Dermatologo Dott. Del Sorbo

DOMANDE E RISPOSTE FREQUENTI IN DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA (FAQ)

a cura del Dermatologo Dott. Del Sorbo
SALERNO

041 PUNTINI ROSSI SUL PIEDE

DOMANDA: Buonasera vorrei un consulto per un problema che si ripresenta in estate da 2 anni a mio figlio un ragazzo di 14 anni a inizio stagione compaiono specie sul dorso del piede e in prossimità dell’attaccatura delle dita dapprima dei puntini rossi grandi come capocchie di spillo. Gli stessi nel giro di 24-36 ore si evolvono in bolle che iniziano a riempirsi di siero simile a quelle prodotte da ustione ma a differenza di quest’ultime abbiamo notato che forandole e lasciando uscire il siero esse recedono più celermente asciugandosi e lasciando solo una piccola callosità mentre lasciandole fare il loro decorso la parte sottostante si presenta escavata e arrossata oltre a metterci molto di più a guarire e spesso tendendo a infettarsi. Domenica scorsa la stessa cosa si È verificata in seguito a contatto con medusa nella zona talloniera e tuttora sono presenti le bolle ma in fase di recessione lo specialista da me interpellato ha liquidato la cosa come dermatite da contatto e la cura consiste in impacchi con amuchina e gentalyn beta ma si tratta sempre di evitare contatto con la sabbia per 15 giorni e in seguito usare dei calzini che riducano il contatto diretto e potete immaginare la difficoltà anche solo nel cercare di convincere il ragazzo siete dello stesso parere o può esserci altra causa? Pensando a una forma di allergia a qualche microrganismo che tipo di test dovrei fargli fare? Grazie e buon lavoro. (Anonima da Taranto).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. utente da Taranto, il problema ai piedi da Lei dettagliatamente descritto, fa pensare al cosiddetto eczema disidrosiforme, detto anche eczema disidrosico o semplicemente “disidrosi”. Si ripresenta puntualmente inizio estate e qualche volta può interessare anche i lati delle dita delle mani, causando prurito. Invece in estate piena, soprattutto con l’acqua di mare, sembra regredire, per poi ripresentarsi l’anno successivo. Si tratta di un fastidio cronico ma che può essere curato con semplici creme. Consulti con fiducia il Suo dermatologo. Se dovesse confermare il mio sospetto (purtroppo telematico), Le spiegherà che praticare test allergometrici o tamponi cutanei, non serve molto. Numerosi sono i prodotti che aiutano in questi casi, come le creme cortisoniche utilizzate per periodi brevi e con gli accorgimenti che il Suo Dermatologo Le spiegherà nel dettaglio. Mi faccia sapere come è andata. In bocca al lupo. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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042 ROSSORE SUL VISO DOPO CURA PER L’ACNE

DOMANDA: Salve, come da oggetto vorrei porre alla vostra attenzione su un effetto di rossore permanente che ho sul viso dopo una cura contro l’acne. Verso la fine di ottobre dell’anno passato mi sono recato da un dermatologo per trovare una cura contro l’acne che ho ormai da diversi anni. Dapprima mi aveva detto di prendere MINOCIN 100 (una al dì), di prendere molti fermenti lattici e di utilizzare alla sera Diacnéal per una ventina di giorni (lavando mattina e sera con sapone di marsiglia)... alla fine di questi mi sono recato nuovamente nel suo studio per una seconda visita, il viso stava già molto meglio ma già iniziava a mostrarsi sul viso un certo rossore.. mi ha detto che non era niente e di continuare con la cura per altri 15gg dopodichè eliminare l’antibiotico e continuare per altri 15gg con la sola crema (e un paio di volte a settimana fare impacchi con camomilla tiepida). Passato questo mese (15gg con l’antibiotico e gli altri 15 senza) sul viso reiniziavano a uscire di nuovo numerosi brufoli, cosa che quando prendevo il MINOCIN non succedeva più praticamente.. ho atteso ancora circa 2 settimane e ho fatto una terza visita, chiedendo delucidazioni... dopo una lunga chiacchierata iniziavo già a perdere un po’ fiducia in questo dermatologo (detto sinceramente sembrava tirasse a cogliere senza mai guardare troppo come si evolveva la cosa, ma limitandosi a somministrare nuove creme/farmaci) ma ho comunque continuato a fare quello che mi diceva. Mi ha detto di rifare un mese di cura con minocin, diacnéal alla sera, fermenti lattici in abbondanza e ha aggiunto: eritromicina gel al mattino e 3 volte a settimana (interrompendo diacnéal) utilizzare una spugna massaggiandoci il viso con sapone di marsiglia per poi fare di nuovo impacchi con la camomilla tiepida. La situazione, sempre con l’aiuto del minocin, sembrava andare sempre in meglio, però ogni volta che interrompevo i brufoli tornavano fuori e il viso iniziava a risentire del forte utilizzo di creme, saponi e spugne: il rossore si faceva sempre più profondo e anche gli impacchi con camomilla ormai sembravano non aiutare più molto. A questo punto, sicuramente sbagliando, ho preferito interrompere, senza chiedere parere al dermatologo, la somministrazione di antibiotici (anche lo stomaco sembrava non gradire più questo protrarsi della cura) e di continuare solamente a mettere Diacnéal alla sera con un paio di lavaggi a settimana con la spugna indicata dal dermatologo (e ovviamente lavando mattina e sera con sapone di marsiglia, cosa che non ho mai smesso di fare). Diciamo che, pensando che pure il dottore ci tirasse un po’ a cogliere, ho preferito continuare la cura seguendo ciò che io mi sentivo, e adesso però mi ritrovo ad avere sì il viso molto più pulito di prima, diciamo che qualche brufoletto ma niente di che, ma ad avere, specialmente nella zona subito sotto gli occhi, un bel rossore che non riesco proprio a eliminare pur mettendo continuamente creme idratanti ed evitando di mettere sopra alla zona più arrossata creme contro l’acne. A questo punto vi chiedo.. dite che è meglio se per un periodo evito di mettere creme in viso contro l’acne? E cosa mi consigliate per mandare via questo fastidioso rossore? Spero di essere stato abbastanza chiaro nella spiegazione della situazione. Grazie. (Anonimo da Lucca).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. Utente da Lucca, l’acne per quanto possa sembrare apparentemente un inestetismo banale, talora può trascorrere molto tempo prima della guarigione. Non esistono terapie miracolose in grado di risolvere il problema in un’unica soluzione. Il percorso terapeutico che ha cominciato con il Suo Dermatologo è fondamentalmente corretto... anzi è il protocollo che personalmente utilizzo con buon successo nel trattamento di un acne che osservo al mio ambulatorio per la prima volta. Il problema è che tale programma terapeutico Lei lo ha solo cominciato... e appena ottenuto qualche risultato positivo, ha preferito ricorrere al cosiddetto “fai da te”. Il Suo Dermatologo ha prescritto i suddetti farmaci perché al momento della visita gli sembrava il percorso migliore. Se adesso la situazione si è modificata (mi auguro in meglio) è preferibile adattare la strategia terapeutica alla nuova situazione (es: rossore) e ai mesi caldi dell’estate che è ormai alle porte. Anzi, il minocin è uno dei farmaci migliori per la cura dell’acne, ma come tutte le tetracicline non va “d’accordo” con il sole e con le lampade UV. Quindi il mio consiglio è quello di ritornare dal Suo Dermatologo e completare insieme il percorso terapeutico che già brillantemente avete cominciato insieme. Cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

