Dermatologo Dott. Del Sorbo

Pitiriasi alba del viso e del corpo

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

La PITIRIASI ALBA è una discromia cutanea solitamente temporanea e abbastanza frequente, che si presenta generalmente su cute molto secca e si evidenzia soprattutto durante i mesi caldi dell’estate, quando la pelle è più disidratata e la normale abbronzatura ne accentua il contrasto. Nei bambini atopici, la pitiriasi alba è un fenomeno che si osserva frequentemente al viso, agli arti e al tronco, e può talora associarsi alla presenza di chiazze di eczema nummulare o cheratosi pilare. Nei soggetti con carnagione scura o olivastra, la pitiriasi alba può persistere per lunghi periodi e recidivare ogni estate, senza adeguata terapia. La pitiriasi alba è dovuta alla pelle eccessivamente xerotica, che desquamando porta via la melanina a chiazze, lasciando l’effetto antiestetico di pelle maculata (foto in basso). Le creme iperidratanti, riducono la desquamazione e la melanina prodotta dai melanociti dello strato basale dell’epidermide, viene trattenuta nelle assisi sovrabasali per un tempo adeguato. La visita dermatologica è importante per distinguere la pitiriasi alba da altre situazioni discromiche del viso e del corpo, come vitiligine, pitiriasi versicolor, ipomelanosi guttata idiopatica, etc. Nelle chiazze bianche della pitiriasi alba la melanina viene normalmente prodotta, ma la rapida desquamazione pitiriasica dei cheratinociti che la contengono (turnover epidermico) allontana prematuramente il pigmento dalla pelle. Le forme di pitiriasi alba particolarmente resistenti alla terapia vanno in diagnosi differenziale con gli esiti ipocromici insorti in seguito alla presenza di dermatiti di lunga durata (per esempio psoriasi, pitiriasi lichenoide). La pitiriasi alba è una patologia generalmente reversibile e risponde alla maggior parte delle terapie attualmente disponibili. Al momento della visita specialistica, il dermatologo può osservare le macchie bianche della pelle, mediante lampada di Wood.

pitiriasi alba salerno
Nella pitiriasi alba le chiazze chiare sono sfumate e non a bordi netti come nel caso della vitiligine

Nella VITILIGINE la melanina all’interno della chiazza acromica manca a causa dell’assenza o della diminuzione dei melanociti. Le chiazze sono bianco latte e non sfumate come nella pitiriasi alba, e hanno una delimitazione netta rispetto alla cute circostante (foto in basso). In alcuni casi la vitiligine si può associare a patologie autoimmuni (es. tiroidite) e la visita dermatologica consente di effettuare un checkup completo e distinguerla da altre cause di discromia cutanea.

differenza tra vitiligine e pitiriasi alba con macchie bianche sulla pelle
Nella vitiligine le chiazze chiare sono nette e ben delimitate dalla cute normale

Nella PITIRIASI VERSICOLOR le chiazze sono molto sfumate e si localizzano soprattutto al collo e al tronco. Anche in questo caso le aree acromiche non sono mai del tutto bianche come la vitiligine e i margini non sono così netti (foto in basso). In questo caso, la melanina manca perchè il lievito responsabile (Malassezia furfur) produce una sostanza schiarente (acido azelaico) e perché nelle aree infiammate, la pigmentazione si verifica con modalità diverse che su cute sana. Le chiazze rimangono bianche per alcune settimane dopo il termine della terapia, tempo utile per la formazione di nuova melanina. A differenza della pitiriasi alba che predilige il viso e gli arti, la pitiriasi versicolor si osserva soprattutto al tronco (foto in basso).

macchie bianche pelle
Nella pitiriasi versicolor le chiazze sono sfumate, tendono a recidivare e raramente interessano il viso

L’IPOMELANOSI GUTTATA DI COSTA è un’altra causa frequente di discromia e si presenta con piccole macchie bianche di qualche mm di diametro (guttata = goccia) specie agli avambracci e alle gambe. In estate tali macchie si evidenziano con l’abbronzatura, mentre in inverno si osservano solo nelle persone di carnagione scura. L’ipomelanosi guttata idiopatica fu descritta nel 1951 dal dermatologo brasiliano Oswaldo Costa, che la denominò leucopatia progressiva simmetrica delle estremità. Infatti sono proprio le estremità le zone maggiormente interessate dall’ipomelanosi guttata, soprattutto a livello delle aree più secche (per esempio avambracci, gambe). Nei distretti cutanei più secchi, una pelle particolarmente disidratata diventa nel tempo più vulnerabile nei confronti dei comuni insulti ambientali (per esempio esposizione al sole, sfregamento meccanico, lavaggi aggressivi o troppo frequenti). Rispetto alla pitiriasi alba, nell’ipomelanosi guttata, le macchie sono di piccolissime dimensioni e hanno una demarcazione netta rispetto alla cute normalmente abbronzata. Anche in questo caso, la visita dermatologica è utile per confermare o escludere tale sospetto. L’ipomelanosi guttata idiopatica di Costa va distinta dall’acromelanosi albo punctata di Siemens. Quando la dimensione delle chiazze bianche è molto più ampia di una lenticchia (ipomelanosi lenticolare) o di una goccia (ipomelanosi guttata) si parla di ipomelanosi maculare progressiva e confluente di Guillet Hélénon o discromia creola, descritta nel 1985 dai dermatologi francesi Gerard Guillet e Raymond Hélénon. Per questo tipo di discromia cutanea è stata recentemente riportata un’alterazione del microbiota cutaneo, con un aumento relativo di un batterio saprofita, il filotipo III del Cutibacterium acnes, lo stesso batterio che risulta aumentato nelle persone affette da acne.

ipomelanosi guttata di Costa
Le macchie bianche dell’ipomelanosi guttata interessano soprattutto le gambe e gli avambracci

Un’altra causa di macchie bianche della pelle sono le cosiddette macchie di Bier (Bier spots), macule fisiologiche e angiospastiche descritte nel 1898 dal chirurgo tedesco August Karl Gustav Bier. Si manifestano sulla pelle degli arti superiori e inferiori sotto forma di piccole macchie ipocromiche irregolari e temporanee. All’interno delle macchie di Bier non manca la melanina, e il colore chiaro della macchie è legato a un fenomeno di vasocostrizione a carico del microcircolo cutaneo. Pertanto sono da considerare macule anemiche. Le macchie di Bear hanno solitamente un diametro di pochi millimetri e scompaiono muovendo gli arti o quando si è in posizione supina. In alcuni pazienti con dermatite seborroica l’esposizione al sole può a volte determinare la comparsa di macule chiare al posto delle chiazze eczematose, quadro clinico attualmente noto come ipopigmentazione maculare seborroica.