Le cause del prurito dalla A alla Z

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

Cause di prurito

Le forme di prurito che generalmente ritroviamo in dermatologia comprendono il prurito da dermatite atopica (aumenta nei mesi freddi), il prurito da lichen planus, il prurito da scabbia (molto intenso la notte), il prurito da punture da insetti, il prurito cum materia, il prurito sine materia (senza causa apparente), il prurito da AIDS/HIV, il prurito da pediculosi, il prurito da ftiriasi, il prurito acquagenico, il prurito da eczema, il prurito da orticaria, il prurito da psoriasi (generalmente la psoriasi dà prurito solo in alcuni casi), il prurito da dermatite erpetiforme (si associa a celiachia), il prurito da farmaci, il prurito da lampade abbronzanti, il prurito da sole (es. dermatite polimorfa solare, orticaria solare, prurito aestivalis, etc), il prurito da colestasi, il prurito paraneoplastico, il prurito da ipertiroidismo, il prurito da iperparatiroidismo, il prurito da mieloma multiplo, il prurito da ipereosinofilia, il prurito da policitemia vera (dopo un bagno caldo), il prurito da cirrosi biliare, il prurito da epatite, il prurito da dialisi, il prurito da insufficienza renale, il prurito da anemia sideropenica, il prurito da mastocitosi, il prurito da carcinoma metastatico, il prurito da sindrome carcinoide, il prurito da pitiriasi rosea di Gibert, il prurito da leucemia, il prurito da gravidanza (3° trimestre), il prurito da acariasi, il prurito alle gambe nei pazienti con eczema da stasi, il prurito da diabete, il prurito da oncocerchiasi, il prurito da trichinosi, il prurito da schistosomiasi, il prurito da filariasi, il prurito da ansia, il prurito da disturbo ossessivo compulsivo, il prurito psicogeno (delirio di parassitosi o acarofobia di Ekbom, Sindrome di Münchhausen, etc), il prurito da oppiacei, il prurito da alcaloidi della belladonna, il prurito da barbiturici, il prurito da contraccettivi orali, il prurito da notalgia paresthetica, il prurito da meralgia paresthetica, il prurito da fotodermatosi, il prurito idiopatico, prurito post doccia, prurito dopo bagno, prurito intimo (es. prurito vulvare, prurito scrotale, prurito genitale, prurito anale, prurito inguinale, etc), prurito ascellare, etc. Con il termine allocnesi, viene indicata la comparsa di prurito in presenza di stimoli che normalmente non provocherebbero prurito. Il termine atmocnesi, indica invece quelle forme di prurito che si presentano appena il paziente si sveste, soprattutto nelle ore serali e lo si osserva soprattutto in alcune forme di orticaria e persino nella scabbia.

Le cause del prurito possono essere le più svariate (es: orticaria, eczema, dermatite atopica, punture da insetti, scabbia, pediculosi, eczema nummulare, eczema asteatosico, malattie epatiche, insufficienza renale, gravidanza, farmaci, ossiuriasi, stress, etc). Il PRURITO è la più frequente e sgradevole sensazione cutanea e induce il soggetto a grattarsi. I bambini e gli anziani sono colpiti più frequentemente perché hanno una cute più secca. Esistono delle situazioni in cui un prurito persistente può far pensare addirittura a una patologia neoplastica associata, in particolare del colon, dello stomaco o del polmone (prurito paraneoplatico). Nell’infezione da HIV la comparsa di prurito può indicare l’evoluzione verso l’AIDS conclamata. Generalmente le manifestazioni pruriginose tendono ad aumentare nelle situazioni che favoriscono la liberazione nella cute di una sostanza denominata istamina (per esempio dopo la doccia, dopo un pasto abbondante, dopo una corsa o semplicemente nelle ore serali, specie di notte). Oltre al rilascio nella pelle di istamina sono coinvolti altri fattori come i leucotrieni, le prostaglandine, le chinine, gli oppioidi, la sostanza P, il fattore natriuretico cerebrale, i recettori vanilloidi e la neurotensina. A causa del grattamento cronico le unghie delle mani possono apparire lucide. Il prurito risulta particolarmente fastidioso in aree delicate del corpo come le palpebre, il seno e il distretto anogenitale.

Il prurito palpebrale può avere diverse cause (es. eczema, psoriasi, atopia, etc) e spesso si accompagna a rossore e desquamazione

COME SI SPIEGA: la pelle è costituita da uno strato superficiale (epidermide) e da uno strato profondo (derma). A confine tra questi due strati (giunzione dermo epidermica) vi sono delle sottili terminazioni nervose che conducono al midollo spinale lo stimolo del prurito. La sensazione di prurito è veicolata dalle terminazioni nervose cutanee (fibre nervose di tipo A e di tipo C) chiamate pruricettori e sensibili a svariati stimoli pruritogeni. Quando queste fibre sono stimolate intensamente, alcune di esse possono dar luogo oltre al prurito anche ad altre sensazioni fastidiose come ad esempio ipersensibilità, calore, bruciore, formicolio, punture di spillo e persino dolore (nocicettori). Il grattamento è una reazione riflessa che l’organismo mette in atto nel tentativo di ostacolare la trasmissione di tale stimolo al sistema nervoso centrale (teoria del gate control). Si parla invece di prurito nociplastico quando vi è unicamente un abbassamento della soglia di attivazione dei mastociti. La parola “nociplastico” deriva dall’unione del termine latino nocēre (danno) con il termine greco πλαστός (sviluppo), e indica quelle sensazioni di prurito causate da una iperreattività dei recettori di cute e mucose, in assenza di veri e propri danni tissutali (come accade ad esempio nei pazienti con prurito nocicettivo), e in assenza di lesioni dell’apparato somatosensoriale (come si verifica nelle persone con prurito neuropatico).

