AFTE ORALI E GENITALI

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

Stomatite aftosa ricorrente del cavo orale

Le afte sono ulcere dolenti e recidivanti, che si possono localizzare al cavo orale o ai genitali esterni. ll termine afta deriva dal greco e significa ulcera (αφθα = ulcera). Infatti le afte sono vere e proprie ulcere dolenti e recidivanti localizzate al cavo orale (stomatite aftosa recidivante) o ai genitali (aftosi genitale). L’afta esordisce sulle mucose come una piccola erosione grigiastra circondata da un alone eritematoso (come nella foto) ed è molto dolente, specie al contatto con cibi e bevande. In alcuni casi le afte si possono presentare come lesioni multiple (stomatite aftosa), senza però raggrupparsi, contrariamente a quanto avviene per le vescicole a grappolo dell’herpes labiale, della stomatite erpetica e dell’herpes genitale. Le afte comuni, tendono generalmente all’autorisoluzione nel giro di qualche settimana, ma spesso tendono a recidivare.

AFTE MILIARI

Le afte miliari somigliano a piccoli grani di miglio e hanno un diametro inferiore al millimetro. Esse tendono a confluire tra loro e regrediscono spontaneamente nel giro di pochi giorni.

AFTA MINOR (AFTE DI MIKULICZ O NON CICATRIZIALI)

Le afte di Mikulicz o aftae minor, rappresentano le afte comuni e sono quindi le più frequenti, sia al cavo orale che ai genitali. Hanno un diametro compreso tra 1 e 9 mm e tendono ad autorisolvere in circa 15 giorni, senza lasciare esiti cicatriziali (afte non cicatriziali).

AFTA MAJOR (AFTE DI SUTTON O CICATRIZIALI)

Le afte di Sutton o aftae major, hanno generalmente un diametro superiore ai 10 mm, sono molto dolenti, impiegano diverse settimane per guarire e talora lasciano esiti cicatriziali retraenti (afte cicatriziali).

AFTE ERPETIFORMI

Le afte erpetiformi sono poco frequenti, sono raggruppate a grappolo, specie a livello del palato. Nella maggior parte dei casi non sono associate a infezione erpetica.

AFTE BIPOLARI DI NEUMANN O AFTE OROGENITALI

Nella sindrome di Neumann, le afte sono presenti sia al cavo orale che ai genitali. Secondo recenti studi l’aftosi bipolare di Neumann, andrebbe inquadrata tra le varianti minori di malattia di Behçet. Nella sindrome di Behçet, le afte orali e genitali si possono associare a uveite, manifestazioni cutanee (es. pseudofollicolite), meningo encefaliti e artiti, tali da richiedere un checkup completo con approccio multidisciplinare.

AFTE NEI BAMBINI

Le afte del lattante (afte di Bednar) furono descritte la prima volta dal pediatra austriaco Alois Bednar e sono ulcere traumatiche transitorie del palato nel lattante. Le afte di Bednar rappresentano un quadro di frequente riscontro in dermatologia pediatrica. Oltre alle classiche forme di afte comuni, nel bambino più grande, in presenza di afte ricorrenti del cavo orale, febbre periodica e ingrossamento dei linfonodi del collo, tra le possibili cause di aftosi associate con febbre periodica, va ricercata anche un’eventuale sindrome di Marshall (nota anche come PFAPA o febbre periodica con faringite aftosa e adenopatia cervicale).

AFTE GENITALI MASCHILI E FEMMINILI

A livello genitale le afte possono localizzarsi al glande, al prepuzio, allo scroto, alle grandi labbra e alle piccole labbra. Nella donna, vi è una variante caratterizzata dalla comparsa di afte molto dolenti a livello della vulva, denominata ulcus vulvae acutum o malattia di Lipschütz. Nel maschio le afte genitali possono dar luogo alla balanopostite aftosa di Du Castel (balanite pustolo ulcerosa).

