Dermatologo Dott. Del Sorbo

DOMANDE E RISPOSTE FREQUENTI IN DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA (FAQ)

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

061 MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE

DOMANDA: Salve, sono stato dal Dermatologo da cui ho curato i condilomi 15 giorni fa, questi ultimi sono scomparsi ma mi aveva fatto fare gli esami TPHA e RPR quantitativo che sono risultati essere entrambi positivi, con titolo 1:16 per l’RPR, quindi vuol dire che ho la sifilide, giusto? Mi ha dato penicilline e una pillola da prendere durante le penicilline (sei intramuscolo) come cura, questa è efficace? e saranno solo questo ciclo di penicilline o di solito ce ne vogliono altre? Io credo di essere nel primo stadio, nel senso che non ho notato niente di strano in me negli ultimi periodi tranne qualche macchia o qualche piccola bolla che mi è uscita sul pollice e sul palmo di una mano, per il resto il medico mi ha guardato ovunque e pare non ci sia niente, quindi la mia supposizione è quella di primo stadio, posso sbagliarmi? quali sono i sintomi?? Ora una domanda un po più strana. Io ho lo stesso partner da 9 mesi, sia a ottobre che a febbraio/05 ho donato il sangue e il test TPHA risultava essere negativo, come da referti che ho ancora conservati, come è possibile che ora io, e quindi credo anche il mio partner a cui ho consigliato le mie stesse analisi, abbia contratto questa infezione/malattia? Nel senso che io non ho fatto nulla con nessuno, e idem lui, tra di noi c’è abbastanza serietà e confidenza e fiducia che non usiamo precauzioni anche se da un po’ di tempo non facciamo granché a causa dei condilomi che ho dovuto togliere, ma mi chiedo come sia possibile un contagio oltre al rapporto sessuale? Ne esistono casi? e di che genere di contatto si tratta? Parto dal presupposto che sessuale, come contagio, mi pare assurdo, a meno che lui non c e l’aveva già quando l’ho conosciuto e non se ne è mai accorto e solo ora si sta testimoniando questa infezione perché per caso mi sono recato dal Dermatologo che mi ha prescritto queste analisi, ma sono passati circa 5 mesi (8 gennaio) dal primo rapporto non protetto, quindi potrebbe essere che a febbraio non risultava nelle analisi essendo passato meno di un mese dal primo rapporto non protetto (4 febbraio ho donato il sangue) però lui l’aveva già. È possibile anche se strana visto che al di la del sesso non protetto anche nei mesi precedenti c’era stato dell’altro. Per ora farò le penicilline e la cura datami dal Dermatologo e farò controllare il mio partner con la speranza di risolvere brevemente e senza conseguenze. Questo anche mi chiedo, una volta finita la cura abbiamo definitivamente debellato il virus? ci saranno conseguenze o “tracce” di questa malattia? La penicillina è indicata nei soggetti affetti da “favismo” ovvero che hanno l’enzima G6PDH che ha “un’attività notevolmente ridotta” come si evince da un accertamento fatto per caso in un ospedale della mia zona?? Saluti. (Anonimo da Napoli).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Gentile utente da Napoli, la sifilide e i condilomi sono definite da secoli MTS malattie a trasmissione sessuale. Questo non vuol dire però che l’infezione può essere trasmessa solo sessualmente. Il fatto che noi venereologi riscontriamo con una certa frequenza condilomi tra i bambini e le suore ci dà la conferma che l’infezione può essere trasmessa in mille modi come tutte le altre malattie infettive. Nel caso dei condilomi... si tratta di un virus molto simile a quello che provoca le verruche (o porri) e si trasmette da un soggetto all’altro. È chiaro però che un individuo una volta contratta in qualche modo un’infezione, la può trasmettere al partner “anche” per via sessuale, oltre che per le vie classiche di contagio. Il fatto che appena si parla di sifilide e condilomi si pensi unicamente alle malattie sessuali è legato ormai solamente alla storia della medicina. Un tempo, prima della scoperta della penicillina, i marinai contraevano la sifilide quasi esclusivamente per via sessuale. La stessa cosa la osserviamo oggi con la scabbia, che un tempo si associava unicamente a una scarsa igiene... oggi al contrario è diventata una comunissima e guaribilissima malattia della pelle come tante altre. Ma parole come “scabbia” e “sifilide” ancora oggi, tra i non addetti ai lavori, incutono terrore. Ritornando alle sue domande... le fiale di penicillina rappresentano oggi il miglior sistema per eradicare il problema. Con la giusta terapia e i controlli dermatologici periodici, con buona probabilità risolverete il problema, ma i futuri prelievi quantitativi (es. RPR, TPHA, etc) confermeranno quanto sopra. Una volta la sifilide era una patologia importante... oggi se ben curata, lo è molto meno rispetto al passato... ma in ogni caso... il Suo venereologo... la dovrà seguire per almeno un anno per tranquillità. La sifilide è invece una patologia molto grave, quando contratta in gravidanza. Per quanto riguarda i condilomi invece... si tratta di una patologia frequente e altrettanto risolvibile, anche se a volte “noiosa” in quanto tra crioterapia con azoto liquido e farmaci per uso topico (es. imiquimod, podofillotossina, etc) possono a volte volerci diverse sedute. Si affidi con tranquillità al venereologo che la sta già seguendo per monitare il tipo di risposta alle terapie finora effettuate. Nella speranza di aver risposto anche se in maniera sintetica alle Sue domande... Le invio i miei più cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo. Dermatologo (Salerno).