043 MICOSI DELL’ALLUCE

DOMANDA: Buonasera, sono un ragazzo di 19 anni e avrei un problema da porvi. Da molti anni (10 per l’esattezza) soffro di una onicomicosi nel pollice, sotto l’unghia, e devo dire che mi sta rendendo la vita difficile. Ho provato di tutto, dai trattamenti dal dermatologo a quelli chirurgici senza risultato...beh in effetti un risultato c’è...per 8 anni ho preso tantissimi pacchi di sporanox (che devo dire mi hanno portato problemi allo stomaco tanto che nn riesco più a digerire bene) e mi sono sottoposto all’operazione per 3 volte con uso di altri medicinali...ma niente...ora quel folle di medico vuole che mi ri-opero, ma questa volta togliendo definitivamente l’unghia dalle radici in modo che non possa più ricrescere...prima di ricorrere a questa (per me) follia avevo bisogno di un parere più professionale, quindi mi metto nelle vostre mani sperando di poter risolvere una volta per tutte questo problema, che vi giuro mi sta realmente rovinando la via, per via dei bruciori, cattivi odori che emana, dito perennemente gonfio e mille altre cose per non parlare che ho perso gli anni più belli della vita per un uomo (cioè l’infanzia) senza poter giocare, uscire quando c’è molta gente per paura di non subire colpi e farmi ancora più male...confido in voi...a risentirci. (Anonimo da Reggio Calabria).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. utente da Reggio Calabria, penso che un’onicomicosi che dura da tanti anni e che resiste a uno dei farmaci più attivi sulle micosi delle unghie (sporanox) mi fa riflettere molto. Bisognerebbe secondo me capire che cosa ha “abbassato le difese” di questa zona e la rende più vulnerabile rispetto alle altre unghie nei confronti di un microrganismo che per quanto “rognoso” difficilmente è causa di tanti problemi e soprattutto per tanto tempo. Spesso una banale onicodistrofia, un trauma dell’unghia, una distrofia canaliforme, una psoriasi, un lichen, etc... possono “indebolire” l’unghia in modo da renderla sensibile ai miceti. Ma in questo caso l’onicomicosi potrebbe essere la conseguenza e non la causa del problema ungueale. A questo punto, si rechi dal Suo dermatologo di zona e se lui lo riterrà opportuno eseguirà dei test per la diagnosi specifica del tipo di microrganismo che colonizza l’unghia dell’alluce. Solo dopo una terapia mirata, bisognerà capire (una volta eliminata l’infezione) se il cosiddetto “fungo” è la causa o la conseguenza del Suo problema. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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044 HERPES GENITALE

DOMANDA: Buona giornata. Sono un ragazzo di 26 anni e negli ultimi mesi ho avuto diversi problemi con herpes simplex genitale e herpes zoster. Tutto è iniziato nel mese di Novembre con delle ulcere prepuziali con successivo aggravamento nei giorni successivi, sfociato in un Herpes Genitalis Simplex con febbre fin sui 39,5°C e cura: Zovirax 800mg Ananase 2 al gg Impacchi di Amuchina 10 - 12 giorni il tempo di guarigione dalla fase acuta, ma più di 20-30 per quella di ricostituzione della elasticità prepuziale. Successivamente, ai primi giorni di Febbraio si è presentato un’ Herpes Zoster all’addome con una singola ulcerazione che, per essere stata diagnosticata tardivamente, è diventata recidiva ed è stata curata solo al secondo ciclo di Famvir 250 mg. Le analisi di Febbraio hanno riscontrato valori tutti in regola, anche quelli relativi all’Herpes virus (assenza). Cure: famvir 250 mg, immugen, neuraben, benerva, atarax, cebion, rovigon. (i ricostituenti sono stati assunti per 21 giorni). L’herpes si è assopito e definitivamente addormentato verso i primi di marzo. Ora, al 18 Aprile, mi ritrovo nuovamente con un herpes Genitale. È possibile supporre una relazione tra gli eventi? Cosa devo fare? Intanto mi sto curando con impacchi di amuchina e Acido Borico oltre che allo Zovirax pomata, ma quanto durerà ancora questo strazio? Vi ringrazio anticipatamente per le risposte. Distinti Saluti. (M. dalla provincia di Pistoia).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. M. dalla provincia di Pistoia, herpes genitalis ed herpes zoster sono causati da due virus completamente diversi, pur appartenendo alla vastissima famiglia degli herpes virus. Concentrerei pertanto l’attenzione sulla Sua attuale situazione immunitaria, visto che in poco tempo ha contratto due diverse infezioni. L’herpes zoster lo possiamo considerare ormai come un episodio che difficilmente si potrà ripresentare e l’associazione con l’herpes genitale potrebbe essere stata casuale. È importante prendere in considerazione la possibilità di un calo transitorio delle difese immunitarie per cause organiche o addirittura emozionali. L’herpes genitale invece è per definizione un problema che talora può cronicizzare anche se esistono oggi adeguati sistemi per la prevenzione delle recidive. Contatti il Suo dermatologo della provincia di Pistoia per programmare la migliore prevenzione adatta alla Sua situazione. Cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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045 UNA SCHIUMA PER LA FOLLICOLITE

DOMANDA: Salve, sono un ragazzo di 21 anni soffro da anni di forme asmatico-allergiche nei confronti di acari, polline di graminacee e ulivo; tuttavia non penso che il problema per cui scrivo possa essere legato a ciò. Sono mesi che soffro di un fastidioso prurito al cuoio capelluto. Il mese scorso sono andato da una dermatologa, preoccupato anche dal fatto che nel periodo in questione ho perso moltissimi capelli (soprattutto nelle aree interessate dal prurito). Mi è stata diagnosticata una follicolite e prescritta una schiuma cutanea a base di clobetasolo propionato, da usare una volta al giorno per un periodo non definito. Oltre alla follicolite la dermatologa ha riscontrato diverse lesioni (“crosticine”) dovute al “grattarsi” (cosa che cerco di evitare ormai, ma il fastidio è veramente terribile). Per quanto riguarda la durata della terapia mi sono basato sulle istruzioni del farmaco, in cui si specificava di non superare le 2 settimane. Così ho fatto. Il problema è che il prurito non è affatto passato e forse la caduta di capelli è aumentata ulteriormente, anche se probabilmente questo incremento è dovuto a una forte situazione di stress delle ultime 2-3 settimane per la preparazione degli esami di virologia, microbiologia e parassitologia (futuro medico o almeno si spera). Spero che possiate aiutarmi. Grazie mille.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Caro futuro collega, dalle tue descrizioni l’ipotesi di una dermatite seborroica sembra la più probabile. Alla perdita eccessiva di capelli possono però contribuire molti altri fattori oltre alla seborrea. Innanzitutto il periodo particolarmente “stressante”, il cosiddetto “defluvium stagionale” e non ultimo l’effetto rebound del potentissimo cortisone (clobetasolo) in schiuma. Il mio consiglio è quello di ritornare dalla collega a controllo per adattare la terapia. Sicuramente rispetto a noi che siamo dall’altra parte dello schermo, La collega può essere più obiettiva e se durante la visita specialistica ha pensato a una follicolite, deve aver riscontrato all’esame obiettivo un qualcosa che noi in base alle sole tue descrizioni possiamo al massimo solo supporre. Quindi torna a controllo da Lei e segui i suoi consigli... e magari facci sapere tra qualche mese come va. In bocca al lupo per questo “problemino” sicuramente risolvibile... e soprattutto per la tua carriera. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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046 GENOTIPI HPV AD ALTO RISCHIO

