Dermatologo Dott. Del Sorbo

Trichomonas vaginalis nell’uomo e nella donna

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO
IL TRICHOMONAS VAGINALIS E LA TRICOMONIASI GENITALE MASCHILE E FEMMINILE
L’infezione da trichomonas è un protozoo flagellato unicellulare, agente eziologico della tricomoniasi genitale nell’uomo e nella donna, la malattia a trasmissione sessuale più diffusa nel mondo. Infatti si stimano ogni anno, circa 180 milioni di nuove infezioni da Trichomonas nell’intero globo.

TRA I SINTOMI DELLA TRICOMONIASI, SECREZIONE MALEODORANTE E PRURITO INTIMO

Quando trichomonas vaginalis infesta la vagina, può creare una vaginite caratterizzata da irritazione, prurito intimo, bruciore e secrezione maleodorante. Bruciore, arrossamento del glande, prurito e secrezione maleodorante, si possono analogamente osservare nell’uomo se Trichomonas vaginalis infesta l’uretra maschile. Anche l’uretra della donna può essere infestata da questo protozoo. Trichomonas buccalis (o tenax) e Trichomonas hominis vivono rispettivamente al cavo orale e nell’intestino, come flora commensale, preservando così la biodiversità del microbioma cutaneo. Il trichomonas vaginalis ha una forma piriforme ed effettua movimenti ondulanti grazie alla presenza di un grosso flagello posteriore, di 4 piccoli flagelli anteriori e di un flagello laterale detto ricorrente. Il tricomonas libera degli enzimi denominati proteinasi (es. cisteina proteinasi CP2, CP3, CP4, CP30, etc), che gli consentono di degradare la matrice extracellulare e superare le normali difese locali dell’individuo, specie se il pH è meno acido. Il trichomonas vaginalis contiene speciali appendici (es. membrana ondulante, flagello ricorrente laterale, filamento parabasale, costa filamentosa, assostile, pelta, etc) che gli consentono una certa stabilità strutturale. Gli estrogeni, aumentano i livelli di glicogeno nei cheratinociti della mucosa vaginale, ottimo substrato per il trichomonas, che ricava la sua energia soprattutto dalla glicogenolisi e dalla glicolisi anaerobica. Il glicogeno viene in questo modo sottratto ai lattobacilli che costituiscono la flora microbica intima femminile, che producendo meno acido lattico, modificano l’acidità vaginale dai valori fisiologici di pH 4.5 fino a valori di pH maggiori di 6, che contribuiscono a un migliore sviluppo del trichomonas e di altri agenti patogeni. Le adesine (es. AP23, AP33, AP51, AP65, etc) permettono al trichomonas di aderire alle mucose urogenitali, mentre le proteasi ferro modulate (es. CP2, CP3, CP4, CP30, etc) provvedono alla degradazione della matrice extracellulare, costringendo alcune cellule epiteliali della vagina, all’apoptosi (morte cellulare programmata).

immagini di sifilide che si può talora associare a infezioni da tricomonas

L’infezione da trichomonas vaginalis può talora associarsi ad altre malattie veneree come la sifilide e l’herpes genitale

