Dermatologo Dott. Del Sorbo

GRANULOMA INGUINALE - DONOVANOSI - MALATTIA DI DONOVAN

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO
Granuloma inguinale: definizione della malattia
Il granuloma inguinale o donovanosi è una malattia a trasmissione sessuale (malattia venerea) associata alla presenza del batterio Klebsiella granulomatis (anche noto come Calymmatobacterium granulomatis o Donovania granulomatis). Oltre al granuloma inguinale, al momento della visita specialistica, devono essere prese in considerazione tutta una serie di altre infezioni sessuali, tra cui la sifilide, la gonorrea, l’ulcera molle, il linfogranuloma venereo, il mollusco contagioso, i condilomi (creste di gallo), la papulosi bowenoide, l’herpes genitale, le infezioni da candida, la scabbia, etc. La visita dermatologica e un eventuale checkup mirato richiesto dal dermatologo venereologo al momento della visita, consentono di distinguere una patologia infettiva a trasmissione sessuale da una patologie genitale di natura non venerea, come ad esempio la balanite seborroica, la balanite irritativa, la balanite psoriasica, l’eczema, il lichen scleroatrofico e altri tipi di balanopostite non venerea

Granuloma inguinale: sinonimi della malattia

Il granuloma inguinale è indicato anche con il nome di granuloma venereo, donovanosi, malattia di Donovan, pseudo bubo, granuloma tropicale, granuloma serpiginoso, ulcera serpiginosa e granuloma infettivo.

Storia del granuloma inguinale

Il granuloma inguinale fu descritto nel 1882 a Madras (golfo del Bengala, India) dal medico scozzese Kenneth McLeod che la denominò ulcera serpiginosa dell’inguine. Nel 1886 James Conyers e Charles Wilberforce Daniels descrissero la malattia come ulcera inguinale lupoide. L’anno successivo a Londra, Galloway osservò la malattia in una paziente asiatica e la indicò con il nome di granuloma ulcerativo della pudenda. Nel 1905 il colonnello medico irlandese Charles Donovan osservò sempre a Madras, il batterio responsabile, nell’essudato proveniente dal cavo orale di un ragazzo affetto dalla malattia. Tale batterio fu inizialmente denominato Donovania granulomatis e la sua presenza all’interno dei macrofagi dei pazienti affetti veniva indicata con il nome di “corpi di Donovan”. Nel 1913, Donovania granulomatis fu ridenominata dai medici brasiliani Henrique de Beaurepaire Rohan Aragão e Gaspar De Oliveira Vianna come Calymmatobacterium granulomatis.

Sintomi del granuloma inguinale: come si presenta la malattia

Il granuloma inguinale è una malattia ulcerativa granulomatosa e contagiosa causata dal Calymmatobacterium granulomatis, batterio intracellulare gram negativo. Una volta invase le cellule mononucleate (es. macrofagi) del paziente, questi batteri diventano visibili al microscopio ottico come corpi di Donovan. La malattia compare solitamente ai genitali (glande, prepuzio, vulva, perineo, regione perianale, inguine). Dopo un periodo di incubazione variabile da 10 a 50 giorni, il granuloma venereo esordisce sotto forma di nodulo pruriginoso non dolente, che nel giro di qualche giorno tende a ulcerarsi e a emanare un cattivo odore. I bordi dell’ulcera presentano a volte una depigmentazione. Manifestazioni extragenitali sono rare ma possibili in qualsiasi area del corpo, specie al cavo orale. In assenza di terapia il decorso della malattia è cronico e non tende a risoluzione spontanea.

immagini malattie veneree

Granuloma venereo: cosa fare

In Italia il granuloma inguinale è la meno frequente delle 5 malattie veneree classiche (sifilide, gonorrea, ulcera molle, linfogranuloma venereo, granuloma venereo), mentre è più comune osservarlo nei pazienti che rientrano da viaggi in regioni tropicali e subtropicali. Il granuloma inguinale è molto più comune nelle fasce di età sessualmente attive e lievemente più frequente nei maschi che nelle femmine. Una volta identificata la malattia, la terapia del granuloma inguinale si basa sull’assunzione di antibiotici mirati all’agente patogeno in questione, sotto la guida del proprio venereologo. In presenza di granuloma inguinale è importante effettuare uno screening per le altre malattie a trasmissione sessuale, compresa l’AIDS.