Dermatologo Dott. Del Sorbo

Infezione da mycoplasma

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO
I MICOPLASMI SONO PICCOLI BATTERI PRIVI DI PARETE CELLULARE
Il MICOPLASMA è un piccolissimo batterio, privo di parete cellulare e quindi resistente alla maggior parte degli antibiotici che agiscono sulla sintesi della parete (es. penicillina, cefalosporina, etc), ma sensibile ad alcuni macrolidi e tetracicline. I micoplasmi sono tra le primissime forme di vita a essere comparse sul nostro pianeta. Il termine micoplasma (dal greco μύκηtας = micete e πλασμα = forma), fu utilizzato dal biologo tedesco Albert Bernhard Frank già nel 1889, per indicare microrganismi in grado di infettare animali (uomo compreso) e vegetali, in maniera simile ai miceti, ma diversi da questi sul piano strutturale, perché più simili ai batteri, anche se privi di una vera e propria parete cellulare. Contrariamente ai virus, i micoplasmi possono crescere, sia pure lentamente, in alcuni terreni di coltura. La possibile associazione tra alcune specie di micoplasma (oggi se ne conoscono oltre 200) e alcune malattie sistemiche (tra cui eritema nodoso, eritema polimorfo, pioderma gangrenoso, pitiriasi lichenoide e varioliforme acuta (PLEVA), necrolisi epidermica tossica, sindrome di Steven Johnson, malattia di Crohn, fibromialgia, sensibilità chimica multipla, AIDS, etc) è ancora oggetto di studio.

ALCUNI MICOPLASMI POSSONO MIGRARE GRAZIE ALLA PRESENZA DI SPECIALI STRUTTURE CONTRATTILI

Da un punto di vista strutturale i micoplasmi ricordano vagamente i clostridi (piccoli bacilli gram positivi) e infatti si pensa che i micoplasmi possano, sul piano filogenetico, derivare da antichi clostridi incapaci di produrre peptidoglicano. I micoplasmi non dispongono di un vero e proprio nucleo e il loro materiale genetico è contenuto in un’area centrale del citoplasma, denominata zona nucleare. Essi parassitano uomo, animali e piante per poter ricavare gli steroli di membrana, fondamentali per la stabilità della stessa e che altrimenti non potrebbero produrre in maniera autonoma. Alla famiglia mycoplasmataceae appartengono il genere mycoplasma (micoplasmi che che non sono in grado di idrolizzare l’urea) e il genere ureaplasma (micoplasmi che sono in grado di idrolizzare l’urea). Alcuni micoplasmi possono avere una mobilità strisciante o rotatoria, grazie a organuli contrattili intracellulari. Le colonie di micoplasma, assumono solitamente, un tipico aspetto a uovo fritto. Rispetto agli altri batteri, i micoplasmi necessitano di lipidi (steroli) per la loro crescita. Nei normali terreni di coltura viene a volte impiegato siero animale contenente colesterolo. I glicolipidi presenti sulla membrana esterna dei micoplasmi possono talora scatenare reazioni autoimmunitarie, in quanto, la mancanza della parete cellulare, renderebbe la membrana lipoproteica del micoplasma, simile a quella delle normali cellule dell’organismo, con possibili errori di riconoscimento self - non self, da parte del nostro sistema immunitario.

infezioni da micoplasma del cavo orale
I micoplasmi sono ospiti abituali del cavo orale e dei genitali, ma in determinate condizioni possono comportarsi come patogeni e associarsi a mucosite orale o genitale
infezioni genitali da micoplasma

