Dermatologo Dott. Del Sorbo

DOMANDE E RISPOSTE FREQUENTI IN DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA (FAQ)

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

261 PRURITO VAGINALE RICORRENTE E URINOCOLTURA NEGATIVA

DOMANDA: Cordiale Dottore, ricorro a Lei con fiducia immensa e umanamente inimmaginabile, in quanto da ottobre 2006 a oggi sono stata bene, ovvero senza forte bruciore vaginale solo 2 mesi. Ecco il mio calvario in breve: 1) tampone vaginale: Tricomonas curato male ovvero il mio medico di base mi cura una candida e dopo due mesi vado da una ginecologa che mi dà la giusta cura per Tricomonas; 2) dopo 7 giorni siamo a gennaio, tampone vaginale: colonie di Escherichia coli e da allora il bruciore dovuto da Escherichia coli non è mai più sparito; 3) cura fatta sin ora (da notare al termine del ciclo di antibiotici puntualmente si presenta la candida ed E. coli non sparisce); 4) antibiotici presi finora: amoxicillina, ciprofloxacina, ofloxacina, norfloxacina e per la candida sempre diflucan e sera ovuli, lavande in quantità industriali di daktarin, fermenti lattici, soluzioni detergenti e altri prodotti come ginexid, distrofil oil, pevaryl, mirtygil. Fortunatamente l’urinocultura è sempre negativa quidi l’infezione è localizzata nella zona vaginale. Dunque, vorrei sapere da Lei se esiste altro esame oltre urine e urinocultura e tampone vaginale, che mi consenta di vedere e capire lo stato dell’E. coli perché non riusciamo a relegarlo al suo posto definitivamente e soprattutto se esiste una cura mirata e non generica perché davvero non riesco più a tollerara il bruciore. Domanda: ma l’Escherichia coli provoca bruciore? Sarà un altro il mio problema? Dal tampone emerge la presenza di Escherichia coli, mentre dall’urinocultura assenza di flora batterica. Non soffro di stipsi cronica al massimo a giorni alterni evacuo; non uso indumenti stretti o sintetici ma larghi e di cotone; non frequento piscine palestre. Qual è la cura giusta? Grazie fin d’ora per il Suo interessamento e scusi lo sfogo.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Signora, ho appena letto la Sua mail. Le cause di prurito vaginale possono essere davvero tante e non sempre la causa è di tipo infettivo. Spesso nei tamponi eseguiti sia ai genitali maschili che femminili, vi riscontriamo come contaminanti, i germi presenti nella normale flora batterica intestinale (es: Escherichia coli, Proteus mirbilis, etc) e non sempre sono questi la causa di un prurito persistente. Nella sezione prurito di questo sito potrà osservare che in Dermatologia le cause di questo fastidio insopportabile possono essere davvero tante (es: lichen simplex, eczema vulvare, psoriasi genitale, micosi, vulvodinia, etc). L’uso indiscrimato di antibiotici non fa altro che distruggere la flora microbica fisiologica e favorire in alcuni casi la comparsa di fastidiose candidosi. Visto che finora non ha mai eseguito una visita specialistica in Dermatologia e data la persistenza delle manifestazioni cliniche, una visita accurata presso il Dermatologo a Lei più vicino, potrebbe essere di aiuto, per un check up generale e non solo ginecologico. Le patologie batteriche della sfera intima rappresentano solo una piccola parte della Dermatologia Genitale maschile e femminile, in quanto sono possibili per queste aree, le stesse dermatiti pruriginose, che spesso interessano altri distretti corporei. L’accanimento terapeutico non porta da nessuna parte. Ne parli con il Suo Dermatologo di fiducia. Cordiali saluti e in bocca al lupo.

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262 MACCHIE ROSSE E PRURITO SULLE BRACCIA: PUÒ ESSERE IL SOLE?

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, ho 37 anni e da poco più di un mese ho terminato un ciclo di cura con Isotretinoina, prescrittami per un problema di acne persistente e resistente a qualsiasi altra terapia. Non è in merito a questo che Le scrivo, ma per darLe un ulteriore elemento di valutazione per un piccolo ma fastidioso problema che mi si è presentato ieri per la seconda volta. Sulle braccia mi sono comparse tante piccole escrescenze / macchioline rosse molto pruriginose, e sono persistite per circa 36-48 ore. Ho pensato a una reazione allergica (tipo orticaria), ma non avendo mangiato niente di particolare (e non soffrendo di allergie alimentari), mi sono chiesta cosa abbia potuto causarmi questo problema: può essere stato il sole (avevo giusto passato una mattina in giro per negozi)? La pelle, oltre a prudere e arrossarsi, mi è anche sembrata più secca e a nulla sono valsi lavaggi rinfrescanti o applicazioni di crema idratante. Poi, come è venuta così è passata, ma non vorrei mi si ripresentasse, visto anche che il mio medico mi ha detto che posso tranquillamente espormi al sole (sono anni che non lo faccio!) e il prossimo mese andrò al mare. Grata per la Sua attenzione, porgo cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Se entrambi gli episodi si sono manifestati in seguito a un’esposizione al sole, anche se involontaria (es: durante lo shopping) l’ipotesi di una fotodermatosi (es: orticaria solare, dermatite polimorfa solare, etc) può essere presa in considerazione. Ma le dermatiti che si presentano con il quadro clinico da Lei descritto, sono davvero tante (es: prurigo, eczema, prurito brachioradiale, prurito aestivalis, etc) e solo con un’accurata visita specialistica presso il Dermatologo a Lei più vicino, si potrà giungere a una diagnosi definitiva e programmare di conseguenza una terapia mirata. In base alle numerose domande che Le farà lo Specialista al momento della visita e a eventuali manifestazioni cliniche in atto, saranno programmati eventuali esami di accertamento diagnostico. In questi casi il problema che spesso si verifica è che si tratta di manifestazioni fugaci e che magari proprio al momento della visita medica, non sono presenti. Se il problema si dovesse ancora verificare, la cosa più utile sarebbe una visita dermatologica con le manifestazioni ancora in atto. Se ciò dovesse essere impossibile (visto che siamo in agosto) può provare a fotografare le manifestazioni cliniche con una normale fotocamera e portare con sé le foto, dal Dermatologo al momento della visita specialistica. In assenza di manifestazioni cliniche in atto, una buona foto può a volte apportare notevoli informazioni aggiuntive al medico al momento della visita. Fotografare la pelle, non è una cosa facile e spesso le foto risultano sfuocate e quindi poco utili. In questo forum ho dedicato un’intera sezione alla fotografia dermatologica, in cui si spiega come ottenere delle foto valide, con una normalissima macchina fotografica. Per quanto riguarda l’isotretinoina, si tratta di una delle armi più potenti a disposizione del dermatologo per la cura di particolari patologie (es: acne nodulo cistica resistente alle terapie tradizionali) e la fotosensibilità del prodotto, si limita generalmente al periodo di assunzione del farmaco. Al termine però di un ciclo di terapia con isotretinoina è importante una visita dermatologica di controllo, sia per valutare i benefici apportati dalla terapia, sia per monitorare eventuali effetti collaterali. Visto che sono anni che non va al mare, la pelle è poco abituata al sole e il rischio di eritema è elevato. Consulti serenamente il Suo dermatologo e si toglierà ogni dubbio, sia sulle cause dell’attuale situazione, sia sul tipo di protezione solare adatto al Suo tipo di pelle. Si raccomanda nel frattempo di evitare scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti e buone vacanze!