DOMANDA: Dopo che mi è stato diagnosticato un lichen sclerosus al meato uretrale (peraltro migliorato un po’ dopo un mese e mezzo di applicazioni locali di pomate cortisoniche e tacrolimus in crema, ho fatto l’esame delle urine e sono risultato positivo a: “RICERCA HPV MEDIANTE PCR, GENOTIPO 50’S e 45 AD ALTO RISCHIO”. So che ad alto rischio significa che potrei in futuro sviluppare neoplasie. Preciso che non ho lesioni al glande o creste di gallo o verrucche da HPV visibili. Le mie domande sono: Qualcuno ha incontrato ancora nella propria esperienza clinica questi due ceppi di HPV? È possibile eradicare o eliminare o gestire tali ceppi di HPV? Le creste di gallo da HPV (o verruche) vengono solo sull’esterno del glande o anche all’interno dell’uretra? Dovrei rivolgermi a un virologo o a un dermatologo o a un urologo? Grazie infinite in anticipo. (Anonimo dalla provincia di Udine).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Gentile utente da Udine, alcuni anni fa ho pubblicato un Atlante di Patologia Cutaneo Mucosa da HPV (Dermo Edizioni, 2001). Nel testo atlante a colori si parlava di oltre 70 genotipi di papillomavirus. A distanza di alcuni anni ne sono stati descritti dei nuovi in letteratura attualmente se ne conoscono oltre 200. Nella pratica però i ceppi che arrecano problemi sono quasi sempre gli stessi. In genere nel maschio, soprattutto in assenza di manifestazioni cliniche non si parla di “rischio” vero e proprio, anche se il concetto cambia per il sesso femminile, in quanto alcuni genotipi, cosiddetti ad alto rischio, avrebbero un’alta affinità per la cervice uterina. Tuttavia un minimo rischio di degenerazione esiste anche nel lichen sclerosus genitale, soprattutto per le forme trascurate per molti anni (Atlante di Dermatologia Genitale Maschile - Dermo Edizioni, 2001). Per questo è importante che sia seguito periodicamente dal Suo dermatologo per gestire il lichen. Il tacrolimus è invece un farmaco nato per altre patologie (es: dermatite atopica) e l’uso cronico andrebbe concordato col Suo dermatologo in quanto una terapia “fai da te” potrebbe a lungo andare non dare i risultati sperati. Il tacrolimus agisce modulando le difese immunitarie dell’area in cui viene applicato e andrebbe utilizzato per il tempo ritenuto opportuno dal collega. Credo che il Suo Dermatologo Le potrà dare tutte le spiegazioni di cui ha bisogno in merito all’esito della PCR che ha eseguito. Per ulteriori chiarimenti può anche rivolgersi al dipartimento di Malattie Infettive dell’Università a Lei più vicina. Cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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047 FUNGO SUL GLANDE

DOMANDA: Buongiorno, da fine maggio 2005 mi è stato riscontrato un fungo sul glande. Inizialmente il mio medico mi ha prescritto del daktarin crema e un sapone. Dopo aver alleviato i sintomi fino alla totale scomparsa (continuando a mettere 2 volte al giorno la crema) il medico mi ha consigliato di smettere il trattamento. Puntualmente si è ripresentato dopo circa una settimana. Sotto controllo medico ho ripetuto la terapia e anche questa volta si è ripresentato. Ormai siamo al mese di luglio e ogni volta che smetto di mettere la crema, (non di utilizzare il detergente indicato) mi si ripresenta la micosi, il medico mi ha così prescritto una cura a base di Sporanox che si è rivelata inutile, così ho richiesto una visita all’ambulatorio dermatologico savonese e anche da questo incontro la diagnosi è stata di una micosi, la terapia datami è però differente: Travorcort ogni sera in cui riscontro del rossore particolarmente intenso e un detergente acido (biogena dermoliquido)... in quanto secondo il dermatologo il fungo dovrà accompagnarmi tutta la vita perché è in una zona in cui la micosi trova un habitat ideale, e forse l’unica soluzione potrebbe essere la circoncisione. Ritornato dal mio medico curante e riferito la diagnosi mi ha prescritto oltre alla crema cortisonica anche una terapia con diflucan. Anche questa è risultata inutile e la totale scomparsa non si è mai verificata in quanto ciclicamente si riforma. A questo punto il mio medico mi ha prescritto (sempre in abbinamento al travorcort) le pastiglie di lamisil. Finita anche questo ciclo di terapia e ho visto un miglioramento anche se la totale scomparsa dei puntini rossi non si è mai verificata e il colore del glande non è rosa pallido come un anno fa, anzi dopo i lavaggi con il biogena o dopo i rapporti sessuali (sempre protetti) la situazione è sempre peggiorata fino a poi ritornare come prima). Ora, dal febbraio 2006 (a quasi un anno di distanza dalla scoperta della micosi) si è riacutizzata e io sto utilizzando il travorcort già da più di un mese e non riscontro grandi miglioramenti... riesco solo a marginare la situazione. Cosa devo fare? devo continuare a tenermi la micosi a vita?? con tutte le conseguenze che ne derivano?? Sono alquanto demoralizzato! (Anonimo da Savona).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Caro utente da Savona, attenzione a non abusare delle creme steroidee per lungo tempo. Può provare a utilizzare un gel prodotto dalla Epitech (si chiama Balanil). Non è un farmaco e talora può funzionare molto bene in casi come il Suo. Provi ad applicarlo mattina e sera per un mese e a effettuare una visita dal Suo Dermatologo subito dopo. Questo consiglio Le può essere utile per due motivi. Il primo e più importante è che dopo un anno di cortisone e antimicotici il quadro clinico è molto “confuso” Quindi lo Specialista che La visiterà tra un mese, avrà davanti una situazione non “mascherata” dal cortisone (travocort, etc) e quindi un quadro più realistico per poter programmare un esame diagnostico o una terapia mirata. Secondo motivo: il Balanil è un gel che aiuta in maniera naturale ad aumentare le “difese” della semimucosa genitale maschile senza avere gli effetti collaterali dei farmaci. Ma attenzione, l’obiettivo del mese di mantenimento con il Balanil non è quello di risolvere immediatamente un problema di lunga durata (non ci è riuscito neanche con farmaci potenti come il Diflucan e il Travocort). Il Balanil è poco più che un cosmetico, ma è un prodotto che almeno l’aiuterà nelle poche settimane che precedono la visita dal Suo Dermatologo, in quanto non essendo un vero e proprio farmaco non inficia l’esito di eventuali esami diagnostici. Controlli anche la glicemia. Nella speranza di averLe dato un consiglio utile, le invio i miei più cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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048 CHIAZZE ROSSE SULL’AVAMBRACCIO