ALCUNI MICOPLASMI SONO OSPITI ABITUALI DELL’APPARATO GENITALE MASCHILE E FEMMINILE

I micoplasmi presenti a livello genitale, non sempre hanno un ruolo patogeno. In condizioni ordinarie è possibile riscontrare come ospite stanziale del microbioma cutaneo di cute e mucose genitali sane il Mycoplasma hominis e meno frequentemente altri micoplasmi (es. Mycoplasma genitalium, Mycoplasma spermatophilum, Mycoplasma primatum e Mycoplasma fermentans (flora micoplasmica). Mycoplasma hominis Ureaplasma urealyticum colonizzano l’uretra già nel neonato, durante il passaggio attraverso il canale del parto (infatti i bambini nati da parto cesareo hanno una bassissima carica micoplasmica). Durante l’infanzia e l’adolescenza, la flora micoplasmica è quasi inesistente, per poi ripresentarsi nella fascia di età sessualmente attiva. Nella donna, Mycoplasma genitalium si può talora associare a vaginosi batterica, mentre nell’uomo si può associare prevalentemente a uretriti non gonococciche. Mycoplasma hominis e Ureaplasma urealyticum sono micoplasmi presenti sulle mucose urogenitali di quasi tutti gli individui sessualmente attivi, come normale flora microbica. Anche in gravidanza, il micoplasma fa parte della normale flora microbica genitale e viene trasmesso al neonato al momento del parto, come flora microbica. Sebbene il ruolo patogeno dei micoplasmi sia da sempre controverso, in determinate condizioni, alcuni micoplasmi possono essere responsabili di uretrite e malattia infiammatoria pelvica. Nell’uomo asintomatico, i micoplasmi possono essere riscontrati nelle urine, nello sperma e nell’uretra. Nelle donne asintomatiche i micoplasmi si possono riscontrare sulle mucose genitali. La mancanza della parete cellulare, rende il micoplasma malleabile e in grado di adattare la propria forma alle circostanze ambientali. Mycoplasma orale e Mycoplasma salivarium si trova in quasi tutti gli adulti sani. La maggior parte dei micoplasmi del cavo orale sono commensali (germi solitamente non patogeni). A livello genitale, il paziente può avvertire prurito intimo, bruciore, penodinia o secrezione. Davanti a una sintomatologia dermatologica dell’area genitale, è importante ricercare eventuali malattie veneree associate (per esempio papulosi bowenoide, gonorrea, sifilide, condilomi, infezioni da Chlamydia, etc), senza sottovalutare anche il lunghissimo elenco di patologie dermatologiche genitali non infettive, dalla balanopostite nell’uomo alle vulviti nella donna. Mycoplasma hominis e Ureaplasma urealyticum sono ospiti abituali dell’apparato genitale umano e si comportano solitamente come commensali e non come patogeni, anche se in determinate condizioni, possano causare uretrite non gonococcica o infiammazione pelvica. Oltre che da micoplasma, le uretriti non gonococciche, possono essere anche causate da infezioni da Chlamydia. In quanto microrganismi intracellulari, possono eludere le difese immunitarie dell’individuo e instaurare talora infezioni latenti. Nei soggetti immunocompromessi è possibile riscontrare micoplasmi ad azione patogena, come il Mycoplasma penetrans a livello genitale o il Mycoplasma pirum delle aree extragenitali. L’esame colturale per la ricerca del micoplasma, consente di determinarne la carica batterica. Un valore di unità formanti colonie per millilitro inferiore a 10000, indica solitamente situazioni fisiologiche (flora commensale). All’esame delle urine può essere talora riscontrata una modesta leucocitosi.

immagine di eritema polimorfo in paziente con infezione da micoplasma

Infezioni da micoplasma possono talora associarsi ad eritema polimorfo (foto in alto) e sarcoma di Kaposi (foto in basso)

foto del sarcoma di kaposi e infezioni da micoplasmi

MYCOPLASMA HOMINIS

Il mycoplasma hominis fu descritto nel 1953 dal biologo danese Eyvind Antonius Freundt. Esso è frequentemente riscontrato sulle mucose anogenitali. Le colonie di questo tipo di micoplasma, assumono un tipico aspetto a uovo fritto. La presenza di mycoplasma hominis nelle aree genitali, può avere sia significato fisiologico (normale commensale della flora batterica) che patologico (es. uretrite, prostatite, salpingite, endometrite, etc).

UREAPLASMA UREALYTICUM

Ureaplasma urealyticum è stato descritto nel 1974 da Shepard, Lunceford e Ford. Detto anche ureaplasma T (tiny = minuscolo), può scatenare uretriti non gonococciche, con sintomi simili a quelli osservati nell’uretrite da clamidia. È stato isolato dallo sperma di soggetti infertili. In coltura, le colonie, assumono un tipico aspetto definito a riccio di mare.

MYCOPLASMA ORALE

Il mycoplasma orale fu descritto nel 1964 dal gruppo di lavoro coordinato dal Dr. Taylor Robinson e si localizza al tratto orofaringeo umano, solitamente senza particolare significato patologico.

MYCOPLASMA BUCCALE (micoplasma orale di tipo 2)

Il mycoplasma buccale fu descritto nel 1974 e si localizza al cavo orale e al tratto faringeo umano.

MYCOPLASMA FAUCIUM (micoplasma orale di tipo 3)

Il mycoplasma faucium fu descritto nel 1974 si localizza tratto orofaringeo umano.