immagini di herpes genitalis, patologia venerea talora associata a tricomoniasi

IL PERIODO DI INCUBAZIONE DELLA TRICOMONIASI È DI QUALCHE SETTIMANA

Dopo un periodo di incubazione, variabile da 1 a 4 settimane, il Trichomonas può causare un’uretrite sierosa di lieve entità, fino a creare delle microulcerazioni dell’area genitale maschile o femminile. Il protozoo può essere ricercato direttamente nel secreto uretrale o vaginale. Il pH vaginale risulta meno acido in presenza di una tricomoniasi. Il trichomonas vaginalis è responsabile della tricomoniasi, una delle malattie a trasmissione sessuale più diffuse nel mondo. Il trichomonas aderisce con i propri flagelli alle cellule epiteliali delle mucose intime (vagina) innalzandone il pH locale e indebolendo la flora microbica locale. Il trichomonas può essere trasmesso non solo mediante i rapporti sessuali, ma anche attraverso asciugamani o copriwater infetti. Il trichomonas colpisce uomini e donne di tutte le età, in particolare nell’età sessualmente attiva, esordendo in maniera asintomatica o sintomatica (es. prurito intimo, dolore, bruciore, secrezioni giallastre e maleodoranti). Nell’uomo, il trichomonas può causare uretrite, prostatite, balanite o balanopostite. Sono anche possibili piccole perdite trasparenti e non sempre maleodoranti, irritazione al pene, bruciore dopo i rapporti, bruciore durante la minzione o l’eiaculazione e penodinia. In molti casi la tricomoniasi genitale non provoca particolari sintomi, ma rimane comunque una malattia infettiva e trasmissibile anche sessualmente.

LA RICERCA DEL TRICHOMONAS IN LABORATORIO

Nella donna, il trichomonas va ricercato nell’essudato vaginale, mentre nell’uomo va ricercato nell’essudato uretrale o nello sperma. La maggior parte dei laboratori effettua su richiesta, contemporaneamente la ricerca del trichomonas e degli agenti responsabili delle principali malattie veneree. Il Trichomonas vaginalis si può localizzare nel secreto vaginale, nel secreto uretrale, nel secreto cervicale, nel secreto vulvare, nel liquido seminale e nelle urine. La cura va estesa anche al partner per una corretta terapia di coppia ed evitare il fastidioso effetto ping pong, in cui alla guarigione dell’individuo, segue l’infezione del partner. La zona maggiormente interessata nell’uomo è l’uretra (meno frequentemente la vescica, la prostata e i testicoli), nella donna la vagina (ma anche vulva, cervice uterina, uretra, ghiandole del Bartolino e vescica). Nella donna le perdite vaginali possono essere schiumose, giallastre e maleodoranti. A volte si possono associare dolore durante i rapporti e la minzione, prurito e irritazione genitale. Contrariamente a quanto ritenuto in passato, il trichomonas vaginalis non fa parte della flora microbica. Il tipico peggioramento delle manifestazioni cliniche durante il periodo mestruale è dovuto al fatto che il trichomonas si sviluppa con maggiore facilità in presenza di ferro, in questo caso di origine ematica catameniale. Se al momento della visita venereologica, si sospetta un’infezione da Trichomonas vaginalis, viene effettuato un checkup di coppia, esteso anche alle altre malattie sessuali (es. ulcera molle, linfogranuloma venereo, granuloma inguinale, sifilide, gonorrea, infezione da micoplasma, infezione da clamidia, infezione da candida, etc), compresi i condilomi, la papulosi bowenoide e l’infezione da HIV.

IL TRICHOMONAS VAGINALIS ATTRAVERSO LA STORIA

Il trichomonas vaginalis viene descritto come tricomonas vaginale nel 1836 dal microbiologo francese Alfred Françoise Donné (Animacules observés dans les matières purulentes et le produit des secretions des organes genitaux de l’homme et de la femme) presso l’Hôpital de la Charité di Parigi. Due anni dopo il biologo tedesco Christian Gottfried Ehrenberg utilizza il termine attuale di trichomonas vaginalis. Già nel 1773 lo zoologo danese Otto Friedrich Müller, descrive il Trichomonas tenax del cavo orale. Nel 1916 il ginecologo tedesco Ottomar Hoehne dimostra a Kiel in Germania l’associazione tra il Trichomonas e i sintomi genitali nella donna (vaginite tipica di Hoehne). Nel 1940 l’igienista americano Ray Elbert Trussell e il ginecologo americano Everett Dudley Plass inoculano colture di Trichomonas vaginalis nella vagina di volontarie sane, inducendo la cosiddetta vaginite tipica di Hoehne. Nel 1947, Ray Elbert Trussell pubblica un’importante monografia sulle infezioni da trichomonas.