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062 ACNE E ISOTRETINOINA SISTEMICA

DOMANDA: Buongiorno, ho quasi 30 anni e da svariati anni ormai soffro di acne quasi esclusivamente sul viso, solo sporadicamente su spalle e collo e sono stata curata con Diane + farmaci topici per qualche anno (dai 19 ai 23 anni circa)con buoni risultati, poi nel 2000 dopo un peggioramento dovuto credo alla sospensione della pillola ho provato il Roaccutan che mi ha dato grossi effetti collaterali (agitazione, attacchi di panico, anoressia...). Appurato che la causa era questo farmaco, ho interrotto la terapia e ho provato con farmaci topici + una pillola anticoncezionale blanda alternata con Diane. Nel 2002 ho smesso la pillola (troppi farmaci!) e sono andata avanti fino a oggi, alternando diversi preparati topici e antibiotici orali come Tetralysal o Miocamen che mi hanno permesso una vita sociale abbastanza normale, anche se ci sono stati momenti un po’ più “pesanti”. L’anno scorso dopo aver notato un aggravarsi della situazione ho fatto un’ecografia (per escludere un ovaio policistico) e un dosaggio ormonale al 4° giorno del ciclo (anche se, usando la pillola, ho fatto le analisi tutti gli anni compresi i dosaggi ed è sempre stato tutto perfetto). Tutti i parametri sono risultati normali e il dermatologo mi ha prescritto una cura di diversi mesi con Isotrex gel, poi Mecloderm schiuma durante l’estate e in autunno Mecloderm alternato con una crema ad alta concentrazione di acido glicolico. a oggi la situazione è questa: a periodi alterni la mia acne si aggrava (di solito gennaio/aprile, proprio questo periodo, infatti sto prendendo il Miocamen ma senza grossi risultati)e in generale non ho mai la pelle pulita e da un periodo di circa 2/3 mesi, 10 giorni circa prima dell’inizio delle mestruazioni si presentano delle perdite ematiche non rilevanti ma di colore scuro. Di solito il mio ciclo è abbastanza regolare ed è di circa 30 giorni, ma ho sempre avuto delle perdite prima delle mestruazioni anche se duravano solo 2 o 3 giorni e la ginecologa mi ha detto di non preoccuparmi. Alla luce di queste considerazioni, non potrebbe darsi che la mia acne sia causata da uno squilibrio ormonale durante il periodo dell’ovulazione? Eventualmente mi potreste consigliare quali esami fare e in quale periodo del ciclo? Sono una persona molto nervosa e sono sicura che parte della causa è anche questa, ma vorrei una cura che finalmente mi dia un qualche risultato... Grazie! (E. da Firenze).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: cara Sig.na E. da Firenze, il Suo problema è abbastanza comune nelle giovani donne. Fino ai 14 -15 anni di età, si dice in genere che si tratta di un’acne cosiddetta “giovanile” e che passerà un po’ con l’età e un po’ con le terapie. Quando poi si arriva all’età adulta e l’acne persiste... allora arriva lo sconforto e si comincia a indagare sul profilo ormonale per escludere che ci siano disturbi. È importante indagare con il Suo medico su eventuali altre indagini ormonali, nonostante Lei afferma di aver effettuato un corretto screening ormonale periodicamente. Oltre all’ecografia pelvica eseguita al 5° giorno del ciclo, esistono degli esami che vanno praticati in diverse fasi del ciclo (al 7°, 14° e 21° giorno). Mi rendo conto che sono ormai anni che ha girato dermatologi, endocrinologi e ginecologi... ma quando si tratta di un’acne importante, non è facile arrivare subito alla conclusione. La terapia isotretinoina + contraccettivo può essere una delle possibili soluzioni nelle situazioni più impegnative (es. acne nodulocistica) ma purtroppo non tutti la tollerano e l’assunzione va effettuata esclusivamente sotto stretto controllo medico, per i possibili effetti collaterali, di una terapia così impegnativa. I pazienti che tollerano la terapia... dopo circa 16 settimane (4 mesi) riescono a ottenere degli ottimi risultati, qualche volta anche definitivi. Il fatto che di carattere è un po’ nervosa... non ci spiega l’acne. Viviamo in una società dove siamo veramente tutti fin troppo nervosi... e se fosse lo “stress” la causa dell’acne... dovremmo averla tutti... e sa bene che non è così. Sono fin troppe le cose che tendiamo a ricondurre allo stress, specie quando non riusciamo ad accontentare subito la paziente... ma oggi giorno... chi di noi non è stressato? Pur non essendo però lo stress, causa di acne... stare nervosi... sicuramente non ci aiuta a stare meglio. Il mio consiglio è quello di rivolgersi a un dermatologo della Sua zona, il quale valuterà la Sua situazione clinica e magari programmare un nuovo ciclo di terapia. Nelle forme di acne nodulocistica resistente alle terapie topiche e sistemiche tradizionali, alcune creme portano a benefici solo transitori e in questi casi si può programmare al momento della visita una terapia più impegnativa, valutando di volta in volta con il Suo medico, possibili rischi, benefici e alternative terapeutiche. Per quanto riguarda gli esami... prenderei in considerazione i consigli del collega, con particolare attenzione alla prolattina e agli esami tiroidei. È molto importante però evitare le terapie “fai da te” in quanto la maggior parte dei farmaci impiegati in dermatologia per curare forme di acne “importanti” sono a loro volta farmaci “importanti” e dagli effetti collaterali “importanti”. In bocca al lupo. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno.

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063 PAPILLOMATOSI FISIOLOGICA DEL GLANDE

Buongiorno Dott. Del Sorbo, ho visto alcuni Suoi consigli sul sito “medicitalia” e ho pensato di sottoporle questo. Da circa un mese mi sono accorto che lungo il pene erano presenti alcune (5 o 6) escrescenze simili a delle pustoline biancastre del diametro di uno due millimetri. Sembrerebbero escrescenze sottocutanee carnose in quanto, se schiacciate, si presentano molto consistenti e senza liquido all’interno. Premetto che mi sono accorto della loro presenza in modo casuale in quanto non procurano né pruriti o bruciori. Di cosa si potrebbe trattare, mi consiglia una visita dermatologica o da un andrologo? Distinti saluti. (E. dalla provincia di Cuneo).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Caro E. dalla provincia di Cuneo, le manifestazioni da Lei descritte, possono essere riferite a situazioni fisiologiche (papule perlacee della corona del glande - iperplasia sebacea - grani di Fordyce) o a situazioni patologiche (verruche genitali... meglio note come condilomi o creste di gallo). Per stabilire la natura fisiologica o patologica delle manifestazioni cliniche, la sola descrizione non è sufficiente. Si rivolga con fiducia al suo Dermatologo, il quale stabilirà, mediante una semplice visita se è il caso di trattare un’eventuale infezione o se invece si tratta di un problema comunissimo (es. papule perlacee) e farà un controllo ogni 2-3 anni. Soltanto nei casi dubbi lo Specialista Dermatologo potrà effettuare nel suo ambulatorio una penoscopia: una tecnica rapida e non invasiva che consiste nel visualizzare a 40-100 ingrandimenti la vascolarizzazione della lesione (la penoscopia è nota anche con i termini di balanoscopia, glandoscopia e genitoscopia). In genere in caso di infezione da papillomavirus (condilomi acuminati) si potrà osservare un pattern vascolare punteggiato, mentre in presenza di papule perlacee fisiologiche si potrà osservare un pattern vascolare definito “a forcina di capelli”. Ma ripeto, nella maggior parte dei casi, la PENOSCOPIA è una tecnica che serve solo a confermare o eventualmente escludere, la diagnosi, che il suo Dermatologo effettuerà nell’ambito di una semplice visita. Nella speranza di averLe chiarito un po’ le idee, Le invio i miei più cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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064 PUNTINI DI CARNE ATTORNO AL GLANDE