DOMANDA: Buongiorno, qualche settimana fa sull’avambraccio (parte sotto) comparvero 2 macchie tondeggianti rosse (diametro 3 cm). Poi, sempre negli avambracci (parte sopra,dove ci sono i peli), notai dei leggeri contorni di 15 macchie sul dx e 15 sul sx (non paragonabili alle prime 2) che si arrossavano quando uscivo dalla doccia, per poi tornare quasi invisibili a pelle asciutta. Successivamente queste macchie secondarie presero le caratteristiche delle prime 2 (ma di diametro superiore 4/5 cm.) e tutte con un leggero prurito. Inoltre se ne aggiunsero anche 3/4 sotto le ginocchia ed 5/6 sparse sul torace. Andai dal dottore che mi inviò dal dermatologo con una sospetta psoriasi. Il dermatologo, a sua volta, disse che non si capiva bene: poteva essere o dermatite, o leggera psoriasi. Mi diede una crema leggera e grassa da applicare per una sett. e in caso di non guarigione una ricetta per una crema più forte. Non soddisfatto, prima di mettere le creme, mi informai tantissimo su internet e leggendo tra tutte le malattie della pelle identificai (tra foto e sintomi) la pitiriasi rosea quella più corretta. Passati 3 gg dal consulto e non avendo applicato nessun tipo di creme, le macchie diventarono molto meno rosse e tutte con pelle secca sopra. Poi ho messo pochissima crema idratante per neonati e sono di nuovo diventate abbastanza rosse. Il fatto strano é che sono in rilievo, tipo quando si viene punti da insetti che la pelle si gonfia, prudono leggermente e mi sembra che “spingano” verso l’esterno. Volevo chiedervi quindi un consulto e capire se è meglio andare a fare altre visite specialistiche. GRAZIE per l’interesse. (Anonimo da Milano).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Gentile utente da Milano, dai sintomi da Lei descritti, tutto fa pensare a una Pitiriasi Rosea di Gibert. Dalla data di esordio dovranno trascorrere 4-6 settimane fino alla completa risoluzione e nel frattempo possono comparire nuove chiazze agli arti e al tronco senza interessare mai il viso. In ogni caso tra qualche settimana faccia una visita di controllo presso il Suo Dermatologo per stabilire l’evoluzione della patologia, che nella maggioranza dei casi è autorisolutiva in poco più che un mese. La visita di controllo sarà utile a confermare che si tratti effettivamente di una Pitiriasi Rosea di Gibert e ad escludere invece una Psoriasi che come è noto ha un decorso più infausto. Cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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049 LINGUA SPELLATA

DOMANDA: Salve, sono un ragazzo di 27 anni, da circa 10 anni è come se la superficie sublinguale si sfaldasse, si formano delle pellicine bianche che io vado a togliere, ma si riformano. Ho consultato in passato 2 dermatologi e 1 odontoiatra, hanno escluso patologie gravi e mi hanno consigliato di fare un tampone perché presumibilmente si trattava di fungo, ma io non ho mai eseguito questo tampone per mia mancanza. Ho notato che con l’assumere di cibi molto grassi e/o bevande alcoliche queste pellicine aumentano di più. Desidererei avere un consulto anche da voi. Ringraziandovi anticipatamente porgo cordiali saluti. (Anonimo dalla provincia di Napoli).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr utente da Napoli, credo che un tampone sia una buon punto di partenza, almeno per escludere un’infezione da Candida. Con tale esito (positivo o negativo) consulti il Suo Odontoiatra o il Suo Dermatologo per una visita specialistica. Solo con questa sarà possibile arrivare a una diagnosi definitiva per capire le cause della Sua glossite. Data la Sua giovane età e l’insorgenza del problema da oltre 10 anni, un’infezione da Candida è poco probabile, ma per noi è importantissimo averne la conferma da laboratorio. Con la visita l’odontoiatra o il dermatologo indagheranno sulle possibili cause della Sua glossite (glossite = termine generico con cui si indicano tutte le patologie infiammatorie della lingua) considerando tutte le ipotesi, dalla più banale lingua a carta geografica, fino a patologie più impegnative come il lichen planus, etc. Una sola raccomandazione: prima di effettuare il tampone non utilizzi farmaci che possono modificarne l’esito. Cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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050 MUCOSA SPELLATA GLANDE

DOMANDA: Buongiorno, sono un ragazzo di 26 anni allergico, fin da bambino, alla primavera in generale (pioppi, pollini, graminacee, betulla, parietaria ecc.) ho una carnagione molto chiara che ricorda quella dei bimbi, ogni inverno la pelle del viso dopo la doccia e il vapore caldo mi si secca moltissimo. Tre anni fa, su consiglio di un amico ho iniziato, ahimè, ad applicare due volte la settimana x circa 6 mesi una crema idro-cortisonica (LOCOIDON LIPOCREMA alternato al REPOSITOL). Gli effetti sul mio viso, inizialmente “miracolosi”, alla lunga hanno iniziato a diventare nulli, finché hanno cominciato a comparire strane macchie rossastre quà e là sul volto. Preoccupato, mi sono sottoposto a due visite dermatologiche, nelle quali mi sono stati prescritti dapprima, il FUCIDIN e semplici impacchi di potassio permanganato, poi, visto che questa cura non produceva risultati, lo stesso medico, mi ha invitato a utilizzare 2 prodotti della MOST: un sapone liquido e un idrogel astringente. Ricordo che questa visita la feci tramite pronto-soccorso di mattina, in quanto il pomeriggio dovevo partire per Parigi per trascorrere 5 giorni di ferie; utilizzai il Gel già in aeroporto e i 5 giorni che trascorsi in Francia furono orribili, il viso da subito iniziò a gonfiarsi fino quasi a cambiare i miei lineamenti, in circa dieci angoli del volto iniziai a spurgare liquido giallo che si solidificava in croste, la pelle mi bruciava. Sospesi subito l’applicazione del Gel e mi recai in un pronto-soccorso di Parigi; Qui una Dottoressa francese mi disse che si trattava di un infezione da contatto di stafilococchi e mi prescrisse l’antibiotico PYOSTACINE a base di Pristinamycine in iper-dosaggio, insieme mi diede il BISEPTINE, un disinfettante liquido battericida e fongicida da applicare solo dove avevo gli sfoghi. La cura fu fenomenale ma al mio ritorno in Italia a fine settembre 2004, il medico di base mi disse che non potevo proseguire con lo stesso antibiotico in quanto il principio-attivo non era presente tra gli antibiotici “italiani”, mi diede così l’Augmentin. L’Augmentin non mi aiutò e il problema, seppur in forma ridotta, mi permase e permane tutt’ora. Feci quindi dei nuovi test allergologici mirati agli alimenti e scoprìi di essere lievemente intollerante al pomodoro e mediamente intollerante alla carota. Cambiai le mie abitudini alimentari e dopo 3 visite e un doppio tampone cutaneo, incredibilmente risultato sempre negativo (sia per batteri che per miceti), mi furono prescritti altri 2 farmaci che, purtroppo, non mi aiutarono: il Bassado e il Bactroban. Da quell’ultima visita è trascorso quasi un anno e mezzo, e in questo periodo ho consumato circa 5 bottiglie da 250ml di BISEPTINE, che compro direttamente in Francia e utilizzo praticamente quotidianamente; questo disinfettante è l’unico che mi aiuta a combattere, già sul nascere, i costanti e recidivi “attachi” batterici che nascono sotto pelle fino a scoppiare in spurghi di liquido color giallo/arancione. Questa è la mia lunga storia, torno a parlarne dopo così tanti mesi in quanto sfinito dalle continue visite, spero con tutto il cuore che uno di voi esperti possa aiutarmi a risolvere questo antipaticissimo problema. Mi piacerebbe tornare ad avere un viso immune da questi batteri. Se credete, ho a disposizione anche alcune foto del mio periodo “peggiore” quello subito post-gel. Attendo speranzoso un vostro riscontro. Grazie davvero molto per l’aiuto che riuscirete a offrirmi.