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263 BOLLA DOPO CRIOTERAPIA: È NORMALE ENTRO CERTI LIMITI

DOMANDA: Salve, giovedì scorso ho fatto un trattamento con azoto liquido per togliere una verruca sotto al piede (precisamente si trova sul lato sinistro del piede). a oggi questa verruca si è alzata molto, ha assunto quasi la forma di un vulcano ed è tutta nera. Il problema ora è che martedi parto per i mare e il mio dermatologo è in ferie (inoltre non è stato molto preciso sui tempi di guarigione). Volevo chiedere se c’è qualche altra cosa che posso fare per far si che la verruca si tolga in tempo, se c’è qualche pomata, non so. Confido in voi, grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Nei giorni successivi a un trattamento di crioterapia con azoto liquido, la formazione di edema (gonfiore) può essere considerata un fenomeno normale entro certi limiti. Infatti al momento della crioterapia il dermatologo può suggerire l’applicazione giornaliera di un prodotto antisettico (es: acqua ossigenata, crema antibiotica, crema al perossido di idrogeno, iodopovidone, etc) per evitare fenomeni di sovrinfezione batterica. Tale bolla, tende a rompersi spontaneamente nel giro di qualche giorno. Se il problema persiste può essere utile anticipare la visita specialistica di controllo dal Suo dermatologo. Per quanto riguarda invece i tempi di guarigione, c’è da dire che nel caso delle verruche plantari, non vi sono dei tempi standard uguali per tutti i casi. Ci sono pazienti che guariscono dopo qualche applicazione di azoto liquido, pazienti che richiedono diversi cicli di cheratolitico e crioterapia e persino pazienti che guariscono spontaneamente grazie alle buone difese immunitarie nei confronti del papillomavirus responsabile. Il trattamento serve a fare in modo da bloccare l’infezione e quindi la comparsa di nuove verruche, fenomeno molto frequente in una sede sottoposta ad attrito continuo come la pianta del piede. La difficoltà nel trattamento delle verruche plantari, nasce dal fatto che mentre le verruche di altre sedi (es: viso, mani, etc) hanno una crescita verso la superficie esterna (crescita esofitica), quelle della pianta del piede, tendono a crescere in profondità (crescita endofitica), perché il peso del corpo e la posizione in cui si trovano, non permettono una crescita all’esterno. Quando la verruca è profonda o di vecchia data, può raggiungere una terminazione nervosa periferica e provocare dolore alla deambulazione. In molti casi, quella che apparentemente può sembrare una piccola e semplice callosità giallastra, può nascondere una verruca così profonda, da dare al paziente la sensazione di avere una spina o un corpo estraneo sotto al piede. In questi casi una sola seduta di crioterapia non serve a molto, se non integrata con altri supporti stabiliti al momento della visita (es: applicazione giornaliera di una soluzione cheratolitica, eventuale applicazione di immunomodulatori, etc). Uno dei segni clinici che permette al paziente di percepire che la terapia sta procedendo bene è il miglioramento della sensazione di dolore alla digitopressione. Le invio un mio recente articolo sulle verruche e sulla crioterapia con azoto liquido. La cosa migliore da fare è quella di contattare quanto prima il Suo dermatologo, per stabilire, data la Sua situazione in atto, come procede il tutto e se occorrono ulteriori sedute. Nel frattempo tenga pulita l’area trattata, fino a quando non scompare la bolla. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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264 SINDROME DELL’ODORE DI PESCE MARCIO, BROMIDROSI O GARDNERELLA VAGINALIS

DOMANDA: Ho un problema di bromidosi alquanto fastidioso. Quando mangio dei tipi di pesce, faccio un odore che invado la stanza, l’odore che emano è proprio di pesce ma andato a male, (così mi dicono perché io non lo sento). Non mi possono stare vicini e non posso toccare niente perché il mio odore rimane sull’oggetto. Sono stata parecchi anni senza toccare certi tipi di pesce, gamberi, seppie, tutti quelli con la lisca, insomma solo le cozze riesco a mangiare, ma in una corretta alimentazione il pesce dovrebbe esserci, ora siccome il mio problema non è tanto rinunciare al pesce, che comunque posso anche fare a meno, ma trovare la soluzione al problema. Molti dermatologi mi hanno detto che non c’è soluzione, ho provato tutti i tipi di creme possibili e immaginabili, ma peggio, più mi metto creme, più si sente perché si confonde con il profumo. Non mangiando il pesce il problema si risolve in parte, perché comunque tendo a sudare tanto, quando succede l’odore un po’ si sente, non ai livelli di quando mangio pesce, però si sente. Ora voi cosa mi consigliate?