Salve, il mio problema è che ho dei “puntini di carne” tutto attorno e sotto la corona del glande. Sono partiti da pochi ma, nel tempo, ho notato che aumentano sempre più. la cosa inizia ad angosciarmi e vorrei sapere di cosa si tratta. Nel caso di visita specialistica devo rivolgermi a un dermatologo oppure ad altro specialista? Grazie. (Anonimo da Vicenza).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. utente da Vicenza, L’esame clinico effettuato da qualsiasi dermatologo può stabilire se si tratta di papule perlacee della corona del glande (evento frequentissimo e fisiologico presente in moltissimi uomini e che non richiede terapia)o di condilomi acuminati (patologia virale che il dermatologo deciderà se trattare mediante crioterapia con azoto liquido o con una crema a base di imiquimod). Solo in pochissimi casi dubbi, il dermatologo potrà eseguire una tecnica diagnostica semplice, rapida, accurata e non invasiva, che si chiama penoscopia. Si tratta di un apparecchio che ingrandisce la lesione circa 40 volte su uno schermo con mediante una sonda simile a quella che i ginecologi utilizzano per la colposcopia e la vulvoscopia. In base ad alcune semplici caratteristiche della vascolarizzazione di tali formazioni (pattern punteggiato per i condilomi - pattern a forcina di capelli per le papule perlacee) si sarà orientati verso l’una o l’altra diagnosi. Ti ripeto... È un esame da fare solo nei casi dubbi... puoi eseguire presso qualsiasi dermatologo e costa circa 100 euro. Nel 99% dei casi è più che sufficiente la sola visita dermatologica. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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065 IRRITAZIONE AL GLANDE

Sottopongo il mio caso alla Vs. cortese attenzione. Da circa 5-6 gg sto soffrendo di una irritazione al glande che si manifesta con prurito e che si fa notare da macchioline bianche che i primi giorni erano in numero ridotto ma adesso hanno ricoperto tutto il glande e anche il prepuzio interno. Ho difficoltà a scappucciare il glande perché fa un po’ male e non ho risolto nulla ne con ULTRALAN pomata nè con GETALYN crema. Grazie per la Vs. cortese risposta che attendo fiducioso. (M. da Bari).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. M. da Bari, una volta sospese eventuali terapie farmacologiche fai da te, è possibile effettuare un esame colturale per la ricerca del lievito Candida albicans: (il classico tampone insomma), presso qualsiasi laboratorio. I rimedi cortisonici, a parte un minimo sollievo all’inizio delle applicazioni, hanno potuto peggiorare il quadro clinico, in quanto il cortisone contenuto nelle pomate, abbassa le difese immunitarie della mucosa genitale nei confronti di eventuali germi. Su consiglio del Suo medico, può magari eseguire tra una decina di giorni un tampone (non prima... a causa del cortisone applicato), in modo da esibire l’esito del test al Suo dermatologo, per cominciare una terapia mirata... anche nel caso in cui il tampone dovesse dare esito negativo. Importante però non applicare creme farmacologiche, né disinfettanti in questi 10 giorni. Il cortisone applicato nei giorni precedenti, potrebbe fare un po’ peggiorare il quadro nei prossimi giorni, per il cosiddetto effetto rebound. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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066 PELLICOLA BIANCASTRA SUL GLANDE

Salve dottore, sono un ragazzo di 19 anni e circa 3 giorni fa ho notato il crearsi di una “pellicola” umida e biancastra sul glande… il giorno seguente la pelle ha cominciato a essiccare e a staccarsi dal glande… avvertendo inoltre una sorta di prurito del tutto sopportabile che va scemando con il passare del tempo. Metto che l “infiammazione” e parsa subito dopo una cura di antinfiammatori e antibiotici per la cura di dolore provocato da molare del giudizio (i farmaci prendono nome di Augmentin e ananase 100). Inoltre ho frequenti rapporti sessuali non protetti con la mia partner...da un paio di mesi avvertivo una sensazione di lieve bruciore quando urinavo il giorno seguente al rapporto sessuale anche se il fenomeno sembra sparito. So che la desquamazione rappresenta lo stadio finale dell’infiammazione o dell’irritazione e di conseguenza non so come comportarmi, se aspettare che il fenomeno passi da solo o intervenire con qualche cura. Mille Grazie per la futura risposta e distinti saluti. (Utente da Napoli).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: caro utente da Napoli, i sintomi che hai appena descritto in maniera accurata, fanno pensare a una “balanite irritativa”, termine che indica in maniera aspecifica “infiammazione del glande”. Questa situazione nei giovani è un problema molto frequente. Gli episodi di bruciore durante e dopo la minzione, fanno pensare che hai avuto un’infiammazione più o meno intensa. Il prurito prima e la desquamazione essiccazione dopo, fanno pensare che il processo infiammatorio sia quasi del tutto passato. Una cosa però è certa, se sei stato bene non è certo merito degli antibiotici, infiammazione non vuol dire infezione, intendi? Un’infezione si sarebbe manifestata con ben altri sintomi. Una visita specialistica accurata presso il tuo dermatologo di fiducia permetterà di giungere a una diagnosi precisa e di programmare una terapia mirata. Al momento della visita medica sarà possibile distinguere una comune balanite irritativa da altre dermatiti genitali apparentemente simili, come ad esempio la balanite seborroica di Neumann. Nel frattempo puoi utilizzare mattina e sera un prodotto di igiene intima (non è un farmaco in senso stretto) si tratta di un normale gel studiato proprio per questi tipo di problema. Non è un farmaco... quindi non sarà un toccasana come magari può essere una pomata a base di cortisone (elocon crema, advantan crema, locoidon, flubason, clobesol, gentalyn beta, etc). Il prodotto è un gel protettivo che trovi in qualsiasi farmacia e puoi applicarlo 2-3 volte al giorno, anche per un mese. Si chiama balanil gel ed è prodotto dalla Epitech. Solo che alcune farmacie lo devono ordinare. È un ottimo prodotto e soprattutto non è un farmaco. Ho preferito non darti farmaci perché non avendo effettuato una regolare visita, non sarebbe corretto. Il gel invece lo puoi usare sempre, attenzione però, non è un sapone, devi lasciarlo sul glande come protezione fino al completo e spontaneo assorbimento. Parlane quanto prima con il tuo dermatologo. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno.