Afte genitali recidivanti in paziente con balanite aftosa di Du Castel

AFTE: STORIA DELLA MALATTIA

La stomatite aftosa fu descritta la prima volta nel 1888 dal chirurgo polacco Jan Mikulicz Radecki (in tedesco Johannes von Mikulicz) e dal chirurgo tedesco Hermann Kümmell, nel loro trattato sulle patologie del cavo orale (Die Krankheiten des Mundes). Nel 1889 il dermatologo francese Auguste Marie René Du Castel descrisse un quadro analogo sulle mucose genitali maschili, denominandolo balanite pustolo ulcerosa (balanopostite aftosa o pustulo ulcerosa di Du Castel). Nel 1912 il dermatologo austriaco Benjamin Lipschütz, descrisse l’aftosi vulvare (ulcus vulvae acutum o malattia di Lipschütz), caratterizzata da febbre e ulcere ai genitali femminili. Nel 1941 il dermatologo americano Richard Lightburn Sutton descrisse la forma major di aftosi (periadenite mucosa necrotica ricorrente) caratterizzata da afte molto dolenti dal diametro superiore al centimetro. Nel 1967 l’immunologo inglese Thomas Lehner isolò nel siero dei pazienti con afte, anticorpi diretti verso la mucosa orale, mentre nei campioni bioptici delle afte, riscontrò anticorpi fissati alle cellule dello strato spinoso. Nel 1969 il patologo britannico Alan Ernest Dolby dimostrò che i linfociti dei pazienti affetti da afte, attaccavano in coltura le cellule di mucosa orale. Questi esperimenti hanno aperto la strada alle moderne ipotesi autoimmunitarie delle afte, secondo le quali, il danno alle mucose sarebbe indotto da una reazione immunitaria del paziente nei confronti delle proprie mucose. Nel 1987 i pediatri americani Gary Marshall, Kathryn Edwards, Joseph Butler e Alexander Lawton, descrivono per la prima volta la febbre periodica con faringite aftosa e adenopatia cervicale, nota anche con l’acronimo PFAPA. Nel 1990 i dermatologi americani Robert Orme, James Nordlund, Louis Barich e Timothy Brown, descrivono la sindrome MAGIC (mouth and genital ulcers with inflamed cartilage), caratterizzata da ulcere orali, ulcere genitali e policondrite.

Le afte comuni del cavo orale (afta minor o aftosi di Mikulicz), possono talora avere un andamento cronico recidivante

AFTE: CAUSE E POSSIBILI FATTORI SCATENANTI

Le afte sono causate da un processo necrotico localizzato alle mucose, caratterizzato a livello istologico da una vasculite leucocitoclasica. I microtraumi, esporrebbero antigeni della mucosa all’attacco dei linfociti T citotossici CD8+ e degli anticorpi anti mucosa. La patogenesi autoimmunitaria al momento è ancora teorica, tanto che per le afte si utilizza ancora il termine di idiopatiche. In alcuni soggetti predisposti, il sodio laurilsolfato presente in molti colluttori e dentifrici, rientra tra le cause scatenanti le recidive della stomatite aftosa ricorrente. In questi casi l’impiego di colluttori e dentifrici privi di questo tensioattivo, ha ridotto le recidive. Nei pazienti immunodepressi (es. individui HIV+), la malattia ha un decorso molto più aggressivo. La presenza di ulcere orali, ulcere genitali e policondrite, deve far anche considerare la possibilità della cosiddetta sindrome MAGIC (mouth and genital ulcers with inflamed cartilage).

Le afte localizzate alla lingua, persistono solitamente più giorni e possono essere particolarmente dolenti

AFTE: COSA FARE

Le afte solitarie sono un fenomeno benigno, abbastanza comune e negli individui predisposti, possono essere indotte dai microtraumi. Afte orali particolarmente grandi o persistenti, possono talora interessare il dotto escretore di qualche piccola ghiandola salivare accessoria (soprattutto a livello del labbro inferiore) e dare come esito un mucocele (pseudocisti da stravaso mucoso), fenomeno solitamente non fastidioso e che può talora regredire anche spontaneamente. La visita specialistica è importante per differenziare le afte comuni da eventuali altre patologie (es. herpes labiale, stomatite erpetica, herpes genitale, erpangina, stomatite ulcero necrotica, sindrome bipolare di Neumann, sindrome di Behçet, sifilide primaria, balanite aftosa di Du Castel, aftosi vulvare di Lipschütz, etc). Altre cause meno frequenti di ulcera mucosa, comprendono il lichen planus, il pemfigo, il pemfigoide, le reazioni da farmaci, l’eritema polimorfo, la sindrome di Reiter e l’aftoide di Pospischill Feyrter. Le afte ricorrenti possono talora essere associate a malattie internistiche come la celiachia, il morbo di Crohn, la rettocolite ulcerosa, carenza di vitamina B12, carenza di ferro e zinco, mentre le recidive possono essere scatenate da stress emozionale, cibi piccanti, microtraumi e alcuni farmaci. La terapia delle afte, viene programmata al momento della visita specialistica, dopo aver escluse possibili cause infettive. Sotto la guida del proprio medico, l’uso di colluttori antisettici a base di clorexidina e l’applicazione per pochi giorni di topici (es. aloe vera, steroidi, etc), può talora accelerare i tempi di guarigione.