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Il caratteristico odore di pesce della pelle è dovuto alla presenza di una sostanza denominata trimetilamina. In alcuni casi questa sostanza viene prodotta dalla degradazione del sudore a opera di batteri (bromidrosi ascellare apocrina), specie se associata a tricomicosi ascellare (piccoli ammassi giallastri sui peli ascellari, dovuti alla presenza del Corynebacterium flavescens). Nella maggior parte dei casi non dipende dall’igiene personale tranne nei casi in cui coesiste la tricomicosi. Esistono poi delle vere e proprie disfunzioni metaboliche, come la sindrome da odore di pesce, in cui la suddetta sostanza responsabile dell’odore di pesce (trimetilamina) viene eliminata attraverso il sudore perché non degradata per via epatica. L’assunzione di cibi ricchi di colina (es: pesce, uova, fagioli, etc) produce quantità maggiori di trimetilamina, con maggiore escrezione nel sudore e caratteristico odore di pesce. Normalmente nel fegato di tutti noi, vi è un enzima denominato Flavina Mono Ossigenasi (FMO3) in grado di trasformare la fastidiosissima trimetilamina, in una sostanza inodore denominata trimetilamina N-ossidata (TMAO). Questo meccanismo di ossidazione della trimetilamina non sempre è così efficiente e l’organismo in alcuni situazioni (es. in caso di un gene difettoso per l’enzima FMO3) assegna il compito di eliminare tale sostanza maleodorante ad altri organi, come la cute (sudore che odora di pesce) e i polmoni (alito che odora di pesce). Quando questo fenomeno si verifica esclusivamente alle zone intime (genitali con odore di pesce marcio) la causa più frequente di cattivo odore è l’infezione da gardnerella vaginalis. Viste le diverse cause di questo problema, una visita specialistica accurata presso il Dermatologo a Lei più vicino permetterà di giungere a una diagnosi precisa (es: bromidrosi ascellare apocrina, tricomicosi ascellare, eritrasma, etc) e di programmare una terapia mirata. Anche nel sospetto di eventuali patologie del metabolismo, il medico al momento della visita, potrà avvalersi in base alla situazione in atto, della preziosa consulenza di specialisti di altra branca, per un approccio multidisciplinare a tale patologia (es: dermatologo, medico internista, etc). Cordiali saluti e in bocca al lupo. (Risposta pubblicata dal sottoscritto sul forum medicitalia).

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265 CAPELLI ZEBRATI A DUE COLORI: PILI ANNULATI O PSEUDOPILI ANNULATI

DOMANDA: Salve, piu che su di una patologia, la mia è una domanda di curiosità. Mio nipote di 22 anni ha i capelli cioè ogni singolo capello diviso in due colori. Mi spiego, per tutta la lunghezza i capelli sono castano e chiaro, castano e chiaro. A tal punto che si può scambiare per qualcosa che nessuno vorrebbe in testa. Premetto che anche la mamma tiene questa situazione, grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: I capelli possono presentare il fenomeno da Lei descritto in diverse situazioni (es: pili annulati, pseudopili annulati, intossicazione da tallio, etc). I pili annulati, sono dei capelli nel cui fusto viene inclusa aria a causa di un difetto genetico nella produzione e nell’assemblaggio dei tonofilamenti delle cellule della corticale. Nelle bande scure (es: castano) vi sono inclusioni di aria, mentre nelle aree chiare, i tonofilamenti sono assemblati correttamente. Generalmente questo fenomeno è ereditario (trasmissione autosomica dominante) e rientra nel vasto gruppo delle displasie pilari non inducenti alopecia. Una volta giunti alla diagnosi con la visita dermatologica, si tranquillizza il paziente sulla benignità di tale fenomeno. I pazienti con pili annulati, presentano una capigliatura luccicante (aspetto a vetro sabbiato), in quanto al variare della provenienza della luce incidente, le bande chiare diventano scure e le scure diventano chiare. L’alternanza bande chiare e bande scure si verifica ogni 1 - 3 mm circa. Nel caso degli pseudopili annulati invece, l’aspetto zebrato non è dovuto all’inclusione di bolle d’aria, ma a torsioni regolari di 180° del fusto del capello su se stesso ogni 1 - 2 mm circa. In questo caso non ci sono difetti della corticale, ma nei punti di torsione la luce viene riflessa in modo diverso, generando l’aspetto di capelli luccicanti. Gli pseudopili annulati si possono riscontrare nelle persone con capelli biondi e sottili. La maggior parte dei pazienti affetti da pili e pseudopili annulati, non ritiene sgradevole tale effetto ottico. Tali fenomeni sono indicati in dermatologia anche con altri sinonimi (es. triconodosi versicolor, leucotrichia annulare, etc) e generalmente non si associano a fragilità del fusto. Altre cause di capelli a due colori, comprendono l’intossicazione da tallio, che invece si associa ad alopecia. Con una visita specialistica accurata presso il Suo dermatologo, sarà possibile giungere a una diagnosi precisa. Cordiali saluti.

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266 IL SEGNO DI LESER TRÈLAT E LE CHERATOSI SEBORROICHE MULTIPLE

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, le prime verruche seborroiche credo di averle notate sulla schiena e sul ventre circa 15 o 20 anni fa. Quello che mi preocupa è che da qualche mese forse un anno ho notato una proliferazione esponenziale di queste, cosa mi consiglia? Ho letto che può essere un sintomo di qualche neoformazione interna, mi devo attivare in questo senso? Anzitempo ringrazio.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Molte persone tendono negli anni a sviluppare numerose cheratosi seborroiche sul viso e sul corpo, senza per questo sviluppare altri problemi. Il controllo dermatologico periodico è importante nonostante la benignità di tali formazioni e generalmente rientra nel normale controllo annuale dei nevi. La Sua domanda sulla possibile associazione tra cheratosi seborroiche multiple ed eventuali altri problemi di salute (es. adenocarcinomi polmonari o del tratto gastrointestinale, linfomi, etc), si riferisce al cosiddetto segno di Leser Trèlat, fenomeno fortunatamente molto raro. Questo fenomeno fu osservato e descritto per la prima volta nel 1890 dal chirurgo tedesco Edmund Leser e dal chirurgo francese Ulysse Trèlat. Alcuni adenocarcinomi possono in casi rari produrre fattori di crescita che stimolano la fuoriuscita di formazioni cutanee benigne come fibromi penduli e cheratosi seborroiche. Questo fenomeno è raro se consideriamo che moltissimi soggetti adulti sani (senza cioè neoplasie associate) hanno sul proprio corpo numerosi fibromi penduli o cheratosi seborroiche. La comparsa repentina di numerose cheratosi di piccole dimensioni in associazione con altri fenomeni (es: acanthosis nigricans) deve far orientare il medico verso un check up. Nei rari casi di Leser Trèlat autentico, l’asportazione o il trattamento della neoplasia associata, ha fatto notare una regressione del numero di cheratosi seborroiche, così come la ricomparsa di cheratosi è stata associata a recidive del problema di base. Le cheratosi seborroiche sono un fenomeno benigno e frequentissimo e solo in rarissimi casi possono rappresentare un fenomeno paraneoplastico (sindrome paraneoplastica facoltativa e non obbligata). La Sua domanda è servita semplicemente come spunto per la trattazione di un argomento molto interessante e mai richiesto su questo forum. Ne parli con il Suo dermatologo alla prossima visita di controllo. Al momento della visita specialistica, il collega le potrà spiegare, se data la situazione in atto, sono necessari o meno eventuali approfondimenti diagnostici. Si raccomanda nel frattempo di evitare scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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267 PRURITO AL PUBE: LICHEN SIMPLEX E ALTRE DERMATITI