LE CAUSE: Il prurito della gravidanza si manifesta generalmente intorno al 6° mese ed è dovuto alla stasi biliare indotta dall’aumento volumetrico dell’addome della gestante. Nell’insufficienza renale cronica invece il prurito è dovuto alla presenza nella cute di sostanze come calcio, fosforo e magnesio (prurigo uremica) e può talora associarsi a manifestazioni cutanee intensamente pruriginose (neuropatia uremica di Charcot) e a fenomeni cronico recidivanti come la dermatosi perforante acquisita (pseudo Kyrle). Nei pazienti con epatopatie croniche o con problemi alle vie biliari è importante ricercare un eventuale prurito da stasi biliare (noto anche come prurito colestatico), associato all’interazione degli acidi biliari presenti in circolo (colalemia) con le sottili terminazioni nervose cutanee. In queste condizioni gli acidi biliari presenti in circolo (per esempio acido litocolio, acido taurolitocolico) abbassano la soglia del prurito interagendo con specifici recettori delle cellule cutanee (per esempio recettori GPBAR1, recettori TRPV1, recettori LPA). Negli anziani (prurito senile) e in alcuni bambini con tendenza atopica il prurito è dovuto alla disidratazione della cute. Esiste anche un tipo di prurito scatenato da agenti irritanti (es: saponi, cosmetici, lana di vetro, tessuti) e un prurito da farmaci (es: alcuni antibiotici e steroidi anabolizzanti). Quando il prurito insorge in seguito al bagno in un lago, bisogna tenere anche presente la cosiddetta dermatite dei nuotatori, scatenata dall’infestazione della pelle da parte dei parassiti delle anatre. Esistono poi forme più rare di prurito come la prurigo nodulare di Hyde, la prurigo aestivalis e la prurigo diabetica.

Il prurito acquagenico è stato descritto la prima volta nel 1981 dai dermatologi inglesi Malcolm Greaves, Anne Kobza Black, Robin Eady e Angela Coutts. Esso si presenta con prurito intenso e un formicolio simile a quello provocato da tante punture di spilli (puncta pruritica di Noxon Toomey), in seguito al contatto con l’acqua (calda, fredda, dolce, salata, etc) a causa di una eccessiva liberazione nella cute di sostanze ad azione vasoattiva (es. VIP, istamina, sostanza P, serotonina, acetilcolina, leucotrieni, PAF, prostaglandine, TNFα, histamine releasing factors, etc). Il sudore rientra tra i fattori scatenanti ed è per questo che in estate il prurito può aumentare. In alcuni casi, l’aggiunta in acqua di avena colloidale o di semplice bicarbonato di sodio (es: 150 gr nell’acqua della vasca da bagno), può ridurre il fastidio, ma per un buon controllo della sintomatologia occorre quasi sempre ricorrere a uno o più farmaci sistemici. Nel prurito acquagenico, la liberazione di istamina e di altri fattori vasoattivi, si verifica in maniera analoga a quanto già descritto per l’orticaria acquagenica di Shelley e Rawnsley (comparsa di pomfi e prurito in seguito a contatto con l’acqua) e per l’acquadinia (allodinia caratterizzata dalla sensazione di bruciore della pelle a contatto con l’acqua). Una visita dermatologica accurata, permetterà confermare la diagnosi e di escludere un’acquadinia o un’orticaria acquagenica. In quest’ultimo caso, il dermatologo prescriverà una cura specifica, spiegando al paziente che in questi casi è preferibile evitare le immersioni a mare e gli sport acquatici.

COSA FARE: è importante in presenza di prurito persistente consultare il proprio dermatologo per programmare una visita specialistica accurata, avendo l’accortezza di non tentare terapie «fai da te» che possono modificare il quadro clinico. Il dermatologo è in grado tramite l’esame obiettivo ed eventuali accertamenti (es: emocromo completo con formula, VES, QPE, transaminasi, markers epatite, creatinina, azotemia, IgE totali, dosaggio dei sali biliari, anticorpi antigliadina deamidata, ricerca helicobacter pylori, etc) di programmare un percorso terapeutico mirato al problema. L’uso di creme emollienti o di antistaminici per via orale offre benefici solo temporanei, se non si identifica prima la causa del prurito. Un esame parassitologico delle feci può essere talora utile nei casi di prurito perianale (es. infestazione da ossiuri) o di prurito persistente associato a svenimenti e senso di fame (es. infestazione da ascaridi, tenia, etc). Nel sospetto di una scabbia o di una pediculosi, il dermatologo esegue al momento della visita una ricerca del parassita, mediante uno strumento denominato dermatoscopio. Se il medico sospetta una causa allergica, vi sono dei particolari test (patch test, test orticaria fisica, etc) che lo specialista può eseguire al momento della visita. In alcuni casi possono risultare utili discipline olistiche come l’omeopatia e i fiori di Bach.

Prurito persistente in paziente con eczema da contatto (foto in alto) e con dermatite atopica (foto in basso)

Prurito persistente diffuso o localizzato

Il prurito può essere diffuso o localizzato in determinati distretti cutanei (es. prurito al seno, prurito ai piedi, prurito al cuoio capelluto, etc), così come può presentarsi solo di notte o persistere l’intera giornata. Al momento della visita dermatologica, a seconda del quadro clinico e dell’esito degli esami richiesti sarà possibile intraprendere una terapia mirata sulla base del tipo di diagnosi e delle possibili cause di prurito.