi visitare, la dottoressa mi ha spiegato i miei errori e mi ha prescritto delle creme che sto ancora utilizzando: in particolare: OLIO OSMIN, OSMIN CREMA e DERMATIX GEL. Ora sul gomito la ferita è quasi invisibile, mentre sul polpaccio e sui piedi non sono scomparse del tutto, sicché la dermatologa mi ha consigliato di fare dei trattamenti con il laser. Ma qui a Campobasso non c’è nessuno che può aiutarmi e la dottoressa ha detto che devo andare a Roma. Io mi sono informata, ma sembra che questi trattamenti siano molto costosi e raramente mutuabili. Cosa ne pensate? Ma se ne andrebbero davvero per bene le macchie con il laser? Grazie per la Vs. attenzione! B.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.na B, per poterLe dare una risposta concreta bisognerebbe poter valutare da vicino (attraverso un’accurata visita dermatologica) l’entità degli esiti cicatriziali da Lei descritti. Gli esiti ipercromici (macchie piane, ma più brune della pelle circostante) in genere regrediscono spontaneamente o con l’aiuto di creme cosiddette schiarenti. Gli esiti ipocromici (macchie piane, ma più chiare della pelle circostante) regrediscono in genere alla prima esposizione al sole e con l’aiuto di creme che stimolano la produzione della melanina. I più difficili da trattare sono purtroppo gli esiti ipertrofici (es: cicatrici ipertrofiche, cheloidi, etc), cioè quelli rilevati rispetto al piano cutaneo circostante. In alcuni casi, l’uso di prodotti per uso topico (es: il dermatix gel da Lei utilizzato) potrebbero offrire un valido aiuto. L’utilità o meno del laser è invece variabile da caso a caso. Trattandosi di un problema di tipo estetico, quasi sicuramente non sarà mutuabile. Il dermatologo che la visiterà a Campobasso, Le potrà spiegare, in base alla Sua situazione clinica, se realmente vale la pena programmare un trattamento laser o magari valutare la possibilità di praticare trattamenti meno invasivi e perché no, meno costosi. Un eventuale diagnosi di cheloide (predisposizione a cicatrizzare in maniera abbondante) da parte del Suo dermatologo di zona, potrebbe però escludere l’ipotesi di un eventuale trattamento laser. Intanto il Dermatix rappresenta un buon sistema di prevenzione temporaneo in attesa della prossima visita dal collega.

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099 ONICODISTROFIA ALLE UNGHIE DEI PIEDI

DOMANDA: Salve. Innanzitutto chiedo scusa per gli errori di ortografia ma sono Straniera. Ho una bimba di 3 anni a cui il dermatologo ha diagnosticato un’onicodistrofia delle dita dei piedi. Uno ha un colore giallo bruno (prima unghia) e sembra crescere molto lentamente, mentre l’altro dito, pur crescendo normalmente, presenta delle righe orizzontali in rilievo. Il dermatologo ha detto che con la crescita migliorerà, è vero? Non posso fare nulla per non averle più così ? Grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.ra, le onicodistrofie sono un problema molto comune tra i bambini piccoli e la maggior parte di esse fortunatamente regrediscono con l’età. Esistono in commercio molti prodotti per uso locale (es: Biomineral unghie emulsione topica, etc) in grado di poter contrastare in minima parte tale problema. E’ importante però che la piccola abbia un’alimentazione completa, per non dover ricorrere poi ai soliti integratori per favorire una crescita ottimale delle unghie. Nei bambini molto piccoli, un’unghia distrofica è in qualche modo più vulnerabile (debole) rispetto a un’unghia sana e la probabilità di infezione (es: onicomicosi) può essere un po’ più elevata rispetto a un’unghia ben curata, soprattutto nei mesi estivi. Analogamente alle infezioni, le onicodistrofie non vanno perciò sottovalutate. Se non trascurate, con il tempo il problema risolverà senza particolari difficoltà. Mi raccomando pertanto il controllo ambulatoriale periodico presso il Suo dermatologo di zona.

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100 INGIALLIMENTO DELLE UNGHIE DEI PIEDI

DOMANDA: Salve, sono M.C. dalla Provincia di Potenza. Ho 24 anni e da circa 1 mese ho notato un ingiallimento della lamina ungueale degli alluci. La mia estetista mi ha consigliato di parlarne con il dermatologo. Di cosa si potrebbe trattare? Potrebbe trattarsi del cosiddetto fungo?

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Sig.na M, ho appena letto la Sua mail. In accordo con la Sua estetista Le consiglio di consultare il Suo dermatologo di zona per una visita specialistica. Il quadro da Lei descritto fa infatti pensare a un’onicomicosi (detta comunemente anche fungo) e la visita specialistica è importante per poter confermare o eventualmente escludere tale diagnosi. In base alla Sua situazione clinica, il collega deciderà al momento se partire subito con una terapia appropriata o se nel dubbio fare prima un esame microscopico. Proprio per questo motivo sarebbe utile evitare di applicare o assumere farmaci antimicotici la settimana che precede la visita. In base all’esito della visita, il collega Le spiegherà le possibili cause del Suo problema (non necessariamente di natura infettiva) e programmerà una terapia mirata. In genere le patologie ungueali sia di natura infettiva (onicomicosi da lieviti, dermatofiti, muffe, etc) che non infettiva (psoriasi, lichen, onicodistrofia, etc) tendono a migliorare con la terapia, anche se possono trascorrere alcuni mesi. In bocca al lupo e a presto.