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una ragazza di 30 anni della provincia di Grosseto. Ho un prurito intermittente (giorni si, altri no) nella zona del monte di Venere. Quando mi gratto mi procuro dei piccoli taglietti e mi esce anche un po’ di sangue. Preciso che non ho candida, non ho pidocchi e ho partorito 5 mesi fa. Durante la gravidanza il problema si era fatto da parte ma poi è ricomparso. Credo sia una dermatite ma non riesco a stabilire cosa la scatena, può essere una forma allergica a cibo o contatto? Il prurito è solo esterno circoscritto in piccoli spazi. Grata per l’aiuto, saluti cordiali.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: il prurito dell’area pubica è un fenomeno molto frequente sia nell’uomo che nella donna. Solo in pochi casi esso è provocato da patologie di natura infettiva (es. scabbia genitale, pediculosi del pube, etc) e la trasmissione al partner è immediata. Nella maggior parte dei casi si tratta invece di dermatiti comuni, che si possono localizzare al pube come in quasiasi altra regione del corpo (in questi casi manca ovviamente la trasmissione per via sessuale). Il lichen simplex cronico (detto anche neurodermite) è una reazione cutanea al grattamento cronico e a sua volta induce altro prurito, specie nelle ore serali. L’eczema da contatto al nichel dei bottoni dei pantaloni (o della cintura), le micosi da dermatofiti, le infezioni da candida e il dermografismo dovuto all’elastico stretto degli slip, possono essere possibili cause di prurito pubico. Una visita specialistica presso il Suo dermatologo, permetterà di giungere a una diagnosi precisa e di avere una terapia mirata e non solo sintomatica. Cordiali saluti.

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268 MACCHIE BIANCHE SULLE MANI E DIABETE GIOVANILE

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono un ragazzo di 27 anni della provincia di Avellino. Da diversi anni ho delle macchie bianche sulle mani che si stanno estendendo, seppur in modo lieve, anche al volto. La situazione permane anche dopo l’esposizione al sole, dalle consulenze fin ora effettuate mi è stato detto che si tratta di assenza di melanina, ma nessuna cura ha sortito finora effetti. Premetto di essere un soggetto diabetico. La ringrazio per l’attenzione che vorrà concedermi. Distinti saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: La comparsa di macchie bianche sulle mani e sul viso in alcuni casi può essere attribuita a una malattia della pelle denominata vitiligine. Questa patologia è dovuta alla distruzione della melanina nelle chiazze bianche e si può associare talora ad altre malattie autoimmuni (es. diabete giovanile, tiroidite, etc). Con una visita specialistica presso il dermatologo a Lei più vicino, sarà possibile giungere a una diagnosi precisa e programmare una terapia specifica. Cordiali saluti.

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269 PITIRIASI RUBRA PILARIS E PSORIASI

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono un ragazzo di 44 anni. Da 10 anni soffro di pitiriasi rubra pilaris e di psoriasi localizzata su tutto il corpo in particolare al viso. Il tutto sembra che sia iniziato con delle inalazioni per il mal di gola con erbe eucalipto dove mi sono esposto molto, moltissimo all’acqua bollente. Dopo la prima inalazione fatta di sera al mattino mi sono ritrovato con il viso rossissimo e doloroso al tatto. Il mattino seguente peggio, ho iniziato a screpolare tutto il corpo e il viso peggiorava sempre di più. Rivoltomi al dermatologo, alla biopsia è stata riscontrata la pitiriasi rubra pilaris in più le unghie si sono alzate dalla base, ed ecco pure la psoriasi. Ho trattato il tutto con il tigason per 2- 3 mesi e diprosalic crema al corpo e ad alcune parti del viso, più svariate creme idratanti, più svariati prodotti di protezione solare e non ricordo più quanti altri prodotti. Sono riuscito a tamponare, non squamavo, ma al viso il problema non l’ho mai risolto. Ho perso fiducia del dermatologo che mi seguiva e ho iniziato a girovagare cercando di conviverci con questo dramma. In ultimo sono stato in cura in ospedale dove dopo creme, pomate e antibiotici, siamo arrivati alla prescrizione della ciclosporina. Io non sono pronto e convinto di prendere tale farmaco, per cui sono stato scaricato. Oggi mi ritrovo con il viso di un rosso fuoco dolorante al tatto e screpolato. Cosa posso fare?

