Dermatologo Dott. Del Sorbo

Penoscopia e HPV

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO
Penoscopia e peniscopia sono la stessa cosa?
La penoscopia (detta anche peniscopia) è una tecnica rapida e non invasiva, a disposizione di ogni dermatologo, utile nella valutazione di quegli aspetti della cute e delle mucose dei genitali esterni maschili, non ben visibili all’osservazione clinica diretta. Tale metodica, viene indicata con diversi sinonimi (per esempio genitoscopia, penoscopia, balanoscopia, peniscopia, glandoscopia, microscopia di superficie, mucoscopia, episcopia, dermatoscopia genitale) ed è simile alla vulvoscopia effettuata nella donna.

Penoscopia: a cosa serve

La penoscopia consente al dermatologo di osservare a elevati ingrandimenti (da 10 fino a 400 volte) strutture melaniche e vascolari dei genitali esterni non ben visibili a occhio nudo. Alcuni quadri fisiologici e patologici del distretto genitale, possono presentare dei pattern morfologici caratteristici alla penoscopia, che possono essere talora utili allo specialista, come supporto alla diagnostica clinica e di laboratorio. Questa tecnica è utilizzata da pochi anni in venereologia, in quanto i primi pattern in genitoscopia sono stati descritti solo nel 1993 per la penoscopia e nel 1997 per la vulvoscopia. I condilomi genitali (infezioni da HPV) ad esempio, presentano alla penoscopia, una caratteristica punteggiatura vascolare, che consente di riconoscere anche piccole manifestazioni dubbie, da eventuali altre formazioni di natura diversa, che non presentano alla penoscopia tale pattern vascolare punteggiato. In passato, prima dell’introduzione della penoscopia, in dermatologia genitale si utilizzava l’applicazione di soluzioni acquose debolmente acide (es. acido acetico al 3%) per evidenziare tale punteggiatura, in quanto alcune soluzioni acide a basse concentrazioni sono in grado di determinare in pochi secondi uno sbiancamento dell’area interessata proporzionale al grado di vascolarizzazione della stessa. Con l’avvento della penoscopia e la comprensione di nuovi pattern morfologici, la tecnica dell’acido acetico ha perso molta della sua importanza di un tempo, a causa dell’elevato numero di falsi positivi (tecnica sensibile ma poco specifica). Con l’acido acetico si osservava infatti uno sbiancamento delle aree condilomatose, ma lo stesso fenomeno si poteva osservare anche nelle aree infiammate non interessate dall’HPV (es. balanopostite psoriasica, lichen planus, eczema, balanite di Zoon, etc). Lo sbiancamento aspecifico da acido acetico, molte volte permane per alcuni minuti, alterando il quadro clinico e penoscopico nel corso della visita dermatologica.

pattern vascolare punteggiato alla penoscopia in paziente affetto da infezione da HPV

Penoscopia: la punteggiatura vascolare dei condilomi si può talora osservare già a 10 ingrandimenti

immagini di peniscopia dei condilomi con pattern vascolare punteggiato

Analogamente alla vulvoscopia effettuata in dermatologia genitale femminile, la penoscopia è utile in quanto permette di osservare quadri morfologici tipici di alcune malattie veneree (per esempio papulosi bowenoide e altre infezioni da HPV, mollusco contagioso, scabbia genitale, ftiriasi, parassiti della pelle, etc) e di distinguerli da altre malattie del pene di natura non infettiva (per esempio papule perlacee, grani di Fordyce, balanite seborroica di Neumann, balanite xerotica, balanite irritativa, balanite diabetica, nevi genitali, cheratosi seborroiche).

papule perlacee della corona del glande osservate mediante penoscopia

Nelle papule perlacee della corona del glande, manca la caratteristica punteggiatura vascolare delle infezioni da papillomavirus

immagini di penoscopia delle papule perlacee della corona del glande

Peniscopia e infezione da HPV papillomavirus

La penoscopia si rivela particolarmente utile quando i condilomi sono poco visibili all’osservazione diretta. Una punteggiatura vascolare localizzata in una o più aree del distretto genitale è spesso associata ad infezione da HPV papillomavirus e regredisce in seguito alla terapia (es. crioterapia con azoto liquido, immunomodulatori topici, etc). Oltre che come supporto alla diagnosi clinica delle infezioni da HPV papillomavirus, la penoscopia permette di riconoscere quadri morfologici relativi ad altre situazioni veneree e non veneree.

penoscopia di malattie veneree e non veneree

Papule perlacee, grani di Fordyce, mollusco contagioso (foto in alto) e condilomi dell’area genitale maschile (foto in basso)

penoscopia e HPV

Le papule perlacee della corona del glande presentano alla penoscopia un pattern vascolare cosiddetto a forcina, in cui manca la tipica punteggiatura osservabile nelle infezioni da HPV. Il pattern punteggiato manca anche nei cosiddetti granuli di Fordyce genitali, fenomeni fisiologici e non infettivi, caratterizzati alla penoscopia da caratteristiche ghirlande vascolari che avvolgono senza attraversare i singoli lobuli di sebo. Alla penoscopia formazioni vascolari innocue come i comuni angiomi rubini di De Morgan e gli angiocheratomi genitali di Fordyce presentano invece un pattern di tipo lacunare. Il mollusco contagioso, riconoscibile nella maggior parte dei casi clinicamente, presenta a 50 ingrandimenti, una chiazza bianca centrale e una raggiera vascolare periferica. La balanopostite psoriasica, può presentare alla penoscopia dei pattern vascolari abbastanza caratteristici (es. pattern glomerulare, pattern a cespuglio, etc) e persino un pattern punteggiato (dotted pattern), ma in questi casi le manifestazioni cliniche sono abbastanza tipiche. Le lesioni melanocitiche dei genitali maschili esterni, presentano alla penoscopia, caratteristiche vascolari e pigmentarie identiche ai quadri osservabili in dermatoscopia a epiluminescenza (es. reticolo pigmentario, punti neri, globuli marroni, pseudopodi, strutture a crisalide, etc). Alcune forme di sarcoma di kaposi genitale, possono presentare in penoscopia un tipico pattern arcobaleno (rainbow pattern).