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067 PRURITO ALLE ZONE INTIME

Buongiorno da qualche mese ho prurito intorno all’ano e nella parte tra l’ano e la base dei testicoli. Questo prurito ce l’ho solo di notte (tale che mi sveglio durante la notte), durante il giorno non ho niente. A vista la pelle sembra normale a parte l’arrossamento dovuto al prurito. Il mio medico di base non ha la più pallida idea di cosa possa essere (secondo lui non è niente). Cosa potrebbe essere? Grazie, saluti. (Anonimo da Milano).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr utente da Milano, un prurito localizzato alle zone intime e che si accentua soprattutto la notte fa pensare subito a un infestazione parassitaria (Scabbia, parassiti intestinali). Ma è anche vero che molti tipi di prurito di origine non parassitaria (es: lichen simplex, eczema, etc) si accentuano di notte. Il mio consiglio è quello di rivolgersi al suo dermatologo di fiducia prima ancora di utilizzare terapie “fai da te” che altererebbero sicuramente il quadro clinico. Intanto, può essere utile per accelerare i tempi, eseguire un esame parassitologico delle feci (ripetuto 3 volte), per escludere una parassitosi intestinale. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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068 PRURITO INGUINALE

Salve dottor Del Sorbo, ho 45 anni, dal mese di aprile 2004 (da ben 6 mesi) combatto con un problema di arrossamento, infiammazione, forte prurito nella zona inguinale sia a dx che a sx. Tutto è iniziato con delle macchie rosse. Ho utilizzato su mia iniziativa inizialmente travocort e daktarin polvere, poi pevaryl, pevisone, ma niente, nessun risultato. Così, dopo circa otto giorni dall’inizio del problema, mi sono rivolto a un dermatologo, a una prima visita mi è stato prescritto Elocon crema e Filoderm polvere, a una seconda visita, visti gli scarsi risultati, è stata aggiunto Trosyd crema e sporanox compresse. Nessun risultato! Il prurito, fra l’altro, è intenso e mi porta a un continuo grattamento con successivo bruciore e arrossamento, a volte sanguinamento per piccole lesioni dovute al grattamento. Visti gli scarsi risultati mi sono rivolto a un altro dermatologo che ha diagnosticato: Intertrigine da candida inguinale (finalmente una diagnosi!). Ha prescritto : Diflucan da 100 mg x 10 giorni, riposo di 10 giorni e poi nuovamente. Contestualmente Mycogel per l’igiene, Pevisone latte la sera, Daktarin polvere durante il giorno, tutto per 15 gg. Ho seguito la predetta terapia senza alcun risultato apprezzabile e poi il forte prurito e il grattamento aggravano la situazione. Sono ritornato dallo stesso dermatologo (responsabile del reparto ospedaliero nella mia città) il quale confermando la diagnosi ha cambiato terapia: Triasporin compresse due al giorno (una mattina e una sera) per 10 giorni, riposo di 10 giorni e poi altri 10 giorni di terapia. Sempre pevisone latte e daktarin polvere. Bene ho già terminato da 15 giorni anche questa terapia con risultato nullo. Sono disperato non so più cosa fare, il prurito quando prende è irresistibile. Vi chiede un parere, parere, un consiglio. È possibile una micosi così insuperabile? A chi mi devo rivolgere, mi hanno imbottito di compresse, credo anche abbastanza pesanti, senza un minimo risultato. Sarà sbagliata la diagnosi? Ciò che è visibile è un arrossamento nella zona inguinale dx e sx con interessamento dei testicoli, a volte piccole pustole a volte niente solo arrossamento e prurito (non manca mai). Da qualche giorno mi è comparso anche un arrossamento nella zona ascellare dx e sin, non so se è collegato al problema, ma forse può dipendere dal sudore oppure dal deodorante ascellare. (Anonimo da Siracusa).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. utente da Siracusa, la sintomatologia da lei riferita ci fa pensare a un’intertrigine, cioè un’infiammazione delle principali pieghe cutanee (inguinale, ascellare, etc)... e la comparsa di pustole alla periferia delle lesioni aumenta le probabilità che tra le cause della sua intertrigine possa essere coinvolto qualche lievito (es: Candida albicans). Il vero problema è che lei ha utilizzato diverse volte creme contenenti “cortisone” che pur contenendo una sostanza antimicotica all’interno capace di contrastare in minima parte l’eventuale infezione, contengono contemporaneamente anche il “cortisone”, che in alcuni casi potrebbe influenzare i tempi di guarigione. In attesa di una visita di controllo presso il Suo dermatologo, può evitare l’applicazione di creme fai da te per una decina di giorni... in quanto le pieghe devono rimanere asciutte (le creme lasciano la zona umida e possono peggiorare la situazione). Nel frattempo può applicare magari una pasta all’ossido di zinco, in quanto non contiene farmaci... e nel frattempo mantiene asciutta la zona. La può applicare mattina e sera per 10 giorni dopo aver lavato e soprattutto asciugato le zone interessate. Tra una decina di giorni consulti il Suo dermatologo per una visita accurata (ed eventuale esame microscopico miceti se lui lo riterrà opportuno). Solo dopo aver avuto la certezza che le pieghe ascellari e inguinali siano colonizzate da qualche micete o lievito (il cosiddetto «fungo»)... si programmerà una terapia mirata e specifica... senza cure alla “cieca” come fatte finora. In attesa di sue ulteriori notizie, le invio i miei più cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno.