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Patologie come la pitiriasi rubra pilaris e la psoriasi, hanno un decorso cronico recidivante e difficilmente vengono eliminate con una semplice crema. Questo purtroppo induce la maggior parte dei pazienti a perdere la fiducia nel proprio medico, a cambiare specialista e a cambiare spesso tipo di terapia. La gestione della pitiriasi rubra pilaris non è semplice, perché periodi di benessere cutaneo si alternano a volte a periodi di peggioramento. La ciclosporina rientra tra i farmaci utilizzati quando le terapie tradizionali (es. acitretina, isotretinoina, metotrexate, etc) sono controindicate o offrono scarsi risultati. Stiamo parlando comunque di farmaci molto potenti e con importanti effetti collaterali, che vanno gestiti dal proprio dermatologo e non con terapie fai da te. Alcuni dei suddetti farmaci, agiscono sia sulla psoriasi che sulla pitiriasi rubra. Pur non essendovi terapie miracolose per queste patologie, con le terapie attualmente disponibili, si riesce a renderle meno fastidiose. Stare giù di morale purtroppo non aiuta molto. In ospedale dove è seguito, può chiedere di essere seguito possibilmente sempre dallo stesso gruppo o dallo stesso medico. Questo è utile a ripristinare il rapporto di fiducia medico paziente e avere un punto di riferimento per tutti i Suoi dubbi. Mi dispiace non poterLe essere utile online, ma prescriverLe una cura a distanza, senza avere idea della situazione in atto, sarebbe per Lei solo una perdita di tempo. Contatti il Dermatologo che L’ha seguita finora, facendo presente tutti i Suoi dubbi su un’eventuale terapia con ciclosporina, cercando insieme con lui una strada da percorrere affinché tale problema diventi più gestibile e meno fastidioso. Nel frattempo eviti scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso questo) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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270 PIEDE EQUINO RITORTO

DOMANDA: Gent.mo dott. Del Sorbo, mi farà felice con un suggerimento riguardo il grave problema che da tempo mi assilla. Sono una donna di 50 anni, da bambina sono stata vittima di un incidente stradale che mi ha lasciato, come conseguenza, un piede che non è più un piede. I vari interventi di allora, nel tentativo di riportare le cose al loro posto, sono riusciti a darmi la possibilità di camminare con l’ausilio di scarpe ortopediche, ma la definizione che ancor oggi i medici dànno del mio caso è “Piede equino ritorto”. Su di esso, in passato, sono state fatte delle plastiche (solo così le so definire) usando la cute recuperata dai miei glutei, ma da qualche anno esse hanno ceduto e mi ritrovo quindi con due ulcere molto larghe che vorrei riuscire a curare, malgrado il parere comune dei medici che mi consigliano di provvedere al più presto a un’amputazione per la quale io non mi sento pronta. Le ulcere si presentano in modo diverso l’una dall’altra. La più vecchia era, fino a due mesi fa, larga circa come 2 euro, a un tratto il bordo ha ceduto e ora è il doppio, presenta un bordo arrossato e rigonfio, il tessuto all’interno è rosso vivo, spurga moltissimo ed è maleodorante. L’altra è larga circa 2 euro, con bordo piatto, appena rosa all’interno, e spurga meno. Sto curando con Gentalyn crema o Beta, a seconda dei periodi, a volte alterno con Connettivina garze, quando mi sembra necessario medico con Noruxol, ho provato anche con Vicopaste e unguento di Ossido di Zinco sul perimetro, ma non ottengo nulla. Chissà che lei non abbia la soluzione ai miei problemi! intanto la ringrazio caldamente per il suo tempo e le porgo i miei più cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. signora, capisco il Suo sconforto dopo anni di sofferenze per il Suo problema al piede, ma davanti a una situazione tanto importante, mi sembra un po’ azzardato cercare terapie veloci online, non basate su una visita specialistica, soprattutto per un problema così serio. Negli anni ha avuto modo di comprendere che nonostante visite effettuate da diversi specialisti, la situazione non è migliorata molto. Quanto potrebbe essere allora affidabile una diagnosi online? E soprattutto quanto rischiosa? Se i miei colleghi hanno addirittura preso in considerazione la possibilità di un’eventuale amputazione avranno avuto i loro buoni motivi e hanno pensato sicuramente a un quadro molto “importante”. Non sarà certamente la cremina “fai da te” a farLe risolvere tale problema, anzi il cortisone contenuto nelle creme da Lei indicate potrebbe, se utilizzato senza prescrizione medica, causare una sovrainfezione e aggravare seriamente il quadro. La produzione di pus maleodorante potrebbe essere già un segno di sovrainfezione. Le consiglio pertanto di spegnere il PC e di rivolgersi al Suo medico di fiducia per valutare da vicino (visita + eventuali esami) l’urgenza del caso. Cordiali saluti.

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271 SI PUÒ GUARIRE DALLA PITIRIASI ALBA?

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono mamma di due bambini di 10 e 9 anni ai quali è stata diagnosticata la pitiriasi alba. Vorrei sapere se guariranno da questa malattia. a entrambi è stato prescritto solo un olio detergente e una crema idratante. Non esistono terapie? Grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: La pitiriasi alba è una discromia cutanea molto frequente, specie nei bambini ed è visibile soprattutto alla fine dell’estate. Si tratta di una patologia generalmente temporanea e assolutamente benigna. La visita dermatologica è importante per escludere altre cause più importanti di discromia (es. vitiligine, pitiriasi versicolor, etc) e per programmare una terapia mirata a migliorare il quadro clinico. Esistono diverse terapie per la pitiriasi alba, la maggior parte delle quali è mirata a reidratare la cute, ridurre la fine e microscopica desquamazione pitiriasica, con l’obiettivo di uniformare il colorito cutaneo. Queste terapie (es. olii lenitivi, emulsioni idratanti, mousse iperidratanti, etc) sebbene possano sembrare apparentemente non farmacologiche, nel medio lungo termine possono dare benefici importanti. In dermatologia pediatrica la pitiriasi alba è un fenomeno molto frequente, in quanto i bambini, producono pochissimo sebo. Questa secchezza eccessiva è responsabile della desquamazione pitiriasica e della perdita temporanea del pigmento (melanina) a chiazze più o meno ampie. Dopo la pubertà questo fenomeno diviene man mano meno frequente, in quanto la pelle è in grado da sola di fabbricarsi il sebo (una sorta di olio naturale che la rende morbida e luminosa) senza dover ricorrere a rimedi artificiali. Non sottovaluti l’importanza della terapia data dal collega al momento della visita... un olio detergente e una semplice crema, in questi casi possono valere più di un farmaco. I tempi di risposta purtroppo non sono rapidissimi e questo spinge spesso i genitori a richiederci se esistono rimedi più rapidi. Con i successivi controlli periodici che farà presso il Suo dermatologo, vedrà che la situazione migliorerà un po’ alla volta. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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272 ANETODERMIA E LIPOATROFIA: SIGNIFICATO DEL TERMINE

