Dermatologo Dott. Del Sorbo

Demodex folliculorum e brevis sono acari della pelle

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO
Cos’è il demodex folliculorum
Il demodex folliculorum è un acaro vermiforme presente nella cute normale di tutti gli individui, come parte integrante del microbioma cutaneo (flora microbica cutanea). In determinate condizioni, il demodex folliculorum può comportarsi però come corpo estraneo e innescare reazioni infiammatorie, simili alla rosacea pustolosa, con manifestazioni cliniche a volte anche monolaterali (demodicosi). Contrariamente all’acaro della scabbia (sarcoptes scabiei) gli acari dell’uomo appartenenti al genere demodex, in condizioni normali non causano prurito e solitamente non sono patogeni.

Demodex folliculorum e malattie della pelle

Con i termini demodicosi, demodeciosi e demodecidosi, vengono indicate un gruppo di malattie della pelle causate da demodex folliculorum e brevis, detti anche acari degli annessi cutanei, per la loro presenza fisiologica nell’unità pilosebacea. In passato si parlava di demodicosi solo se in presenza di almeno 5 acari per centimetro quadrato di pelle. Tra le demodicosi dell’uomo più importanti, ricordiamo la pitiriasi follicolare di Ayers (quadro simile alla dermatite seborroica), la follicolite del cuoio capelluto (quadro clinico simile alla follicolite da cutibacterium o da malassezia), la demodicosi papulosa (quadro clinico simile all’acne papulosa), la demodicosi pustolosa (quadro simile alla rosacea pustolosa), la demodicosi delle ciglia (blefarite da demodex), la rosacea fulminante (pioderma facciale) e alcune forme di dermatite periorale.

demodex folliculorum nella rosacea

Il demodex folliculorum si riscontra più spesso nella rosacea (foto in alto) che nell’acne (foto in basso)

demodex e acne del viso

Cenni storici

Il Demodex folliculorum fu isolato nel 1841 dal dott. Berger a Parigi sul cerume del condotto uditivo esterno durante un’autopsia. Il 2 novembre del 1841 Berger inviò questa sua scoperta all’Accademia delle Scienze di Parigi, e partecipò al premio di Medicina e Chirurgia con un lavoro intitolato “Analisi microscopica del cerume”, lo stesso lavoro con il quale il 12 maggio 1845 partecipò al Premio in Fisiologia Sperimentale. Quando Berger isolò dal cerume tale microrganismo, non pensò subito a un acaro, ma ipotizzò che si potesse trattare di un tardigrado, un minuscolo invertebrato con quattro paia di zampe. Il 6 dicembre del 1841, a Zurigo, il patologo tedesco Friedrich Gustav Jacob Henle riferì di aver riscontrato tale microrganismo anche nelle aree seborroiche del viso, descrivendolo anche lui come un generico verme della pelle. Il primo a parlare di acaro fu il dermatologo tedesco Karl Gustav Theodor Simon, che nel 1842 isolò a Berlino l’Acarus folliculorum dalle pustole del viso. L’anno successivo il biologo inglese Richard Owen sostituì il nome generico di acarus con demodex (dal greco δημός = grasso e δήξ = verme), in quanto questo acaro vermiforme è presente prevalentemente nelle aree seborroiche. Nel 1844 l’entomologo francese François Louis Paul Gervaise lo denominò Simonea folliculorum, in onore di Simon e tale nome fu spesso utilizzato nella letteratura dermatologica francese. Nello stesso anno, il dermatologo inglese Sir William James Erasmus Wilson descrisse l’entozoon folliculorum del viso (detto anche steatozoon e più tardi denominato demodex brevis), come acaro più corto del demodex folliculorum del cuoio capelluto. Nel 1859 lo zoologo tedesco Franz Leydig, descrisse un acaro simile nel cane (demodex canis) responsabile della cosiddetta rogna rossa o rogna demodetica, non trasmissibile all’uomo. Nel 1872, il dermatologo austriaco Ferdinand Ritter von Hebra, esclude il possibile ruolo del demodex folliculorum nella patogenesi dell’acne, non riscontrando acari nelle pustole e nei comedoni dei pazienti acneici. L’innocuità del demodex fu anche riportata in un lavoro del dermatologo austriaco Isidor Edler von Heilwart Neumann del 1873. La demodicosi delle palpebre fu descritta nel 1875 dall’oftalmologo tedesco Otto Becker, quando osservò il demodex nelle ghiandole di Meibomio e dal dermatologo tedesco Max Burchardt nel 1884 che isolò il demodex in un calazio. Nel marzo 1878 il dermatologo bolognese Domenico Majocchi descrisse una blefarite cronica indotta da demodex. Nel 1899 l’oftalmologo tedesco Andreas Eduard Raehlmann, descrive la blefarite acarica, nota anche come demodicosi oculare. Importanti studi furono pubblicati nel 1903 da Stcherbatchoff, nel 1914 da Domenico Majocchi (demodex folliculorum sulla pelle dei leprosi) e nel 1919 da Stanley Hirst. Nel 1925 la dermatologa tedesca Marie Kaufmann Wolf ipotizzò il possibile ruolo del demodex come concausa della rosacea pustolosa, basandosi su uno studio condotto su 50 pazienti. Nel 1930 il dermatologo americano Samuel Ayres Jr, descrisse la pitiriasi follicolare da demodex folliculorum e nel 1961 pubblicò una monografia completa sulle principali demodicosi nell’uomo. Nel 1963 Akbulatova descrisse accuratamente sia il Demodex folliculorum longum del cuoio capelluto che il demodex folliculorum brevis delle ghiandole sebacee.