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069 DERMATITE SEBORROICA E ROSACEA

Salve Dott. Le chiedo informazioni in merito a’Dermatite seborroica’ e’Rosacea’ presenti contemporaneamente sul viso, trattate con Teleangyl e Nizoral. Può risultare utile la laserterapia? (Anonimo dalla provincia di Salerno).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Gentile utente dalla provincia di Salerno, dalla Sua descrizione sembra che a complicare i non pochi disagi della rosacea (meglio nota come couperose) contribuiscano anche le desquamazioni provocate da una probabile dermatite seborroica localizzata alle ali del naso (soprattutto in inverno). Infatti il Teleangyl prescritto dal collega è ottimo nel frenare la tendenza alla rosacea mentre il nizoral riesce a lungo termine, a frenare la tendenza alla seborrea. Il laser invece serve unicamente a coagulare capillari visibili, se invece il rossore è diffuso può essere utile il trattamento con la luce pulsata intensa. Il vero problema è che il sole (anche quello preso nei mesi freddi, in quanto il viso è esposto al sole sempre) ha un effetto benefico sulle desquamazioni (che in estate spariscono) e un effetto deleterio sulla couperose. La compresenza di rosacea e dermatite seborroica, denota la cosiddetta dermatosi mista del viso. Non trascuri il problema e ritorni dal Suo dermatologo di fiducia, perché inestetismi come rosacea e dermatite seborroica hanno un decorso cronico... e come tali vanno curati. Importante evitare le lampade, che al momento migliorano l’inestetismo, poi a lungo andare accentuano la rosacea. Cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata anche su www.tuttinforma.net.

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070 DIRADAMENTO DURANTE TERAPIA CON MINOXIDIL

DOMANDA: peggioramento di alopecia androgenetica nonostante trattamento con minoxidil 2%.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: rispondo in maniera breve alla Sua domanda. Il fatto che Lei osservi un progressivo diradamento nonostante la terapia continua con minoxidil 2% lozione è assolutamente normale. Tenga presente che al momento una terapia definitiva, in grado di cancellare rapidamente un’alopecia androgenetica (calvizie comune) non esiste ancora. Gli attuali farmaci (minoxidil, finasteride, etc) e il numero sempre crescente di sistemi cosmetici possono mettere un “freno” talora importante... a una tendenza che è di natura genetica. Infatti il termine «androgenetica» indica proprio questo... che nel Suo DNA, nel suo codice genetico... È già scritto che in quelle zone il capello prima o poi tenderà a cadere. Spesso il termine androgenetico può generare confusione. Infatti l’alopecia androgenetica viene ereditata secondo una modalità chiamata multifattoriale e dominante. Se il papà da giovane ha avuto problemi simili, la maggior parte dei figli maschi è candidato alla calvizie, mentre le figlie femmine (avendo a disposizione per i primi 50 anni della loro vita, i cosiddetti ormoni “femminili”) non manifestano tale disagio. Tuttavia queste donne ereditano la predisposizione, nel senso che i figli maschi possono con buona probabilità ereditare la tendenza androgenetica. Questo è uno dei motivi grazie ai quali si spiega perché tale problema talvolta “salta” una o più generazioni. Infatti non è raro riscontrare un ragazzo di 25 anni con una forte tendenza alla calvizie... pur avendo un papà con il doppio degli anni e con il triplo dei suoi capelli. In questi casi è bene chiedersi quale era la “situazione capelli” del nonno materno da giovane. Purtroppo questa spiegazione “troppo semplicistica” rende idea di quanto complessa sia l’ereditarietà dei geni. Per la calvizie il discorso si complica ancor più in quanto si tratta di una patologia non legata a un unico gene (poligenica) e non legata a un unico fattore (multifattoriale). Con questo non voglio assolutamente scoraggiarLa. Vorrei solo farLe capire che una volta fatta diagnosi di Alopecia androgenetica e classificato il grado secondo la Scala di Norwood & Hamilton, ci si regola di conseguenza. Ma l’obiettivo sarà sempre quello di mettere un “freno inibitore” a un qualcosa che la natura ha già deciso. Questo non vuol dire che non esistono terapie valide. Oggi il Dermatologo può proporre diverse soluzioni che vanno dal trapianto alle terapie tradizionali. Davanti a un problema androgenetico “importante”, lo stesso trapianto avrebbe “vita breve”. Il capello autologo (dello stesso paziente) impiantato in una zona altamente androgeno-dipendente (tempie, vertice) con il tempo segue lo stesso destino dei capelli che popolavano la zona prima del trapianto. Per quanto riguarda invece il problema della patina bianca... li si può ricorrere a un rimedio. Molto spesso la patina bianca che si osserva non è altro che un eccesso di secrezione sebacea. L’iperseborrea e la calvizie vanno di pari passo, nel senso che l’enzima responsabile di entrambi i fenomeni (5-alfa reduttasi) risulta funzionare più del normale sul cuoio capelluto di tutti i soggetti androgenetici. Le donne, nell’età fertile, contrastano con la produzione di estrogeni e progesterone, l’azione di questo enzima. Dopo la menopausa, le donne predisposte (da un punto di vista genetico) possono manifestare le stesse tendenze alla calvizie dell’uomo. Un’eccessiva produzione di sebo è essa stessa causa di caduta di capelli, per cui è importante una rimozione controllata di tale patina secondo le modalità dettate dal Suo Dermatologo di fiducia. Quando tale patina viene rimossa in maniera repentina, il cuoio capelluto tende a riformarla con la stessa velocità, proprio perché il sebo è un meccanismo di difesa della pelle. Pertanto una detersione aggressiva, lozioni a base di alcol, possono talora creare questo fenomeno noto a noi dermatologi come «effetto rebound». Consulti il Suo Dermatologo per questo problema della patina... e vedrà che la Sua tendenza al diradamente subirà un bel freno. Il minoxidil purtroppo da solo non è sufficiente quando c’è una seborrea importante. Nella speranza di averLe chiarite un po’ le idee, Le lascio i miei più cordiali saluti. Risposta pubblicata su www.salusmaster.it e www.ildermatologorisponde.it

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071 INTERVISTA HERPES SU RADIO BCS (99.95 MHz)