DOMANDA: Salve, se è possibile vorrei sapere che cosa si intende per anetodermia e lipoatrofia. Grazie.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Anetodermia e Lipoatrofia sono patologie caratterizzate rispettivamente da atrofia cutanea (anetodermia) e sottocutanea (lipoatrofia). Per quanto riguarda le anetodermie, esistono diverse varianti cliniche, spiegate dettagliatamente nella sezione del sito dedicata all’anetodermia. In questi casi si tratta di un’anomalia a carico delle fibre elastiche, mentre nel caso delle lipoatrofie localizzate e generalizzate, il difetto è a carico del tessuto adiposo. Esistono diverse forme di lipoatrofia (es. lipoatrofia da steroidi, da insulina, lipoatrofia anulare e semicircolare, lipoatrofia infantile addominale centrifuga, lipoatrofia parziale progressiva, lipoatrofia generalizzata congenita, lipoatrofia generalizzata acquisita, etc). Anche per le anetodermie esistono diverse forme (es. variante Jadassohn, variante Pellizzari, variante Schweninger Buzzi, variante Alexander, etc). Una visita dermatologica accurata consentirà un corretto inquadramento diagnostico e terapeutico. Cordiali saluti.

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273 DERMATOSI ACANTOLITICA TRANSIENTE DI GROVER

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, mi hanno riscontrato da alcune visite e da una biopsia una Dermatosi Acantolitica Transiente di Grover. La sto curanto con una crema al cortisone oramai da 7 mesi, ma come smetto ritorna. Nessuno mi ha saputo dire l’origine e quali sono le precauzioni da adottare o cosa evitare e perché ricompaia. La ringrazio anticipatamente per la risposta al mio quesito.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Sono trascorsi quasi 40 anni dalla prima descrizione della dermatosi acantolitica transiente da parte del dermatologo americano Dott. Ralph Grover e nonostante siano ormai ben chiari i meccanismi molecolari con cui si verifica l’acantolisi (perdita di coesione tra le cellule dell’epidermide) non è ancora noto il motivo per il quale questa patologia insorge all’improvviso, persiste alcuni mesi e poi tende a regredire. La disidratazione cutanea, le fonti di calore artificali, il fotoinvecchiamento cutaneo, rientrano tra i fattori predisponenti. Un’esposizione moderata al sole e all’acqua di mare rende tale patologia più sopportabile in estate, nonostante siano state descritte rare forme fotoaggravate. Le visite periodiche presso il Suo dermatologo di fiducia, consentiranno un corretto approccio diagnostico e terapeutico. Cordiali saluti e in bocca al lupo.

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274 PRURITO AGLI OCCHI E DERMATITE ATOPICA

DOMANDA: Salve Dottore, sono un uomo di 41 anni e soffro di dermatite atopica da circa 15 anni. Ho provato tutte le terapie anche la ciclosporina vado alternando pause di guarigione anche lunghe 2 anni a ritorni della malattia in modo grave. Volevo solo chiederle se per l’arrossamento degli occhi e il prurito alle palpebre, devo rivolgermi all’oculista o e tutto di competenza del dermatologo. Grazie aspetto una Sua risposta.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Come avrà letto dalla sezione di questo sito dedicata alla dermatite atopica, si tratta di una patologia che può interessare diverse aree del corpo (atopos = senza un luogo preciso) incluso il distretto palpebrale. In alcune situazioni (es. quando il valore delle IgE totali è molto elevato) la dermatite atopica si può associare ad altre problematiche (es. congiuntivite allergica, rinite allergica, asma, etc). Il dermatologo rimane lo specialista di riferimento per la gestione delle problematiche cutanee legate all’atopia (es. dermatite e prurito delle aree palpebrali). La consulenza oculistica può essere molto preziosa quando ai segni cutanei dell’atopia, vi si associa congiuntivite allergica. Cordiali saluti.

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275 NEVO MELANOCITICO O CHERATOSI: DERMATOSCOPIA ED ESAME ISTOLOGICO

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una donna di 48 anni. Le chiedo un parere per un dubbio sorto proprio oggi. Circa tre anni fa, spuntò a lato dell’unghia dell’alluce, un piccolo puntino grande come una punta di spillo di colore scuro. Dopo quasi due anni gradualmente diventò grande circa 5 mm. Mi sono recata dal dermatologo che con strumenti suppongo attendibili, da prendere visione io stessa della struttura di questo nevo, su un monitor. La sua diagnosi fu di nevo melanocitico reticolato attivo consigliandone la sua asportazione con esame istologico, che ritirato referto oggi mi dà la diagnosi di cheratosi seborroica. Può essere compatibile tale esito con diagnosi dermatologica, dal momento che ho potuto accertare io stessa della sua diramazione reticolata? Può essere stato scambiato il campione di tessuto in laboratorio istologico? La ringrazio anticicipatamente, cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Al momento della prima visita, generalmente il dermatologo valuta le caratteristiche cliniche di una lesione pigmentata, in base a un attento esame obiettivo. Nella maggior parte dei casi, la dermatoscopia (probabilmente l’apparecchiatura a monitor alla quale Lei fa riferimento) chiarisce la natura melanocitica o non melanocitica della lesione, grazie all’osservazione di caratteristici pattern dermoscopici (cosiddetta mappa dei nei). Vi sono alcuni casi, in cui l’esame obiettivo (osservazione clinica) e la dermatoscopia, non offrono un sufficiente grado di tranquillità al medico e viene proposta l’asportazione chirurgica con esame istologico. L’esame istologico conferma la natura benigna o maligna della lesione asportata. La cheratosi seborroica classica è facilmente riconoscibile sia all’esame obiettivo che alla dermatoscopia (pseudocisti cornee, sbocchi similcomedonici, etc). Tuttavia esistono alcune varianti meno frequenti (es. cheratosi seborroica reticolata) dove solo l’esame istologico ne chiarirà la tranquillità. La presenza di un reticolo pigmentario irregolare alla dermatoscopia (caratteristica dermoscopica presente nei normali nevi melanocitici, nel melanoma, ma anche in numerose situazioni benigne), ha giustamente allertato il collega, che ha ritenuto opportuno vederci più chiaro, asportando e analizzando la lesione. L’ipotesi dello scambio dei vetrini, è un evento rarissimo, sebbene non impossibile. La non correlazione tra il sospetto diagnostico clinico e il referto istologico non La deve meravigliare. Quando l’osservazione clinica e la dermatoscopia, non permettono la diagnosi, la certezza viene solo dall’esame istologico. Chiarisca ogni Suo dubbio, alla prossima visita di controllo presso il Suo dermatologo. Cordiali saluti.