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Caro M. nel mio periodo di lavoro in Francia ho conosciuto la Pyostacine (pristinamicina prodotta dall’azienda Aventis) e Le assicuro che pur essendo un ottimo prodotto, per molti problemi dermatologici ha un’efficacia simile ai nostri Minocin, Bassado, Tetralysal, etc. Probabilmente il periodo in cui Lei è stato in Francia, ha avuto una sovrinfezione batterica tanto importante da giustificare l’azione miracolosa dell’antibiotico. Lo Stafilococco è già presente sulla cute di ognuno di noi, senza creare particolari problemi. Talora e per svariati motivi, si può alterare questa simbiosi e si possono creare sovrinfezioni in cui il microrganismo da “amico” della pelle ne diventa il peggior nemico causando acne, impetigine, etc. Credo che la sovrinfezione batterica sia la conseguenza di un altro problema dermatologico, magari un banale eczema e che trascurato con il tempo e con i “fai da te” a base di cortisone, ha scatenato una sovrinfezione batterica. Il mio consiglio è quello di rivolgersi al Suo Dermatologo (possibilmente sempre lo stesso, in modo che abbia la possibilità di seguire l’evoluzione del Suo problema)per curare una situazione risolvibilissima, ma come per tutti i problemi di pelle... lunga. Se vuole può mandarmi una foto del Suo problema per un consiglio, ma ciò non deve assolutamente sostituire la visita specialistica. Cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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051 ARROSSAMENTO AL GLANDE

DOMANDA: Buongiorno a tutti sono circa 2 anni che a fasi alterne ho problemi di prurito, arrossamenti e infiammazioni al glande. Ho consultato dermatologi che mi hanno diagnosticato candidosi trattate con Pevaryl crema e infezioni batteriche(dopo aver fatto tampone uretrale) trattate con Clavulin compresse . Come ho detto i sintomi sono altalenanti,vanno via e ricompaiono,ora da circa 2 mesi avverto prurito,rossore e perdita di elasticità della pelle del glande. Il mio dermatologo mi ha prescritto Canesten crema che utilizzo con qualche beneficio, dovrei assumere anche Diflucan compresse per terminare il problema? La mia ragazza ha la spirale, potrebbe essere una causa? Dal suo pap-test è tutto in ordine, candida assente. Attendo consulto, grazie e buon lavoro. (Anonimo dalla provincia di Piacenza).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Gentile utente da Piacenza, Le devo dire che in base alla mia vasta esperienza in Dermatologia Genitale, la percentuale di Balaniti di origine infettiva (Candida, etc) rappresenta una piccola fetta, rispetto a tante altre cause. Come ho pubblicato su: Atlante delle parti intime (Dermo Edizioni), consultabile online, le balaniti più frequenti sono proprio quelle di origine irritativa. Meno frequenti sono quelle di natura allergica e veramente rare sono quelle dovute a microrganismi. La balanite da Candida la ritroviamo con una frequenza elevata solo negli immunodepressi e nei diabetici. Nel resto della popolazione è decisamente rara. Non altrettanto rara devo dire... È la “diagnosi” di balanite da Candida da parte di medici non specialisti in Dermatologia. Molti anni fa, sui vecchi Testi di Medicina, le uniche foto di Balaniti disponibili erano quelle dovute alla Candida. Per i Medici che non si occupano di Dermatologia Genitale, la prima cosa che viene in mente quando si parla di Balanite è la Candida. Non è così. Inoltre, riscontrare su un tampone il lievito Candida albicans, non sempre vuol dire essere affetti da candidosi genitale. Sospenda ogni trattamento per un paio di settimane, e si rechi dal Suo dermatologo. In base alle caratteristiche cliniche del Suo caso, il collega Le prescriverà la terapia più appropriata, avvalendosi o meno di eventuali altri esami. Cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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052 MACCHIE ROSSASTRE SUL GLANDE

DOMANDA: Gentilissimi dottori vi espongo il mio problema che da quasi un anno mi perseguita. Sono un ragazzo di 32 anni, circa un anno fa ho notato delle piccole macchie color rossastre sul glande senza darci troppa importanza poi scomparse per conto loro, in precedenza avevo contratto i molluschi contagiosi già curati e ho capito da solo che non si trattava di molluschi. Poi col passare de tempo le macchie sono comparse sempre più spesso provocando anche qualche ferita sulla pelle attorno al glande e i puntini sul glande prendevano sempre più la forma di macchie e sentivo il glande sempre secco. Qualche mese prima la mia ragazza aveva la candida dovuta alla pillola quindi sono andato da un dermatologo e mi ha detto che si trattava di candida e mi ha dato come cura fulcin 500mg, suadian crema e Alfa 4 x l’igiene intima. Inizialmente la cura sembrava funzionare, le macchie erano notevolmente diminuite diventando puntini e la pelle non presentava piu’ ferite. Pero’ ora a distanza di alcuni mesi siamo punto e a capo, sono tornate le macchie le feritine,un po’ di prurito e sento il glande piu’ secco, quasi privo di lubrificazione. Mi sono rivolto a un andrologo che mi ha fatto fare varie analisi . es. colt. Secreto uretrale, ricerca mycoplasma uretrale, ricerca chlamydia uretrale, es colturale x ident. germi tramite tampone del glande e analisi delle urine tutti negativi. A questo punto non so piu’ che fare e cosa pensare, come prima cosa vi chiedo se è meglio che mi rivolga a un dermatologo o un andrologo (al quale devo portare le risposte degli esami) e cosa posso avere e un eventuale cura. Per concludere questo quadro fantozziano aggiungo anche il fatto che negli ultimi tempi trovo meno desiderio sessuale con la mia ragazza e come una difficoltà a mantenere l’erezione, a volte anche a farla scattare, cosa che fino a qualche mese fa non era affatto un problema...anzi. Mi scuso x l’uso sicuramente non corretto di alcuni termini medici e spero di aver illustrato bene la mia situazione. Vi ringrazio anticipatamente e attendo ansioso vostre notizie. (Anonimo dalla provincia di Ancona).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Caro utente da Ancona, la gestione della patologia cutaneo-mucosa dei genitali esterni è di pertinenza dermatologica. Contatti un Dermatologo della sua regione (ce ne sono davvero tanti... e bravi) e gli porti l’esito degli esami già praticati. Non applichi farmaci sul glande che potrebbero modificare il quadro clinico e disorientate il dermatologo. Un po’ di pazienza... e vedrà che risolverà il problema. In bocca al lupo! Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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053 ARROSSAMENTO AL GLANDE

DOMANDA: Salve, sono un ragazzo di 28 anni. Circa 2 mesi e mezzo fa ho notato un arrossamento sul glande e una patina bianca che si formava in breve tempo (poche ore) sul frenulo. In quel periodo avvertivo un leggero prurito. Pensando che l’irritazione fosse causata dal rapporto sessuale avuto pochi gg prima (protetto) non ci ho fatto caso. Dopo una settimana ho notato un piccolo taglio sul frenulo e dei puntini rossi distribuiti su tutto il glande. Sono andato dal mio medico che inizialmente mi ha dato 2 pastiglie, un detergente antimicotico e lavaggi con saugella attivo. Faccio il trattamento per oltre una settimana ma non vedendo risultati torno da lui. Stavolta mi da il Daktarin (crema vaginale) da utilizzare per 10gg. Faccio il trattamento e noto che la pelle del pene si “secca” e la perdo. Apparentemente il problema sembrava risolto. Qualche giorno dopo ho un rapporto sessuale (protetto) nel quale mi si lacera il frenulo e perdo sangue. Torno dal mio medico e gli espongo il problema facendogli presente che i puntini rossi sono tornati ma vanno e vengono nell’arco della giornata. A questo punto il mio medico mi manda dal dermatologo. Il giorno della visita però il problema non era visibile quindi mi ha detto che forse è una dermatite quindi mi prescrive un detergente intimo (FISIAN), chiedendomi inoltre di tornare quando il problema fosse più visibile. Sono passati 10gg e il problema continua a essere lo stesso. Ho pensato anche di fare delle foto del mio pene quando il problema è evidente e di portargliele. Non so più che fare. Voi che consigli mi date? Vi ringrazio per il tempo che vogliate dedicarmi. Saluti. (Anonimo da Cagliari).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Caro utente da Cagliari, credo che nel Suo caso la migliore soluzione sia quella di rivolgersi al Dermatologo quando ha il problema e non dopo. Chieda alla Sua partner se ha avuto “fastidi” alle zone intime negli ultimi giorni e nel frattempo non applichi farmaci sulla mucosa fino al momento della visita dermatologica. Solo così il collega che La visiterà potrà effettuare, se lo ritiene opportuno, un esame colturale per escludere un’infezione da Candida. In base all’esito positivo o negativo dell’esame colturale, si procederà a una terapia più mirata e non alla cieca. Cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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054 PRURITO AI GENITALI