Dott. Del Sorbo, siamo in diretta radiofonica su RADIO BCS, parliamo di Herpes: quali sono i soggetti più a rischio? Ritengo che siamo tutti dei potenziali soggetti a rischio. Questo perché il virus è presente in quasi il 100% della popolazione adulta, ma per fortuna solo una persona ogni cinque va incontro alle cosiddette recidive. Naturalmente gli immunodepressi hanno una maggiore probabilità di recidivare nel tempo. Dottore, quali sono le cause? L’herpes è un’infezione virale e pertanto si trasmette attraverso il contatto diretto interumano. Esiste anche un virus erpetico di tipo 2, che viene trasmesso attraverso i rapporti sessuali. Le recidive sono dovute a un calo temporaneo delle difese immunitarie (stress emotivo, esposizione al sole, febbre, avvicinarsi del ciclo). Al prurito segue la comparsa di vescicole disposte a grappolo che danno luogo poi a una crosta che cade in 7-10 giorni. Quali sono le zone in cui si presenta maggiormente? La sede più nota sono le labbra, dove prende il nome di herpes labialis. In alcuni casi può interessare anche le gengive e dare una stomatite erpetica, può interessare gli occhi e dare una cheratocongiuntivite e persino i genitali. Si può curare in modo definitivo? Il virus dell’herpes è un parassita perfetto, nel senso che convive molto bene con l’organismo che lo ospita. Infatti riesce a rifugiarsi in una specie di’roccaforte’ che sono le terminazioni nervose del’individuo (gangli), posti in cui le difese immunitarie non riescono a raggiungerlo. Esiste attualmente un vaccino che viene somministrato circa una volta a settimana per via sottocutanea, che offre comunque una protezione per un certo periodo di tempo ed è consigliabile a chi ha oltre 10 recidive all’anno. Quali sono le cure più comuni e più efficaci? Le cure più efficaci consistono nell’applicazione di creme antivirali (aciclovir, penciclovir, etc) che se applicate ai primissimi sintomi di prurito o formicolio, possono accorciare di qualche giorno il naturale decorso delle manifestazioni cliniche. Come non bisogna assolutamente mai trattare l’herpes? È importante evitare sempre l’applicazione di creme al cortisone, che abbassando ulteriormente le difese immunitarie locali, favorirebbero l’azione del virus.Che ne pensa dottore dei cerotti attualmente in commercio? Gli ’herpes patch’ disponibili in commercio, pur non essendo direttamente curativi, sono dei cerotti che in ogni caso proteggono la zona interessata da eventuali sovrainfezioni e nelle donne permettono addirittura un make up quasi perfetto, in quanto è possibile stenderci sopra del rossetto. Grazie Dottor Del Sorbo per il Suo intervento su Radio BCS.

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072 ALOPECIA AREATA DELLA BARBA

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, vivo a Roma e ho 33 anni. Il mio problema è che non mi cresce un filo di barba e volevo sapere se esiste una lozione o crema in grado di far crescere un minimo di peli della barba.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. utente, una semplice ma accurata visita specialistica presso il Suo dermatologo di fiducia, permetterà di stabilire tramite una tricoscopia (cosiddetto esame tricoscopico) se nelle zone glabre del viso ci sono o meno follicoli piliferi da poter eventualmente stimolare. Il collega che la visiterà in base alla diagnosi (es: ipotricosi costituzionale, alopecia areata, etc) potrà programmare con Lei il tipo di terapia più adatto. Non esistono purtroppo creme o lozioni uguali per tutti i casi ed è per questo che la terapia lascio che sia il collega che la visiterà su Roma a scegliere il farmaco più adatto a Lei. Cordiali saluti.

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073 IRRITAZIONE DEL GLANDE DA PROFILATTICO

DOMANDA: Salve Dott. Del Sorbo, sono un ragazzo di 30 anni e negli ultimi tempi, a causa di un uso giornaliero e ripetuto del profilattico, ho notato un’irritazione al glande che mi provoca molto prurito (puntine bianche e rosse con anche un odore molto intenso). Io imputo tale irritazione proprio all’uso così frequente del profilattico, e ho provato a lavare molto spesso la parte... ma senza nessun risultato dal punto di vista della riduzione del prurito... può darmi qualche consiglio? Ma se tale problema sia dovuto al profilattico, significa che sono allergico al lubrificante in esso contenuto oppure devo cambiare tipo di profilattico? Vi ringrazio per le cortesi risposte. Cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Salve. Il quadro clinico da Lei descritto (pustole più cattivo odore) può far pensare a un’infezione dell’area genitale (es: balanopostite da candida, gonorrea, etc) ed è per questo che è indispensabile praticare quanto prima una visita specialistica presso il Suo dermatologo di zona. È preferibile consultare il collega evitando l’applicazione di farmaci nei giorni che precedono la visita, in modo tale da non alterare il quadro clinico e rendere possibile l’esecuzione di eventuali esami colturali (il cosiddetto tampone). Terapie praticate’alla cieca’ cioè senza aver effettuato prima una visita medica fanno perdere solo tempo. Il collega Dermatologo in base a una visita accurata Le spiegherà se la situazione in corso è di tipo infettivo e programmerà con Lei un percorso terapeutico rapido, efficace e soprattutto mirato al Suo problema. Cordiali saluti.

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074 PROBLEMA UNGHIE DEI PIEDI

DOMANDA: Salve Dott. Antonio Del Sorbo, sono un ragazzo di 24 anni di Bologna e ho un problema alle unghie dei piedi. È ormai da tempo che le unghie puzzano e hanno un colore strano, sembrano marcie... (gli alluci principalmente e quasi esclusivamente). Non so cosa fare e non so a chi devo chiedere.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: egr. utente da Bologna, la presenza di unghie degli alluci discromiche e maleodoranti, potrebbe essere attribuito a un’onicomicosi (la cosiddetta infezione da fungo). Le consiglio però una visita presso il Dermatologo della Sua zona, per poter confermare o eventualmente escludere tale sospetto, soprattutto perché sono moltissime le patologie delle unghie che possono presentarsi con un quadro clinico simile a quello da Lei descritto (es: onicopatia psoriasica, lichen, onicodistrofia, etc). Il collega che la visiterà, avrà modo in pochi minuti di effettuare una diagnosi di certezza e di programmare una terapia specifica. Sconsiglio invece le terapie’fai da te’ o comunque non basate su un’accurata visita medica. In bocca al lupo e cordiali saluti.