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276 ORTICARIA IN GRAVIDANZA E ANTISTAMINICI

DOMANDA: Gentile Dott. Del Sorbo, Le scrivo in merito a un serio problema di orticaria di cui soffro ormai da 8 anni. La prima manifestazione si presentò in seguito a un particolare momento di stress, ma solo dopo 2 mesi, il fenomeno si è ripresentato per noi scomparire più. Tempo dopo sono riuscita a capire che il fenomeno si fa più deciso in caso di freddo o meglio di anche lievi sbalzi di temperatura (per me anche solo poggiare un oggetto freddo su una piccola superficie della mia pelle provoca pomfi e prurito incredibili). Il fenomeno si presenta su tutto il corpo, fin sotto i piedi o sui palmi delle mani. Seguo ormai da anni una cura a base di antistaminici (nonostante non sia mai risultata soggetto allergico) e ne assumo dalle 5 alle 6 compresse di Kestine 10 mg alla settimana in inverno qualcosina in meno in estate (basta non andare sotto i 25 °C). Ora, oltre magari a potermi indicare eventualmente se sia il caso di procedere con qualche nuovo esame, il dubbio che ora più mi assale è il seguente. Sto pensando seriamente di affrontare una gravidanza ma temo seriamente il discorso sospensione terapia: non è possibile per me resistere più di 3 - 4 giorni senza pillole poiché davvero impazzisco, anche se chiusa in casa o sotto le coperte. Potrei assumere antistaminici durante la gravidanza o altrimenti cosa potrei fare. La ringrazio sinceramente del suo aiuto e mi scusi se mi sono dilungata troppo. Cordialmente.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Sig.ra, generalmente in gravidanza preferiamo prescrivere farmaci solo quando strettamente necessario, sebbene gli antistaminici di nuova generazione possono talora essere assunti sotto il controllo medico. Certo l’ideale, sarebbe poter riuscire a sbloccare l’orticaria in tempi rapidi per non farLe assumere tanti farmaci in gravidanza. Oggi esistono farmaci in grado di sbloccare le orticarie da freddo (es. antileucotrieni, antistaminici di nuova generazione, inibitori del PAF, etc) da valutare in base alle manifestazioni cliniche in atto e a eventuali esami. Le invio un mio recente articolo sull’argomento orticaria. Mi dispiace non poterle essere utile online, ma prescriverLe una cura a distanza, senza avere idea della situazione in atto, sarebbe per Lei solo una perdita di tempo. Contatti il Dermatologo a Lei più vicino per una visita accurata. Si raccomanda nel frattempo di evitare scelte terapeutiche e diagnosi basate unicamente su blog e forum, anche quando fornite da noi medici. Questi servizi di orientamento (compreso il mio) devono servire a incoraggiare la visita medica e non a sostituirla. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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277 SCABBIA NEI BAMBINI MOLTO PICCOLI

DOMANDA: Egr.Dott. Del Sorbo, sono una donna di 40 anni molto attenta all’igiene, ma di recente ho scoperto di essere affetta da acariasi. Sono in cura da una settimana ma, il prurito non cessa, il mio Dermatologo dice che è normale e al di la di un detergente appropriato e di una crema non mi ha dato. Posso fare qualche altra cosa? Tra l’altro Le chiedo oltre che disinfettare la casa, le coperte e quant’altro ho un bimbo di 2 anni e per lui il dermatologo mi ha dato solo eurax, può bastare? Le chiedo ancora se esistono prodotti specifici per l’ambiente. Mi dica Lei cosa posso fare più? Grazie distinti saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Signora, la scabbia e le altre forme di acariasi cutanea, rispondono molto bene alle moderne terapie, purché il trattamento sia esteso a tutti i conviventi. Spesso le persone sono terrorizzate dal nome della malattia e dall’imbarazzo di avere una parassitosi. Le terapie attuali comprendono l’uso di creme e detergenti dermatologici a base di molecole specifiche per l’acaro (per esempio permetrina, bucarbetene, benzile benzoato, crotamitone, spinosad, etc). Segua tutti i consigli dati dal collega al momento delle visite specialistiche di controllo. In alcuni casi il prurito può persistere ancora qualche settimana dalla fine della terapia, sia per il possibile potere irritante di alcuni antiscabici (dermatite da contatto), sia per eventuale reazione allergica all’acaro, anche se non più presente. Al momento della visita dermatologica viene generalmente consigliato di rinchiudere la biancheria e i vestiti utilizzati prima della terapia, in un sacchetto chiuso per circa 48-72 ore e far seguire a questa procedura un normale lavaggio a 60°C. Se la terapia viene effettuata da tutti i membri della famiglia e secondo lo schema comunicato al momento della visita, l’acariasi regredisce nel giro di qualche settimana. Per i bambini piccoli esistono prodotti efficaci ma meno irritanti di quelli utilizzati in passato per gli adulti. La scelta della molecola viene effettuata dallo specialista dermatologo al momento della visita di tutto il nucleo familiare. Cordiali saluti e in bocca al lupo!

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278 BRUCIORE ALLE PIEGHE INGUINALI