MYCOPLASMA GENITALIUM (mycoplasma genitale)

Il Mycoplasma genitalium descritto la prima volta nel 1980, aderisce alle mucose mediante una fine peluria sul proprio rivestimento esterno, caratteristica unica nel genere mycoplasma. Il micoplasma genitale è uno dei batteri più piccoli attualmente conosciuti, è sessualmente trasmissibile ed è causa di uretriti non gonococciche, anche se è stato riscontrato in diverse aree extragenitali (es. liquido sinoviale, tratto respiratorio, etc). Il micoplasma genitalium fu isolato da 2 soggetti maschili con uretrite e successivamente è stato riscontrato anche alla gola. Possiede due adesine proteiche appartenenti alla famiglia delle adesine P: P140 (adesina di 140 Kd) e P32, responsabili dell’adesione cellulare. Si associa talora alla cervicite mucopurulenta della donna. Nella maggior parte dei casi, poco sensibile all’eritromicina e molto più sensibile all’azitromicina e alla doxiciclina. Il micoplasma genitaliuum possiede un genoma molto essenziale di appena 580070 paia di basi che contiene sequenze omologhe dell’adesina P140 (variazione antigenica) e codifica 490 proteine.

MYCOPLASMA FERMENTANS (mycoplasma incognitum)

Il mycoplasma fermentans fu descritto nel 1955, si può localizzare ai genitali maschili (uretrite non gonococcica, balanopostite, etc), ai genitali femminili (uretrite non gonococcica, cervicite, vulvovaginite, etc), alle articolazioni e al cavo orale. Alcuni ceppi di mycoplasma fermentans, possono esprimere sulla loro superficie un antigene resistente alle proteinasi denominato PRA.

MYCOPLASMA PRIMATUM

Il mycoplasma primatum fu isolato nel 1971 dal tratto genitourinario. Esso è un raro commensale della mucosa orale e genitale.

MYCOPLASMA PNEUMONIAE

Il mycoplasma pneumoniae fu descritto nel 1963 come responsabile di infezioni genitali e agente eziologico della polmonite atipica primaria. Il termine polmonite atipica primaria, fu attribuito nel 1938 a quelle polmoniti resistenti alla penicillina, diverse da quelle tipiche da streptococcus pneumoniae. In presenza di cheilite crostosa e dermatite periorale recidivante può essere utile ricercare anche la presenza di questo micoplasma. Rari casi di esantema maculopapuloso sono dovuti a reazioni immunitarie dell’organismo nei confronti dei glicolipidi di membrana del mycoplasma.

MYCOPLASMA PENETRANS

Il mycoplasma penetrans fu isolato nel 1991 dalle urine di pazienti con infezione da HIV. La lipoproteina P35 permette al mycoplasma penetrans di fondersi con la membrana delle cellule ospiti e penetrare all’interno di esse. Esso può in alcuni casi essere presente in pazienti con sarcoma di Kaposi, specie in individui con infezione da HIV.

ALTRI MICOPLASMI

Tra gli altri micoplasmi ricordiamo il Mycoplasma salivarium (isolato dalla saliva), Mycoplasma spermatophilum (isolato dallo sperma umano), Mycoplasma pirum, Mycoplasma lipophylum, Mycoplasma canis, Mycoplasma arthritidis, Mycoplasma arginini, etc.

INFEZIONI DA MYCOPLASMA NELLA STORIA DELLA DERMATOLOGIA

Dopo i primi studi condotti sul micoplasma nel 1889 dal biologo tedesco Albert Bernhard Frank e nel 1897 dal patologo svedese Jakob Eriksson, il Mycoplasma mycoides viene descritto nel 1898 dagli infettivologi francesi Edmond Isidore Ètienne Nocard, Pierre Paul Èmile Roux, Amédée Borrel, Edouard Dujardin Beaumetz e dall’anatomopatologo italiano Alessandro Taurelli Salimbeni, come agente eziologico della pleuropolmonite contagiosa bovina. I micoplasmi vengono individuati con non poche difficoltà, data la piccolissima dimensione delle colonie. Nel 1910 l’immunologo belga Jules Bordet descrive i micoplasmi come microrganismi simili alle spirochete, mentre il batteriologo francese Amédée Borrel utilizza il termine di asterococcus mycoides. Nel 1929 il microbiologo polacco Julian Ignacy Nowak è tra i primi a collocare i micoplasmi in un genere autonomo: mycoplasma. In quegli anni, i nuovi micoplasmi isolati, venivano denominati PPLO = PleuroPleumonia Like Organisms (microrganismi simili a quelli della pleuropolmonite). Nel 1937 i patologi americani Louis Dienes e Geoffrey Edsall riportano un caso di un ascesso delle ghiandole del Bartolini causato da un’infezione da micoplasma. Dagli anni Cinquanta in poi vengono isolati oltre 200 specie di micoplasma, in grado di infettare l’uomo, gli animali e le piante. Nel 2015 i dermatologi americani Theresa Canavan, Erin Mathes, Ilona Frieden e Kanade Shinkai descrivono una sindrome caratterizzata da rash cutanei e mucosite associata alla presenza di Mycoplasma pneumoniae (MIRM = Mycoplasma pneumoniae Induced Rash and Mucositis). Attualmente le infezioni da micoplasma genitale sono catalogate con il codice XN9UG all’interno della classificazione internazionale delle malattie ICD-11.