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075 ARROSSAMENTO ALLO SCROTO

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, La ringrazio anticipatamente per la disponibilità. Vorrei sottoporLe il mio problema che mi affligge ormai da 6 mesi. Dopo un rapporto occasionale protetto, il giorno seguente ho riscontrato un arrossamento dello scroto che nel corso del periodo accennato sopra non si è mai modificato. L’arrossamento non presenta ne desquamazioni e non ha mai presentato screpolature vescicole o brufoli. Mi sono rivolto a un dermatologo il quale dopo attenta visita utilizzando un’apparecchiatura della quale non saprei indicare il nome ma che consentiva di visionare la pelle attraverso un pennino ingrandendola su uno schermo, mi ha escluso qualsiasi tipo di malattia venerea. Lo stesso è avvenuto da altri tre dermatologi. Dopo svariate terapie con creme cortisoniche, creme e polveri antimicotiche, crema per candidosi, antistaminici in crema e per via orale, detergenti intimi a pH acido, creme per dermatiti topiche e atopiche, il problema non si è risolto. Tutti mi hanno escluso una correlazione tra rapporto e infiammazione. Cosa devo fare anche perché ho rilevato che usando le creme, la sensazione di bruciore e il rossore aumentava. La sensazione di bruciore si attenuava fino a sparire con il semplice uso di borotalco. Attendo con speranza un parere.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Dottore, sulla ricetta specialistica dei 4 dermatologi che l’hanno visitata, troverà ancor prima della terapia, il nome della diagnosi o quanto meno del sospetto diagnostico. La latenza di un solo giorno dal rapporto occasionale potrebbe essere troppo breve per arrivare a sospettare una malattia venerea, a patto che non ci siano stati in precedenza altri rapporti occasionali o con persone conosciute da poco. In quest’ultimo caso lo specialista dermatologo, al momento della visita, fa praticare al paziente un semplice screening per le malattie veneree, che consiste nell’effettuare un tampone e alcuni semplici esami del sangue, tra cui la VDRL quantitativa, il TPHA, la VES, il test HIV, etc. A volte l’applicazione di troppi farmaci può confondere ulteriormente il quadro clinico e rendere più difficoltosa la diagnosi persino allo specialista più attento. Provi a contattare il Suo Dermatologo di fiducia dopo almeno 2 settimane dall’ultima applicazione di creme, per poter avere così una diagnosi più attendibile. Nel frattempo magari può utilizzare una semplice polvere all’ossido di zinco (es: fissan polvere) che non contenendo alcun tipo di farmaco, almeno non altera il quadro ai fini di una diagnosi più precisa. Se dopo 4 visite specialistiche accurate il problema è ancora irrisolto, sicuramente la soluzione non è da ricercare nelle cure online dettate per via telematica. Si affidi pertanto serenamente al Suo dermatologo di zona e con un po’ di pazienza vedrà che risolverà il problema. Cordiali saluti.

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076 DERMATITE SEBORROICA ALLE SOPRACCIGLIA


DOMANDA: Dott. Del Sorbo, ho 43 anni e da circa un anno mi sta accadendo una cosa strana: un po’ più sotto degli occhi, poco sopra le guance e giusto in mezzo all’unione delle sopracciglia, mi si screpola la pelle diventando rossa e secca, appena ci metto Tinset forte sparisce, ma è da circa un anno che non va via, cosa mi consiglia? Grazie!

IL DERMATOLOGO RISPONDE: il quadro clinico da Lei descritto corrisponde molto probabilmente a quello che noi chiamiamo:’Dermatite seborroica’. La screpolatura da Lei descritta non sarebbe altro che un’infiammazione dovuta alla presenza eccessiva di sebo in alcune aree del viso, che migliora in estate con il sole e soprattutto l’acqua di mare. È importante pertanto attraverso una visita dermatologica accurata poter confermare o eventualmente escludere le numerose patologie cutanee che si possono manifestare con quadri simili (es: rosacea, lupus eritematoso, psoriasi, etc) e per poter programmare così una terapia mirata al Suo problema. Cordiali saluti.

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077 PIEGA SOTTO IL PIEDE

DOMANDA: Gentile dott. Del Sorbo sono un ragazzo di 26 anni e da un anno circa mi è comparsa un piega sotto il piede sinistro identificabile come una piega del palmo della mano non è dura ed è lunga circa 6 cm il mio problema è il prurito che a volte mi costringe a togliere la scarpa per grattarmi. Ha qualche consiglio o suggerimento? La ringrazio anticipatamente e Le porgo i più cordiali saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: il quadro clinico da Lei descritto è compatibile con un vasto gruppo di patologie cutanee caratterizzato da ispessimento dello strato corneo che vanno sotto il nome di ipercheratosi plantari. Tale reazione aspecifica si può verificare in associazione a diverse patologie cutanee, come eczema, psoriasi, cheratodermia e persino infezione da dermatofiti (il cosiddetto piede d’atleta). Proprio per questo motivo è importante effettuare una visita presso il Suo dermatologo di zona, possibilmente senza aver applicato creme nei 7-10 giorni precedenti la visita. In base alle caratteristiche cliniche della lesione (es: miglioramento estivo, prurito notturno, etc) si potrà giungere a una diagnosi e quindi a una terapia mirata. Cordiali saluti.

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078 SECREZIONI INTIME DI COLORE GIALLASTRO