DOMANDA: Gentili medici, ormai dopo 4 anni, ho perso ogni speranza di poter guarire, ma un parere è sempre molto gradito. Nel 2001 in Asia pur non avendo rapporti sessuali, mi sono improvvisamente ritrovato con il pene gonfio e con prurito ai genitali. Tornato in italia mi sono sottoposto a tamponi uretrali ed esami di ogni tipo con esito negativo. In questi anni ho provato antibiotici ad ampio spettro di ogni tipo, che avrebbero stroncato qualunque malattia a origine sessuale (qualora vi fosse stata), ma soli farmaci che mi hanno aiutato sono stati potenti antimicotici come lo Sporanox e il Diflucan. Dopo settimane intere di trattamento i sintomi si affievolivano e svanivano. Se però provavo ad avere dei rapporti sessuali con la fidanzata (ne ho avute 3 in quattro anni e con tutte è successa la stessa cosa)i sintomi ricomparivano e poi ci volevano altre settimane e antimicotici per allontanarli. Cosa posso fare per guarire ? Penso che la causa di tutto sia stato un asciugamano sporco con il quale mi sono asciugato dopo un massaggio. Io credo si tratti di una micosi interna, penetrata attraverso l’uretra. Il pene diventa come bollente, arde, è gonfio, intorpidito... il glande quasi violaceo... Aiutatemi vi prego, in quattro anni, non sono riuscito a debellare questa cosa... forse dovrei seguire un ciclo di antimicotici per un anno, o forse fare punture... non lo so... Attendo con ansia un parere. Se pensate di potermi aiutare concretamente, vi contatterò. Scusatemi so che sono parole grosse ma sono quasi disperato. Grazie. (Anonimo dalla provincia di Varese).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Caro utente da Varese, è poco probabile che un problema che va avanti da tanto tempo possa avere un’origine infettiva. Sposterei la mia attenzione e quella dei colleghi che La visiteranno verso ipotesi patogenetiche diverse. Il viaggio in asia potrebbe essere stato solo una coincidenza. Dalle Sue descrizioni sembra che si possa trattare di episodi di angioedema/linfedema localizzati. Le consiglio una visita dermatologica e/o urologica urgente in modo da togliersi ogni dubbio. Cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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055 PRURITO INGUINALE


DOMANDA: Salve, ormai da quasi un anno avverto un intensissimo prurito non continuo ma a fasi durante la giornata nelle zone della base del pene, nella zona inguinale, sotto i testicoli e sotto le ascelle. Non presento particolari segni se non pochissime e piccolissime bollicine. Successivamente a un periodo in cui mi gratto particolarmente in prossimità di queste zone si formano delle piccole crosticine bianche. Il mio dermatologo mi aveva prescritto il Flubason, successivamente il mio medico di famiglia una crema antifungina ma con entrambe ho riscontrato un sollievo durante il trattamento e fino a pochi giorni successivi accompagnato dalla scomparsa del prurito e di qualsiasi bolla o crosticina. Dopo alcuni giorni però i sintomi tornano con la stessa intensità. Ho scoperto da poche settimane però di avere un sollievo importante sia nel prurito che nella scomparsa delle bollicine pulendomi le zone interessate con il Bialcol (principio attivo: benzoxonio cloruro). È mia abitudine da sempre avere una pulizia quotidiana del mio corpo con saponi neutri e dunque non rieco a capire che altro fare per risolvere il mio problema non drammatico ma sicuramente molto fastidioso. Grazie. (Anonimo da Perugia).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. utente da Perugia, l’obiettivo di questi colloqui su internet è quello di orientare ed educare il paziente alla visita specialistica, che non può essere sostituita da questo servizio telematico, sebbene quest’ultimo possa essere talvolta di estrema utilità per il paziente. La sintomatologia e il quadro clinico così come da Lei riferiti possono far pensare a una parassitosi. Il mio consiglio è quello di rivolgersi a un Dermatologo della Sua zona, avendo cura nella settimana precedente alla visita specialistica di non applicare creme (soprattutto cortisoniche) sulla cute. Solo così potrà arrivare a una diagnosi certa. In bocca al lupo. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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056 DERMATITE ATOPICA

DOMANDA: Buongiorno, soffro fin da bambina di dermatite atopica, che in età adulta si è localizzata alle mani. Mi è stato proposto il protopic 0,1 % crema. Volevo sapere se ha gli stessi effetti collaterali del cortisone o se posso usarlo con maggiore tranquillità. Inoltre, volevo sapere se l’assunzione giornaliera di olio di fegato di merluzzo può aiutare la guarigione o quantomeno l’attenuazione della dermatite. RingraziandoVi per la cortesia porgo i miei migliori saluti. (Anonima dalla provincia di Treviso).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. utente da Treviso, il tacrolimus (protopic crema) può essere utilizzato con notevole successo se la terapia è gestita nell’ottica di un buon contatto con il Dermatologo che glieLa prescrive. Pur avendo meno effetti collaterali del “cortisone” è pur sempre un farmaco. Sotto la guida del Dermatologo, con protopic potrà avere dei grossi benefici. L’olio di fegato di merluzzo è utilissimo perché ricco in omega 3 e omega 6. Cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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057 PITIRIASI VERSICOLOR O FUNGO DI MARE

DOMANDA: Salve, ho 37 anni, e da quando ero bambino, che soffro di micosi cutanea, trasmessa da mio padre a tutta la famiglia perché trascurò il problema, ho usato parecchi farmaci però il problema non è stato mai debellato del tutto, quando sembrava fosse sparita, ricompare. Si tratta di macchie scure quasi tendenti al marrone se vengono trascurate. Ho usato Canesten crema, che mi ha dato dei buoni risultati. Adesso sto facendo una cura consigliata del medico di famiglia che consiste in una compressa di Sporanox per 16 giorni e la schiuma Pevaryl 1%, con Canesten crema, però ho notato che una macchia in particolare localizzata sul petto invece di regredire è aumentata. Cosa è successo? La cura del mio medico non è adatta? Devo rivolgermi a un dermatologo? Lei non mi può consigliare una cura? Grazie, Distinti saluti. (Anonimo dalla provincia di Agrigento).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Caro Utente da Agrigento, le manifestazioni cliniche che Lei riferisce potrebbero far pensare a un tipo di micosi chiamata: “pitiriasi versicolor”, nota con il nome improprio di “fungo di mare”. Questo fastidioso inestetismo si associa solitamente alla presenza di un lievito che vive sulla pelle di tutti quanti noi e in genere non crea particolari problemi in quanto fa parte della normale flora microbica cutanea, nota come microbioma cutaneo. In alcuni tipi di pelle e in determinate condizioni (es: pelle seborroica o tendente alla sudorazione) questo lievito può causare problemi antiestetici noti come pitiriasi versicolor. In effetti questo lievito è in grado in determinate condizioni e su soggetti predisposti, di produrre una sostanza nota come acido azelaico. Tale sostanza è responsabile della fastidiosissima colorazione delle chiazze, talvolta brunastre (forma ipercromica) e talvolta biancastre (forma ipocromica). Da questa necessaria premessa teorica, si renderà conto che la malattia, al di la dei luoghi comuni, è assolutamente “NON INFETTIVA”. In effetti Lei non può trasmettere ad altre persone questo lievito chè è già normalmente presente sulla cute di tutti noi e non crea problemi. Il fatto che tutta la famiglia sia interessata da questo inestetismo è dovuto sicuramente a un tipo di cute (es: pH del sudore, etc) simile tra i componenti della famiglia. Esistono delle cure specifiche e delle prevenzioni periodiche che il Dermatologo potrà prescriverLe dopo averLe fatto questa premessa teorica, ma quanto mai utile a comprendere il problema. Gli antimicotici topici possono essere utili a far sparire per un bel po’ il problema. Nei casi più gravi invece si ricorre all’uso di antimicotici sistemici. Tutto questo ovviamente va fatto sotto controllo del Suo Dermatologo in quanto sono farmaci e non semplici cosmetici. Cordiali saluti. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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058 SEBORREA O PELLE GRASSA ?