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono un ragazzo di 29 anni della provincia di Catania e Le scrivo per avere qualche informazione in merito a un mio problema. Avendo spesso dei rapporti occasionali, sto sempre molto attento alla cura del mio corpo, ma da un paio di giorni ho notato due piccoli taglietti nella zona inguinale, rispettivamente uno a sinistra e l’altro a destra, nella zona di giuntura tra coscie e inguine. Volevo chiederLe se poteva essere il principio di qualche malattia, se mi dovessi preoccupare, e farmi visitare. Mi hanno detto che molte malattie sessualmente trasmissibili come la sifilide ad esempio, danno dei focolai sul corpo molto lievi per poi rimanere in incubazione diversi anni. RingraziandoLa anticipatamente porgo distinti saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: L’infiammazione delle pieghe cutanee (intertrigine) può avere diverse cause (es. psoriasi inversa, eczema da contatto, tinea cruris, infezione da candida, etc). L’ambiente caldo umido (es. sudore) rallenta l’efficacia delle terapie. In alcuni casi, l’applicazione di creme farmacologiche, può scatenare reazioni da contatto, con prurito, bruciore, dolore, rossore e desquamazione. La visita dermatologica rimane l’unico modo per giugere a una diagnosi precisa e per programmare una terapia mirata. Data l’area interessata è importante mantenere la cute asciutta, ricorrendo talora all’uso di polveri all’ossido di zinco (quelle che usiamo per i neonati per il pannolino) evitando possibilmente quelle a base di talco (irritante per le pieghe cutanee infiammate). Le creme invece tendono a inumidire ulteriormente la zona, contribuendo alla macerazione dei tessuti e al bruciore. Recarsi dal dermatologo senza aver applicato farmaci (es. cortisone, antimicotici, antibiotici, etc) è importante, in quanto se al momento della visita si sospetta una micosi, può essere praticato un tampone (es. esame microscopico miceti, esame colturale candida, etc) senza che il farmaco ne possa alterare l’esito. La cura delle intertrigini dipende molto dalle cause (es. irritativa, allergica, infettiva) e a volte nonostante le cure appropriate, tende a essere di non rapida risoluzione. Lo sanno bene gli sportivi, nel periodo estivo, quando con il movimento fisico (attrito) e il sudore, una semplice infiammazione si protrae per settimane. Al momento della visita specialistica, ne parli con il Suo dermatologo sulla frequenza dei rapporti occasionali e sulla possibilità di un checkup venereologico completo. Non necessariamente le infiammazioni dell’area anogenitale hanno un’ origine venerea, ma una visita specialistica ed eventuali esami, possono essere molto utili in caso di rapporti con persone sconosciute. Cordiali saluti e in bocca al lupo.

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279 PUNTURE DI ZANZARA GIGANTI

DOMANDA: Gentile Dottore, da un paio di settimane avverto prurito in diverse zone del corpo dove in alcuni momenti della giornata compaiono le definirei delle punture di zanzara. Ovviamente grattandomi queste si amplificano. Il mio medico ha diagnosticato una orticaria e mi ha prescritto tutti gli esami del sangue, urine e feci. Tutto perfetto, a parte la sodiemia 148 leggermente alta. Ora mi ha consigliato la visita da un allergologo. In questi ultimi due giorni invece avverto solo del prurito sempre in zone diverse del corpo, la differenza con i primi giorni è che ora non si vede nulla ma solo grattandomi riappaiono le punture di zanzara. Ho letto che il prurito può essere anche associato a malattie renali o del fegato o addirittura al diabete, ma se così fosse sarebbe dovuto risultare dagli esami del sangue? Prima di cedere agli antistaminici vorrei cercare di capire la causa anche facendo un percorso di esami che implichi del tempo, ma esattamente qual è a suo parere il percorso più giusto da fare?

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Le cause di prurito e di orticaria possono essere davvero tante e la Sua descrizione, sebbene accurata, non permette di formulare un sospetto diagnostico attendibile, in quanto le manifestazioni descritte, sono possono essere comuni a diverse situazioni dermatologiche. Con una visita specialistica accurata presso il Dermatologo a Lei più vicino, si potrà giungere a una diagnosi precisa (es. orticaria dermografica, orticaria colinergica, etc) e programmare eventualmente una terapia mirata al problema. Il fatto che gli esami di routine sono nella norma è una notizia molto buona. Li porti con sé al momento della visita dermatologica, per un eventuale integrazione con altri esami (es. test orticaria fisica, dosaggio IgE totali, esame parassitologico delle feci, ricerca helicobacter pylori, etc). Mi dispiace non poterLe essere utile online, ma prescriverLe una cura o degli esami a distanza, senza avere idea della situazione in atto, sarebbe per Lei un’inutile perdita di tempo. Contatti il Dermatologo a Lei più vicino per una visita accurata e per risalire alle possibili cause del fenomeno da Lei descritto. Su questo forum troverà alcuni miei recenti articoli sulle orticarie e sul prurito. Cordiali saluti!

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280 CHERATOSI PILARE NEL BAMBINO

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, sono una mamma e Le scrivo per avere qualche informazione in merito a un problema di pelle di mio figlio di 21 mesi affetto da cheratosi pilare secondo il mio pediatra anche allergologo quindi abbiamo escluso qualsiasi allergia e intolleranza alimentare. Vorrei sapere se c’è una crema che gli possa alleviare questo fastidio che come ben so non si guarisce ma perlomeno gli tolga un po’ di rossore e di secchezza. La ringrazio tanto per il Suo cortese e prezioso consiglio. Distinti saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: La cheratosi pilare è un fenomeno molto comune in età pediatrica e in rari casi può essere indice di altre situazioni dermatologiche come la dermatite atopica o l’ittiosi volgare. La pelle appare ruvida alla palpazione (pelle a carta vetrata) perché i follicoli piliferi sono riempiti di cheratina. Tra i prodotti più utili per il trattamento ricordiamo le creme emollienti a base di acido lattico o urea. Nei mesi freddi il fenomeno è più frequente e si localizza soprattutto alla superficie supero esterna del braccio, ai glutei e al viso, mentre tende al miglioramento spontaneo durante la stagione balneare. Si tratta di una situazione molto comune e nella stragrande maggioranza dei casi di facile gestione per il dermatologo, che provvederà in base alle aree interessate e all’età del paziente, a trattare con prodotti mirati. Vi sono delle varianti più impegnative come la cheratosi follicolare spinulosa decalvante (Sindrome di Siemens e Lameris), il lichen spinulosus e l’ulerythema ophryogenes di Unna e Raezer (cheratosi pilare rubra atrofica del viso), l’atrofodermia follicolare, il lichen plano pilaris di Lasseur Piccardi Graham Little, la psoriasi follicolare, la mucinosi follicolare, le follicoliti perforanti e l’eczema follicolare. Il Suo dermatologo saprà consigliarLe i prodotti più idonei in base alle caratteristiche cliniche osservate al momento della visita. Nei bambini molto piccoli, è preferibile evitare di utilizzare prodotti fai da te e comunque generalmente si sconsiglia l’’uso di prodotti a base di acido salicilico, salvo diverse indicazioni del medico al momento della visita specialistica. Cordiali saluti.