DOMANDA: Salve Dott. Del Sorbo, ho 37 anni e da qualche tempo mi sono accorto di avere lo sperma di colore giallastro. All’inizio non ho fatto caso al problema, in quanto, ho letto che la consistenza giallastra dello sperma non necessariamente indica una patologia. Successivamente ho pensato che potrebbe trattarsi, invece, di qualcosa di più serio, magari di una infiammazione (infezione). Premetto che non avverto dolori di nessun genere e che la mia vita sessuale è normale. Pratico sport (body building). Di cosa può trattarsi. Nel caso di possibile patologia quale potrebbe essere? Quale la cura? Quali gli antibiotici? Esiste anche una dieta specifica? Grazie per i consigli che vorrete darmi.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: lo sperma appena eiaculato si presenta normalmente di colore lattescente e diviene fluido in circa 30-60 minuti dall’eiaculazione; un colore giallastro anziché lattescente giustifica una visita urologica con eventuale spermiogramma e spermiocoltura per escludere un’infezione o un’infiammazione. Infatti il colore giallastro può far pensare a un processo infiammatorio della prostata e delle vescicole seminali. Il collega urologo, attraverso un’accurata visita specialistica, potrà stabilire se si tratta di un fenomeno fisiologico oppure patologico (es: colorazione gialla data dalla presenza di leucociti che si addensano nello sperma in corso di processi infiammatori). Dal momento che spesso tali infiammazioni sono asintomatiche, Le consiglio di rivolgersi al Suo urologo di zona, evitando di basarsi unicamente sui consigli online, che sebbene utili in qualche caso, non possono e non devono mai sostituire la visita medica. Prenderebbe mai degli antibiotici per una diagnosi fatta via internet? Ritiene etico e soprattutto affidabile una diagnosi o terapia basata solo su una descrizione? Il messaggio che vogliamo offrire con questo servizio è quello di sensibilizzare il paziente a rivolgersi dal medico e non a sostituire il rapporto medico-paziente con terapie online prestampate. Sarebbe inutile, poco etico, poco professionale e soprattutto rischioso. Consulti pertanto serenamente il Suo medico di famiglia per farsi consigliare un urologo nella Sua zona, in modo da potersi togliere ogni dubbio. Una visita dermatologica servirà a completare il checkup e ad escludere eventuali infezioni veneree in corso, come ad esempio la gonorrea. Cordiali saluti.

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079 BRUCIORE E ROSSORE ALLO SCROTO

DOMANDA: Egr. Dott. Del Sorbo, vorrei sottoporre un problema che mi affligge ormai da sei mesi. Dopo un rapporto protetto due giorni dopo mi si è arrossato lo scroto con sensazione di bruciore. Tengo a precisare che non ho avuto alcuna desquamazione. Mi sono rivolto al dermatologo il quale mi ha escluso qualsiasi patologia venerea. Mi sono stati prescritti i seguenti medicinali anche perché, anticipo, in seguito non passandomi mi sono rivolto ad altri due dermatologi senza aver attualmente risolto il problema. Ho utilizzato diversi medicinali tra cui ecoval, streptosil, elidel, daktarin, fargan, aderma, etc. Trovo sollievo con la pasta fissan o con il borotalco e ricordo che con quasi tutte le creme il bruciore e il rossore aumentano. A questo punto cosa devo fare? Ringraziando anticipatamente porgo distinti saluti.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: intanto è fondamentale aver escluso attraverso le visite specialistiche una patologia venerea. La pasta all’ossido di zinco e il borotalco, offrono un beneficio (seppure solo temporaneo) perché rispetto alle’creme’, tendono a mantenere più’asciutto’ il distretto cutaneo in questione, che è notoriamente umido. In questi casi può risultare utile l’applicazione di uno strato molto sottile di pasta all’ossido di zinco (anche la fissan che già sta utilizzando può andar bene) e spolverare sopra, subito dopo, una discreta quantità di polvere all’ossido di zinco che non contiene talco (es: fissan polvere). Chiaramente questo sistema’non farmacologico’ può solo contribuire a migliorare il quadro, in attesa di una visita dermatologica. Probabilmente le numerose creme da Lei applicate: cortisone, antibiotico, immunomodulatore, antimicotico, antistaminico, idratante, possono nel tempo aver confuso il quadro clinico ed’ingannato’ anche il più bravo dei colleghi. Prenoti serenamente un visita di controllo presso il Suo dermatologo di fiducia, utilizzando nel frattempo il suddetto rimedio (pasta + polvere) utilizzato dalle mamme per gli arrossamenti da pannolino del bambino. Oltre a mantenere l’ambiente asciutto, così facendo non alteriamo il quadro clinico, in quanto sia la pasta che la polvere non contengono farmaci. Ciò consentirà al collega che la visiterà di effettuare questa volta una diagnosi più precisa, in quanto il quadro clinico non sarà alterato dall’applicazione di farmaci vari e soltanto dopo di programmare una terapia specifica e non alla cieca. Cordiali saluti.

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080 MACCHIE ROSSE E ORTICARIA DOPO LA DOCCIA

DOMANDA: Gentile dott. Del Sorbo, sono una ragazza di Venezia e da 6-7 anni mi trovo ad affrontare un problema sulla pelle. Ogni volta che corro, cammino velocemente, che mi agito, ma anche quando nuoto o faccio una doccia mi compaiono macchie rosse (tipo orticaria o come pelle ustionata) molto fastidiose. A volte fanno prurito, a volte addirittura bruciano. Sono su tutto il corpo e in modo più forte sotto le ascelle e nelle parti più sensibili del corpo. Ho fatto tutte le prove allergologiche ma l’esito è stato negativo. Vorrei un consiglio sugli esami da fare. Gentilmente ringrazio.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: il quadro clinico da Lei descritto corrisponde con molta probabilità a un’orticaria cronica. In questi casi le classiche prove allergiche (rast, prick test, patch test, etc) non ci dicono molto, in quanto questa patologia non rientra tra le’allergie’ tradizionali. Le orticarie fanno parte di un vasto gruppo di patologie, in cui la pelle sottoposta a uno stimolo fisico comune (es: sforzo fisico, attrito dell’asciugamani dopo la doccia, etc) libera una quantità maggiore di un mediatore chimico chiamato: istamina. Gli antistaminici infatti sono le molecole maggiormente utilizzate dal dermatologo per la terapia. Attraverso un’accurata visita dermatologica, il collega potrà valutare l’utilità di effettuare i cosiddetti TEST ORTICARIA FISICA, una serie di test ambulatoriali che servono a’misurare’ la sensibilità della Sua pelle all’attrito (prova del dermografismo), alla temperatura (prova da caldo e da freddo), all’esercizio fisico (test da sforzo), alla pressione (test del peso), etc. È importante pertanto rivolgersi al collega della Sua zona nella settimana in cui non ha effettuato terapie antistaminiche o cortisoniche in modo tale da non falsare l’esito di eventuali test ambulatoriali. Le orticarie guariscono nella maggior parte dei casi, ma spesso sono lunghe da debellare e prevedono l’uso di diversi farmaci da parte dello specialista dermatologo: (es: antistaminici di nuova generazione, farmaci antileucotreni, etc). Cordiali saluti.