Come è fatto il demodex folliculorum

Demodex brevis è il cosiddetto acaro del viso, ritenuto in passato implicato nella patogenesi della rosacea. Si tratta di parassiti obbligati dell’uomo. In ogni follicolo vi sono piccole colonie di appena una decina di demodex, che si nutrono di sebo e detriti cellulari. Nel follicolo pilifero, il demodex folliculorum convive pacificamente con altri commensali, tra cui il bacillus oleronius, batterio gram negativo solitamente innoquo. Il ciclo vitale del parassita è di circa 2 settimane e comprende diverse fasi da quando è ancora nell’uovo (60 ore), alla fase di larva (36 ore), protoninfa (72 ore), deutoninfa (60 ore) e adulto (120 ore). Dopo appena 12 ore dall’accoppiamento, la femmina depone circa 25 uova a forma di cuore, grandi appena una cinquantina di micron. L’enzima lipasi del demodex folliculorum degrada il sebo in acidi grassi ad azione infiammatoria, in maniera analoga ad altri commensali della cute, come il Cutibacterium acnes (coinvolto nella patogenesi dell’acne) e la Malassezia restricta (coinvolta nella patogenesi della pitiriasi versicolor e della dermatite seborroica). Le aree seborroiche sono pertanto le sedi predilette dell’acaro (es. pieghe nasolabiali, guance, mento, attaccatura dei capelli, etc). La quantità di demodex sulla cute, non è solitamente influenzata dai farmaci utilizzati per il trattamento della rosacea (es. tetracicline, metronidazolo, etc) e l’importanza attribuita a questo acaro nella genesi della couperose è andata man mano negli anni diminuendo. Demodex folliculorum appartiene al phylium degli artropodi, classe aracnidi, ordine acari, famiglia demodicidae, genere demodex. Sono state descritte oltre 70 specie di demodex degli animali (es. demodex canis di Leydig, demodex cati di Mégnin, demodex equi di Railliet, demodex bovis di Stiles, demodex ovis di Raill etc). Il demodex folliculorum hominis è un piccolo acaro vermiforme lungo 0,4 mm e largo 0,04 mm, mentre il brevis è lungo appena 0,2 mm. I demodex sono i microrganismi più grandi del microbiota della pelle e della microflora cutanea. Durante il giorno, i demodex folliculorum rimangono con la loro testa, conficcata nel follicolo pilifero, con l’estremità caudale del loro corpo, visibile sulla superficie cutanea con il microscopio elettronico a scansione. Di notte i demodex foliculorum si allontanano dal follicolo pilifero in cui sono presenti le loro uova e si affacciano sulla superficie cutanea. La femmina risale dalla profondità del follicolo pilifero verso la superficie man mano che depone le uova, morendo dopo circa 120 ore. I demodex presenti nella pelle umana, hanno 4 paia di zampe che consentono all’acaro piccoli movimenti, specie nelle ore notturne. Se allontanati dal corpo, sopravvivono in laboratorio circa 8 ore se immersi in olio. La maggior parte dei demodex liberi sulla superficie cutanea sono già morti. Al momento della visita dermatologia è possibile talora evidenziare attraverso il dermatoscopio le microscopiche protuberanze biancastre che sporgono dal follicolo pilifero. Normalmente è possibile isolare demodex dalle pustole della rosacea, ma non dalle pustole dell’acne o dai comedoni, dove l’acaro è spesso assente (probabile competizione con il Cutibacterium acnes per consumo di substrati). In condizioni normali, il demodex folliculorum hominis non viene considerato solitamente un agente patogeno, mentre i demodex che parassitano gli animali, possono a volte provocare in questi ultimi, importanti reazioni pustolose, specie nei suini e nei cani (rogna rossa). Oltre a un’azione antinfiammatoria, l’ivermetctina in crema, utilizzata per il trattamento di alcune forme di rosacea papulo pustolosa, sembra svolgere un ruolo inibente, anche sul demodex folliculorum.

immagini di demodex_folliculorum