Dermatologo Dott. Del Sorbo

Dermatologia narrativa (narrative based dermatology)

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO
Dermatologia narrativa
Con l’espressione dermatologia narrativa (NBD = narrative based dermatology) viene indicato il normale rapporto di comunicazione verbale e non verbale che si instaura tra il dermatologo e il paziente con problemi di cute, mucose esterne o annessi cutanei.

Medicina narrativa e dermatologia basata sulla narrazione

La dermatologia narrativa non rappresenta una metodica alternativa in quanto è già parte integrante della comune visita dermatologica effettuata presso il proprio medico. Al momento della visita specialistica, il paziente porta con sé oltre alle macchie cutanee, tutta una serie di disagi, preoccupazioni, aspettative e paure, che hanno bisogno di uno spazio di accoglienza, di tempo e tatto.
La medicina narrativa (NBM = narrative based medicine) va pertanto a integrare e non a sostituire la medicina basata sulle evidenze (EBM = evidence based medicine), poiché utilizza gli stessi strumenti diagnostici e terapeutici.
Per curare un disagio non basta una buona parola, un sorriso o un dialogo empatico, ma il rapporto medico-paziente è innanzitutto una relazione umana, e da questa dipenderà anche il grado di adesione del paziente a un’eventuale terapia farmacologica (compliance).
Per riconoscere una dermatite e prescrivere un farmaco appropriato, possono a volte bastare pochi minuti. Più o meno consapevolmente, il resto del tempo che il dermatologo trascorre con il paziente è medicina narrativa. Osservare la pelle senza lasciar parlare il paziente è come assistere oggi a un film muto prodotto agli inizi degli anni 20 (medicina d’organo).
Dalla storia clinica del paziente possiamo a volte ricavare preziose informazioni, utili talora sia in senso diagnostico che terapeutico. La dermatologia narrativa concentra l’attenzione sul sintomo cutaneo, ricordando che questo non è isolabile dalla storia individuale della persona (patient oriented), dalla sua rete di relazioni sociali, dal suo contesto di vita, e dalla sua capacità di reagire alla sofferenza.
Nel libro di dermatologia narrativa «Ascoltando la pelle» ho riportato pezzi di vita ispirati a storie di persone che avevano molto da raccontare, in merito a quelle problematiche cutanee che spesso descrivevano con l’espressione popolare «sfoghi di pelle» o con il termine generico di dermatite da stress. Vi lascio qui di seguito l’estratto di una recente intervista.

Quando la pelle esprime ciò che la bocca tace

intervista pubblicata sulla rivista Salutare

Pubblichiamo una recensione del libro «Ascoltando la pelle», scritto dal dermatologo salernitano Antonio Del Sorbo che da anni collabora con la nostra rivista. Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo e fargli qualche domanda.
Il libro, scritto sotto forma di diario, è in parte ispirato alle storie di quanti hanno visto apparire le prime manifestazioni cutanee (es. prurito, eritema, desquamazione) in seguito a una svolta importante di vita (es. lutto, trasloco, divorzio, aborto, violenza, pensionamento).
Durante l’intervista l’autore ha più volte precisato che non si tratta di un manuale tecnico e che lo stile, volutamente narrativo, offre più spazio al lato umano della medicina, non sempre compatibile con un articolo scientifico o un tradizionale manuale specialistico.
La dermatologia narrativa è figlia della Narrative Based Medicine, che non è affatto una recente scoperta, ma semplicemente il modo in cui i medici lavorano da sempre.
Le manifestazioni cutanee osservabili in superficie sono facilmente misurabili (disease), ma rappresentano a volte la punta dell’iceberg di quel vissuto di sofferenza, profondo e non sempre palese, che alcune persone portano in ambulatorio insieme alle macchie cutanee (illness experience).
«Ho scritto questo libro ricopiando gli appunti del mio vecchio diario personale, in cui sono racchiuse le storie di una vita trascorsa ad ascoltare la pelle. Ho sostituito volentieri i termini scientifici di papula e pustola con espressioni popolari come: “sfoghi di pelle”. Il termine “sfogo”, sebbene all’apparenza meno scientifico dell’espressione tecnica “eruzione cutanea”, anticipa già il contenuto del libro, in cui la pelle è descritta come una valvola di sfogo sia sul piano metabolico che emozionale», spiega il dottor Del Sorbo.
Ci ha molto colpito la frase riportata sul retro della copertina: «Quanti messaggi ho visto trapelare attraverso la pelle: abbandoni, tradimenti, aggressioni, contatti indesiderati, lutti non elaborati e separazioni ingiuste. Quanta sofferenza esibita in maniera inconsapevole e silenziosa, sotto forma di prurito, macchie, squame e papule».
Ci può spiegare cosa avviene al di là della superficie cutanea? Perché in determinati momenti della nostra vita la pelle reagisce con macchie rosse, prurito o altre fastidiose manifestazioni? Perché non si erano mai presentate prima e soprattutto perché a volte persistono malgrado le terapie appropriate?»
Alla nostra domanda il dermatologo ha risposto che sulla pelle, possiamo a volte leggervi messaggi provenienti da un luogo lontano: dentro di noi. Ha precisato che contrariamente a quanto si pensi, questo mondo misterioso non è la mente, e non va confuso con essa. Si chiama apparato neurovegetativo ed è quel motore perpetuo a retroazione che si adatta, istante per istante, alle perturbazioni esterne in maniera riflessa e omeostatica. Le sue risposte biologiche, indipendenti dalle nostre intenzioni, risentono delle nostre esperienze passate, e delle sensazioni piacevoli o sgradevoli a esse associate.
L’autore spiega che lo stress quotidiano c’entra ben poco con la pelle, e che solitamente sono le svolte importanti di vita a muovere quei fiumi di neurotrasmettitori studiati in maniera multidisciplinare attraverso la PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia).
L’autore ha concluso che la pelle è priva di terminazioni nervose provenienti dalla corteccia (sistema volontario), ma è riccamente innervata dall’apparato neurovegetativo delle emozioni (sistema nervoso autonomo) e che osservare la pelle senza ascoltare chi abbiamo di fronte è un po’ come assistere a un film muto prodotto agli inizi degli anni 20.
Anche se l’autore non lo considera un vero e proprio testo di medicina, questa lettura a fior di pelle e dal contenuto pruriginoso, vi condurrà ben oltre la superficie cutanea. Attraverso il racconto esplorerete la pelle anche da questo insolito angolo di osservazione, almeno sul piano narrativo.

libro di dermatologia narrativa ascoltando la pelle

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medicina narrativa in dermatologia e venereologia