DOMANDA: Egregio Dottore, in primis vorrei ringraziarVi per il servizio e per la consulenza gratuita che ci fornite. Sebbene abbia 28 anni sono affetto da una fastidiosissima iperseborrea al viso e alle spalle che è causa di acne (anche se ora, eccetto qualche pustoletta e qualche comedone di rado, siano presenti solo gli esiti cicatriziali) e di una lieve dermatite che compare ai bordi delle narici e nella zona compresa tra le labbra e il mento. È ovvio che soffra anche di capelli e di forfora grassa e che la mia pelle abbia una forte tendenza alla desquamazione. Inoltre ho notato che la secrezione sebacea aumenta in modo proporzionale al crescere della barba ma avendo una pelle sensibile e una barba folta e dura, che si estende fino alla base del collo,non mi è permesso radermi se non una volta ogni 5/6 giorni. Il dermatologo che mi ha in cura (ancora per poco!) mi ha prescritto,senza fare una diagnosi e senza nemmeno effettuare una misurazione della secrezione sebacea: per il VISO - delle capsule a base di prodotti erboristici (echinacea, bardana) il cui effetto è tutt’altro che soddisfacente un prodotto cosmetico seboequilibrante a uso topico che mi causa un forte effetto rebound; per il CUOIO CAPELLUTO uno shampoo a base di ortica e camomilla da utilizzare 2/3 volte a settimana anch’esso di scarsa efficacia; per il CORPO una mousse a base di benzoil perossido al’1% che applico prima della doccia sul dorso e sulle spalle e che sta dando ottimi risultati. Infine facendogli notare che la secrezione sembra diminuire con l’esposizione ai raggi del sole (effettuando però delle pulizie accurate per evitare l’effetto rebound) e che la stessa mi determina un ispessimento della pelle che mi consente di radermi con maggiore frequenza, mi ha consigliato di sottopormi settimanalmente a raggi ultravioletti (“fatti le lampade”)! Ecco allora le mie domande: 1) Quali prodotti utilizzare (sia per via os che per uso topico) per: -- controllare l’attività delle ghiandole sebacee -- eliminare la forte desquamazione -- eliminare un comedone quando compare (eritromicina o altri antibiotici a uso topico) 2) È il caso di fare un’indagine ormonale per vedere se sia opportuno intervenire in tal senso? 3) Esistono trattamenti ambulatoriali che il dermatologo plastico può effettuare che possano lenire il mio problema (penso all’acido piruvico o salicilico)? 4) È vero che alcuni tipi di laser (ng a impulso lungo) o la luce pulsata sono efficaci nel dimuinuire l’ipercheratizzazione della pelle? Esistono istituti specializzati in questi trattamenti in Campania? Grazie per la cortese attenzione che avete riposto nel leggere la mia prolissa esposizione e per i consigli che ne verranno. Saluti. (Anonimo da Salerno).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. utente da Salerno, l’iperseborrea è purtroppo uno dei problemi dermatologici più sentiti, in quanto oltre a rappresentare un fastidiosissimo problema estetico si tratta di una condizione cronico-recidivante, nel senso che nei mesi estivi tende a normalizzarsi e nei mesi freddi tende puntualmente a ripresentarsi. I motivi di questo andamento stagionale sono da attribuire oltre che all’azione sebonormalizzante del sole (raggi UV) e dell’acqua di mare, anche al minore stress psico-fisico dei mesi caldi. Come è noto, gli inestetismi da iperseborrea (acne, dermatite seborroica) risentono in modo notevole della componente emotiva, nel senso che esistono soggetti che “caratterialmente” tendono maggiormente a “somatizzare” rispetto agli altri. Leggo nella Sua richiesta che il collega dermatologo Le ha prescritto la terapia senza aver effettuato prima alcuna misurazione della secrezione sebacea. In realtà il collega si è comportato correttamente nei Suoi confronti, visto che la sebometria (misurazione non invasiva della secrezione sebacea) la utilizziamo solo per scopi di ricerca, mentre che nella pratica clinica non dà alcuna informazione aggiuntiva rispetto alla visita tradizionale che Lei ha effettuato. Cerco di rispondere alle sue domande: 1) esistono diversi farmaci e/o cosmetici che possono regolare l’ipersecrezione sebacea, dipende ovviamente dall’entità del problema. Il farmaco più importante è sicuramente l’isotretinoina sistemica (es. aisoskin, isotretinoina difa cooper, isoriac, etc) che però va utilizzata esclusivamente e ripeto esclusivamente sotto autorizzazione dello specialista dermatologo a causa dei numerosi possibili effetti collaterali. Si tratta di un farmaco impiegato per la cura dell’acne nodulo cistica e possiede una spiccata attività seboregolatrice. Tale trattamento viene considerato come “ultima spiaggia” a causa dei noti e frequenti effetti collaterali, talora molto gravi se il trattamento non viene seguito dal dermatologo con controllo degli esami del sangue ogni mese. Un altro farmaco molto utile è l’itraconazolo (sporanox, triasporin, etc), farmaco che viene normalmente utilizzato per curare le micosi. Tale farmaco può essere utilizzato per pochi giorni al mese nei casi veramente gravi di iperseborrea, in quanto si sfrutta non tanto la sua azione antimicotica, ma il suo noto effetto antinfiammatorio e seboriduttore. Anche in questo caso, sarà lo specialista ad autorizzarne la prescrizione perché stiamo parlando di farmaci veri e propri e non di semplici cosmetici. Riguardo ai farmaci per uso topico esistono invece tutta una serie di prodotti dotati di azione seboregolatrice e che vanno valutati caso per caso. L’eritromicina topica da Lei menzionata, viene utilizzata sfruttando la sua attività antinfiammatoria anziché la sua azione antibiotica, dal momento che in queste sedi non c’è alcuna infezione da curare. Al cuoio capelluto vanno molto bene le schiume a base di cortisone e/o di antimicotici. Anche se si tratta di farmaci, se usati in piccole quantità e per brevi periodi, funzionano solo laddove applicati e non hanno effetti a livello sistemico. Ma sono pur sempre farmaci e vanno utilizzati sotto la guida dello specialista dermatologo. Senza volerla scoraggiare, ma per essere chiaro... per l’iperseborrea cronica, non esiste al momento alcun farmaco o cosmetico, che applicato sulla cute un certo numero di volte risolve il problema per sempre. Quindi se il Suo obiettivo è quello di rendere “accettabile” la Sua situazione cronica, tale obiettivo lo raggiungerà con l’aiuto di qualsiasi dermatologo. Potrà così trascorrere periodi più o meno lunghi in assenza del problema. Se invece il Suo obiettivo è quello di eliminare una condizione cronica che è codificata all’interno del Suo DNA, allora passerà la vita ad accumulare ricette dermatologiche di tutto il mondo e a trasformare il Suo armadietto di casa in una piccola farmacia, con prodotti similari, diversi solo per nome commerciale e venduti tra l’altro a dei prezzi altissimi, in quanto si tratta di problemi che il nostro sistema sanitario nazionale definisce purtroppo “di natura estetica”. 2) Mentre nella donna, davanti a un quadro di iperseborrea, programmiamo solitamente uno “screening ormonale” mirato ad escludere un ovaio policistico, un’iperprolattinemia o un qualsiasi altro disturbo ormonale, nell’uomo quasi mai gli esami endocrinologici (profilo ormonale) sono alterati. Infatti mentre gli ormoni della donna sono soggetti durante il corso della vita a un ciclo biologico, nell’uomo la situazione ormonale è in genere stabile. Tuttavia, dalle ultime ricerche è emerso che i recettori ormonali dei soggetti con iperseborrea fuzionano in maniera eccessiva rispetto alla norma a causa dell’iperattività dell’enzima 5-alfa reduttasi. In conclusione, mentre nela donna con seborrea molto spesso si riscontra un aumento della quantità alcuni ormoni, nell’uomo i livelli di tali ormoni sono quasi sempre normali, ma funzionano in maniera eccessva a causa di una predisposizione genetica (aumentata attività enzimatica della 5 alfa reduttasi di natura ereditaria). Attenzione, numerosi prodotti cosiddetti naturali sono propagandati come riduttori dell’attività dell’alfa 5 reduttasi. Purtroppo al momento attuale, nessuno di questi sistemi si è rivelato nella pratica in grado di apportare da solo un beneficio “tangibile” al paziente seborroico, ormai stanco di cambiare ogni volta shampoo e cremine varie. 3) Esistono svariati trattamenti estetici che il Dermatologo Plastico può effettuare per ridurre la seborrea, ma nessuno di questi efficace se non coadiuvato da una terapia medica. L’acido piruvico, glicolico, salicilico, tricloracetico, vengono impiegati come peeling chimico per eliminare gli esiti lasciati da un’acne di vecchia data, ma sono purtroppo privi di un’azione seboregolatrice importante. Rientrano pertanto tra i trattamenti estetici blandi, consigliabili a una donna (già abituata a numerosi trattamenti estetici), poco pratici per un uomo. I risultati sono molto scarsi. 4) Il laser e la modernissima luce pulsata sono molto efficaci nel trattare altri problemi dermatologici (ipertricosi, rughe di espressione, macchie solari e problemi vascolari). Sono purtroppo inutili per quanto riguarda l’iperseborrea e l’ipercheratosi, anche se in molti centri vengono impiegati ugualmente. L’efficacia in questi casi è sovrapponibile a quella ottenuta con i peeling tradizionali, a un costo almeno 10 volte superiore. Le lampade danno solo un miglioramento temporaneo e a lungo termine sono dannose. Il mio consiglio è quello di rivolgersi al Suo dermatologo, scegliendo insieme, alla luce delle moderne tecniche, quale è la soluzione più utile per il Suo caso, tenendo presente però qual è l’obiettivo. Non dovrà certo passare la vita appresso a noi dermatologi, vedrà che pian piano, imparerà con l’aiuto del Suo dermatologo ad autogestire la cosa, senza dover ricorrere sempre e in ogni caso ai farmaci. Nella speranza di averLe fornito qualche informazione utile e soprattutto “pratica”, visto che la teoria la troviamo sulle fin troppe riviste pubblicitarie di bellezza, Le lascio i miei più cordiali saluti e soprattutto... in bocca al lupo. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.

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059 VULVODINIA E VULVITE

DOMANDA: Salve, ho 27 anni. Da una ventina di anni sto facendo di tutto per curarmi i bruciori vulvari che mi hanno rovinato la vita. Avrò interpellato una trentina di dottori, dermatologi, ginecologi, urologi, etc mi hanno sempre sottoposto a cure locali antibiotiche. Un mese fa ho fatto una biopsia vulvare e questo è il risultato: “biopsia di cute vulvare con irregolare iperplasia epidermica, ipercheratosi, acantosi e spongiosi, fibrosi del derma papillare. Reperti indicativi per dermatite cronica spongiotica psoriasiforme, NAS”. Ora, mi interessa sapere cosa sia, la ginecologa mi ha detto che si tratta di dermatite e per questo la ginecologia non poteva fare nulla e mi sarei dovuta rivolgere a un dermatologo. Mi sono rivolta un dermatologo, non si occupava di dermatologia vulvare e mi ha detto che è un problema ginecologico quindi mi ha rispedito in ginecologia. Credetemi sto già male, più tutte queste cose, mi deprimo ancora di più. So che la dermatologia vulvare è una specialità di cui se ne dovrebbe occupare sia il ginecologo che il dermatologo, almeno credo. Qualcuno mi può aiutare? Sono già stata nella mia zona da medici esperti in vulvologia, senza avere grossi benefici, possibile che non ci sia un modo per curarmi o almeno per avere una diagnosi?

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Gentile signora, il quadro clinico da Lei descritto e l’esito della biopsia effettuata qualche anno fa sono purtroppo molto generici per poter sospettare una diagnosi a distanza. Può provare nella Sua zona a ricercare un medico esperto in dermatologia genitale. A volte si instaurano circoli viziosi dai quali non è semplice uscire. Anzi, più passa il tempo, più creme alla cieca applichiamo e più la mucosa tende a “indebolirsi”. Ripetere la biopsia, davanti a un quadro “aspecifico” di infiammazione come il Suo... non sempre apporta informazioni aggiuntive. Nonostante il trattamento di diverse centinaia di casi come quello da Lei descritto e la pubblicazione di diversi atlanti di dermatologia genitale (in internet troverà la recensione del mio “Atlante delle parti intime” pubblicato qualche anno fa dal sottoscritto), Le assicuro che trattare le zone “intime” non è una cosa semplicissima. Innanzitutto perché le mucose genitali sono zone delicate e non vanno trattate con farmaci aggressivi. Poi perché sulle mucose la maggior parte delle malattie dermatologiche e non... possono presentarsi con un quadro simile, conducendo spesso la paziente a snervanti calvari itineranti tra dermatologo, ginecologo, psicologo, neurologo e chirurgo. Per curare questi fastidi non sempre si un trova rimedio che funzioni da “bacchetta magica” e talvolta i tempi possono essere lunghi. Un bruciore vulvare cronico si può associare talora a una neuropatia cutaneo mucosa denominata vulvodinia. Ne parli con il Suo dermatologo alla prossima visita di controllo.

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060 PAPULE PERLACEE DEL GLANDE

DOMANDA: Buonasera. Sarebbe possibile ridurre o far scomparire la pearly penile papules con particolari trattamenti o pomate o medicine? Nel caso di rapporto senza preservativo (pillola), questa può causare alla partner problemi di qualsiasi tipo? Ringrazio anticipatamente. (Anonimo da Cagliari).

IL DERMATOLOGO RISPONDE: Egr. utente da Cagliari, Le pearly penile papules meglio note come papule perlacee della corona del glande o papillomatosi fisiologica del maschio, sono manifestazioni fisiologiche (quindi non patologiche) molto frequenti. Una volta accertata la diagnosi, in genere non c’è alcuna indicazione al trattamento in quanto non si tratta di una patologia infettiva. Dott. Antonio Del Sorbo - Dermatologo e Venereologo, Salerno. Risposta pubblicata sul sito medicitalia e su www.ildermatologorisponde.it.